The Hope in a Rose, Harry Potter- Dopo Hogwarts-Romantica, Drammatica, ecc..Nuovo pg/Draco; Ginny/Harry; Hermione/Ron.

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.:*Shaya*:.
view post Posted on 15/6/2007, 14:50




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Premesse: Alcuni personaggi appartengono a J.K. Rowling. Vivienne invece mi appartiene, se volete utilizzarla contattatemi. So che in certe parti sembrerà un pò volgare, ma vi dico di arrivare sino alla fine per apprezzare pienamente la storia. Anche se è partita come one-shot, la sto rendendo una long-fiction. Spero che vi piaccia. Buona lettura^^
[I pezzi in corsivo sono flashback]

Si può mai ricordare l'amore? È come evocare un profumo di rose in una cantina. Puoi richiamare l'immagine di una rosa, non il suo profumo.
[Arthur Miller]


-Signor Malfoy e Signorina Brunet andate subito nel mio ufficio!-
I due ragazzi si guardarono in cagnesco, per poco non erano finiti alle mani. Gli occhi di lui lanciavano freddi sguardi, gli occhi di lei calde fiammate. La folla intorno a loro aspettava silenziosa. Lei si voltò cercando di sembrare il più calma possibile e seguì la professoressa. Lui rivolse ai suoi amici uno sguardo letale e la seguì, tenendosi comunque ben lontano da lei. L’ufficio della Vice-Preside era parecchio ampio e difronte alla scrivania in mogano v’erano due sedie perfettamente abinate. Vivienne prese posto in una delle due, mentre la vice-preside si sedeva nella sua poltrona. Draco prima rimase un pò a guardare la sedia e poi la spostò, allontanandola dalla ragazza. Appena si sedette la McGranitt li guardò attentamente.
-Il vostro comportamento è stato oltraggioso! Da lei signorina Brunet proprio non me lo aspettavo! Come vi è passato per la testa di duellare per i corridoi lanciando certi incantesimi piuttosto potenti?-
-Profes...- Fece per dire la ragazza in questione.
-No, non accetto repliche. Avete passato il limite! Sarete puniti dalla Professoressa Umbridge, che deciderà per voi la punizione più adatta!-
-Perfetto... - Mugugnò Vivienne senza farsi sentire dalla professoressa, ma il biondo sentendo il commento della ragazza rise. La McGranitt parve non accorgersi di ciò perchè qualcuno aveva bussato. Poco dopo entrò la Professoressa Umbridge, un essere infimo e alquanto stressante, come pensò Vivienne osservandola da capo a piedi.
-Mi hanno riferito di questo increscioso episodio...- Disse inizialmente prendendo il posto della McGranitt, che intanto si era alzata con un’espressione disgustata per farle posto -...Conoscendo con cura il signor Malfoy penso che la colpevole di tutto l’incidente sia stata la signorina Brunet, tra l’altro presente in questa scuola da pochi mesi...-
-Professoressa mi lasci spiegare...- Cercò di dire Vivienne, bloccando momentaneamente la Umbridge che la osservava attenta. Draco, invece, stava tranquillo e non sembrava nè preoccupato nè interessato alla faccenda. I suoi occhi si soffermavano sulla stanza, guardando con orrore le coppe che la squadra di Quidditch aveva vinto negli anni.
-Si spieghi, signorina Brunet, possibilmente in modo sbrigativo!-
-...Si, sono colpevole del duello, ma solo perchè il qui presente signor Malfoy mi ha provocato apostrofando la mia famiglia e il mio accento con parole che non oso ripetere qui!-
La Umbridge parve pensarci su. Non era una donna sprovveduta. Sapeva bene che sia la famiglia Malfoy che la famiglia Brunet erano importanti e onorate famiglie Purosangue da millenni e la loro influenza era molto più grande di ciò che si immaginava. Se avesse punito seriamente i due avrebbe avuto molti problemi da risolvere. Scelse allora la via più breve, la solita punizione di Hogwarts.
-Data questa sua confessione, bè, sarete obbligati a pulire la Sala Trofei e sistemare l’Archivio antistante per un mese naturalmente senza magia alcuna! E ora devo andare, professoressa McGranitt, si occupi lei dello svolgimento di questa punizione!-
-Ma Preside Umbridge!- Ribattè Draco guardando la donna con sguardi capaci di uccidere, ma sfortunatamente per lui la Umbridge era già uscita dalla porta.

-Malfoy, gentilmente potresti lavorare anche tu!- Disse una Vivienne furente guardando il ragazzo che non faceva altro che stare fermo e osservarla in ogni sua minima mossa. Era già il secondo giorno di punizione. E Malfoy non aveva fatto altro che osservare e offendere.
-Sai che hai un bel culo?- Chiese lui ghigniando come solo lui sapeva fare. Era davvero viscido quando faceva così, costatò la bionda.
-Lo sai, Malfoy, che sei uno stronzo?- Gli chiese lei di rimando senza neanche girarsi. Quel ragazzo borioso la infastidiva soltanto. Sbuffò e si asciugò il sudore dalla fronte.
-Oh, ma che paroline dolci! Da una ragazza come te si può aspettare solo questo!-
-Da uno come te, Malfoy, mi posso aspettare solo un Avada Kedavra alle spalle!-
Gli occhi di ghiaccio si iniettarono di rosso. Vivienne potè vedere il viso del ragazzo trasformarsi. La sua espressione era diventata dura e contrariata. Si alzò dalla sedia, prese la ragazza per il collo e la sbattè con violenza al muro. Sembrava una presa d’acciaio, la mano decisa stringeva il collo di lei. Vivienne cercò di divincolarsi.
-Lasciami, stronzo!-
-No, brutta troietta, sia chiaro che tu non hai il permesso di insinuare certe cose nei miei confronti! E se vuoi un Avada Kedavra non ti preoccupare che non mi farò scrupoli e ti pianterò la bacchetta dritta nel cuore.- Si fermò un attimo -Stai giocando col fuoco, Vivienne!-
-La...s...cia...mi!-
La biondina respira a malapena. La stretta era ancora ben salda e il biondino non aveva intenzione di cedere. Lui le osservava gli occhi ambrati, da vicino sembravano quasi color oro. La liberò mano a mano da quella stretta mortale. Qualcosa nei suoi occhi l’aveva convinto, qualcosa che neanche lui riusciva a distinguere. Uno strano bagliore. Si avvicinò mano a mano. La ragazza era ferma, non era terrorizzata piuttosto era ipnotizzata da quello sguardo glaciale. Le loro labbra si sfiorarono ed entrambi chiusero gli occhi. Il bacio più casto che aveva mai dato, si disse Draco. Ma subito si dovette staccare e finì a terra. Il labbro bruciava maledettamente, lei l’aveva morso. Un rivolo di sangue uscì dalla ferita, ma a lui non importava granchè. I suoi occhi grigi erano puntanti solo su quella ragazza dagli occhi color ambra. I capelli biondi erano ormai scompigliati e le davano quell’aria dannatamente sexy. Il rivolo di sangue sporcò il colletto della camicia del ragazzo.
-Ti ho fatto male?-
Il suo accento francese era più marcato del solito, il nervosismo e la stanchezza le provocavano questo piccolo difetto. Lui le stava difronte senza parlare, seduto in quella posizione strana, caduto ma altrettanto seduto. La osservava, la scrutava, stava scavando nella sua anima. Stettero così ad osservarsi, a scrutarsi per quella che sembrò un’eternità. Poi la voce di Gazza li riportò alla realtà.
-Avete finito per oggi!-

