Sun of god, ( il mio primo) Fantasy ( in tutto e per tutto)

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Hakkai 4Ever
view post Posted on 12/6/2007, 09:04




Dopo che gli dei furono sconfitti nella gran battaglia d’Estasia, nel mondo conosciuto, gli eserciti divennero inutili. Dopo che pochi uomini scelti, con incredibili poteri, sfidarono apertamente gli onnipotenti, le strategie di guerra cambiarono.
Gli eserciti furono messi da parte, rimpiazzati da un paio d’individui, con grandi potenzialità. Erano uomini che avevano ricevuto la benedizione di qualche strano spirito o che possedevano chissà quale abilità. Ad un nobile, bastava averne tre o quattro al proprio fianco per imporre il dominio su un’intera regione.
Ognuno di questi valeva come cento soldati ben addestrati.
La guerra era cambiata: i metodi di combattimento pure, si assoldavano questi “mercenari”, così erano chiamati, per combattere
Molti di questi erano montati o dei grandi idioti, ma alcuni erano davvero capaci, basti pensare che in giro circolavano ancora i “figli degli dei” coloro che avevano ereditato i poteri proprio da questi, e che successivamente li avevano traditi portando la salvezza degli uomini, ma che ora non si sapeva più da che parte stessero
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Prologo: Ritorno al mondo

Un gruppo d’uomini coperti da mantelli era inginocchiato a formare un circolo in una stanza poco illuminata. Quel poco che si vedeva erano i residui di un santuario, forse un antico tempio caduto in rovina, probabilmente fuori era notte: la notte, infatti, era il momento adatto per fare certe cose.
Le figure stavano con un ginocchio a terra, una mano appoggiata su questo, e l’altro alzato, inoltre avevano uno strano cappuccio che ne copriva completamente il volto mentre tenevano la testa abbassata.
Loro formavano un mezzo cerchio, e davanti a loro un individuo alzato che parlava con superbia.
Tra quell’alzato, e loro chini, c’era una gran vasca di sangue che sembrava ribollire alle parole come se ascoltasse..
<< vi ho riunito, fratelli, poiché è giunto il momento di riportare ciò che è stato…>>
I presenti non alzarono la testa, anzi, sembrarono piegarsi ancora.
<< uno solo non ha risposto all’appello, un vostro compagno…uno di quelli che conoscevate piuttosto bene…>>
Anche se coperti da cappucci, si sentivano gli sguardi che ondeggiavano a destra e a sinistra, intenti a scoprire chi mancasse.
<< manca il prediletto, colui che serviva gli dei ed i suoi figli nel migliore dei modi… a che si deve questo tradimento?>> parlava come se l’assente potesse sentirlo. << Luna tagliata… povero, manderò qualcuno ad avere tue notizie…>> la sua voce risuonava nel salone.
Quello in piedi guardò le teste chine dei suoi ascoltatori e decide.
<< scorpione danzante, vai nelle terre ad ovest, forse nell’Estesa contrada di Vorg, probabilmente lo troverai lì, insieme al suo animale da compagnia…>>
Tutti lo conoscevano ormai con il nome di Scorpione “l’incapace” danzante, poiché nell’ultima guerra, dieci anni prima, si era fatto sconfiggere dal minore dei figli degli Dei. Questa era la sua occasione di riscattarsi.
I suoi modi erano poco gentili anche se lo sembravano, non per nulla, si chiamava: scorpione.

*****

Due uomini stavano attraversando un gran ponte di pietra, che dal fianco della montagna, portava alla valle. Uno aveva le spalle larghe ed il corpo ben allenato. I capelli molto corti chiari, e degli occhi non troppo grandi, di un verde intenso. Camminava davanti con uno sguardo fiero e temerario.
L’altro sembrava più sottomesso: stava dietro, e camminava guardandosi attorno. I capelli neri abbastanza lunghi e gli occhi blu scuro. Il fisico magro, nascosto sotto la mantella.

