Two Hearts And A Fruits Basket, * Versione restaurata *

« Older   Newer »
  Share  
@iola@
view post Posted on 16/4/2008, 00:01 by: @iola@




Ecchilo! E' tutto tuo!^^
Mi raccomando, attendo con ansia il tuo commento sul finale!XD


XI


Faceva caldo nell’ufficio di Lumacorno, la sala, come al solito magicamente ampliata, conteneva un numero di persone che in condizioni normali non avrebbe mai potuto ospitare. Una musica più allegra del solito sovrastava il chiacchiericcio di invitati e dalle alte finestre, magicamente manomesse anch’esse, entrava la calda e frizzante brezza notturna di inizio Giugno.
Nessa se ne stava in un angolino meno affollato, e gettava di tanto in tanto occhiate guardinghe tutt’intorno, con l’intento di avvistare il professor Lumacorno, come al solito impegnato a presentarla a tutte le sue più stimate conoscenze, e il cui pancione poteva essere scorto a parecchi metri di distanza.
Oltre che all’avvistamento del professore, il suo guardarsi intorno era dovuto anche alla ricerca di un elfo domestico con qualcosa da bere, visto che faceva così caldo che la gola le ardeva dolorosamente.
Improvvisamente qualcosa di molto simile ad un funghetto saltellante passò trotterellando lì vicino: si sporse per afferrare un calice, ma in un batter d’occhio l’elfo era stato inghiottito dalla folla festante.
Nessa sospirò frustrata e si ricompose nel suo angolino dove, per il caldo o la sete, sprofondò nei suoi pensieri: gli esami erano terminati, era stata promossa con il massimo dei voti, l’anno scolastico volgeva al termine e le vacanze estive incombevano ma... qualcosa non andava, qualcosa le mancava. Lo sguardo cadde su di una coppietta ridente poco lontana: erano Will e Merybeth Bourne, che ormai facevano coppia fissa da qualche tempo.
“Di nuovo a pensare a lui eh?!” la vocina infida che era solita risvegliarsi dentro di lei le sussurrò queste parole maliziosamente.
“A lui… no…”
“Ah no?!”
“Se avessi voluto stare con Will lo avrei fatto quando ne avevo l’opportunità…”
“Ma io non mi riferivo a Will… mi riferivo a...”
“So benissimo a chi ti riferivi!”
“Allora?”
“Allora nient… oh, no…”
“Oh, sì!”
“No!”
“Sì!”
Una ciocca di capelli neri cadeva distrattamente su di un bel viso sorridente: Sirius Black le porgeva un calice colmo di idromele ghiacciato.
- Sera, Waston! Posso offrirti da bere? - disse con la sua voce profonda.
Nessa osservò per un attimo il bicchiere perplessa.
- Guarda che non te l’ho mica avvelenato! Non mi piace fare il chimico come Mocciosus... - disse lui sorridendo ironico – E comunque se non lo vuoi lascia perdere... ci ho messo una vita a procurarmelo tra tutta questa gente e…
Lei allungò la mano, afferrando il calice e bevendone un sorso: era come balsamo per la sua gola, ora più secca che mai.
- Allora, come te la passi? - chiese lui.
- Come una che ha appena rischiato di morire disidratata… - rispose Nessa, mentre una musica più lenta attaccava il ritmo ed alcune coppie si avvicinavano per ballare.
- Dov’è finito il tuo accompagnatore? Non dirmi che la tua tendenza a perderti le cose ha colpito ancora...
- Che spiritoso… il tuo senso dell’umorismo è sempre impeccabile vero, Black?! Peccato che questa sera io non mi sia portata dietro niente di più che la mia persona…
- Beh, se ti perdi, io non verrò a ritrovarti cara la mia Waston…
Nessa si voltò di scatto, pronta a ribattere come sempre, ma Sirius la afferrò, e avvicinandola a se la trascinò tra le coppie che lentamente dondolavano.
- Ma che diavolo... Si può sapere che fai?! - disse mentre voltava furiosa il viso verso di lui e rimaneva paralizzata per vicinanza tra i loro volti.
Sentiva il suo corpo aderire a quello di lui in un incastro quasi perfetto, sentiva il suo profumo infaderle i polmoni, fresco ed intenso, come frizzante brezza marina, la mente inebriata, libera da ogni tipo di riflessione, a parte la recondida domanda del come i suoi sensi potessero reagire con tale inermità a quel ragazzo.
- Beh, non avevi accompagnatore, io non ho accompagnatrice…
- Non ti ho chiesto di trascinarmi qui… - disse piano.
- Preferisci trascorrere il resto della serata in quell’angolino tetro?!
- Sempre meglio che stare con un idiota!
- Andiamo, sono una compagnia così deplorevole?!
- Non credere che se non ci fossi tu in questo momento starei da sola, Black!
- Ah, no?! Proviamo...
E così dicendo lasciò Nessa e indietreggiò di qualche passo guardandola con la sua tipica aria di scherno, ma il sorrisetto sparì presto perché subito un ragazzo alto e biondo di Tassorosso le fu vicino.
Nessa stava valutando seriamente l’idea di scagliare la peggiore fattura Orchovolante di sua conoscenza e liberarsi definitivamente di quel ghigno insopportabile, quando la voce del Tassorosso la riscosse dai suoi letali pensieri di vendetta:
- Ciao, ti va di ballare? - le chiese sorridendo.
Lei, superato lo stupore per essere stata colta alla sprovvista, lanciò uno sguardo spezzante, indirizzato intenzionalmente ad una persona, e stava per rispondere quando la voce di Sirius, questa volta stranamente fredda e vagamente minacciosa, irruppe alle sue spalle:
- Il bagno è da quella parte! Ora se vuoi scusarci…
Afferrò nuovamente Nessa, e ignorando tutte le sue proteste, la trascinò lontano dalla folla, fuori dall’ufficio di Lumacorno, fino ad addentrarsi dei corridoi bui ed isolati.
La mano Sirius stringeva saldamente il suo polso, in una morsa energica ma indolore, quasi timoroso di lasciarla andare ma rispettando al contempo la sua fragilità.
Aveva delle mani così grandi rispetto le sue, e così calde... ma a cosa stava facendo?! Invece di preoccuparsi di dove la stava trascinando si metteva a fare apprezzamenti sulle mani di Sirius Black!