Due settimane erano passate da quell’evento. Lei non aveva parlato a nessuno di ciò che era successo e lo stesso aveva fatto lui. Quando si incontravano non fiatavano e lui ormai non la nominava più neanche per schernirla. Il loro silenzio aveva preoccupato non poco quasi tutta la popolazione di Hogwarts. Per i corridoi si sentivano milioni di ipotesi.
-Secondo me, Draco si è innamorato della Grinfondoro!-
-Penso che stiano insieme!-
-Non la nomina più, se si vedono si evitano, gli avrà dato un bel due di picchie la francesina!-
Pansy era furiosa di ciò che si diceva, non faceva che castigare qualsiasi persona osava dire queste cose. Draco invece all’inizio sembrò non dargli retta, poi cambiò improvvisamente e iniziò a punire qualsiasi persona che spettegolava.
Dall’altra parte Vivienne non parlava, troppo occupata a studiare. Aveva da poco stretto amicizia con un gruppetto di ragazze del Grifondoro, che prontamente l’avevano difesa da tutte le dicerie.
La punizione divenne quasi una routine. Stesso orario, stesse azioni. Passavano tutto il tempo a lavorare senza rivolgersi la parola, ma sottecchi si osservavano, aspettando la prima mossa dell’altro.
Era una notte d’inverno quando lui fece la prima mossa.
-Basta!- Disse scocciato buttando la scopa da un lato.
-Che c’è, Malfoy?- Chiese lei annoiata evitando di fare troppo caso al ragazzo.
-Io e te dobbiamo parlare!- Rispose lui deciso guardandola negli occhi. Era strano, non sembrava neanche Draco Malfoy. Le sembrò troppo deciso.
-Ma tu non avevi detto...-
-Sono cose passate!- Le aveva afferrato lo spolverino e lo aveva posato per terra, mentre con i suoi occhi grigi la osservava. Lei non poteva credere ai suoi occhi. Draco Malfoy che si comportava come un qualsiasi altro ragazzo. –Non possiamo continuare così. Sei diventata per me una specie di ossessione!-
-Io? Io sono l’ossessione di Draco Malfoy?-
-Si, lo sei...- Non era intimidito. I suoi occhi erano puntati su quelli della ragazza.Lei rise, una risata cristallina, lui la guardò serio. –Non devi scherzare, perchè io non lo sto facendo-
-Malfoy, l’unica tua ossessione penso sia quella di uccidermi!-
-Ti sbagli...-
Lei smise di ridere e diventò seria di colpo. Stava forse dicendo la verità?
-Ma cosa ti è successo?- Chiese stupita guardandolo.
-Sei stupenda- Disse lui senza far caso alle ultime parole della ragazza. Il suo viso era lontano poche spanne da quello della ragazza. La sua mano accarezzò la guancia rosea e sporca di Vivienne. –Sei una dolce ossessione-
La ragazza potè sentire il profumo del ragazzo. Doveva essere un profumo di marca, di quelli molto costosi.
Una dolce ossessione, pensò Vivienne, sono la dolce ossessione di Draco Malfoy.
Sentì l’alito del ragazzo nel suo collo. Le diede un bacio, poi un’altro.
-Draco...- Lo scostò leggermente da sè.
-Si, Vivienne...-
-Draco, noi non possiamo...-
-Non esistono divieti di questo genere- Scherzò lui continuando a baciarle il collo.
-Si, ma io, io sono una grinfondoro e tu sei un serpeverde!- Lui si fermò.
-Ricorda: ottengo sempre ciò che voglio!- La guardò negli occhi. Il ghiaccio entrò nelle vene di lei. Un brivido le percorse la schiena. –E ora, sei tu ciò che voglio!-
La voleva, la desiderava, era per lui qualcosa di nuovo e straordinario. L’arroganza di lei, il suo essere tremendamente lontana, ma anche così vicina. La rendeva affascinante, la sua bellezza era diventata solo il contorno di un piatto perfetto. Era decisa, intelligente, perspicace e amava correre rischi, rischi talvolta più grandi di lei.
Quella notte passò veloce, troppo veloce per i due amanti. Quella notte si erano creati un mondo a parte, un mondo in cui esistevano solo loro due, loro due e i loro desideri. Non c’erano mai state regole e se c’erano state, loro le avevano infrante tutte. Una dopo l’altra seguendo un ordine ben preciso, l’ordine che aveva dettato il loro desiderio. Avevano ceduto alla tentazione, trasformandola in qualcosa di più. L’inizio dell’inverno segnò l’inizio del loro amore. Un bocciolo di rosa rossa germogliato in mezzo alla neve.


Erano passati più di quattro anni da quella notte d’inverno, quella stupenda notte d’inverno. Sedevo sull’erba umida, la rugiada brillava alle prime luci dell’alba. La guerra mi aveva allontanata da tutto, dal mio unico amore e dai miei cari. Il cielo grigio, come era sempre stato lì d’inverno, si estendeva sopra di me. Dell’alba si intravedevano lontani i chiarori. Quattro anni. Quattro anni passati lottando, sperando e arrendendosi. Un vento gelato si levò e mi accarezzò dolcemente le guance, scompigliandomi i capelli biondi. I miei occhi d’ambra si posarono prima sull’orizzonte e poi sul castello. Hogwarts non era cambiata. La scuola dopo mille e più intemperie era sempre la stessa.
Chissà quante ne hai viste passare tu, Hogwarts. Amori, delusioni, sconfitte e vittorie.
-Vivienne! Vieni! É ora di andare..-
Gin mi urlò sbracciandosi dalla porta di Hogwarts. I suoi occhi erano perennemente rossi. Piangeva ogni notte ricordando la morte di colui che aveva amato. Quante notti passate insonni a consolarla, a ripetere che c’era ancora una speranza, a ripeterle che l’amore è immortale. Ma ora, ora non ci credevo neanche più io.
-Gin sto arrivando... Un attimo ancora!-
Lui ha scelto la sua strada..
Mi dissi e mi alzai per dirigermi verso il castello. La neve giaceva pura e candida sul giardino ormai grigio. Tutto taceva. Avanzai sicura facendomi largo con i piedi. Il mantello logoro ben stretto al mio corpo. Presto i Mangiamorte ci avrebbero trovate e lì non eravamo più al sicuro. Mi chiesi dove potessero essere ora Ron e Hermione. Ci eravamo divisi per scappare più facilmente. E l’ultima occasione per vedersi era stata il loro matrimonio, veloce e molto ristretto. Noi, loro e alcuni amici e familiari. Molti di noi avevano perso la vita nella battaglia, ma tutti coloro che avevano potuto erano giunti ad assistere al matrimonio. Hermione non aveva neanche l’abito da sposa e l’aveva accompagnata all’altare il fratello maggiore di Ron, Charlie. Pochi minuti e tutto era già finito. Qualche saluto e ci separammo, quasi come sconosciuti.
Ma dimmi, Draco, tu sei ancora vivo? La speranza è ancora viva?
Il mio sguardo vagò. Un colore in quella piatta piana bianca mi attirò. Rosso. La mia mano vagò in cerca della bacchetta, la afferrai e mi avvicinai. Il mio cuore prese a battere velocemente. Pochi passi ed eccolo. Un bocciolo rosso fuoco in mezzo alla neve. Una rosa nella neve. Lui era con me, nel mio cuore e nella mia anima, e conservava insieme a me quella speranza. So che lo reincontrerò, forse non ora o forse non in questa vita, ma lo reincontrerò prima o poi.
Raccolsi la rosa e l’odorai, sapeva d’amore.
Draco, ovunque tu sia, sappi che ti amerò e ti aspetterò per sempre.


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Non c'è altra morte tranne che l'assenza d'amore.
[René Barjavel]


-Vivienne! Vieni! É ora di andare-
La ragazza mi guardò con i suoi occhi d’ambra. La sua inquietudine e la sua angoscia mi sfiorarono per poi colpirmi nell’anima.
-Gin sto arrivando... Un attimo ancora!-
Le feci un cenno affermativo col capo, sperando di essere vista, ma il suo sguardo vagava oltre me, oltre le stesse mura di Hogwarts. Non l’avevo mai vista in quello stato. I suoi occhi privi di ogni luce, i suoi capelli biondi scompigliati e le vesti mal ridotte. Non era più la ragazza bella e affascinante che avevo conosciuto, di quella Vivienne passata era forse rimasto solo il nome e forse neanche quello. La lasciai in pace per qualche minuto e mi volsi verso il castello. Il preside Silente non avrebbe mai voluto che quel castello fosse abbandonato in quel modo. La polvere e le ragnatele si erano moltiplicate nel corso degli anni. I quadri, un tempo perfetti e ben conservati, ora erano rovinati dalle incrostazioni. Di quel luogo, che aveva segnato per me un’intera esistenza, era rimasta solo l’ombra. Un’ombra cupa e inquietante. Attraversai l’ingresso. Per quella notte avevamo dormito nella Sala Grande. Le porte della Sala erano aperte e qualcosa dentro di me rievocò lontani ricordi, che pensavo ormai cancellati.

