Favola disfunzionale, 23/07/07 Draco/Ginny

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KittyPryde
view post Posted on 10/9/2007, 18:39




come volevasi dimostrare... la fanfic che avevo scritto per il concorso non è questa XDDD è solo una sostituta arrabattata all'ultimo minuto oggi pomeriggio per motivi lunghi da spiegare T__T
perdonate l'improvvisazione e la brevità del tutto

Titolo: favola disfunzionale
Genere: Commedia, romantico
Rating: Verde
Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Avvertimenti chiaramente AU XD
Riassunto: "mai" è davvero un sacco di tempo

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Non avrebbe funzionato, mai.
Probabilmente era stata questa la prima cosa che Draco Malfoy, spettinato e disorientato come non sapeva di poter essere, aveva pensato quando i capelli rossi di Ginny ebbero smesso di solleticargli il naso e i pensieri, riemergendo dal torpore della stretta delle braccia lentigginose della ragazzina. Draco aveva arricciato il suo fastidioso naso appuntito, aveva piegato la bocca in un’espressione di disgusto e aveva cercato di convincersi che le piccole mani di Ginny, intrecciate dietro la sua schiena, non gli stessero dando la sensazione piacevole che era certo di provare. Draco Malfoy era un impeccabile vigliacco che primeggiava nell’arte del sapersi persuadere con verità fasulle, ma indubbiamente comode e anche quella volta, con i capelli sottili di Ginny sotto la punta del suo pretenzioso naso, decise che quella scena patetica era insensata e fuori luogo, che il maglione ruvido indossato dalla ragazza emettesse un odore fastidioso di fuliggine e cucina casereccia, ma soprattutto non poteva sopportare quel nasino premuto contro il suo petto e le ciglia folte che gli stuzzicavano il collo. Pensava tutto questo Draco, cercando di disprezzare ogni più piccola cosa di lei, nel tentativo di ritrovare quell’ostilità che durante tutta la sua infanzia gli avevano insegnato a provare, ma senza rendersi conto che non aveva smesso un attimo di stringerle le spalle.
Draco Malfoy sarebbe dovuto crescere come tutti si aspettavano, un personaggio sgradevole e spocchioso come nemmeno suo padre era riuscito ad essere in gioventù, ma quella ragazzina dispettosa e insolente era un imprevisto che non si aspettava e quella nuvola di capelli rossi che profumavano di albicocca avrebbe cambiato completamente il percorso tracciato della sua vita.
Pensava che non avrebbe funzionato davvero mai, ma d’altronde “mai” è un sacco di tempo…

La casa che erano riusciti a comprare per quattro soldi in un vecchio palazzo traballante, era arrampicata in cima a un numero infinito di scalini che sembrava cambiare ogni volta che qualcuno li contava, ma questo non li aveva mai sorpresi.
Era un appartamento piccolo, intimo e caldo come soltanto la dimora di una Weasley poteva essere; sempre disordinata e coloratissima, vantava una collezione inimmaginabile di fotografie incorniciate appoggiate su ogni mobile per non sentire la mancanza di nessuno e, come da antica tradizione di famiglia, il vai e vieni di amici e parenti che andavano a visitare gli sposini, chi per un motivo e chi per un altro, era instancabile e continuo, tanto che Ginny non poteva provare nostalgia dell’affollatissima casa che aveva appena lasciato per vivere sola con il suo pretenzioso marito.
Asimmetrica, accogliente, piccola abbastanza perché chi vi abitava potesse incontrarsi in continuazione, con una cucina variopinta e scintillante che era stata la gioia di Mamma Molly, quando era andata a visitare la casa della figlia e il pianoforte a muro che Ginny stava imparando a strimpellare; era un mondo piccolo il loro, ma funzionava alla perfezione.
Quando Draco e Ginny si erano trasferiti nella nuova casa, Arthur aveva deciso di regalare al ragazzo la poltrona del salotto sulla quale Draco si era abituato a passare quasi tutte le serate che trascorreva alla Tana e, anche se forse il suo altezzoso genero non lo avrebbe ammesso mai, quel gesto lo aveva commosso più di quanto avrebbe potuto immaginare, mentre Molly aveva lasciato loro la preziosa eredità delle sue ricette culinarie che ormai lei conosceva a memoria, scritte su pergamene e ritagli di carta disordinata e si era immediatamente impegnata a cucire l’ennesimo copriletto in patchwork della sua vita perché la sua bambina si ricordasse della vecchia Tana, nonostante fosse abbastanza grande per essere sposata e vivere da sola. Questo assommarsi di doni aveva contribuito a rendere quella casa un luogo multicolore e disarmonico in ogni suo angolo, eppure, in quella bizzarra intimità, entrambi si erano trovati a loro agio; Draco ogni sera si perdeva a leggere la Gazzetta sprofondato nella poltrona del salotto fumando la pipa come Arthur gli aveva insegnato e Ginny sperimentava le ricette di Molly con risultati approssimativi o si esibiva in qualche motivetto allegro al pianoforte, ma veniva tempestivamente fermata dalle proteste dei vicini, e allora si rimetteva a studiare le difficili ricette appuntate con la calligrafia scorrevole della madre.
Lui aveva dovuto adattarsi molte volte e aveva scoperto di amare passatempi ai quali in passato non si sarebbe avvicinato nemmeno per curiosità, aveva scoperto che fumare la pipa babbana lo rilassava e che, tutto sommato, si poteva vivere serenamente anche in una casa piccola come la loro. Draco tutto questo non poteva immaginarlo quando era ancora un bambino e abitava nelle grandi e claustrofobiche stanze della villa di famiglia, quando viveva nel lusso e il pensiero di una vita scomoda e povera, come quella che si era costruito assieme a sua moglie lo avrebbe disgustato, quando era ancora un insignificante studente di Hogwarts senza spina dorsale e incapace di cavarsela da solo, quando Ginny era un amore segreto con una nuvola di capelli rossi che profumavano di albicocca e gli stringeva le braccia attorno alla vita dopo averlo baciato all’improvviso mentre lui continuava a pensare che non avrebbe funzionato, mai.