- Adesso basta! - quasi gridò, arrestandosi di botto e costringendolo a fermarsi davanti ad una finestra aperta dalla quale si levava il profumo dell’erba calda nei prati.
- Che diavolo t’è preso, me lo spighi?! Perchè mi hai trascinato via? - continuò gettando i lungni capelli neri dietro le spalle e guardandolo torva.
- Non mi pare ti stessi divertendo no?! - disse lui calmo, voltandosi per fronteggiarla.
- Beh, non ti ho chiesto io di trascinarmi qui! E poi se non ci avessi fatto caso stavo parlando con...
- Oh, andiamo, Waston! Come se adesso ti importi di quel tipo!
- Si da il caso che “quel tipo” sia stato gentile chiedendomi di ballare!
- Certo, come se gli importasse di ballare con te! Ha visto la ragazza dal bel visino e si è avvicinato col solo scopo di...
PUFF!
Un rumore sordo e deciso interruppe il ragazzo: la guancia destra di Sirius prese lentamente un colorito più deciso mentre la piccola mano di Nessa era arrossata e dolorante... sicuramente era stata lei quella ad uscire peggio dalla collisione.
Seguirono attimi di lungo silenzio, durante i quali i due si scrutarono senza proferire parola.

"Cos'ho fatto?!"
"Che vuol dire <<cos'ho fatto?!>>? L'hai schiaffeggiato!"
"E perchè l'ho fatto?!"
"Cosa vuoi che ne sappia io!"
"Tu hai sempre la risposta pronta!"
"No, tu hai sempre la rsposta pronta, e credo che in questo caso diresti <<perchè è un idiota>>!"
"Giusto..."
"Giusto cosa?!"
"Lui... è un idiota!"
"Beh, sai che novità..."
"Un brutto... idiota..."

Ad un tratto Sirius ruppe la singolare atmosfera che si era creata:

- Sai fare di meglio con la bacchetta Waston… - disse avanzando un passo verso di lei, che in risposta non si mosse, ma continuò a guardarlo con aria di sfida.
- Stà zitto... - sibilò.
- Credo che la tua mano non sarà più la stessa… - continuò il Grifondoro, che intanto procedeva inesorabile: era così vicino che Nessa rimase impressionata nel notare quanto fosse alto.
- Ho detto taci...
- Sai una cosa, Waston?! - sussurò poi chinandosi verso di lei - Sei maledettamente bella… ma hai un caratteraccio!

Nessa non si rese conto di come e perché fosse accaduto ciò che stava accadendo... né di come le sue braccia fossero finite intorno al collo di Sirius... né come le punte delle sue scarpe improvvisamente sfiorassero a mala pena il pavimento di pietra... né come in quel momento si trovasse così vicina a lui, con le sue braccia che la stringevano forte, ma per un lungo, splendido istante le parve di trovarsi di nuovo su quella moto, sovrastata dal cielo notturno cosparso di stelle, e tutta Hogwarts ai suoi piedi, più magica che mai, e la cosa più bella era il fatto che, ne era certa, in quel momento non era la sola a provare quello strano miscuglio di emozioni.
Le sue labbra erano morbide e calde, come le sue mani, e il suo profumo a quella distanza era incredibilmente intenso, e...