-Gin, ma si può sapere a cosa stai pensando?-
Vivienne mi guardò seria. –Sicura di sentirti bene?-
-Sto bene, Vivienne, sono solo stanca...- Replicai io che le stavo difronte.
-Vai a riposare! Ci penso io a curare gli altri- Mi sorrise, e allora mi alzai.
-Grazie mille, Vodka, sei proprio un’amica-
La bionda fece come un ampio gesto e poi tornò ad occuparsi delle bende che aveva in mano. La Sala Grande era gremita di auror feriti o semplicemente malati. Hogwarts era diventata il San Mugo degli Auror. Medimagi, aiutati da alcuni volontari, curavano tutti quanti girando qua e là. Avevo imparato in fretta quel mestiere che nell’ultimo periodo mi aveva fatto sentire importante. Se fino ad allora mi sentivo solo un peso per tutti, ora sentivo di aver trovato il suo ruolo in quel grande disegno. Mi girai dirigendomi verso la porta, ma prima di andare diedi un’ultimo sguardo a Vivienne. Quella ragazza era molto più forte di me. Non si fermava un attimo, tra medicazioni e attacchi ai Mangiamorte. Sembrava che avesse sempre avuto la situazione sotto controllo. Forse era il suo carattere rassicurante che influiva positivamente su tutti. Salii i gradini lentamente. Da alcuni giorni mi sentivo più stanca del solito.
Mi starà venendo la febbre, pensai.
Eppure non mi potevo permettere di star male, visto che si avvicinava il giorno del grande scontro. Me l’aveva detto Harry qualche giorno prima.
-Presto, molto presto sconfiggerò Voldemort e io e te ci sposeremo!-
Aveva detto sicuro. Gli occhi verdi avevano brillato di speranza più che mai. Era lui l’uomo che amavo ed era lui l’uomo che avrei seguito fino alla morte. La morte che purtroppo si era presa gioco di noi. Lo scontro finale era arrivato troppo presto. Harry era insicuro, preoccupato e nervoso. Per quel che potevo, cercavo di farlo rilassare.
-Sai che ti amo più di ogni altra cosa al mondo?-
Mi disse una di quelle tante sere passate ad osservare le stelle, sapendo che da un momento all’altro sarebbe arrivata la nostra fine. Fu un urlo ad avvertirci del suo arrivo. Scattammo veloci verso l’ingresso. Stava avvenendo una vera e propria strage. Luci verdi illuminavano a giorno Hogwarts. Harry, che mi stava accanto, era meravigliato almeno quanto me. I mangiamorte avevano attaccato a sorpresa.
-Gin, nasconditi in un posto sicuro! Aspettami lì!-
Detto questo lui, l’eroe, il prescelto, l’uomo che amavo scomparse dalla mia vista per mischiarsi alla folla. Quella fu l’ultima volta che lo vidi. I suoi capelli si muovevano concitatamente mentre correva. La sua mano stringeva la bacchetta come aveva stretto un tempo la mia mano. Riuscii a sentire le ultime parole che mi rivolse.
-Ti amo...-
Impressi nella mia mente quegli attimi e negli anni che seguirono mi parve di rivederli ancora vividi, come se fosse avvenuto solo il giorno prima.
Lo scontro con i Mangiamorte si fece più duro e il numero dei combattenti diminuiva di minuto in minuto. Cercai nella folla la sagoma dei miei conoscenti. Ron e Hermione combattevano insieme poco distante da me. Di alcuni dei miei fratelli scorgevo solo la chioma rossa, mentre la persona che mi colpì di più fu Vivienne. Stava combattendo contro Draco Malfoy, anzi forse non stavano neanche combattendo. Tenevano la bacchetta puntata l’uno contro l’altra, sembravano aspettare la prima mossa dell’altro, che per quanto mi riguarda, non arrivò mai. E proprio mentre osservavo quella lotta psicologica, qualcuno mi colpì con un incantesimo che non riuscii ad indentificare. L’ultima cosa che sentii furono delle urla, le urla di Vivienne e delle mie amiche. Poi il buio e una strana sensazione di piacere mi riempì il corpo.
Da quel che seppi successivamente, stetti parecchi giorni tra la vita e la morte, nessuno sapeva curarmi. Mi risvegliai una giornata d’estate. Ricordo di aver subito sentito gli arti intorpiditi, mi muovevo con molta fatica. La prima cosa che vidi fu il sorriso stanco di Vivienne. Mi stringeva la mano con forza.
-Bentornata- Disse mentre dai suoi occhi cadevano calde lacrime di felicità.
-Harry...?- Mormorai con difficoltà, non riuscivo a parlare, mi sentivo alquanto stordita. Lei abbassò gli occhi e quel gesto mi fece capire tutto.
-Non può essere...- La voce tornava piano piano e il cuore batteva forte.
-Gin, mi spiace, abbiamo fatto il possibile, ma..- Si fermò, poi però prese quel coraggio tipico dei Grifondoro e quella schiettezza che la caratterizzavano. – Gin, lui è morto ed è morto anche vostro figlio... Mi spiace e tu sola sai quanto!-
-Nostro figlio...?- Dissi mentre le lacrime cadevano dal mio viso senza che me accorgessi. Non ebbi bisogno di un’ulteriore conferma, io ero incinta e non lo sapevo. Le tante giornate passate in quello strano stato, vomitando ogni tanto e io, io non avevo capito assolutamente nulla! In una sola notte avevo perso il mio promesso sposo e mio figlio. Perchè non ero morta anche io? Perchè non li avevo seguiti in quel sentiero tortuoso che mi avrebbe portato fino alle sponde del fiume Acheronte.
Passai tante notti con questa domanda nella testa, tentai più volte di togliermi la vita, ma lo sguardo vigile e premuroso di Vivienne mi spinse ad andare avanti. E con il tempo tornai a vivere non per me stessa, ma per coloro che mi amano.


Se non ci fosse stata lei, pensai mentre raccoglievo ciò che era stato il nostro ciaciglio per una notte, forse mi sarei tolta la vita parecchio tempo fa.
-Stiamo pensando?-
Vivienne era spuntata dalla porta d’ingresso, aveva una rosa rossa in mano e sorrideva. Mi sembrò strano vedere quella rosa nelle sue mani. Era inverno e ad Hogwarts non v’erano mai state rose.
-Diciamo di si. Invece tu sei di buon umore...- Spensi il rudimentale fuoco che avevamo acceso. Avevamo macchiato leggermente parte delle pietre della Sala Grande.
-Ho ricordato bei momenti passati dentro queste mura.- Si avvicinò e posò la rosa nel tavolo, che un tempo era stato quello dei Serpeverde. –Non scorderò mai quei due anni passati qui. Mi hanno dato molto più di quanto avrei mai chiesto.-
-A me invece hanno tolto tutto- Dissi malinconica, ma Vivienne mi gelò con un’occhiataccia.
-Non sei grata a queste mura per averti fatto conoscere l’uomo della tua vita?-
-Hai un concetto di gratitudine diverso dal mio, Vivienne.- Commentai disinteressata.
-Un giorno te ne farai una ragione... Ti posso capire, Gin, molto di più di quanto tu possa mai pensare...-
Mi girai e la osservai attentamente. Vivienne parlava poco, era nella sua natura, ma mai si era svelata così tanto. Mai aveva fatto uscire fuori il suo animo.
-Io pure sono stata innamorata e...- Ci pensò su, poi parve continuare -...anche io ho perso l’uomo che amavo per questa stupida guerra, eppure so che, dovunque egli sia, sta ancora pensando a me e mi ama come il primo giorno.-
Rimasi interdetta. Ero sorpresa. Negli anni avevo percepito uno strano cambiamento nel suo carattere, ma non mi ero mai veramente chiesta il perchè di quel suo carattere. Avevo pensato prima a me stessa e non mi ero mai accorta di ciò che passava la mia migliore amica. Io, che un tempo ero attenta a tutto, ora non avevo neanche percepito il dolore di Vivienne.
-Chi era lui?- Azzardai, forse non mi avrebbe mai risposto, anzi ne ero quasi certa.
Lei prima guardò verso le lunghe finestre della Sala Grande, poi spostò lo sguardo su di me.
-Draco, Draco Malfoy- Disse guardandomi negli occhi, aspettava una mia reazione, un mio gesto, un mio qualsiasi pensiero. E fu accontentata.
-Ma come?- Chiesi sorpresa e stupita. Non me lo sarei mai immaginata o forse, semplicemente, non avevo mai immaginato che Draco Malfoy potesse amare qualcuno.
-E’ una storia lunga. Ho sbagliato a non raccontarla prima. Spero che tu mi possa perdonare di non avertelo detto subito... Ora andiamo. Ti racconterò tutto mentre siamo in viaggio.-
Prese le sue borse e io, ancora sconvolta, presi le mie. Ci avviammo verso Hogsmeade, ma, poco prima di oltrepassare la porta della Sala Grande, mi accorsi di una cosa. Vivienne aveva dimenticato qualcosa. Sorrisi dopo molti anni. Ora la sua rosa rossa giaceva nel tavolo dei Serpeverde nel posto che una volta aveva occupato Draco Malfoy.

Edited by .:*Shaya*:. - 25/6/2007, 12:17
 
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Gingy91
view post Posted on 15/6/2007, 15:24




Quanto mi piace questa fanfic,madonna *_* Già te l'ho detto,mi sembra.Il tuo modo di raccontarla fa interessare il lettore in un modo incredibile.Una frase mi ha colpito molto.

CITAZIONE
Impressi nella mia mente quegli attimi e negli anni che seguirono mi parve di rivederli ancora vividi, come se fosse avvenuto solo il giorno prima.

Forse perchè ognuno ha degli attimi,dei momenti che stanno sempre lì nella mente,che non andranno mai persi. Belli o brutto che siano. E a Gin invece,rimarranno per sempre quegli attimi fuggenti,tra incredulità,sopresa e puro terrore...
Spero presto di leggere il continuo :P
 
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.:*Shaya*:.
view post Posted on 22/6/2007, 16:53




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Would you want to know what I've been through?
(Through all this time... all this time)
Would you want to know I have missed you too
(And I have you on my mind)
And you've been and you will be a part of me
(That I can't find)
And you've been forgiven for your silence
[Stay-Elisa]


Era finalmente passato il fatidico giorno. Quel giorno che temevo più di tutti. Mi dirissi in terrazzo per riflettere. Non che mi servisse molto, era più che altro per calmarsi, per sistemare un pò le idee. Il paesaggio era abbastanza deprimente. In effetti, un cimitero non era certo un luogo felice, ma in fondo quella era ormai la mia casa. Le prime luci dell’alba accarezzarono le lapidi fredde. Mi ritrovai immerso in quella luce calda. Era una sensazione fantastica, rilassante. Quell’attimo di quiete si fermò quando qualcuno venne a chiamarmi.
-Signore, abbiamo trovato delle tracce...-
Non mi voltai neanche. Quell’essere non aveva bisogno di un mio qualsiasi sguardo.
-Bene. Dì agli altri che si preparino.-
-Si, signore.-
Sentii i passi veloci di quell’essere immondo allontanarsi. Odiavo ancora gli elfi domestici, li odiavo molto più di tanti altri esseri.