La neve era appena caduta, e tutto si era coperto di un manto bianco innocente, le colline della piccola valle scavata dal fiume n’erano sommerse.
Le mura grigie del borgo risaltavano rendendosi ben visibili.
In fondo valle, invece, il frutteto che di primavera arricchisce i mercanti con i suoi regali sembrava sparito. L’imponente fiume, che sembrava buttar giù il ponte da un momento all’altro, era sempre attivo in tutta la sua potenza.

<< quando credi arrivino?>> domandò l’uomo.
IL ragazzo alzò la testa guardando il panorama mostrato dai fianchi innevati delle montagne. << se non è oggi, sarà domani…>>
<< e chi manderanno?>>
Il ragazzo si fermò appena ebbe superato il ponte. Premette un poco il piede nella neve scavando una profonda impronta, Poi continuò a fare segni con il piede destro. << probabilmente un mio fratello…non so di preciso…>>
Il suo volto divenne triste. << chiunque arrivi, cambierà l’aspetto di questo posto…>>
I due ripresero la strada verso la città sull’altopiano.
Arrivarono alle porte in una mezz’oretta, si guardarono negli occhi appena imboccarono la via principale.
L’uomo si strinse al ragazzo con fare protettivo. << chi sono i portanti della città?>>
<< corvo nero e Lycos il lupo…>> rispose lui.
<< non li conosco… probabilmente…>> Il ragazzo lo anticipò con le parole: <<… moriranno… lo so non sono validi contro i negromanti, ma è un altro il motivo che mi ha spinto qui…>>
Fecero qualche passo nella via affollata. << quale?>>
Il ragazzo si fermò, vedendo spiccare la gran torre vedetta maestosa ed imponente. << qui, sembra sia rifugiato Aaron…>>
Lo sguardo dell’uomo sembrò turbato.
Aaron terzogenito degli Dei: aveva l’aspetto di un ragazzo castano dagli occhi azzurri. Lui sembrava il più forte di tutti i figli, il suo elemento era la nebbia.
I suoi poteri sembravano infiniti: era capace di far sparire e riapparire il suo corpo ovunque tramutandolo in nebbia, poteva, tramite questa, creare ogni tipo di oggetto, struttura, perfino creatura, che rendeva reale grazie alla magia di cui disponeva e faceva tornare nebbia a suo comando. Fu grazie al suo tradimento se gli dei furono resi insicuri e traballanti e poi sconfitti. Nessun negromante avrebbe agito contro di lui, sempre che fosse davvero in quella zona.
 
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.:*Shaya*:.
view post Posted on 12/6/2007, 16:46




Allora finalmente l'ho letto!
Ecco la mia analisi: La storia è avvincente, l'intrigo interessante, però ci sono delle pecche nella scrittura. I personaggi, per esempio, non sono descritti in modo perfetto (forse il personaggio che trovo più "imperfetto" è Scorpione). Hai usato troppi puntini nei dialoghi e non è un bene. La punteggiatura, infatti, è importantissima per far scorrere il testo in maniera adeguata. Si vede comunque che i vocaboli che scegli sono abbastanza ricercati (punto a tuo favore :P). Bravo! Aspetto il continuo!^^

P.s. spero che tu non ne abbia a male con me per l'analisi!^^"" E spero di non essere stata troppo dura nel giudicare questo tuo lavoro!^^"
 
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Hakkai 4Ever
view post Posted on 12/6/2007, 20:13




e invece si^^

no sjerzo, io credo che i puntini mettano l'ansia nella lettura e la descrizione dello scorpione la'avrei postat nello stesso capitolo della lotta poichè nemmeno si vede in volto in questo..inoltre è mio hobby descrivere a metà lasciando parti da scoprire piano piano...
 