- Sirius! - una voce risuonò nel corridoio quasi deserto - Ehi, Sirius!
Lentamente Nessa si ricongiunse al suolo e le braccia di Sirius l’abbandonarono, scivolando delicate sulla stroffa morbida del suo vestito.
Si guardarono, entrambi con un moto di stupore, chiedendosi come poteva un bacio suscitare tutte quelle emozioni, spaventosamente belle,quando improvvisamente James Potter spuntò da dietro l’angolo.
- Ehi, Felpato! Eccoti finalmente! E’ una vita che ti cerco… - disse rivolto all’amico - Oh, salve, Waston! - aggiunse poi accorgendosi di lei.
- James... - si limitò a borbottare, con le labbra ancora intorpidite.
- Sirius, è ora! Dobbiamo andare...
Sirius si voltò di scatto verso la finestra spalancata, e fissò intensamente la grande e perlacea Luna piena come se potesse leggervi qualcosa sconosciuto agli altri, poi voltandosi verso Nessa e offrirle un intenso sguardo, prima di raggiungere James e scomparire con lui oltre l’angolo del corridoio.

****

- Nessa! Ehi, Nessa! Mi stai ascoltando?
La voce di Magda la riscosse dai suoi pensieri.
- Ehm... sì, dimmi… - disse lei distrattamente rigirando il cucchiaio nella ciotola di latte e cereali, per niente intenzionata a mangiarne.
- Ma si può sapere cos’hai stamattina?! Sei strana...
- Niente, ho dormito male...
- Beh, comunque, ti stavo dicendo…
Le parole di Magda le scivolavano dalla mente senza lasciare traccia. Di tanto in tanto rivolgeva lo sguardo all’altra estremità del tavolo, lungo la quale era solito prender posto un rumoroso quanto affascinate trio. Come al solito il piccolo Peter Minus passava inosservato, e nessuno pareva rendersi conto che in realtà quel trio era un quartetto.
Quella mattina altri studenti di Grifondoro occupavano quel posto.
- Tu hai preparato i bagagli?!
A questa domanda Nessa parve riscuotersi dai suoi pensieri: adesso che ci pensava… no, lei non aveva ancora preparato i bagagli.
- No... - sussurrò pensierosa.
- Ma come?! Domattina si parte e di solito tu non aspetti mai l’ultimo minuto! Persino io li ho già fatti!
La voce di Magda tornò ad essere solo un ronzio indistinto, mentre lei si rituffava nei suoi pensieri.
“Perché non ho preparato i bagagli?!” si chiese.
“Io un’idea ce l’avrei...” come in ogni momento di confusione il suo alter-ego si fece sentire.
“Domani si torna a casa… l’anno scolastico è finito… devo lasciare Hogwarts per la penultima volta...”
“Finalmente l’hai capito!”
“Ma perché non ho fatto i bagagli?!”
“Andiamo non ci arrivi?”
“Oh, stà zitta!”
“Non ci vuole certo un genio per capire che per te lasciare Hogwarts quest’ anno vuol dire anche non rivedere...”
“Ho detto taci!”
“E’ al settimo anno…”
"Non mi interessa!"
“Oh, sì che ti interessa!”
“E’ stato solo un bacio…”
“Maledettamente bello!”
Solo un bacio!”
“Stupendo! Guarda che c’ero anch’io!”
“BASTA!”

- Nessa, sicura di star bene?!
Magda la guardava preoccupata al di sopra di un piatto colmo di uova fumanti e bacon.
- Sì… sto bene…