-Draco, sei ridicolo! Ma come fai ad odiare quei poveri esseri che non fanno altro che servirti e riverirti?-

Un brivido mi percorse la schiena. La sua voce. Avevo sentito la sua voce, la sua bellissima voce. Per alcuni anni avevo cercato di ricordarla... Eppure ora ero riuscito a ricordarla perfettamente. Ricordai perfettamente quando era stata detta quella frase. Eravamo nella stanza delle necessità, il nostro luogo di incontro. Stava parlando dell’ultima cavolata che aveva pensato la Mezzosangue: la creazione di un’associazione per proteggere gli elfi domestici. Ma come si ad essere così stupidi? E mentre dicevo la mia opinione, vedevo Vivienne che mi fissava con un misto di stupore e di stizza. Ok, non avevo detto cose carine, avevo chiamato Mezzosangue la Granger e avevo osato dire che gli elfi erano esseri immondi e viscidi. E lei, lei mi aveva subito fermato con quella semplice frase. Era unica nel suo genere. Mi diceva sempre la sua opinione e contrastava le mie idee. Non aveva paura di dirmi ciò che pensava e io, stranamente, mi fidavo di lei. Le raccontavo ciò che facevo, ciò che dovevo fare e quello che si prospettava per il futuro del nostro mondo. Lei mi ascoltava attenta, mi aiutava a decidere e mi sosteneva in ogni mia scelta, anche se questo, come sapevo, le costava molto. Aveva accettato di essere la fidanzata segreta di un Mangiamorte. Aveva promesso di non dire niente sull’attacco ad Hogwarts.
Ci eravamo lasciati una settimana prima dell’attacco. Portava l’abito mozzafiato e la collana che le avevo regalato. Ricordo che rimasi abbagliato dalla sua bellezza e dal suo fascino. Parlammo del nostro primo incontro, del nostro primo bacio. Poi, infine, mi rinfacciò tutto. Non voleva che facessi ciò che avevo in mente, voleva che di punto in bianco passassi dalla parte del “bene”, dalla sua parte.

-Draco, questa non è la strada che hai scelto! Questa strada è stata scelta per te-
-Vivienne, ne abbiamo già parlato...-
-Draco io devo sapere... Devo sapere se... Stai seguendo il cuore o no?-
Non le risposi. Lei sapeva ciò che avevo ormai scelto. Non stavo di certo seguendo il cuore, però sapevo che quella era la cosa giusta da fare in quel momento.
-Draco, mi dispiace... penso che questa sia la fine...-

Era andata via. Gli occhi erano velati di lacrime. Sentii una strana fitta al cuore nel vederla andare via. Non mi era mai capitato. Con lei avevo provato molte emozioni che mai avevo provato, che non avevo neanche immaginato. Proprio per questo, mi mancava, anche se non riuscivo a comprendere il perchè.
Volevo parlarle, non per dirle che mi ero pentito della mia scelta, ma solo per sentire le sue idee, per discutere come una volta. Avevamo idee completamente diverse, eppure non avevamo mai litigato in vita nostra e anche quella piccola discussione era stata riferita con i toni calmi di cui eravamo capaci. Volevo toccare la sua pelle morbida e candida dal sapore di pesca. Volevo sentirla ridere come una volta, come solo lei era capace. La rivolevo e questo suo pensiero mi stava facendo impazzire.
Sorrisi tristemente e mi diressi nuovamente verso la mia camera da letto. Mi ricordava quella del dormitorio di Hogwarts, anche se quella era più piccola rispetto a questa nuova. Nel letto dormiva una Pansy Parkinson davvero cresciuta.
Dovevo ammetterlo, era carina. Le lenzuola le ricadevano morbide sui fianchi addolciti dall’età. I capelli erano setosi, senza nodi e perennemente perfetti. Si faceva bella per me, lo sapevo, ma non mi interessava. Si, le giornate, e soprattutto le nottate, che passavamo insieme erano divertenti, ma tutto per me finiva la mattina dopo, non ero coinvolto molto in questa “storia” e non lo volevo essere. La usavo e lei ancora si ostinava a non capirlo. Scossi la testa mentre la osservavo dormire. Mi avvicinai al letto e le sfiorai la gamba coperta dal lenzuolo.
-Pansy, hanno trovato delle tracce, dobbiamo andare.-
Lei prima aprì gli occhi, poi mi riservò con un sorriso malizioso.
-Forse è la volta buona che li prendiamo e uccidiamo tutti.-
Le mie vene si gelarono. Non avevo voglia di ammazzare Vivienne e, a dirla tutta, non avevo voglia di ammazzare nessuno. Mi ero scocciato di quella falsa già alcuni mesi prima. Dobbiamo vendicare il nostro Signore, aveva detto qualcuno e gli altri lo avevano seguito. Io mi ero tenuto a lungo in disparte, infine ero stato nominato capo di una delle tante sezioni di ricerca. I mangiamorte si erano organizzati bene stavolta. Eravamo di più degli auror e molti di noi avevano preso il controllo delle cariche più importanti. Lo stesso ministro era un nostro simpatizzante.
-Ricordati, Pansy, che sono rimasti i migliori-
-Meglio così, allora, ci sarà da divertirsi!-
Fece lei mentre si avvicinava a me. Eravamo ad un palmo di distanza. Si avvicinò ancora, ma io mi scostai piuttosto arrabbiato.
-Pansy, ti ho detto mille volte che il giorno dopo finisce tutto. Ricordi?-
Lei annuì guardando da tutt’altra parte.
-Se continui così, rimarrai da solo la notte...-
Aveva quel tono provocatorio, quel tono da vipera che tanto odiavo.
Meglio esser soli, pensai mentre mi giravo e lasciavo la stanza, sbattendo la porta. Il corridoio pululava di Mangiamorte intenti a prepararsi o a discutere tra di loro. La maggior parte mi salutarono con un cenno della testa, un privilegio dovuto solo a pochi. Continuai a camminare, ricambiando di tanto in tanto i saluti. Una porta mi si parò davanti, la guardai per qualche minuto interdetto e poi la aprii. All’interno c’era il consiglio dei Mangiamorte al completo. Probabilmente stavano aspettando il mio arrivo, visto che avevo indetto quella riunione straordinaria.
-Buongiorno a tutti voi.- Esordii sedendomi come capotavola –Penso che siate stati informati tutti su ciò che hanno trovato i nostri segugi?- Aspettai che qualcuno facesse un cenno affermativo e poi continuai, non avevo voglia di tirarla troppo a lungo. Odiavo quelle riunioni, anche se erano necessarie. – Bene. Sarò io stesso il capo della spedizione, non voglio errori di nessun tipo...- Mi dilungai sui dettagli dell’”assalto” alla scuola. I nostri “segugi” avevano trovato tracce fresche che conducevano fino alla scuola e non avevo nessuna intenzione di lasciar sfuggire coloro che si erano rifuggiati lì. Tutti furono d’accordo con il mio piano, come al solito. Sfoggiai uno dei miei soliti sorrisi soddisfatti, quando mi dissero che il piano era perfetto. Perfetto. Pregustavo già la vittoria.

-Blaise, voglio la massima precisione, voglio che tutto sia perfetto-
-Si, Draco, l’ho capito- Mi ripetè per l’ennesima volta il mio caro amico, sembrava già stanco di dirmi di si.- Sai, dovresti prenderti una vacanza!-
Gli mandai un’occhiataccia. –Stai scherzando, vero?-
-No. Devi prenderti semplicemente una vacanza. In questi giorni sei stato troppo nervoso e silenzioso, non ti ho mai visto così. Passi le giornate a leggere, ad osservare il panorama o a rinchiuderti nella tua stanza.- Si fermò un attimo per guardarmi negli occhi –Hai una donna bellissima che farebbe di tutto per te e tu non la degni neanche di uno sguardo. Mi vuoi dire che ti sta succedendo?-
Era un mio caro amico, uno dei più cari che avessi mai avuto, ma non potevo parlargli, anzi veramente non sapevo cosa rispondere alla sua domanda. Non sapevo cosa mi portava a fare ciò che facevo, non sapevo cosa stesse avvenendo dentro di me.
-Non lo so- Gli risposi secco, lui mi capì e accennò un sorriso.
-Almeno mi hai risposto, meglio di niente!-
-Signore, siamo pronti- Un giovane mangiamorte ci venne a chiamare.
-Perfetto, ci vediamo ad Hogwarts!- Dissi, poi mi smaterializzai insieme a Blaise.

Eravamo nel giardino di Hogwarts, se così poteva essere definito. Una distesa di neve che copriva il terreno grigio. Guardai la facciata del castello e mi ritrovai a pensare che era identica all’ultima volta che l’avevo vista.
-Signore, non c’è nessuno!-
Urlò lo stesso giovane mangiamorte di prima. Blaise accanto a me imprecò, eravamo arrivati così vicini e non li avevamo catturati. Avanzai cercando di non affondare nella soffice neve, compito piuttosto arduo.

-Sei folle! Correndo così rischi di cadere-
Una sorridente Vivienne mi stava osservando mentre la rincorrevo sulla neve.
-Bè, certe volte bisogna rischiare!-
Dissi raggiungendola. Le sorrisi e la abbracciai. Lei fece finta di divincolarsi.
-Signor Malfoy, sa che non può stritolare una povera Grinfondoro indifesa?-
Stava cercando di imitare la voce della Umbridge. Scoppiammo a ridere entrambi. La lasciai andare e poco dopo mi arrivò una palla di neve in faccia.
-Questa è la punizione perfetta per il crimine che ha commesso, Signor Malfoy!-
Continuava a ridere spensierata, mentre correva verso la foresta.

Una delle giornate più belle della mia vita, pensai, mentre oltrepassavo l’entrata di Hogwarts. Intorno a me tanti Mangiamorte esaminavano le tracce lasciate dagli auror.
-Probabilmente hanno dormito in questa sala, Signore.-
Disse il ragazzo indicandomi la Sala Grande. Entrai e subito una cosa mi colpì. Vivienne, dissi tra me e me. Una rosa rossa era pogiata sul tavolo che una volta avevo occupato. Una rosa bellissima. Mi avvicinai e la presi in mano.
-Signore, non dovrebbe tocc..-
Lo zittii con lo sguardo. Odorai la rosa, sapeva di lei. Avrei potuto riconoscere il suo profumo dappertutto, anche dopo molti millenni. Era lei e mi aveva perdonato. Sorrisi e mi sembrò di sentire le sue parole.

