Raggi di speranza, 23/07/07 Draco/Ginny

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.:Gine:.
view post Posted on 10/9/2007, 19:20




Ecco qua la storia pensavo di finirla per mezzanotte invece ho fatto prima :P

Titolo: Raggi di speranza
Genere: Malinconico, romantico
Rating: Verde
Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Nessun avvertimento particolare
Riassunto: dalle ceneri si può sempre risorgere :D


My skin is like a map, where my heart has been
And I can't hide the marks, but it's not a negative thing
So I lay down my guard, drop my defenses, down by my clothes
I'm learning to fall, with no safety net, to cushion the blow

La mia pelle è come una mappa, di dove il mio cuore è stato
E non posso nascondere i segni, ma non è una cosa negativa
Così abbasso la mia guardia, faccio cadere le mie difese, giù coi miei vestiti
Sto imparando a cadere, senza rete di sicurezza, per attutire il colpo

(I bruise easily – Natasha Bedingfield)

C'era vento, un vento strano che portava con se la malinconia di quel momento per altri speciale. Era finita, i suoi sette anni ad Hogwarts erano finiti e con essi si facevano sempre più lontani anche tutti i ricordi che la legavano a quel castello, a quei corridoi, a quelle aule che per anni erano sembrate asfissianti e che in quel momento sembravano l'unico luogo sicuro al mondo. La guerra imperversava e tutto stava cambiando, amici che le erano sempre stati vicini avevano o avrebbero al più presto preso il loro posto nel mondo. Questi erano i pensieri di Ginevra Weasley mentre guardava, forse per l'ultima volta, Hogwarts. Tutto era stabilito, niente era mai accaduto per caso in quelle mura, anche la sua vita era stata decisa da qualcuno che di certo non era lei. Tutti si aspettavano che stesse al sicuro, che portasse avanti gli studi, che non rischiasse la vita per qualcosa di cui non le doveva interessare. Doveva stare fuori dai casini, doveva studiare, trovare un bravo ragazzi, sposarsi, avere dei figli...e possibilmente avere la stessa vita di sua madre. Tutti credevano che fosse quello il suo futuro, nessuno sapeva niente di lei. I suoi amici, i suoi parenti non sapevano niente della sua vita, delle sue scelte, di quello che era cambiato in lei in quegl'anni, di quanto avesse sofferto. Era trascorso un anno, un anno da quando si erano salutati, lì, in quello stesso posto dove durante quei mesi lei si era rifugiata nei momenti di sconforto, un anno da quando aveva visto l'ultima volta i suoi occhi che la scrutavano con tenerezza e paura. Ciò che era cominciato probabilmente come un gioco per entrambi, si era tramutato in qualcosa che li aveva coinvolti più di quanto si aspettassero ... non ricordava neanche come tutto avesse avuto inizio, forse un'offesa detta con un tono diverso, un particolare bagliore nei suoi occhi...c'era stato qualcosa di misterioso che aveva dato vita a quell'alchimia che l'aveva portata prima in paradiso e poi all'inferno. Erano andati avanti, nascondendosi, chiedendosi entrambi se avessero avuto un futuro insieme ... cercavano di non pensare al momento in cui avrebbero dovuto fare i conti con la realtà. Lei e Draco che per caso si erano conosciuti per quello che veramente erano, senza veli, senza ostentazioni, si erano dovuti separare a causa di qualcosa che li aveva inesorabilmente coinvolti. Lui l'aveva salutata e le aveva detto addio fino a tempi migliori per evitare che lei venisse coinvolta, lui aveva un piano per sopravvivere e fare ciò che doveva essere fatto, ma in quel piano lei non era compresa.
- Cosa direbbero i tuoi se fuggissi con la maggior parte dei Mangiamorte alle calcagna? Con che coraggio posso metterti in pericolo?
Tutti cercavano di proteggerla senza sapere che così non facevano altro che ucciderla ogni giorno, portandole via la gioia di vivere, i suoi sogni
- Troverai qualcos'altro per cui vivere, siamo giovani e presto capirai che possiamo andare avanti anche separati ...
Tante belle parole dette al vento ... parole che suonavano come non dette... non avevano fatto alcuna differenza per lei .
E dopo un anno si trovava ancora lì, in quello stesso luogo, con il terrore di lasciarlo e di essere costratta a dimenticare tutto, dimentiacare quegli anni, dimenticare Draco, dimenticarsi di loro e di quello che avevano condiviso. Era chiedere troppo!!!. Era quasi il tramonto, il giorno seguente sarebbe dovuta salire sull’espresso per tornare a casa, per cominciare una nuova vita che già sembrava vuota. Erano così lontani i giorni trascorsi nel giardino della scuola, in riva al lago, nella stanza delle necessità, in biblioteca a cercare di capire le assurde spiegazioni di pozioni di Draco sempre attenti che nessuno li vedesse…
- Mi mancano i suoi occhi – disse ad un tratto, senza neanche accorgersene – mi manca tutto di lui, mi sento così sola….spero solo che lui stia bene – era quello per cui pregava ogni notte prima di addormentarsi, era la prima cosa a cui pensava la mattina appena sveglia …