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.:*Shaya*:.
view post Posted on 12/6/2007, 21:36




Bè l'avevo intuito..ma ricorda che il lettore è avido di dettagli! XD
Aspetto il continuo!^^
 
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Hakkai 4Ever
view post Posted on 14/6/2007, 13:45




Lord Fennek stava rileggendo dei vecchi registri nella libreria reale. Aveva appena poggiato i testi sul tavolo illuminato dalla flebile luce della candela quando sentì una presenza nascosta. Si voltò di scatto lasciando cadere qualche foglio di carta leggera, che dondolando si posò a terra. Riaccostò la sedia al tavolo con un frettoloso gesto, e si avviò tra gli scaffali verso l’uscita. Si chiuse la porta alle spalle appena uscito, sentendosi salvo. Ma quando arrivò nella sala grande, in cerca di persone con cui sentirsi protetto, assistette ad una terribile scena: c’erano cadaveri ovunque. Corpi tagliati da colpi netti e precisi. Qualcosa di macabro e triste, che fece raggelare il sangue del lord.
Al centro della sala c’era un individuo in piedi sporco di sangue: aveva una veste lunga nera, ornata da fronzoli viola, una testa calva da cui usciva una doppia fila di larghe e basse borchie. In mano teneva stretta una spada bastarda.
Lord Fennek non parlò, non trovò la voce neppure per urlare, riuscì solo a strare fermo e guardare.
La figura si voltò mostrando un volto pallido e gli occhi neri ed assassini.
<< Salve, Lord…>>
Il lord tentennò e fece qualche leggero passo indietro.
<< dove crede di andare, mio lord?>> La figura apparve alle spalle del lord in un attimo, si vide solo una piccola ombra saettante.
<< tu…chi…>> Il signore sembrò disperato in quelle poche parole.
<< non ti preoccupare, lord, noi non ti uccideremo……>> poi il sacerdote oscuro fece una risata maligna <<… almeno, non del tutto…>>

Capitolo 2 Riposo eterno

La riunione era stata sciolta, e le figure vestite con i mantelli si erano disperse da già molte ore. Poche ombre vagavano ancora per il vecchio tempio. Fuori della struttura e della sua gran facciata, si trovavano delle rovine di qualche avamposto e colonna distrutta.
Due figure occulte s’incrociarono proprio ai piedi di una vecchia colonna nella neve.
Una era snella e poco alta, l’altra era imponente e con le spalle talmente larghe da non poterlo credere un essere umano.
<< Melodico, cosa ci fai qui? Mi sembra che il Maestro ti abbia assegnato una missione…>>
Si era alzato un po’ di vento, e quello più piccolo, che stava rispondendo, sembrava resistere a mala pena allo sventolare del mantello.
<< certo, la porterò a termine il prima possibile…>>
Las figura imponente sembrò avvicinarsi minacciosa, affondando i suoi pesanti stivali nello spesso strato di neve. << mi sembra che tu stia indugiando troppo…>>
Il Giovane coperto dal gran mantello si strinse le braccia al corpo fermando leggermente il mantello e si voltò facendo qualche passo disinvolto. << io credo che anche tu abbia una missione…>>
<< ho già sistemato, io porto sempre a termine ciò che mi viene ordinato…>>
La piccola ombra si allontanò un altro poco mentre il vento aumentava.
<< probabilmente, la tua obbedienza è condizionata dalla tua stupidità…>>
Qualche pesante passo nella neve frettoloso, ed il gigante si scagliò sulla figura di spalle.
Ci fu un lieve fischio sibilino e la neve nei dintorni del giovane tremò come scossa, perfino il gigante fu costretto a fermarsi, poiché si sentì respinto da una misteriosa forza, come se l’aria gli facesse resistenza.
Appena l’onda serpentina smise il giovane si voltò facendo compiere al mantello un ampio giro.
Il gigante sembrò ansimante da sotto il mantello: piccole nuvole di fumo si destavano in prossimità della bocca. << tu…>>
<<io cosa?>> sussurrò la figura mentre nascondeva uno strano oggetto che aveva precedentemente usato.
<< ingannatore bastardo…>>
Ci fu come un secondo lieve rumore, un suono melodico di bassa frequenza, e la figura svanì alzando un briciolo di neve.

