A Rose in the Snow, 05/06/07 Harry Potter

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.:*Shaya*:.
view post Posted on 11/6/2007, 13:17




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Premesse: Alcuni personaggi appartengono a J.K. Rowling. Vivienne invece mi appartiene, se volete utilizzarla contattatemi. So che in certe parti sembrerà un pò volgare, ma vi dico di arrivare sino alla fine per apprezzare pienamente la storia. Buona lettura^^
[Il primo pezzo in corsivo è un flashback della protagonista-è più o meno ambientato nel 5° libro!]

Si può mai ricordare l'amore? È come evocare un profumo di rose in una cantina. Puoi richiamare l'immagine di una rosa, non il suo profumo.
[Arthur Miller]


-Signor Malfoy e Signorina Brunet andate subito nel mio ufficio!-
I due ragazzi si guardarono in cagnesco, per poco non erano finiti alle mani. Gli occhi di lui lanciavano freddi sguardi, gli occhi di lei calde fiammate. La folla intorno a loro aspettava silenziosa. Lei si voltò cercando di sembrare il più calma possibile e seguì la professoressa. Lui rivolse ai suoi amici uno sguardo letale e la seguì, tenendosi comunque ben lontano da lei. L’ufficio della Vice-Preside era parecchio ampio e difronte alla scrivania in mogano v’erano due sedie perfettamente abinate. Vivienne prese posto in una delle due, mentre la vice-preside si sedeva nella sua poltrona. Draco prima rimase un pò a guardare la sedia e poi la spostò, allontanandola dalla ragazza. Appena si sedette la McGrannit li guardò attentamente.
-Il vostro comportamento è stato oltraggioso! Da lei signorina Brunet proprio non me lo aspettavo! Come vi è passato per la testa di duellare per i corridoi lanciando certi incantesimi piuttosto potenti?-
-Profes..- Fece per dire la ragazza in questione.
-No, non accetto repliche. Avete passato il limite! Sarete puniti dalla Professoressa Umbridge, che deciderà per voi la punizione più adatta!-
-Perfetto..- Mugugnò Vivienne senza farsi sentire dalla professoressa, ma il biondo sentendo il commento della ragazza rise. La Mcgrannit parve non accorgersi di ciò perchè qualcuno aveva bussato. Poco dopo entrò la Professoressa Umbridge, un essere infimo e alquanto stressante, come pensò Vivienne osservandola da capo a piedi.
-Mi hanno riferito di questo increscioso episodio..- Disse inizialmente prendendo il posto della McGrannit, che intanto si era alzata con un’espressione disgustata per farle posto -..Conoscendo con cura il signor Malfoy penso che la colpevole di tutto l’incidente sia stata la signorina Brunet, tra l’altro presente in questa scuola da pochi mesi..-
-Professoressa mi lasci spiegare..- Cercò di dire Vivienne, bloccando momentaneamente la Umbridge che la osservava attenta. Draco, invece, stava tranquillo e non sembrava nè preoccupato nè interessato alla faccenda. I suoi occhi si soffermavano sulla stanza, guardando con orrore le coppe che la squadra di Quidditch aveva vinto negli anni.
-Si spieghi, signorina Brunet, possibilmente in modo sbrigativo!-
-..Si, sono colpevole del duello, ma solo perchè il qui presente signor Malfoy mi ha provocato apostrofando la mia famiglia e il mio accento con parole che non oso ripetere qui!-
La Umbridge parve pensarci su. Non era una donna sprovveduta. Sapeva bene che sia la famiglia Malfoy che la famiglia Brunet erano importanti e onorate famiglie Purosangue da millenni e la loro influenza era molto più grande di ciò che si immaginava. Se avesse punito seriamente i due avrebbe avuto molti problemi da risolvere. Scelse allora la via più breve, la solita punizione di Hogwarts.
-Data questa sua confessione, bè, sarete obbligati a pulire la Sala Trofei e sistemare l’Archivio antistante per un mese naturalmente senza magia alcuna! E ora devo andare, professoressa McGrannit, si occupi lei dello svolgimento di questa punizione!-
-Ma Preside Umbridge!- Ribattè Draco guardando la donna con sguardi capaci di uccidere, ma sfortunatamente per lui la Umbridge era già uscita dalla porta.

