The Girl Who Fell In Love With The Sky, 23/07/07 Draco/Hermione

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MorganAyres
icon12  view post Posted on 1/12/2007, 18:56




Premetto dicendo che non sono soddisfatta di questo lavoro. Ho avuto troppo da fare in questo periodo per applicarmi come avrei voluto, quindi non posso far altro che dire, la prossima volta farò meglio!

Libro: Harry Potter
Titolo: The Girl Who Felt In Love With The Sky
Coppia: Draco/Hermione
Genere: Romantico; Song Fiction; Malinconico.
Rating: Verde.
Tipologia: One Shot
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K Rowling e della Warner Bros. che ne detengono tutti i diritti; questa storia è stata quindi scritta senza alcuno scopo di lucro.
Avvertimenti: OOC.
Introduzione: Cielo e terra non possono incontrarsi o sarebbe la fine di qualsiasi altra forma di vita.


The Girl Who Felt In Love With The Sky

E il suo cuore è freddo.
Come le sue mani dal candore marmoreo, lui è freddo e bianco.
Passeggiava semplicemente per mettersi in mostra, con la presunzione e la sicurezza di un Dio tra i corridoi della sua scuola, compiaciuto di quanta gente intorno a lui fosse disposto ad odiarlo ed adorarlo ma impossibilitato all’indifferenza, tronfio di sé e dei suoi natali.
Purosangue, si definiva, purosangue figlio di altri purosangue, primogenito e unico discendente di maghi potentissimi, esimi conoscitori dell’Arte della Magia come pochi lo erano stati prima di loro.
Da loro aveva ereditato il nome, i connotati eterei e una faccia tosta senza eguali.
Appesi al collo, attaccati da mani abili alla sua divisa, i colori degli Slytherin dei quali lui rappresenta così bene la categoria.
Intelligente ma spietato, acuto ed insensibile a qualunque fascino non fosse il suo.
Occhi azzurri, capelli biondi e lineamenti eterei.
Il suo nome è Draco Malfoy e il suo cuore è freddo come il ghiaccio.

I’m not fine, I’m in pain
It’s harder everyday

Maroon 5, Better That We Break

Se non vi siete mai innamorati del cielo forse vi risulterà difficile capire le mie parole.
Se mai, nella vostra vita, avete conosciuto Draco Malfoy, già la consapevolezza potrebbe essere più facile da raggiungere.
Perché del cielo?
Perché è irraggiungibile e non riuscirete mai a farlo completamente vostro, nemmeno con le magie più forti a nostra disposizione.
Non vale nemmeno la pena provarci e lo sapete perfettamente.
Che cosa assurda. Non c’è modo di amare una cosa che nemmeno si riesce a toccare.
Che cosa pazzesca.
Eppure molti sognatori si innamorano di cose che apparentemente non hanno alcun motivo per essere altro che semplici oggetti di stima o di piacere.
C’è chi ama il sole. Ne gode i raggi e si culla nel dolce tepore del suo abbraccio, ma sa che è bene non abusare di quel contatto o ben presto ci si scotterà.
C’è anche chi ama il mare. Immenso, cristallino, giusta dimora di forme di vita sorprendenti. Ci si può tuffare nel mare, ci si può specchiare. E’ un tipo di amore che a volte invidio in maniera dolorosa e gratuita.
E poi ci sono io.
La ragazza innamorata del cielo.
Innamorata di Draco Malfoy.
Non saprei dire come la cosa abbia potuto iniziare per me.
La sua arroganza, la sua cupidigia di potere e notorietà mi nauseavano ed erano motivo giornaliero di scontri feroci, che sfociavano sempre in diverbi dalle tonalità accese e sfumature che più di una volta erano andate sul violento, e a volte sì, anche sul volgare.
Ne uscivamo ogni volta feriti ma ben attenti a tamponare e nascondere il sangue dietro a sguardi altezzosi in modo che non potessimo realizzare l’entità dei danni inferti, consapevoli solo di quelli subiti. Ero orgogliosa di me stessa, del mio talento nel dissimulare, consapevole però del fatto che prima o poi avrei dovuto trovare un modo per farmi passare quell’insana passione.
Conscia che il cielo non sarebbe mai entrato nel mio abbraccio di sua spontanea volontà.
Harry e Ron, che sebbene passassero la quasi totalità del loro tempo in mia compagnia, non avevano mai sospettato nulla e mai, sapevo, l’avrebbero fatto.
La sola idea che la loro migliore amica potesse essersi innamorata di quel razzista bastardo per la quale non era altro che una sudicia Mezzosangue era non solo ridicola, ma del tutto irrealizzabile.
Come se si dovesse trovare meraviglioso e intonso da qualsiasi difetto l’animo dell’altro per avere il diritto di innamorarsi perdutamente di lui.
A volte non riusciamo a vedere quanto siamo simili al nostro peggior nemico e lo odiamo solo perché costituisce, di fatto, la prova vivente che non siamo perfetti.
Che qualcosa in noi non è così degna di essere ammirata e idolatrata come vorremmo.
E Draco Malfoy era questo: uno specchio nel cui riflesso non avrei mai voluto immedesimarmi.
Una me bionda, sfacciata, dalla cui lingua tagliente pendevano inetti adulatori e il sorrisetto beffardo.
Capace di maneggiare sufficientemente bene un manico di scopa da essere ammirata.
Tanto incline all’odio da non accettare di essere seconda a nessuno.
Ma alcune differenze ci sono e le avrei sperimentate tristemente troppo presto.