*****

Era pomeriggio inoltrato nel borgo, e i due ragazzi avevano trovato una sistemazione provvisoria in una locanda ben messa. Il più piccolo stava sistemando alcune cose, mentre l’altro, senza la maglia, non faceva altro che scrutare dalla finestra, mentre si stava vestendo.
<< Chiris, se vogliono trovarci lo faranno senza passare dalla porta… è inutile che guardi dalla finestra…>>
L’uomo che scrutava, Chiris, si allontanò dalla finestra e si avvicinò al giovane.
<< Padron Aron… scusi, ma ho paura che le possa succedere qualcosa…>>
Si sentì un lieve suono, un fruscio, e una lieve brezza attraversò la stanza.
<< qualcosa cosa?>> domandò una figura vestita di nero apparsa dal nulla davanti alla porta.
Chiris si alzò prontamente come se volesse azzannare da un momento all’altro.
<< cosa vuoi fare? Non puoi proteggere la giovane luna immortale dai miei fratelli…sei inutile, fatti da parte…>> sibilò la figura avanzando verso il ragazzo, che lasciò sul duro letto singolo gli oggetti che stava pulendo. Chiris sembrò infuriato, ma strinse i pugni e si trattenne, sapeva che la figura aveva ragione.
La luna immortale sembrò sorridere. << non ti togli il mantello, melodico?>>
Il melodico si abbassò con delicatezza il cappuccio nero, mostrando un volto di un adolescente con gli occhi azzurri ed i capelli neri lunghi fino al collo, sorrideva con grazia: non sembrava il mago oscuro che era. << ti ho cercato dappertutto, sei diventato un folle a non obbedire…>>
La luna ascoltò le parole, consapevole del suo gesto. << il maestro ha già mandato qualcuno vero? Ma non sei tu…quindi anche tu stai disobbedendo cercandomi>>
<< Lo scorpione sarà qui a breve, ci metterà poco di più di me a trovarti…>> Poi il melodico si avvicinò all’uomo.
<< ti circondi di gente inutile, perché?>>
Chiris sembrò esplodere tra i denti stretti, ma la luna lo calmò stringendosi a lui. << non c’è nessuno utile contro di voi. Un compagno vale l’altro>>
Il melodico sorrise soddisfatto.
<< tu sei un mio caro compagno, non capisco il tuo tradimento, ma non voglio affrontarti…lascerò che lo scorpione compia il suo lavoro…ma sappi che se me lo ordineranno non potrò rifiutarmi di ucciderti…>>
Aaron, la luna, si distaccò leggermente dall’uomo. << mi dispiacerà, ma non indugerò nel combatterti…>>
Il melodico sorpassò il ragazzo facendo con comodo e si mise ad esaminare un cimelio che era sul letto. << il Maestro sta riorganizzando la cerimonia, starei attento…>>
<< grazie…>>
Il melodico si rialzò il cappuccio e fece un leggero inchino e scomparve come era apparso.

 
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.:*Shaya*:.
view post Posted on 14/6/2007, 14:22




Bello, mi intriga sempre di più..XD Cmq dai alla fine non hai fatto una strage! XD
 
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Hakkai 4Ever
view post Posted on 14/6/2007, 14:42




si ho tolto la parte in cui morivano tutti-....
 