-Malfoy, gentilmente potresti lavorare anche tu!- Disse una Vivienne furente guardando il ragazzo che non faceva altro che stare fermo e osservarla in ogni sua minima mossa. Era già il secondo giorno di punizione. E Malfoy non aveva fatto altro che osservare e offendere.
-Sai che hai un bel culo?- Chiese lui ghigniando come solo lui sapeva fare. Era davvero viscido quando faceva così, costatò la bionda.
-Lo sai, Malfoy, che sei uno stronzo?- Gli chiese lei di rimando senza neanche girarsi. Quel ragazzo borioso la infastidiva soltanto. Sbuffò e si asciugò il sudore dalla fronte.
-Oh, ma che paroline dolci! Da una ragazza come te si può aspettare solo questo!-
-Da uno come te, Malfoy, mi posso aspettare solo un Avada Kedavra alle spalle!-
Gli occhi di ghiaccio si iniettarono di rosso. Vivienne potè vedere il viso del ragazzo trasformarsi. La sua espressione era diventata dura e contrariata. Si alzò dalla sedia, prese la ragazza per il collo e la sbattè con violenza al muro. Sembrava una presa d’acciaio, la mano decisa stringeva il collo di lei. Vivienne cercò di divincolarsi.
-Lasciami, stronzo!-
-No, brutta troietta, sia chiaro che tu non hai il permesso di insinuare certe cose nei miei confronti! E se vuoi un Avada Kedavra non ti preoccupare che non mi farò scrupoli e ti pianterò la bacchetta dritta nel cuore.- Si fermò un attimo -Stai giocando col fuoco, Vivienne!-
-La..s...cia..mi!-
La biondina respira a malapena. La stretta era ancora ben salda e il biondino non aveva intenzione di cedere. Lui le osservava gli occhi ambrati, da vicino sembravano quasi color oro. La liberò mano a mano da quella stretta mortale. Qualcosa nei suoi occhi l’aveva convinto, qualcosa che neanche lui riusciva a distinguere. Uno strano bagliore. Si avvicinò mano a mano. La ragazza era ferma, non era terrorizzata piuttosto era ipnotizzata da quello sguardo glaciale. Le loro labbra si sfiorarono ed entrambi chiusero gli occhi. Il bacio più casto che aveva mai dato, si disse Draco. Ma subito si dovette staccare e finì a terra. Il labbro bruciava maledettamente, lei l’aveva morso. Un rivolo di sangue uscì dalla ferita, ma a lui non importava granchè. I suoi occhi grigi erano puntanti solo su quella ragazza dagli occhi color ambra. I capelli biondi erano ormai scompigliati e le davano quell’aria dannatamente sexy. Il rivolo di sangue sporcò il colletto della camicia del ragazzo.
-Ti ho fatto male?-
Il suo accento francese era più marcato del solito, il nervosismo e la stanchezza le provocavano questo piccolo difetto. Lui le stava difronte senza parlare, seduto in quella posizione strana, caduto ma altrettanto seduto. La osservava, la scrutava, stava scavando nella sua anima. Stettero così ad osservarsi, a scrutarsi per quella che sembrò un’eternità. Poi la voce di Gazza li riportò alla realtà.
-Avete finito per oggi!-

Due settimane erano passate da quell’evento. Lei non aveva parlato a nessuno di ciò che era successo e lo stesso aveva fatto lui. Quando si incontravano non fiatavano e lui ormai non la nominava più neanche per schernirla. Il loro silenzio aveva preoccupato non poco quasi tutta la popolazione di Hogwarts. Per i corridoi si sentivano milioni di ipotesi.
-Secondo me, Draco si è innamorato della Grinfondoro!-
-Penso che stiano insieme!-
-Non la nomina più, se si vedono si evitano, gli avrà dato un bel due di picchie la francesina!-
Pansy era furiosa di ciò che si diceva, non faceva che castigare qualsiasi persona osava dire queste cose. Draco invece all’inizio sembrò non dargli retta, poi cambiò improvvisamente e iniziò a punire qualsiasi persona che spettegolava.
Dall’altra parte Vivienne non parlava, troppo occupata a studiare. Aveva da poco stretto amicizia con un gruppetto di ragazze del Grifondoro, che prontamente l’avevano difesa da tutte le dicerie.
La punizione divenne quasi una routine. Stesso orario, stesse azioni. Passavano tutto il tempo a lavorare senza rivolgersi la parola, ma sottecchi si osservavano, aspettando la prima mossa dell’altro.
Era una notte d’inverno quando lui fece la prima mossa.
-Basta!- Disse scocciato buttando la scopa da un lato.
-Che c’è, Malfoy?- Chiese lei annoiata evitando di fare troppo caso al ragazzo.
-Io e te dobbiamo parlare!- Rispose lui deciso guardandola negli occhi. Era strano, non sembrava neanche Draco Malfoy. Le sembrò troppo deciso.
-Ma tu non avevi detto..-
-Sono cose passate!- Le aveva afferrato lo spolverino e lo aveva posato per terra, mentre con i suoi occhi grigi la osservava. Lei non poteva credere ai suoi occhi. Draco Malfoy che si comportava come un qualsiasi altro ragazzo. –Non possiamo continuare così. Sei diventata per me una specie di ossessione!-
-Io? Io sono l’ossessione di Draco Malfoy?-
-Si, lo sei..- Non era intimidito. I suoi occhi erano puntati su quelli della ragazza.Lei rise, una risata cristallina, lui la guardò serio. –Non devi scherzare, perchè io non lo sto facendo-
-Malfoy, l’unica tua ossessione penso sia quella di uccidermi!-
-Ti sbagli..-
Lei smise di ridere e diventò seria di colpo. Stava forse dicendo la verità?
-Ma cosa ti è successo?- Chiese stupita guardandolo.
-Sei stupenda- Disse lui senza far caso alle ultime parole della ragazza. Il suo viso era lontano poche spanne da quello della ragazza. La sua mano accarezzò la guancia rosea e sporca di Vivienne. –Sei una dolce ossessione-
La ragazza potè sentire il profumo del ragazzo. Doveva essere un profumo di marca, di quelli molto costosi.
Una dolce ossessione, pensò Vivienne, sono la dolce ossessione di Draco Malfoy.
Sentì l’alito del ragazzo nel suo collo. Le diede un bacio, poi un’altro.
-Draco..- Lo scostò leggermente da sè.
-Si, Vivienne..-
-Draco, noi non possiamo..-
-Non esistono divieti di questo genere- Scherzò lui continuando a baciarle il collo.
-Si, ma io, io sono una grinfondoro e tu sei un serpeverde!- Lui si fermò.
-Ricorda: ottengo sempre ciò che voglio!- La guardò negli occhi. Il ghiaccio entrò nelle vene di lei. Un brivido le percorse la schiena. –E ora, sei tu ciò che voglio!-
La voleva, la desiderava, era per lui qualcosa di nuovo e straordinario. L’arroganza di lei, il suo essere tremendamente lontana, ma anche così vicina. La rendeva affascinante, la sua bellezza era diventata solo il contorno di un piatto perfetto. Era decisa, intelligente, perspicace e amava correre rischi, rischi talvolta più grandi di lei.
Quella notte passò veloce, troppo veloce per i due amanti. Quella notte si erano creati un mondo a parte, un mondo in cui esistevano solo loro due, loro due e i loro desideri. Non c’erano mai state regole e se c’erano state, loro le avevano infrante tutte. Una dopo l’altra seguendo un ordine ben preciso, l’ordine che aveva dettato il loro desiderio. Avevano ceduto alla tentazione, trasformandola in qualcosa di più. L’inizio dell’inverno segnò l’inizio del loro amore. Un bocciolo di rosa rossa germogliato in mezzo alla neve.