It's gonna take a long time to love
It's gonna take a lot to hold on
It's gonna be a long way to happy, yeah

Pink, Long Way To Happy

E’ un lunedì pomeriggio ozioso, in cui nessuno ha ancora trovato la voglia di trascinarsi in biblioteca e svolgere da bravi studenti i propri compiti. La quiete tra i libri polverosi e il leggero russare di Madama Pince non sono mai stati più rilassanti.
Sorseggiando acqua da una bottiglietta di plastica mi concedo una piccola pausa da Pozioni, meditando sulla maniera migliore con la quale proseguire il mio tema sulle valide alternative che costituiva la pelle di Aquilognolo nei filtri curativi (la cui lunghezza avrebbe dovuto coprire i quarantotto centimetri di pergamena, margini esclusi).
Non so bene come continuare e l’indecisione mi lascia pensierosa per qualche minuto in cui perdo completamente la concezione del tempo e dello spazio.
Distrattamente butto giù un altro piccolo sorso e l’acqua mi và di traverso. Tossisco, una, due volte, finché non riesco a riprendermi e a contenere l’eccesso.
«No, continua pure come se non ci fossi.» Dice una voce, la sua voce, tentando di soffocare una risata. «Vederti prossima alla morte non è un’esperienza spiacevole come credi.»
«Me ne ricorderò la prossima volta che mi sarà indispensabile sollazzarti, Malfoy, anche se, detto tra di noi, preferirei impiegare diversamente il mio tempo.»
La mia voce è gelida e le mie parole gli arrivano all’orecchio precise e brutali come piccole frecce.
Alza lo sguardo fino ad incrociare il mio.
Zaffiri la cui purezza avrebbe spinto alla perdizione il più accorto dei saggi pur di poter vantarsi di averli posseduti anche solo per un momento, tentazione quasi irresistibile a cui non avrei esitato a cedere se avessi visto solo anche il più flebile accenno di desiderio.
«Non è mia intenzione divertirmi con te, preferisco lasciare desideri di questo livello a chi non può aspirare a qualcosa di meglio.»
Ma il gesto frettoloso con cui sfugge al contatto visivo a cui suo malgrado l’avevo sottoposto, tradisce una certa ansia.
Come un bambino che nega di aver rubato la marmellata, ma le cui dita sono ancora appiccicose e zuccherate, volge lo sguardo a terra.
Assurdo.
Malfoy non ha nulla da spartire con me.
Lui è il cielo.
Sebbene mi impegni a trovare motivazioni che suonino convincenti e le accetti senza il minimo sforzo, il battito del cuore non accenna a tornare regolare.
Non è da lui mostrarsi senza le dovute precauzioni. Come non è da lui stare seduto ad un tavolo a parlare civilmente con me.
Con la Mezzosangue.
L’amica di Potter e Lenticchia.
L’antitesi, la più ambita delle prede. Perché nella lotta per la sopravvivenza, vince soprattutto chi, da leone, riesce a farsi amico l’agnello.
Senza volerlo, rabbrividisco.
«Che cosa vuoi, Malfoy?» Lo apostrofo mostrandomi ben poco aperta a qualsiasi tipo di dialogo. Come a motivare la mia decisione, agguanto inchiostro e piuma e inizio a scrivere le prime cose che mi vengono in mente. Non importa che cosa verrà fuori, la cosa che voglio che lui veda è una ragazza impegnata e concentrata sul suo compito, così assorta nella scrittura di uno stupido tema di Pozioni da ignorare totalmente la sua esistenza.
Che segue alla perfezione il detto: prima il dovere, dopo il piacere, qualsiasi cosa esso sia.
«Finiscila, Granger.»
E io la finisco. Alzo la testa dal foglio e la sua mano bianca mi accarezza goffamente il viso.
E’ fredda e liscia come seta, il contatto fa arrossire le mie guance solitamente così pallide.
Rimango interdetta, senza alcuna idea su come poterlo
(ringraziare)
insultare.