Draco, ovunque tu sia, sappi che ti amerò e ti aspetterò per sempre.



 
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Gingy91
view post Posted on 24/6/2007, 14:29




oddioooo :cry: Ogni 'capitolo' nuovo mi fa rimanere con il fiato sospeso,leggendo cose che non avrei mai immaginato . Brava Shaya,continua così :) E soprattutto...non avrei mai immaginato che Vivienne sapesse dell'attacco,oddiooo.. Ginny la ucciderebbe XD
 
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.:*Shaya*:.
view post Posted on 25/6/2007, 11:01




Piccola nota: Io mi riferisco all'attacco di Hogwarts precedente. Si sono lasciati ai tempi dell'attacco di Hogwarts, quando morì Silente.^^ Del secondo non sapeva proprio nulla! Immagino che per quanto voglia bene a Draco, non avrebbe permesso che attaccassero di sorpresa il castello un'altra volta.


Comunque Grazie mille per i complimenti^^
 
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Gingy91
view post Posted on 25/6/2007, 14:06




Si. Cioè,scusami XD Avevo capito che quando era morto Silente ( tanto che lo stavo scrivendo nel commento) però non so come mai,il mio cervello mi ha fatto pensare che è anche quando morì Harry. Boh,vabbè. Se non lo capisco io che sono la 'padrona' sto messa bene XD
Comunque di niente Shaya,te li meriti tutti ^^
 
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.:*Shaya*:.
view post Posted on 25/6/2007, 14:12




XD Esagerata! XD Cmq, sono stata io ad esprimermi malissimo!^^"
Sto già lavorando al prossimo capitolo^^"
 
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.:*Shaya*:.
view post Posted on 3/7/2007, 18:42




Finalmente il 4° Capitolo. E' un capitolo molto più "leggero" rispetto agli altri. Spero vi divertiate a leggerlo! Ringrazio tutti per i commenti e, in particolare, Anna (Brina) per avermi fatto da beta!^^

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Life goes on
Here and beyond that horizon
It goes on and it changes
And it changes you too
Life goes on
Here and beyond that horizon
It goes on and it changes
And it changes you too
[Life goes on-Elisa]


Sorrisi felice. Ultimamente avevo preso questa bella abitudine. Mio marito girava per casa, cercando disperatamente la cravatta nera. È incorreggibile, mi dissi mentre sorridevo. Sapeva perdere la sua cravatta preferita, che tra l’altro gli avevo regalato per il suo ultimo compleanno, anche in quella piccola casa di campagna. Sì, avevamo optato per la campagna irlandese. Era un luogo tranquillo e ci ricordava tremendamente la Tana. La casetta, così amavamo definirla, era completamente circondata dal verde e si elevava su due piani. L’avevamo arredata in fretta, evitando di aggiungere oggetti magici o cose che potessero ricordarci il passato. Anche se, come notammo dopo, avevamo scelto quella casa che era la copia della Tana.
Continuai a stirare la giacca di Ron, osservandolo mentre scrutava dubbioso un cassetto dell’armadio.
-Ron, prova a guardare nel secondo cassetto-
Gli ordinai e lui eseguì immediatamente. Rispetto ai tempi di Hogwarts, era cambiato molto. Ora, amava seguire i miei consigli e cercava di non rompere la quiete che si era instaurata. Non litigavamo quasi più. Prese la cravatta, si mise di fronte allo specchio più vicino e iniziò ad annodarla, ottenendo dei risultati a dir poco osceni. Alzai gli occhi al cielo.
-Amore, mi aiuti con la cravatta?-
Le punte delle orecchie si arrossarono dall'imbarazzo, sapevo che odiava chiedermi quelle cose, ma era proprio imbranato in tutto ciò che riguardava le cose espressamente manuali e babbane.
-Non so cosa farei senza di te!-
Mi disse baciandomi, dopo avergli annodato la cravatta. Aveva trovato lavoro in un ufficio nel piccolo paesino in cui avevamo preso dimora. In effetti Gilford era solo una piccola cittadina con poco più di 2000 abitanti. Però, noi abitavamo lontano dalla cittadina, quasi a 2 chilometri di distanza.
Mi sbrigai e gli porsi la giacca, che avevo stirato diligentemente. La indossò, prese la borsa del lavoro e, dopo avermi dato un bacio veloce, andò via.
All'inizio era stato difficile trovare un lavoro adatto a lui. Avevamo rinunciato alla magia, ma lui era sempre stato un mago, non aveva mai usato un televisore, una lavatrice e non aveva mai ascoltato la radio. Era stato molto difficile, ma alla fine aveva trovato un posto come direttore di una piccola agenzia turistica.

-Amore, ti devo dare una bella notizia!-
Aveva detto una mattinata, quando mi aveva vista scendere le scale. Si era svegliato presto, probabilmente, anche se era una bella Domenica d'Agosto.
-Ron, dai, non tenermi sulle spine!-
Lui mi abbracciò e mi sussurrò quelle poche parole all'orecchio.
-Ho trovato un lavoro. Non sei felice?-
-Non ci posso credere! Ce l'hai fatta? E per chi? Cosa farai?-
Lui mi fermò posando un dito sulle mie labbra, sebbene fosse un gesto semplice, era particolarmente imbarazzato. Mi sembrò quasi di sentire il suo cuore battere forte, era felice, perché si sentiva utile, finalmente.
-Lavorerò per il Signor Gayner. Ti ricordi che aveva bisogno di un aiuto per la sua agenzia turistica?-
Annuii debolmente e lui continuò sorridendo.
-Di fronte a te c'è il nuovo direttore dell'agenzia.-


Non avevo mai pensato di vedere lui lavorare. Non avevamo problemi finanziari e bastava anche il mio lavoro come dentista. Alla fine avevo intrapreso la strada dei miei genitori. Ogni mio gesto, ogni mio intervento mi ricordava loro e, forse per questo, mi ero appassionata così tanto alla materia da prendere velocemente il brevetto di odontoiatra. Come sapeva bene Ron, ma anche Harry, avevo iniziato a studiare odontoiatria sin dall'ultimo anno di Hogwarts.

-HERMIONE! HERMIONE, SCENDI SUBITO!-
Corsi velocemente sentendo le urla preoccupate di mia madre. Proprio mentre stavo scendendo l'ultima rampa di scale, sentii un urlo e vidi delle luci verdi nel salotto di casa. I Mangiamorte mi avevano trovata e avevano trovato anche i miei genitori.
-COSA HA FATTO A MIA MOGLIE? COSA VUOLE?-
Quelle erano le urla di mio padre, presi la bacchetta in mano e corsi da lui. Non ho potuto far nulla neanche per lui, quando sono arrivata in quella stanza c'erano già gli Auror dell'Ordine, che mi portarono via.

Non avevo detto tante cose ai miei genitori e me ne pentii. Non avrebbero mai saputo del mio interesse verso la loro professione, ma ero sicura che mi sarebbero sempre stati accanto. Li sentivo vicini ogni minuto, ogni secondo, sempre. Ron mi aveva sostenuto in tutto, mi aveva aiutato e il nostro legame si era stretto ancor di più. Eravamo amici e fidanzati, ci fidavamo ciecamente l'un“o” dell'altra. Questo legame ci aiutò molto, sia per la morte dei miei genitori che per la morte di Harry.

-Mi sto sposando, mi sto sposando...-
-Hermione, respira! E' normale essere nervosi al proprio matrimonio, ma ricordati di respirare!-
Vivienne, che era di fronte a me, mi stava aiutando ad uscire da un momento, piuttosto imbarazzante, di crisi prematrimoniale. Era un angelo, mi sopportava sempre, come sopportava sempre Gin e Ron. Ripresi a respirare normalmente, mentre lei mi aiutava ad indossare l'abito azzurro che avevo scelto.
-Sicura di non voler vestire di bianco?-
-Sicurissima-
No, non ero sicura, ma non volevo vestire di bianco. Per l'occasione avevo ordinato che tutti vestissero in modo colorato, non volevo abiti neri, bianchi o grigi. Lei sorrise, il suo sguardo era spento.
-Ti aiuterà Fleur con il trucco e il resto, no?-
-Si, mi aiuterà lei e Ginny-
Sapevo che Vivienne non era capace di far queste cose, le trovava alquanto inutili, un po' come me. Si truccava solo nelle occasioni speciali e preferiva trucchi leggeri. Sentimmo dei rumori provenire dal corridoio della Tana, in cui stavamo per svolgere quel piccolo matrimonio.
Ginny aprì la porta e, poco dopo, arrivò anche Fleur. Avevo rivalutato la figura di quella francese, era simpatica e disponibile. Ginny pensò ai miei capelli, mentre Fleur al trucco.
-Possiamo entrare?-
La voce di Luna e di Tonks mi rese felice, era tanto tempo che non le incontravo.
-Certo, entrate pure!-
Disse Vivienne aprendo la porta e lasciandole passare. Io mi alzai e sentii Ginny e Fleur imprecare.
-Hermione, se non stai ferma, come dovremmo truccarti o sistemarti?-
-Un attimo, un attimo-
Abbracciai per prima Tonks. Non era cambiata minimamente, aveva lasciato i capelli rosa come prima. L'espressione era sempre quella e sorrideva beata.
-Che piacere rivederti, Hermione!-
-Il piacere è tutto mio!-
Poi fu la volta di Luna. Mi sembrò strana, diversa. I suoi occhi non erano sporgenti e i suoi capelli non erano biondo sporco. Era cambiata e in meglio.
-Oddio, Luna!-
-Hermione, sono proprio felice di essere qui!-
Sentii le lacrime scivolare lungo le mie guance e mi ritrovai un fazzoletto in mano.
-Sai, Hermione, che le sposine non dovrebbero mai piangere, neanche di felicità?-
-Hai ragione, Tonks.-
Mormorai asciugandomi le lacrime. Vidi Tonks e Luna salutare le altre.
-Hermione, dai, non vorrai mica far tardi al tuo matrimonio?-
Mi disse Ginny abbozzando un sorriso, che mi sembrò quasi una smorfia. Era triste, fin troppo triste e malinconica.
-Ha ragione Ginny, vai a prepararti!-
Le aveva fatto eco Vivienne spingendomi verso la sedia e ridendo.
Il matrimonio era stato breve e intenso. Quella sarebbe stata l'ultima volta tutti insieme, o almeno quasi tutti. Si sentiva la mancanza dei miei genitori, della signora Weasley e di Harry. Più volte, durante la cerimonia, notai gli sguardi emozionati di tutti coloro che erano presenti. Il ricevimento fu anch'esso breve e poco importante. Feci parecchie foto con tutti. Erano tutti felici. Ridemmo tutti insieme, i gemelli iniziarono con diverse battute e scherzi esilaranti. E troppo presto arrivò il momento di dividerci, nessuno sapeva dove andava l'altro. Avevamo deciso questo, sarebbe stato meglio per tutti non conoscere il luogo in cui si sarebbe nascosto ogni singolo membro. Era pericoloso, molto pericoloso saperlo. Goffi abbracciai, sorrisi forzati e strette di mano segnarono quell'addio. Scomparimmo frettolosamente per poi finire a Gilford, la cittadina che io e Ron avevamo scelto con molta cura.