Erano passati più di quattro anni da quella notte d’inverno, quella stupenda notte d’inverno. Sedevo sull’erba umida, la rugiada brillava alle prime luci dell’alba. La guerra mi aveva allontanata da tutto, dal mio unico amore e dai miei cari. Il cielo grigio, come era sempre stato lì d’inverno, si estendeva sopra di me. Dell’alba si intravedevano lontani i chiarori. Quattro anni. Quattro anni passati lottando, sperando e arrendendosi. Un vento gelato si levò e mi accarezzò dolcemente le guance, scompigliandomi i capelli biondi. I miei occhi d’ambra si posarono prima sull’orizzonte e poi sul castello. Hogwarts non era cambiata. La scuola dopo mille e più intemperie era sempre la stessa.
Chissà quante ne hai viste passare tu, Hogwarts. Amori, delusioni, sconfitte e vittorie.
-Vivienne! Vieni! É ora di andare..-
Gin mi urlò sbracciandosi dalla porta di Hogwarts. I suoi occhi erano perennemente rossi. Piangeva ogni notte ricordando la morte di colui che aveva amato. Quante notti passate insonni a consolarla, a ripetere che c’era ancora una speranza, a ripeterle che l’amore è immortale. Ma ora, ora non ci credevo neanche più io.
-Gin sto arrivando..un attimo ancora!-
Lui ha scelto la sua strada..
Mi dissi e mi alzai per dirigermi verso il castello. La neve giaceva pura e candida sul giardino ormai grigio. Tutto taceva. Avanzai sicura facendomi largo con i piedi. Il mantello logoro ben stretto al mio corpo. Presto i Mangiamorte ci avrebbero trovate e lì non eravamo più al sicuro. Mi chiesi dove potessero essere ora Ron e Hermione. Ci eravamo divisi per scappare più facilmente. E l’ultima occasione per vedersi era stata il loro matrimonio, veloce e molto ristretto. Noi, loro e alcuni amici e familiari. Molti di noi avevano perso la vita nella battaglia, ma tutti coloro che avevano potuto erano giunti ad assistere al matrimonio. Hermione non aveva neanche l’abito da sposa e l’aveva accompagnata all’altare il fratello maggiore di Ron, Charlie. Pochi minuti e tutto era già finito. Qualche saluto e ci separammo, quasi come sconosciuti.
Ma dimmi, Draco, tu sei ancora vivo? La speranza è ancora viva?
Il mio sguardo vagò. Un colore in quella piatta piana bianca mi attirò. Rosso. La mia mano vagò in cerca della bacchetta, la afferrai e mi avvicinai. Il mio cuore prese a battere velocemente. Pochi passi ed eccolo. Un bocciolo rosso fuoco in mezzo alla neve. Una rosa nella neve. Lui era con me, nel mio cuore e nella mia anima, e conservava insieme a me quella speranza. So che lo reincontrerò, forse non ora o forse non in questa vita, ma lo reincontrerò prima o poi.
Raccolsi la rosa e l’odorai, sapeva d’amore.
Draco, ovunque tu sia, sappi che ti amerò e ti aspetterò per sempre.


Edited by .:*Shaya*:. - 12/6/2007, 17:35
 
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