Cruel to be kind, in the right measure
Cruel to be kind, it's a very good sign
Cruel to be kind, means that I love you

Letters To Cleo, Cruel To Be Kind

«Non mi sembra il caso di…»
La frase rimane sospesa a metà quando il suo indice mi accarezza il labbro inferiore. Vorrei poter dire che non sto rabbrividendo e che gli occhi non mi hanno tradita assumendo un’espressione tra il dolce e il remissivo, ma mai come adesso mi rendo conto di quanto la mia carne e i miei sensi siano deboli nel rifiutare un gesto del genere.
Così lo guardo, gustando sulla pelle la fermezza di quelle mani alle quali potrei permettere qualsiasi cosa, senza reagire.
«Volevi dire qualcosa, Granger?» Mi stuzzica senza riuscire a nascondere un sorriso. Ritrae la mano, senza smettere di fissarmi. «Ti ascolto.»
E io non so che dire. Non sono riuscita a respingerlo e ciò non può avere alcuna giustificazione, nessuna che possa ferire qualcuno che non sia me stessa.
Perchè so bene che non c’è alcun modo in cui potrei cavarmela indenne. La lama non è ancora penetrata ben bene nella carne, ma se si esercitasse anche solo un minimo di pressione in più toccherebbe più di un organo vitale e la prospettiva di perdere quel poco di vantaggio accumulato dal giorno del nostro primo scontro è insopportabile.
Eppure…
Sarebbe molto più facile estrarre la bacchetta e obliviarlo, relegando questa faccenda e le sue possibili conseguenze nel dimenticatoio per il resto dei nostri giorni.
Ma non è questione di vincere o perdere adesso.
In una guerra non ci sono né vincitori né vinti e nel mio caso, nel nostro caso, forse solo rinunciando al nostro orgoglio potremmo davvero guadagnare qualcosa.
«Allora?»
Deglutisco il meno rumorosamente possibile e con quel poco di razionale che c’è ancora in me cucio e indosso di tutta fretta l’espressione più vicina all’indisposto che riesco a fabbricare. Mi scosto i capelli dal viso, ricci castani gelosi della perfezione di quelli biondi di lui, e socchiudo gli occhi.
«Non so a che gioco tu stia giocando ma io mi fermerei prima di farmi male.»
Un rivolo di vento proveniente da chissà dove accompagna le mie parole. Gelido e tagliente, sembra avere la presunzione di voler penetrare in ogni fessura, fino ad arrivare alle ossa e nell’anima.
Lui non risponde, si alza e a passo lento e strascicato si porta di fianco a me. Il mantello di seta nero, liscio e lucente, accompagna i suoi passi come un fedele compagno, accarezzando la sua figura longilinea.
«Non so giocando.»
Il tono della sua voce è cauto, ma avverto una leggera sfumatura di dispiacere.
Io nel frattempo mi sono alzata e con la mano destra dietro la schiena mi tengo pronta a prendere la bacchetta. Assurda precauzione. So che non mi farà alcun male. Lo leggo nei suoi movimenti.
«Che cosa vuoi allora?»
E lui, Draco, il mio rivale, Malfoy, o qualunque sia il modo giusto di chiamarlo in questo momento, mi prende la mano libera e chinandosi leggermente, senza distogliere lo sguardo da me un solo istante, la sfiora con le labbra.
Riconosco la sua mano sulla mia come se non ci fosse stato momento in vita nostra in cui fossero state divise. Con la famigliarità che ho con il viso dei miei genitori. La dolcezza del più caro degli amici.
«Ti voglio spiegare perché non possiamo stare insieme.»