Mi guardai allo specchio, mi sistemai i capelli e infilai il cappotto. Sicuramente l'appuntamento delle 8, 30 era già arrivato in studio. Una volta nella vita mi stavo facendo attendere. Sorrisi spensierata alla mia immagine riflessa e uscii di casa.
 
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Gingy91
view post Posted on 7/7/2007, 18:42




che belloo Shaya!oddio però oltre Harry mi hai fatto morire anche la sig.Weasley?T.T XD
Ci mancava proprio il 'punto di vista' di Hermione..che ovviamente si è sposata con Ron!:)
Hai ragione, questo era un po' più 'leggero' rispetto agli altri capitoli,ma non per questo meno interessante. Anzi,in ogni capitolo si capisce quel che è successo ad ogni singolo personaggio ed è per questo che almeno per ora,ogni 'pezzettino' non mi stufa ma mi incuriosisce di più...^^ Brava!Al prossimo capitolo che spero di legger presto *.*
 
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•~>*Brina*<~•
view post Posted on 8/7/2007, 17:54




Ma cara, io ti faccio volentieri da beta, come tu lo fai per me!! ^_^
Comunque sai già che il capitolo mi piace tantissimo!! (Ron/Herm forever!)
 
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.:*Shaya*:.
view post Posted on 21/7/2007, 16:03




Grazie a tutte*-* :friends:
Questo capitolo sarà un pò l'inizio della fine. Cito molte canzoni, se avete la possibilità, ascoltatele durante la lettura. E' un pò cortino, ma sarà cortina anche la fine.^^
Ed ecco il penultimo capitolo, il prossimo sarà l'epilogo! :wink:

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Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da portare nel viaggio insieme
[Gli Ostacoli del Cuore - Elisa]


Ginny mi fissava sorpresa e sconvolta. Non osava parlare e, in fondo, la potevo capire. L'avevo tradita e sapevo bene che non c'era niente di peggio al mondo che tradire i propri amici.
-Quindi... quindi tu sapevi del primo attacco ad Hogwarts?-
Annuii con la testa, mentre camminavo nei sobborghi di Londra. Non avevamo avuto il coraggio di abbandonare quella città, anche se presto, per un motivo o un altro, l'avremmo dovuto fare. Le strade erano buie e ci muovevamo nell'ombra.
-Avresti potuto...?-
-Avrei potuto fare tante cose, ma non le ho fatte... Ginny, io l'ho amato, l'ho amato quanto tu hai amato Harry e poi, come te, l'ho perso...-
Lei parve risvegliarsi, quando pronunciai il nome del suo amato, si avvicinò a me e proseguì al mio fianco. Passammo un vecchio edificio, forse abbandonato.
-Io, però, non ho mai tradito gli amici e coloro a me cari!-
Il suo tono era accusatorio e basso. Volevo risponderle, volevo dirle tutto, ma ero quasi sicura che lei non avrebbe compreso.
-No, Ginny, io non vi ho traditi... Io ho fatto di peggio!-
Mi ero pentita così tante volte di aver ascoltato Draco, di averlo consigliato, da sentirmi ora io stessa colpevole dell'omicidio di Silente. Ginny si zittì, era scossa, troppo scossa da ciò che le avevo riferito.
-Tu hai saputo sacrificarti, però...-
Osservai la ragazza, lo sguardo basso e i vestiti laceri. Da quanto non ne compravamo di nuovi?
-Cosa vuoi dire?-
-Tu hai sacrificato te stessa e gli altri per lui! Io, invece, ho combattuto al suo fianco senza voler combattere realmente... Lo sai che non sono fatta per queste cose...-
Fece un debole sorriso, mi aveva “perdonata” per le tante bugie e per ciò che le avevo fatto.
-Se non ti avessi conosciuto a quest'ora saresti morta...-
Scherzò lei ridendo di gioia e, allora, risi anche io. Qualche passante si girò ad osservarci curioso, forse aveva sentito solo le ultime parole del nostro discorso.
-Eh sì, non bisogna scherzare con una come te!-
Iniziammo a parlare. Ricordammo i nostri anni di scuola insieme. Le passioni, i pettegolezzi, i guai, gli amori, le vincite e le sconfitte.
-Quindi, quando Draco ti urlava contro, lo faceva realmente per far scena?!-
-La maggior parte delle volte si, ma noi eravamo una coppia, anche se inusuale, e litigavamo spesso.-
Mi guardò torva, sembrava in disaccordo.
-Io e Harry non litigavamo mai, proprio mai-
-Tu e Harry eravate perfetti insieme-
Lei mi fece uno splendido sorriso.
-Ora ti capisco...-
Disse dopo un po' di silenzio. Mi voltai nuovamente verso di lei e la guardai piuttosto interrogativa.
-Ora capisco ciò che hai detto su Hogwarts. Incontrare Harry, amarlo ed essere amata da lui sono state le cose più importanti della mia vita. Dovrei essere davvero riconoscente a quel bellissimo castello!-
La piccola Ginny era cresciuta ed aveva superato le sue paure. Mi sentii come una madre mentre osservava contenta gli ottimi voti dei suoi figli. Ma il merito non era solo mio - io avevo fatto ben poco - il merito era di Harry. Non avevo mai conosciuto bene il famoso Harry Potter. Il gruppetto di Hogwarts non comprendeva me e le mie amiche. Ero diventata amica di Hermione solo per gli interessi comuni: la passione per la lettura, l'adorazione per certe materie e il nostro essere sempre informate su tutto.
Harry era, per me, sempre stato un mistero. Non mi conosceva se non di vista e neanche io lo conoscevo, se non per i racconti e le parole di Ginny. Era stata lei a farmi capire cos'era un vero amore, erano stati loro due. Ammiravo il bambino sopravvissuto e ammiravo la sua compagna. Avevo compreso il dolore di quella ragazza dai capelli rossi. Un dolore silenzioso, un dolore che viveva da sola e di cui non mi aveva mai fatta partecipe, se non in rare occasioni. Lei aveva tentato di togliersi la vita, lei aveva cercato di comprendermi e lei riusciva ora a sorridermi, trattandomi da amica e non da nemica.
Guardai uno dei tanti palazzi che oltrepassavamo. Londra era stupenda di notte, anche se tremendamente pericolosa. Gli Aurors l'avevano abbandonata da tempo e molti Mangiamorte si aggiravano in quelle strade. I Babbani avevano preso a guerreggiare tra di loro, si sentiva parlare di minacce, di terrorismo e di armi batteriologiche. Poveretti, pensai, non sanno che in realtà ci siamo noi dentro tutto quello che sta succedendo.
Il mondo della magia e quello Babbano non erano mai stati così vicini. Non ci separava che una sottile linea, così sottile da essere facilmente attraversata.
Ci sistemammo in un hotel sconosciuto. Nessuno fece domande sulla nostra reale identità e così andammo dritte a riposare stanche come non mai.