****

L’Espresso per Londra scorreva veloce sulle rotaie, il cielo era limpido, l’aria calda e afosa, e dal finestrino del vagone dei Prefetti due grandi ed intensi occhi riflettevano il castello di Hogwarts diventare sempre più piccolo, mentre il paesaggio diventava sempre più aspro e selvaggio.
Nessa si era a lungo guardata intorno prima di salire su treno, non sapeva bene perchè. Una parte di lei sperava di rivederelo, un'altra invece non voleva, ma poi alla fine era giunta ad una conclusine, che l'aveva fatta sentire tremendamente stupida: dopotutto lui aveva la sua moto nascosta nella Foresta Proibita, poteva facilmente tornare con quella.
E lei che se ne stava lì con aria speranzosa, cercando di scorgere quel ghigno insopportabile.
Era inutile, ormai non l'avrebbe più rivisto.
- Abbiamo deciso! Il prossimo anno io e Will ci ribbelleremo!
Le parole di Merybeth Bourne risuonarono squillanti nella sua tensta, costringendola ad interrompere il filo dei suoi pensieri.
Spostò lo sguardo sulla ragazza che, con la sua mano in quella di Will, si rivolgeva soddisfatta ai due Prefetti di Tassorosso.
- Vogliamo concludere gli studi ad Hogwarts facendo qualcosa di importante, che rimanga nella storia! - continuò Merybeth con un cipiglio sempre più compiaciuto, mentre Will quasi sprofondava nel sedile per l'imbarazzo.
- La Mc Granitt non ha voluto approvare la mia proposta sull'innovazione delle divise scolastiche! Alla settima volta che mi sono presentata con il modulo affinchè me lo fimasse ha perfino minacciato di sospendermi! Ma vi rendete conto?!
"Ti prego, Will, riprendi a pomiciare con lei e tappale la bocca, ti prego!" pensò Nessa esasperata.
- Dunque... - continuò Merybeth imperterrita - vi annuncio che il prossimo anno io e Will indosseremo le divise scolastiche disegnate e confezionate da me in segno di protesta! - concluse con un cipiglio incredibilmente eccitato, quasi fanatico, mentre Will si faceva piccolo piccolo dalla vergogna.
Lo sguardo di quest'ultimo incrociò quello di Nessa, ed arrossì furiosamente: stava pensando a tutte quelle volte il cui loro due si erano divertiti ridendo dell'insopportabile atteggiamento di Merybeth, Nessa ne era sicura.
Sorrise fra sè, tornando poi a fissare lo sguardo sul paesaggio che scorreva veloce fuori dal finestrino, perdendosi di nuovo nel flusso dei suoi pensieri, ed anche se non l'avrebbe mai ammesso, ringraziando segretamente Merybeth per averle dato un pò di allegria.
Sapeva che non sarebbe durata a lungo, almeno solo fino a quando la sua mente avrebbe raggiunto la "zona Sirius".

****

Un caldo ed afoso mattino d'estate, due giorni dopo la fine dell'anno scolastico, il sole brillava alto e rovente sulla città di Londra.
Sirius Black se ne stava sdraiato sul letto già vestito, fissando il soffitto della stanza in cui si trovava e spruzzando di tanto in anto scintille rosse e oro con la bacchetta.
Si sentiva strano.
Erano quasi due anni che si era trasferito, finalmente, in quella casa e per la prima volta si sentiva solo.
La sua solitudine era particolare, non si trattava di un semplice bisogno di compagnia... in effetti desiderava la "sua" compagnia, di quella ragazza che con un solo bacio gli aveva trasmesso alcune delle più intense emozioni provate nella vita.
Era dalla sera della festa di Lumacorno che non smetteva di pensare a lei: se solo quella stessa sera lui e i Malandrini non si fossero spinti tanto oltre Hogsmade, se solo Peter non si fosse ficcato in quel guaio tremendo, se solo fossero arrivati in tempo ad Hogwarts magari avrebbe potuto prendere l'Espresso per la stazione di King's Cross, e vederla e parlarle e... non sapeva esattamente cosa avrebbe fatto, il solo vederla sarebbe bastato.
Lei con quel suo cipiglio duro e orgoglioso, sempre con la risposta pronta, estremamente acuta, estremamente irritante, estremamente... bella.
Era talmente perso nei suoi pensieri che a malapena sentì un rumore provenire dal piano sottostante.
TOCK! TOCK!
Qualcuno bussava alla porta. Doeva essere James che come quasi ogni mattina gli portava le frittelle calde della Signora Potter.
A mala voglia scese dal letto, e si recò verso il pianerottolo.
TOCK! TOCK!
- Si, ho capito Ramoso, non c'è bisogno di fare tanto chiasso! Bussa di nuovo e ti affatturo da dietro la porta! - urlò avviandosi nell'ingresso.
Afferò la maniglia della porta e tirò con forza.
- Allora James hai fret...
- Ci hai messo un pò, Black!
Sirius rimase immobile sull'uscio, in silenzio.
- Cosa dicevi circa l'affatturarmi?!
Silenzio
-Beh, visto che non mi fai entrare direi che non sono la benvenuta... ti avevo giusto portato un cesto di frutta!
Ad un agile movimento di bacchetta una cascata di frutta matura caraccollo sulla testa di Sirius che se ne stava ancora impalato, seguita dal consueto cesto di vimini.
- Allora, ci vediamo, Black!
Sirius, lanciando da parte il cesto, si alungò velocemente in avanti, afferrò il braccio sottile e tirò a sè il suo aggraziato proprietario.
- Pensavo non volessi farmi entrare, Black...
- Hai dimenticato il biglietto di ringraziamenti, Waston!
E così dicendo baciò Nessa stringendola a sè verso l'interno, e mentre insieme spiccavano di nuvo il volo sulla moto di Sirius con la sola forza scaturita da quel bacio, si chiusero con un tonfo la porta alle spalle.


The End!


 
Top
24 replies since 10/3/2008, 15:42   249 views
  Share