Let me apologize to begin with
Let me apologize for what I'm about to say
But trying to be someone else was harder than it seemed
But somehow I got caught up in between
Linkin Park, In Between

Involontariamente abbasso lo sguardo e senza avere il coraggio di realizzarlo, appoggio la testa sul suo petto, combattendo le lacrime che so giungeranno a breve.
Aspettavo questo momento.
O forse aspettavo che non arrivasse mai.
Non appena il mio corpo si abbandona contro il suo, le sue braccia mi ghermiscono nel calore della sua stretta, nella danza frenetica della seta scossa dal vento leggerissimo della biblioteca, da quegli spifferi immondi che più di una volta mi hanno colta durante le infinite ore di studio solitario.
Il battito del suo cuore accompagna il mio respiro.
E’ così che dovrebbe essere.
Ma è così che non sarà mai.
«Ormai è più doloroso di giorno in giorno e non ho più potuto ignorarlo.»
L’odore dei suoi vestiti, la delicatezza dei suoi gesti…
Mi accarezza i capelli, giocando con i ricci disordinati.
«E quindi voglio spiegartelo. Voglio spiegarti che non è colpa tua se…»
Si interrompe, cercando le parole più adatte a spezzarmi il cuore. A sbriciolarlo, a ridurlo sabbia, cenere e pazzia.
Ora dal cielo sta piovendo e sono gocce salate di dolore e rimpianto.
«E’ vero, sei una Mezzosangue, ma anche se i tuoi natali mi sono nemici non è la tua figura ad essermi ostile. Offese del genere non scivolano via facilmente, ma non è di questo che mi sto scusando.»
Magari fosse stato quello.
«Non posso amare nessuno e non voglio che nessuno lo faccia al posto mio.»
Vorrei poter dire che non ha senso, vorrei contestare le sue parole e zittirlo con un bacio, ma so che quel ricordo tra qualche ora brucerà più dell’inferno in cui mi sta lentamente costruendo l’entrata, ma non posso e lo sappiamo entrambi.
Abbiamo avuto così tanto tempo per maturare quei sentimenti che ormai cercare di negarli l’uno all’altro o di sminuirli non avrebbe alcun significato.
Così lo lascio continuare, le mani affondate nella sua schiena e gli occhi socchiusi in una pallida protesta.
«Potrei stare con te, provare a darti ciò di cui abbiamo entrambi bisogno, ma starei fingendo. Paradossalmente sei l’unica persona con la quale non starei adesso. Perché sei l’unica che non voglio far soffrire. Delle altre non mi interessa, loro non sono te e non proverei alcun rimorso nel trattarle male.»
«Capisco.» Biascico io allontanandomi da lui.
E sorrido.
Draco mi squadra, sembra che non abbia capito bene.
«Davvero?»
Annuisco. «Davvero.»
Perché lo sentivo.
Nella sua voce e nei suoi silenzi, nelle pause di quel breve discorso, leggevo i suoi pensieri e piangevo il suo dolore.
L’impossibilità di amare. La freddezza siderale del suo cuore.
Il cuore che non sarebbe mai stato mio perché non sarebbe mai stato donato a nessuna.
E non vi è un perché, non vi è una soluzione, c’è solo il vuoto nelle cui profondità risiede scomodo quel minuscolo e luccicante frammento di qualcosa che ancora non è amore e che ha pochissime possibilità di sbocciare come tale ma che porta indiscutibilmente il mio nome.
Se so tutto questo è perché anche io un tempo ero così.
Ma non glielo dico.
«Io…» Cerca di riprendere il discorso da dove l’aveva interrotto, ma non gliene do possibilità.
«Non ce n’è bisogno.»
Un lungo silenzio.
I miei occhi si specchiano nei suoi, profondi e di un azzurro intenso, testimoni del dolore che so mi si legge sulla faccia.
«Se ci dovessero essere cambiamenti…»
Urlava, disperato. Ogni fibra del suo essere era tesa verso di me e gridava all’unisono: ti prego, non rinunciare. Se sei Tu, allora non cercare di dimenticarmi.
Lo rassicuro stringendolo ancora più forte a me, prima di lasciarlo andare. E’ un arrivederci, non un addio.
O meglio, sarebbe un arrivederci se uno di noi due avesse il coraggio di sperare in un cambiamento.
In realtà sappiamo entrambi che non ci sono ripensamenti all’orizzonte.
Siamo troppo testardi e innamorati delle nostre stesse verità, vanitosi fino alla pazzia dei nostri difetti e delle nostre poche virtù.
«Spero che sarò la prima a saperlo.»
Ci separiamo.
«A presto, Granger.»
«A presto, Malfoy.»
E mentre abbandona con passo greve la Biblioteca, complice dei nostri peccaminosi desideri di felicità, capisco quello che mi sfuggiva fin dall’inizio della storia.
Prima di Draco, prima dell’innamoramento.
Capisco che se cielo e terra s’incontrassero sarebbe la fine di qualsiasi altra forma di vita.
E’ meglio lasciare ai due poli negativi la loro distanza perché se la natura decidesse di farli incontrare, un giorno potrei raccontar una storia del tutto diversa, con un lieto fine magari.
Il mio lieto fine di oggi è sapere che il cielo è innamorato di me.
E questo mi basta.