No, I won't step back but I'll look down to hide from your eyes
'cause what I feel is so sweet and I'm scared that even my own breath
Oh could burst it if it were a bubble
And I'd better dream if I have to struggle
[Dancing - Elisa]


Furono le urla a svegliarci. Scattai in piedi e osservai fuori dalla finestra. Fiamme provenivano da tantissime abitazioni e, vicino alla luna, spiccava un simbolo, il simbolo dei Mangiamorte.
Non badai a ciò che mi diceva Gin e scesi in strada con la sola vestaglia.
Lui era lì, lo notai subito. I suoi occhi grigi come il ghiaccio mi osservavano sorpresi e spaventati al tempo stesso. I capelli biondi erano mossi da una leggera brezza. Abbassai lo sguardo imbarazzata. Cosa diavolo mi stava succedendo? Non mi ero mai comportata in quel modo, mi sentivo imbarazzata e tremendamente a disagio davanti al suo sguardo non proprio freddo e distaccato. Sentii Gin urlare dietro di me. Qualcosa mi aveva colpita, anzi qualcuno aveva lanciato un incantesimo contro di me.
-La piccola Brunet! Pensavo fossi morta tempo fa...-
Mi voltai molto lentamente verso chi aveva parlato.
Lei, Pansy, mi osservava con la bacchetta e ghignava soddisfatta del suo lavoro. Avevo la spalla dolorante e parecchie ferite nel fianco. Eppure non sentivo dolore... Ero morta? Quello era il mio inferno personale?
-Chi non muore si rivede, Parkinson. Dovresti saperlo!-
Dissi fredda, mentre vedevo Gin circondata da altri Mangiamorte. La Mangiamorte rise.
-Una Grifondoro fino alla morte! Ti fai trovare disarmata, evidentemente provata e provochi la tua futura assassina...-
-Non penso che tu sia colei che mi ammazzerà-
-E cosa te lo fa pensare-
Disse lei ridendo, mentre anche gli altri Mangiamorte ridevano con lei. Draco era alle mie spalle, ma non potevo girarmi, era una mossa a dir poco avventata.
Era giunta la mia fine?
Non risposi alla domanda della Mangiamorte, che, però, continuò a provocarmi.
-Non ne hai idea, vero? Sì, è arrivata la tua fine-
-Io non penso...-
Quella voce. Qualcuno alle mie spalle aveva parlato, qualcuno che conoscevo. Gli occhi di Pansy erano sorpresi e molto spaventati. Volevo girarmi per capire chi era stato a parlare, ricordavo quella voce...
Non può essere lui, pensai.
Sentii la strana stretta allo stomaco, tipica di una Passaporta, e tutto iniziò a vorticare.
Quando ho toccato un Passaporta? Mi dissi mentre cercavo di capire chi mi aveva salvata e dove mi trovavo.

Ma cambierà stagione
ci saranno nuove rose
[Una poesia anche per te - Elisa]


La sua voce era familiare, il tono non era cambiato da come lo ricordavo e aveva ancora quell'espressione.
-Ciao Vivienne, come ti senti?-
Rimasi interdetta e alquanto confusa, mentre mi tendeva la mano. La afferrai e notai quanto fosse calda e sicura.
-Ciao Harry-
Davanti a me c'era il Bambino Sopravvissuto. I capelli perennemente arruffati non erano cambiati e gli occhi erano ancora verde smeraldo, eppure una strana ombra li celava. Quell'ombra divenne pura luce quando incontrò gli occhi di Gin. Mi sentii di troppo, quindi cercai di lasciar presto l'abitazione. Gin mi curò velocemente le ferite e io uscii subito per prendere un po' di aria.
Eravamo in campagna, forse in Scozia. Eppure non riuscivo a riconoscere il paesaggio verdeggiante. La casetta si trovava sopra un'enorme collina, che terminava con una spiaggia e degli scogli. Camminai veloce diretta alla spiaggia. L'erba era bagnata di rugiada. Mi bagnai i piedi, ero scalza e me ne ero dimenticata. Stavo diventando sempre più sbadata.
Il contatto con la sabbia bagnata non fu poi così drammatico. Non faceva tanto freddo e quella sabbia era fine, molto fine. Era un posto davvero strano: da una parte la sabbia grigia/beige, dall'altra scogli e pietre scure. Quella contrapposizione mi faceva pensare a tante cose. Perché qualsiasi cosa finiva per ricordarmi un'altra cosa? Ero forse paranoica oppure pensavo troppo?
Osservai il cielo, che si tingeva prima di grigio e poi di tonalità tra il rosa e l'arancione. Stava albeggiando, mi dissi stringendomi le vesti che avevo addosso. Una brezza leggera mi accarezzò il viso, chiusi gli occhi e pronunciai quelle parole, lasciandole alla cura del vento.
-Un altro giorno senza di te...-
Un silenzioso “plop” attirò la mia attenzione. Aprii gli occhi allarmata. Poco più in là c'era lui. Sorrideva, la sua fronte era leggermente corrucciata e stringeva in mano una rosa rossa, la nostra piccola speranza di ricominciare insieme.
 
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.:*Shaya*:.
view post Posted on 3/8/2007, 23:09




E' arrivato il momento della verità. Questo è l'epilogo, riscritto e corretto. Spero che sia di vostro gradimento! Buona lettura!^^

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C'è un principio di allegria
Fra gli ostacoli del cuore
Che mi voglio meritare
Anche mentre guardo il mare
Mentre lascio naufragare
Un ridicolo pensiero
[Gli Ostacoli del Cuore - Elisa]


Passammo la giornata ad osservare il mare. Per noi il silenzio valeva più di mille parole. Ero felice di essere di nuovo tra le sue braccia, così felice da mettermi a piangere.
-Ehy, amore...-
Non mi aveva mai chiamato amore né mi aveva mai detto ti amo. Rimasi sorpresa da quel gesto e lo baciai gioiosa. Mi accorsi di aver dimenticato il suo sapore, i suoi gesti e le sue labbra.
Vedemmo il sole tramontare e la luna prendere il suo posto, attorniata da tante e splendenti stelle.
E se fino al giorno prima le ore scorrevano lentamente, ora il tempo diminuiva sempre di più, lasciandoci ben poco da vivere. Tra le sue braccia pensai a Gin e al ritorno di Harry, ero felice per lei, molto felice a dir la verità. Presto tutto si sarebbe sistemato. I tasselli stavano tornando al loro posto per riformare il mosaico della nostra vita e l'equilibrio sarebbe tornato presto. Guardai Draco. Il suo viso era più duro di prima, la barba era incolta e aveva due terribili occhiaie. Mi chiesi quante ne avesse passate, ma non gli posi mai quella domanda. Lui abbassò lo sguardo di ghiaccio su di me, forse si sentiva osservato e vidi come si addolcisse guardando me e i miei occhi. La neve si stava sciogliendo al sole. Mi sorrise.
Sì, sarebbe andato tutto bene ora che ero al suo fianco.

E miracolosamente non
Ho smesso di sognare
E miracolosamente
Non riesco a non sperare
E se c'è un segreto
E' fare tutto come
Se vedessi solo il sole
[Qualcosa che non c'è - Elisa]


Qualche giorno più tardi ci trovammo tutti in casa Weasley. Nei giorni precedenti Draco e Harry avevano parlato a lungo da soli. Sapevo che stavano trovando un modo per risolvere la situazione che si era creata nel mondo magico. L'allarme Mangiamorte in poco tempo era stato scongiurato, gli Auror erano tornati al governo e c'erano stati parecchi arresti. Io e Ginny, intanto, felici come non mai stavamo organizzando una festa per i nostri due amati. Contattare tutti quelli dell'Ordine era stato difficile, ma quel giorno c'erano proprio tutti. Hermione e Ron erano stati i primi a venire e così il trio si era riunito dopo tanto tempo. La casa si era riempita di facce amiche e di persone fidate. Nessuno ebbe da ridire per la presenza di Draco. Anzi, Luna si era avvicinata per parlare con lui e presto anche altri l'avevano imitata. Lo osservai sorridendo dall'altro capo della stanza.
-Sembra a suo agio!-
Gin mi sorrise porgendomi un cocktail preparato da lei per l'occasione. Lo accettai volentieri e lo gustai sorridendo alla mia cara amica. Draco rispondeva alle domande ed era attorniato da un gruppo di ex studenti di Hogwarts.
-Eh si, sai, ho avuto una gran paura...-
-Anche io!-
Scoppiammo a ridere come non facevamo da anni o forse, da millenni. Lui si girò verso di me e, scusandosi con tutti, si avvicinò.
-Ti va di fare una passeggiata?-
Annuii e lasciai il bicchiere, ormai vuoto, a Gin. Era molto che non parlavamo da soli, lui era stato troppo occupato a salvare il mondo e io a trovare tutti i vecchi amici.
-Hai presente la rosa che ti ho ridato qualche giorno fa?-
Disse appena fummo in giardino. Il giardino di casa Weasley era più accogliente di quanto ricordavo.
-Si-
-Beh, mi chiedevo dove l'avessi trovata...-
Lo guardai curiosa, non mi aspettavo quella domanda, perché pensavo di essere l'unica a ritenere la rosa magica.
-So che non ci crederai, ma l'ho trovata nella neve ad Hogwarts.-
Lui si girò sorpreso, alzando il sopracciglio biondo, e per poco quell'espressione non mi fece ridere.
-Una rosa nella neve?!-
Lo guardai seria, non sapevo dove volesse arrivare, ma sapevo che nascondeva qualcosa.
-Draco, vai al punto!-
-Amore, non so come dirtelo... ma...- Sembrò pensarci su - la rosa è scomparsa!-
-Non è possibile, l'avevo messa...-
-...nel tuo comodino, lo so! Ma è scomparsa e nessuno l'ha più vista!-
In effetti non controllavo la rosa da parecchi giorni, tutta presa a smaterializzarmi in tutti i continenti e a sistemare tutte le faccende lasciate in sospeso. Le parole sagge della mia vecchia nonna mi risuonarono in testa.
“Vivienne, quando vuoi qualcosa veramente, basta sperare e sperare. La speranza, poi, ti aiuterà a trovare la strada per ottenere quella cosa.”
-Ma certo! La speranza...-
Affermai, Draco mi guardò accigliato come prima e stavolta risi.
-Draco, la rosa era il mezzo per arrivare a te. Pensa, se non ci fosse stata la rosa tu non avresti sentito le mie parole- Ero sicura che lui le avesse sentite, non avevo neanche bisogno di chiederglielo -e forse non avresti trovato alcuna traccia per cercarci e, infine, trovarci.-
-Quindi la rosa è un mezzo o la speranza stessa di rincontrarci?!-
-La rosa è un mezzo, ma è anche la speranza stessa- Mi fermai e capii tutto. -No, io speravo di vedere un segno, qualcosa che mi facesse capire che tu mi amavi ancora. La mia speranza era riposta in quella rosa. La speranza in una rosa...-
Draco sembrava più confuso di prima e, forse, lo ero anche io.
-Traendo le somme: la tua speranza era nella rosa, anche la mia era lì. Forse la rosa era la speranza e ora che ci siamo incontrati è svanita, perché il tuo desiderio è stato realizzato?-
-Penso proprio di si, Amore!-
Il sole stava tramontando. Cinsi con le braccia il suo collo, giocherellando con i capelli biondi e osservando i suoi perfetti lineamenti, perfetti almeno per me.
-Mi mancavano le nostre discussioni.-
-Anche a me!-
-Però, prima che il giorno finisca, ti devo dire una cosa che non ti ho mai detto.-
Gli sorrisi, il mio cuore accelerò i suoi battiti e mi sembrò quasi che non battesse più, tanto erano veloci. Si chinò lentamente verso di me, i suoi occhi grigi erano puntati sui miei e le sue mani erano dietro la mia schiena.
-Ti amo, Vivienne!-
-Ti amo anche io, Draco-
E mentre il giorno finiva non ci scambiammo una promessa d'amore eterna. Il nostro destino era stato appeso ad un filo, ma ora, grazie ad una rosa, eravamo tornati insieme.