C’era qualcosa nell’aria che la portava a sperare che nulla fosse andato perduto, che lui stesse bene e che in quello stesso istante stesse pensando a lei con la sua stessa malinconia, con la sua stessa speranza che un giorno, vicino o lontano che fosse, si sarebbero incontrati di nuovo per non lasciarsi più. Non sapeva quanto avesse ragione…. Un fruscio, un rumore sospetto la portò a voltarsi . Era come in un sogno, era un sogno per lei. Lo vide appoggiato al tronco di un albero, intento a guardarla come sempre faceva quando erano da soli….riusciva a stare in un angolo a guardarla per ore senza smettere di fissarla per imprimere nella mente ogni dettaglio. Labile era la distanza tra sogno e realtà. Non riusciva a credere che fosse vero, aveva paura che la sua mente le avesse giocato un brutto scherzo portandola ad immaginarselo lì davanti ai suoi occhi come lo era stato un tempo. Piano, come se un passo più veloce le avesse potuto portare via quel momento, iniziò a camminare verso di lui. Era a pochi passi dalla sua meta ma la paura che la figura davanti a lei fosse inconsistente, un fantasma di un passato che non voleva dimenticare, la fece ritrarre … aveva paura di illudersi, di credere ancora che lui sarebbe tornato, per portarla con se, per dirle che tutto era finito e che non si sarebbero più separati. La sua esitazione non passò inosservata agli occhi di Draco che con passo svelto colmò la distanza che li separava per congiungere di nuovo le loro mani. La toccò leggermente per farla destare dalla paura che l’aveva bloccata. Niente poteva sembrare più reale di quelle mani che stringevano le sue, di quegl’occhi che toccavano la sua anima.
- Pensavi che fossi un fantasma? - chiese con la sua inconfondibile voce.
Rimase ferma, immobile, senza rispondere…quante volte in quell’anno aveva sperato di risentire la sua voce?
- Starò qui per poco, ho pensato di venirti a salutare.. ma forse ho sbagliato.
Staccò le sue mani da quelle di lei, forse pronto ad andarsene pensando che lei l’avesse dimenticato, pronto anche lui a sua volta a dimenticarla se fosse stato necessario
- Dove sei stato tutto questo tempo?
- Mi sono nascosto fino a quando non sono entrato a far parte dell’Ordine, per un periodo sono stato in missione per conto loro.
Non poteva crederci, alla fine aveva deciso di schierarsi da una parte, lui che da sempre cercava di ottenere da ogni situazione il suo tornaconto ora rischiava la sua vita per salvare quella di altri. Era cambiato e si poteva capire benissimo, non solo fisicamente ma anche dentro… era maturato, aveva purtroppo dovuto fare i conti con la vita che delle volte è la più accanito dei nemici.
- Perché?
Voleva capire, voleva sapere cosa l’aveva portato a prendere quella decisione, ciò che l’aveva portato a rischiare così tanto
- Proprio tu me lo chiedi? Non era forse una tua idea farmi fare la parte del buono? – chiese
accennando un sorriso.
- Si mia, ma non tua… il tuo piano era la fuga fino a tempi migliori….
Lui aveva avuto la scelta che a lei era stata tolta
- Ho deciso che era giusto lottare per far si che tempi migliori arrivino, era giusto lottare contro coloro che mi hanno rovinato la vita, era giusto lottare per noi …per non perdere la speranza.
- Abbiamo ancora una speranza?
- Non ci sarebbe solo se non fossimo entrambi qui dopo tutto questo tempo e dopo tutto quello che è accaduto.
Rimasero occhii negli occhi cercando di individuare nell’altro ogni pensiero anche se risultava difficile.
- Che farai ora? - gli domandò lei tremante
- Ho una missione, non so quanto tempo starò via … spero solo che tutto questo servirà a qualcosa.
- Forse un giorno rideremo pensando a tutto questo ….. – rispose lei cercando di sorridere
Sembrava tutto così innaturale, una strana pace si era creata in quel luogo ricco di magia, era come se il mondo fosse stato escluso da quel piccolo angolo di paradiso.
- Mi verrai a cercare quando tornerai?
- Io ti verrò sempre a cercare, sempre, finchè tu vorrai.
Per lei fu rassicurante sapere che nonostante tutto quello che sarebbe successo lui ci sarebbe sempre stato. Nonostante la paura della guerra che imperversava, la paura per un futuro ancora non scritto in quel momento aveva un motivo in più per andare avanti, per sperare, per svegliarsi la mattina e sorridere al giorno.
- Io ti vorrò sempre, altrimenti non sarei qui.
Non vi erano parlo più vere, si sarebbero sempre appartenuti, si sarebbero sempre cercati, avrebbero lottato contro coloro che si fossero opposti. In una vita prestabilita da altri insieme sarebbero riusciti a far sentire la loro voce e probabilmente avrebbero segnato la differenza tra vittoria e sconfitta, chi l’avrebbe mai potuto dire in quel momento. Rimasero a fissarsi, come non accadeva da tempo… era ormai il tramonto, era la fine di un giorno ma l’alba di un’intera vita insieme che aveva inizio nel dolore della separazione e nella malinconia di cioè che era stato. Le loro labbra si rincontrarono per poi separarsi, come unico testimone di quell’incontro il sole al tramonto con i suoi ultimi raggi che incorniciavano i volti dei due giovani, raggi di speranza per un futuro migliore, insieme, uniti per sempre sotto quel cielo mentre tutt’intorno risuonava una melodia che portava il cuore a credere in quel domani che sembrava tanto lontano e difficile da raggiungere. Il resto era ancora tutto da scrivere….