Edited by MorganAyres - 2/12/2007, 11:15
 
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ikumi
view post Posted on 1/12/2007, 22:08




Dovresti inserire i Disclaimer come da regolamento. Li trovi nella tabella da seguire per l'introduzione di Fan Fictions in questa sezione.
 
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MorganAyres
view post Posted on 2/12/2007, 11:09




Aggiustato, grazie di avermelo ricordato! ^_^
 
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AnneLiz
view post Posted on 6/12/2007, 23:10




Ciao Morgan Ayres, scusa l'intromissione: ammetto di non aver letto la tua storia (il pairing Draco/Hermione non mi attizza, e di conseguenza non sono solita leggere le storie che affrontano questa ship), però leggendo in varie sezioni ho trovato sempre lo stesso errore. Mi piace molto il tuo titolo, però il verbo da utilizzare dovrebbe essere FELL e non "Felt". Suggerisco anche alle Mods di modificarlo nelle varie sezioni (per quel che ricordo, nella sezione "Best writers di Dicembre" e in quella dei "Risultati"...).
 
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$hopaholic
view post Posted on 7/12/2007, 13:22




CITAZIONE
Ciao Morgan Ayres, scusa l'intromissione: ammetto di non aver letto la tua storia (il pairing Draco/Hermione non mi attizza, e di conseguenza non sono solita leggere le storie che affrontano questa ship), però leggendo in varie sezioni ho trovato sempre lo stesso errore. Mi piace molto il tuo titolo, però il verbo da utilizzare dovrebbe essere FELL e non "Felt". Suggerisco anche alle Mods di modificarlo nelle varie sezioni (per quel che ricordo, nella sezione "Best writers di Dicembre" e in quella dei "Risultati"...).

Ehm... una che ha 9 in inglese dalla prima chiede umilmente perdono... ^////^ Nemmeno io me ne ero accorta! Ora modifico il titolo.
 
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MorganAyres
view post Posted on 8/12/2007, 17:47




Doh, che danno, e pensare che in inglese vado anche bene! Grazie della correzione, comunque!
 
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5 replies since 1/12/2007, 18:56   113 views
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