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.:*Shaya*:.
view post Posted on 14/6/2007, 21:35




Ma dai!! Ora mi piace di più!^^
 
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Hakkai 4Ever
view post Posted on 19/6/2007, 18:27




IL porticato interno della cittadella era di bianco alabastro decorato finemente con vecchie scene di guerra e di gloria di re perduti. Seguiva tutto il perimetro del cortile quadrato circondato dalle mura, immerso di fiori e fontane dove i bambini giocavano ingenui. Si respirava una strana calma mista al profumo dei fiori.
Lycon passeggiava respirando a fondo il buon profumo del giardino, mentre approfittava dell’ombra del portico. Il suo maestro era stato richiamato urgentemente dal sovrano e lui aveva trovato un po’ di tempo libero. Camminò ondeggiando stanco, sofferente per il caldo dell’estate e per gli insetti.
Un cinguettio innocente lo fece voltare improvvisamente, ma dietro di lui notò solo due dame da compagnia che camminavano bisbigliando tra loro.
Lycon le lasciò passare guadando il giardino in cerca di un indizio, ma non trovò nulla e la noia prese di nuovo il sopravvento. Camminò ancora lungo il gran porticato quando vide un portone imponente che faceva accedere a chissà quale maestosa stanza. Provò ad entravi ma una grande ascia si piantò a terra sbarrandoli la strada.
Il ragazzo si fermò senza protestare e vide il giovane capitano delle guardie che gli aveva bloccato la strada. Era un giovane alto e dalle spalle larghe e dai corti capelli chiari. Oramai quell’uomo conosceva Lycon, lo aveva visto molte volte, e troppe di queste i suoi occhi smeraldini si erano posati sul suo flebile corpo, e troppe volte lo aveva immaginato con lui nelle lunghe notti invernali. Era proprio con la promessa di poter avere quel ragazzo che i negromanti avevano provato a corromperlo.