Un anno dopo. Stesso giorno, stessa ora e stessa occasione.

L'amore, quello vero, deve essere coltivato e, quando sarà pronto per essere mostrato al mondo, germoglierà, proprio come una rosa.
[Mia, ovviamente! XD]



Osservai la pagina scritta che avevo davanti a me. Avevo scritto la mia storia d'Amore con Draco, quell'Amore con la A maiuscola. L'intenzione originale era di lasciarla ai miei figli e ai figli dei miei figli, ma riscriverla e riviverla passo dopo passo, mi aveva portato a considerare il nostro amore una bella favola. Sì, proprio una favola, come aveva detto Ginny giorni prima:
“La vostra storia è una favola e le favole vanno raccontate ai bambini e agli adulti, quando c'è bisogno di sognare!”
Risi toccandomi la pancia, che di giorno in giorno cresceva, e sentii le lacrime scendere pian piano sulla guancia. Non erano lacrime di tristezza, bensì lacrime di gioia.
-Amore, stai diventando troppo sentimentale!-
-Senti chi parla, Mister Piango-per-i-film-d'amore-a-lieto-fine!-
Sentii le sue braccia forti che mi cingevano delicatamente per non far male alla creaturina che avevo in grembo, smisi di piangere e posai la piuma che avevo in mano.
-Questo è un colpo basso!- Poi tornò serio, vedendo il foglio. -Hai finito il racconto?-
-Beh si... E indovina? Finisce con un “E tutti vissero felici e contenti”-
Scoppiammo a ridere entrambi. Draco era la mia anima gemella, non servivano parole con lui.
Un dolore improvviso mi colse. Feci una smorfia, ma poi il tutto si trasformò in un tenero sorriso.
-Draco...-
-È successo qualcosa al bambino?- Chiese lui preoccupato, mi sembrò un tenero padre in preda all'ansia pre-parto.
-Il bimbo ha dato un piccolo calcio, molto leggero, ma si è mosso!-
-Vuole forse diventare un calciatore?!-
Disse alzando un sopracciglio e io risi di gusto, pensando che non aveva capito nulla di ciò che avevo detto. Presi la sua mano e la avvicinai al mio ventre. Il bambino continuava a calciare aumentando la forza, ogni calcio mi provocava sempre più dolore, ma era una delizia sentirlo muovere dentro di me.
-Ah!-
Gli occhi di mio marito brillarono, succedeva raramente, ma in quei momenti ero molto emozionata e felice.
-È forte! Scommetto che ti batterà nel Quidditch e che forse farà il Battitore.-
-Nella nostra famiglia ci saranno solo Cercatori!-
-E se avremo 8 figli?!-
-Beh, a quel punto montiamo su una squadra di Quidditch!-
Risi e lo lasciai sognare ad occhi aperti. Come era bello avere finalmente una famiglia e, ora, sarebbe arrivato anche un componente nuovo. Distratta da mille pensieri, guardai il comodino, dove c'era una foto di qualche anno fa, e per un attimo ebbi la sensazione di aver visto la famosa rosa. Un giorno o l'altro sarebbe tornata per unire altri giovani ragazzi in cerca d'amore. Forse sarebbe tornata per i nostri figli. Incontrai lo sguardo di Draco e lui mi fece cenno di si. L'aveva vista anche lui.
-Draco, Vivienne, è ora di cena!-
La voce di Gin ci giunse dalla cucina. Mio marito sorrise e mi porse la mano, mi alzai e gli diedi un bacio sulle labbra. Lui uscì dalla stanza. Io, però, prima di chiudere la porta, guardai nuovamente il comodino.
Dovunque tu sia, Rosa, grazie di tutto!

The End.





Ora che tutto è finito, che tutto è stato scritto, mi sento un po' svuotata. Ho narrato la mia storia di Vivienne e Draco, un amore un po' particolare, forse unico. Alla fine vi sarò sembrata un po' OOC, ma non era mia intenzione, dato che ho cercato di rendere un Draco maturo, diverso. Per il resto, Vivienne è la solita Vivienne e Ginny è solo più sorridente e sicura di prima (sarà per caso l'arrivo di Potter ad averla risollevata? XD). Harry è tornato, la calma è stata ristabilita e tutti vivono felici e contenti.
Ora mi metto a fare un po' la J.K. della situazione, rivelandovi ciò che fanno ora i personaggi della mia fanfiction.
Draco fa l'Auror insieme a Ron ed Harry, si occupano principalmente di mantenere l'ordine e di arrestare gli ultimi Mangiamorte rimasti. Vivienne è impegnata con il suo lavoro di mamma e scrittrice (sì, sta scrivendo anche altri libri, si è specializzata in libri per bambini) a tempo pieno, ha recentemente aperto una deliziosa casa editrice per maghi (e gli affari vanno bene). Ginny aiuta l'amica di sempre con il lavoro e alleva il suo figliolo di 10 mesi. Tuttora le due amiche dividono con i relativi mariti la Tana. Hermione lavora ancora come dentista, ha aperto uno studio a Diagon Alley. Luna e Neville si sono sposati da poco: Luna si occupa della rivista del padre; Neville è il professore di Erbologia di Hogwarts. Ah, sì, Hogwarts è stata risistemata e riaperta, la preside è la McGranitt. Infine un'altra coppia celebre, Lupin e Tonks. Ora vivono felici insieme al loro figlio unico in una villa vicino a quella delle giovani coppiette. Lupin fa il professore di DCAO e Tonks quello di Trasfigurazione.
Ok, la smetto di continuare a dire cavolate, perchè rischio di rovinare la bellezza della ff. Penso di non scrivere un seguito, almeno diretto, di questa ff, semmai proverò a scrivere qualcosa dopo per i figli (ma non assicuro niente, penso che la ff sia perfetta così com'è!).

Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini durante questo mese e mezzo di scrittura (Anna in primis che mi ha fatto da beta e da saggia consigliera). Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa ff e tutti quelli che l'hanno amata e commentata. Ringrazio J. K. per aver creato questo mondo e con esso tanti personaggi meravigliosi (a lei vanno i diritti per questi personaggi). Ringrazio persino Elisa per avermi donato una colonna sonora degna di questa ff. Ringrazio, infine (ma non per ultima) , Vivienne che mi è apparsa una notte d'estate in sogno, chiedendomi di scrivere la sua meravigliosa storia d'amore (non mi prendete per pazza, ma questa storia l'ho realmente sognata, almeno l'inizio!).

Grazie ancora per aver fatto questo meraviglioso viaggio con me.
Abbracci & Baci. Adelandeyo (Arrivederci, in Darkovano), Shaya.
 
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•~>*Brina*<~•
view post Posted on 3/8/2007, 23:35




Prima di tutto ti ringrazio per i ringraziamenti (XD) e sappi che mi ha fatto un immenso piacere aiutarti facendoti da beta e dandoti dei consigli utili!
Mi dispiace che la ff si sia conclusa, ma non tutto dura in eterno, no? E comunque la conclusione mi piace moltissimo, soprattutto il Draco che hai reso alla fine (ma questo già lo sai) e poi Vivienne ormai la sentivo molto più umana di altri personaggi creati da J.K.
Cos'altro dire su questa ff? Mi è piaciuta un sacco e sappi che è già finita tra le mie preferite (anche se non la pubblicherai su efp, vero?), certo all'inizio ero un po' dubbiosa e dispiaciuta per come era "finita" (ma non era così, per fortuna) tra Ginny e Harry. Il mio capitolo preferito in assoluto, neanche a dirlo, è quello di Hermione e Ron, per ovvi motivi (XD), ma anche l'epilogo è bellissimo e dolcissimo perché finalmente Dracuccio caro ha fatto quello che avrebbe dovuto fare secoli prima (XD).
Ok, adesso la smetto perché sto di sicuro vaneggiando, vista l'ora, e anche perché voglio lasciare lo spazio agli altri commenti, quindi, per concludere, ti dico solo che sei stata bravissima e che il tuo lavoro (capolavoro, come l'ho definito prima) è bellissimo! ^_^
 
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12 replies since 15/6/2007, 14:50   126 views
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