“Ginny…” Draco era seduto sulla sua poltrona come ogni sera, elegante per abitudine, con il giornale spiegato e una tazza di tè fumante sul tavolino al centro della sala; con sguardo disinteressato che scorreva velocemente gli articoli stampati poi morse il beccuccio della pipa con convinzione e aspirò lentamente lasciandosi sfuggire un sorriso mentre dimenticava il giornale e alzava lo sguardo su Ginny, perdendosi in ricordi che non avrebbe mai immaginato così teneri
“ti ricordi, quando mi hai baciato, la prima volta?” il ragazzo alzò la testa bionda e guardò in direzione della cucina trovando l’immagine armonica e serena della schiena di Ginny intenta a lavare i piatti; era una visione che lo sorprendeva ogni volta, nonostante la sua banalità, nonostante avesse sempre di fronte quei fianchi rotondi e quella cascata di capelli rossi, la schiena materna della sua compagna lo commuoveva con la forza della sua disarmante semplicità.
Ginny voltò appena la testa grattandosi il naso con le mani insaponate
“dopo la finale di quidditch del quinto anno” rispose ripensando a quei momenti difficili con una confortante leggerezza, poi alzò un dito “quando abbiamo vinto contro Ravenclaw e voi avete fatto quella pessima figura durante una delle prime partite…” Draco fece finta di ignorare i puntigliosi dettagli sui tornei che la sua casa di Slytherin non aveva vinto, evitando così di rovinarsi la serata e, solo quando Ginny ebbe finito di elencare le prodezze della squadra Griffindor appositamente per farlo irritare, il ragazzo ricominciò a prestare attenzione alle parole della moglie “…ma perché me lo chiedi?”
“mi domandavo cosa sarebbe potuto succedere se tu non mi avessi preso di sorpresa in quel modo, o se io avessi seguito il mio cervello anzi che il mio istinto…” lo sguardo di Draco si era fatto leggermente velato, non era niente di più che un po’ di malinconia, ma appoggiò il giornale e prese la pipa con una mano per aspirare più a fondo e cacciarla via
“non lo so cosa sarebbe successo… magari avremmo fatto altre scelte, altre vite…” Ginny si fermò un attimo a guardare le travi del soffitto pensierosa poi asciugò le mani nel grembiule che indossava per lavorare e sciolse il nodo uscendo dalla stanza della cucina e andando a prendendo posto sulle ginocchia di Draco che reagì con un certo fastidio ostentato che peggiorò quando Ginny cominciò a tormentargli la punta del naso con le dita ancora fredde e leggermente umide “magari avrei finito per sposare Harry, avremmo avuto tre figli e lui si sarebbe potuto permettere di pagare un appartamento enorme in centro a Diagon Alley a differenza di qualcuno che conosco, che ne dici?” poi rise, mettendosi una mano davanti alla bocca come una bambina e Draco le fece eco stringendole avidamente le mani attorno ai fianchi e pensando se baciarla oppure no, ma decise che quegli occhi luminosi e sorridenti erano effettivamente troppo belli in quel momento perché li chiudesse e risolse la sua voglia di tenerezza in una carezza sulla guancia, dove cominciavano le sue infinite lentiggini e guardando così da vicino i suoi occhi azzurri e la sua carnagione chiara si accorse di qualcosa che non aveva mai pensato prima di allora; Draco rimase immobile, le prese una ciocca di capelli rigirandosela attorno alle dita e la guardò, serio, emozionato
“e tu credi… che in questo appartamento non ci sarebbe spazio per viverci in tre?” allora gli occhi di Ginny si riempirono di luce, gli prese il viso con entrambe le mani e lo baciò stringendolo forte.

Draco Malfoy abbracciò con dolcezza sua moglie e, con la scarsa forza che le sue braccia gli permettevano di esercitare la sollevò facendola ridere ancora e la portò nella loro camera sdraiandola amorevolmente sul copriletto di patchwork baciandola ripetutamente, stringendola forte e sfiorandole i fianchi morbidi sotto il vestito di cotone sottile, carezzandole i capelli sciolti sul cuscino e cercando ancora quel profumo di albicocca che si ricordava così bene.
Pensava davvero che non avrebbe funzionato mai, ma “mai” si era puntualmente rivelato un sacco di tempo.
 
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