Capitolo 2 le Rose della città

<< Non puoi passare>> disse con voce sicura la guardia.
<< per quale motivo?>> domandò Lycon con volto ingenuo. Non era affatto ingenuo, quando voleva sapeva trasformare quei candidi occhi in lame affilate e quella voce in un canto di morte.
<< nella sala dietro questa porta stanno discutendo Re Orlan ed il maestro Lama d’argento>>
“ il mio maestro” pensò Lycon << Lasciami passare>> ripeté con tono deciso il ragazzo. La sua voce stava già cambiando ed il suo sguardo anche.
La guardia sapeva che difficilmente sarebbe potuto uscire illeso da uno scontro contro quel ragazzo, ma non cedette e fece peso sull’asta dell’arma piantata a terra. << no, non puoi!>>
Il ragazzo abbassò lo sguardo per non far vedere i suoi occhi, mentre la guardia notò perfettamente alcuni petali di rosa che danzavano al vento.
<< Puoi aspettare qui fuori, ci sono delle panchine nel giardino…>>
Lycon guardò il giardino per un attimo e poi prese un petalo al volo movendo velocemente la mano.
<< Ho detto” lasciami passare”!>>
La guardia vide un’espressione poco piacevole sul volto del ragazzo: quegli occhi che si stringevano minacciosamente e la voce serpentina. << non posso, lo sai benissimo…>> poi mosse l’ascia portandosela al fianco. << per favore, non ho voglia di lottare…>>
I petali divennero numerosi e caddero sul pavimento, sparsi, e furono mossi dal vento che li trascinò qua e là. La guardia lo guardò un’ultima volta stringendo la mano intorno all’arma. << Vuoi davvero combattermi?>>
Il Ragazzo scosse la testa negativamente. << davvero sei così sciocco?>>
La guardia riuscì a malapena a comprendere la parte finale della frase, siccome, Lycon si spostò velocemente coprendolo dal lato sinistro mentre, estraendo la lama argentea orientale, che si portava appresso, impattò contro un potente fendente misterioso. << cosa…?>> la guardia alzò la pesante ascia e guardò incredulo il ragazzo. Lycos invece aveva intuito il colpo da qualche tempo e l’aveva respinto con maestria, non si voltò neppure all’esclamazione dell’uomo che aveva alle spalle.<< un fendente magico… era da molto che aspettava di lanciarlo…>>
Il fendente aveva attraversato un intero lato del portico lasciando una visibile scia di mattonelle distrutte e ribaltate sul pavimento di marmo. Un famoso colpo magico, forse chi l’aveva lanciato aveva convogliato del vento.
Un’ombra apparve lontana, della polvere era stata mossa durante il colpo, ed aveva provocato una gran nube. Mentre questa svaniva, la figura iniziò a parlare. << meritato allievo di Lama D’argento…>> Poi avanzò << Hai resistito al mio colpo…sorprendente, davvero sorprendente>>
Il ragazzo sembrò concentrarsi durante quelle parole. La guardia corse verso il nemico lontano senza pensarci due volte agitando l’ascia irrequieta. Ma non fece in tempo a raggiungerlo che sentì un petalo, e vide il ragazzo precederlo con la spada sguainata. Lycon, dopo aver parato al corsa alla guardia, corse verso quello che doveva essere un nemico con la spada stretta tra le mani e portata orizzontale al fianco. Appena gli fu vicino provò a colpirlo con un taglio tondo.
Il nemico, avvolto in una tunica nera con ricami argentei, fece un leggero passo all’indietro, fermando con due dita la lama della spada. << abile…saresti un ottimo servo…>> Poi con le due dita, spostò la spada da una parte, e con l’altra mano a palmo aperto, provocò un fendente di vento contro il ragazzo.<<…peccato debba ucciderti!>> Con stupore, della guardia immobile, il colpo non squarciò in due il ragazzo, perché il corpo di quest’ultimo si scompose in un gruppo di petali di rosa lasciando passare il colpo oltre. Poco dopo un altro gruppo di petali si alzò alle spalle del negromante componendo di nuovo il corpo di Lycon nell’atto di scagliare un nuovo colpo, questa volta: sgualembrato partendo da sinistra. Il nemico si voltò con volto impassibile. << la tua magia non mi sorprende>> pronunciò prima di scagliare un nuovo colpo con il vento per respingere l’offensiva del giovane. Il ragazzo indietreggiò un poco, e scagliò un colpo simile al precedente. Il negromante si mosse all’indietro scagliando portando il palmo verso l’avversario per scagliare una serie di tagli: orizzontali e verticale che si espandevano in ogni direzione davanti al mago oscuro che le aveva lanciate. Il corpo di Lycon divenne di nuovo fatto di petali, e questi vennero colpiti dalla raffica. La guardia pensò che lo scontro sarebbe andato avanti a lungo se non fosse intervenuto in tempo: ma come? Probabilmente avrebbe intralciato il giovane e facilitato il mago.
Lycon apparve ad un lato con la spada pronta per un montante, il mago sbuffò e aprì le braccia violentemente scagliando due poderosi squarci orizzontali, che ferirono il giovane anche se si scompose ancora. Il suo corpo tagliato si ricompose dietro la guardia in un misto di petali e sangue.
Un’altra figura gli apparve accanto: lama d’argento. Il maestro teneva in mano due spade lucenti e sottili. << Lycon, giovane sciocco… che ti serva di lezione…>> Il maestro fece qualche passo in avanti mentre gli occhi del mago gli si erano posati addosso. << quello è un negromante, più precisamente il suo nome dovrebbe essere: Brezza tagliente>>
Il negromante sorrise mentre si strofinava la mano al mento. << la mia fama arriva fino a questa lontana città, sono onorato>>
Lama d’argento mostrò un ghigno aggressivo mentre preparava le spade per l’imminente incontro.
<< la tua visita non ci fa lieti, quindi sarebbe meglio che se né vada…>>
<< certo >> rispose prontamente la Brezza << appena avrò la testa del re…>>
La lama d’argento si materializzò davanti al nemico in un vortice di petali rossi, scagliando due colpi con le spade. Il negromante evocò molte lame di vento che si frapposero all’attacco, provocando una potente onda d’impatto che distrusse parte del porticato.

Molto lontano, in una locanda, Aron stava intuendo la situazione.
<< cosa la turba, padrone?>> domandò Chiris.
<< sono già entrati in azione, la terra d’Idoren è già stata attaccata…la guerra è cominciata>>


 
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8 replies since 12/6/2007, 09:04   75 views
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