I am unwritten, can't read my mind, I'm undefined
I'm just beginning, the pen's in my hand, ending unplanned
Staring at the blank page before you
Open up the dirty window
Let the sun illuminate the words that you could not find
Reaching for something in the distance
So close you can almost taste it
Release your innovations
Feel the rain on your skin
No one else can feel it for you
Only you can let it in
No one else, no one else
Can speak the words on your lips
Drench yourself in words unspoken
Live your life with arms wide open
Today is where your book begins
The rest is still unwritten

Non sono scritta, non posso leggere la mia mente, sono indefinite
Sto appena iniziando, la penna è nella mia mano, la fine non è pianificata
Stavo fissando la pagina bianca prima che tu
Aprissi la finestra sporca
Per lasciare che il sole illuminasse le parole che non riuscivi a trovare
Cercando qualcosa distante
Così vicino che potresti quasi toccarlo
Dai voce alle tue innovazioni
Senti la pioggia sul tuo viso
Nessuno può sentirlo per te
Solo tu puoi far si che ciò accada
Nessun’altro, nessun’altro
Può esprimere le parole che escono dalle tue labbra
Puoi infangarti nelle parole che non hai detto
Vivi la tua vita a braccia aperte
Oggi è dove inizia il tuo libro
Il resto è ancora non scritto.

(Unwritten – Natasha Bedingfield)
 
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