Where before there was the darkness, now there is your shining, [15/11/07] HP - Pairings & Charms

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dhesiamalfoy
view post Posted on 4/1/2008, 22:02




Fandom: Harry Potter
Titolo: Where before there was the darkness, now there is your shining
Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Lucius e Narcissa Malfoy
Rating: Verde.
Genere: Malinconico, Introspettivo.
Avvertimenti: What if? AU, OOC.
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà della Rowling che ne detiene tutti i diritti; questa storia è stata quindi scritta senza alcuno scopo di lucro.
Tipologia: One-Shot

Introduzione alla Fan Fiction: La guerra infuria e Draco Malfoy, spinto dalla vendetta, chiede asilo all’Ordine in cambio di qualcosa che potrà aiutare Potter a sconfiggere definitivamente Lord Voldermort.


Where before there was the darkness, now there is your shining





Avanzava a fatica, mentre il gelo penetrava nei suoi vestiti bagnati.
Gli unici rumori che giungono alle sue orecchie erano il battito del suo cuore e il rumore dei piedi che affondavano nella neve fresca.
Aveva freddo. Poteva sentire, in maniera quasi palpabile, il gelo che avvolge il suo cuore; un gelo che nessuno in quel momento poteva sciogliere, nemmeno lei, la silenziosa figura che lo fiancheggiava.
I suoi occhi scrutarono l’immensa e maestosa villa che si ergeva sulla collina.
Era diversa da come la ricordava, era sinistra e silenziosa.
Lo stridio del cancello risuonò acuto nella notte e la desolazione che si presentò ai suoi occhi fu straziante.
Il piccolo chiosco di marmo bianco, dove adorava passare il tempo con sua madre respirando il profumo delle rose rosse che lo circondavano, era ridotto ad un rudere e anche il roseto era, oramai, secco.
Stancamente raggiunse il portone. Una delle ante era a terra e la neve era penetrata fino all’interno.
- Lumos!
Una tenue luce si sprigionò dalla sua bacchetta e rischiarò di poco l’ambiente.
Le intemperie avevano danneggiato gravemente l’ingresso. Il tappeto era ormai ridotto ad uno straccio ammuffito, i mobili e il grande lampadario di cristallo erano completamente ricoperti di ghiaccio.
Avanzò ignorando la desolazione che lo circondava e non potè fare a meno di sorridere tristemente quando raggiunse la grande biblioteca.
Quanto tempo aveva trascorso in quella stanza? Una vita intera.
I ricordi della sua infanzia incominciavano lì, seduto sulle ginocchia di suo padre quando, prima di andare a letto, gli leggeva delle storie.
Entrò nella biblioteca e osservò le ombre che l’incantesimo proiettava sugli oggetti a mano a mano che avanzava.
Sinistre ed oscure si allungavano sulle pareti e sul pavimento, assumendo forme inquietanti che richiamarono alla sua mente quella notte. La notte in cui Voldermort punì lui e la sua famiglia per i loro fallimenti, la notte in cui suo padre e sua madre morirono per salvarlo.
La notte in cui lasciò per sempre Malfoy Manor e, guidato dal desiderio della vendetta, mise da parte l’orgoglio chiedendo aiuto a Potter e all’Ordine.
- Lumos! – mentre la voce della ragazza che lo aveva raggiunto risuonò sicura nel silenzio opprimente che aleggiava in quel luogo facendolo trasalire, la luce cancellò quelle ombre oscure e con esse quella rabbia che era tornata ad impossessarsi del suo cuore.
- Dio! È meravigliosa! – sussurrò Hermione osservando, estasiata, l’immensa biblioteca.
- Dai pure un’occhiata in giro, se vuoi! – gli rispose, stancamente, Draco mentre osservava la poltrona in pelle accanto al caminetto.
- Davvero? – chiese lei senza celare il suo stupore.
- Sì! – rispose Draco mentre accarezzava un bracciolo della poltrona di suo padre.
Ad Hermione gli si illuminarono gli occhi mentre avvicinava la bacchetta ai libri sugli scaffali alla sua sinistra.
La luce soffusa del Lumos faceva rilucere i titoli e i fregi in oro e argento sulle costine degli antichi e preziosissimi volumi.
Le si strinse il cuore pensando che quel tesoro di conoscenza che stava osservando era rimasto lì dimenticato dal mondo.
Vi erano volumi che non aveva mai sentito menzionare e altri scritti in arcane lingue sconosciute.
Nel frattempo Draco aveva acceso le candele e, riposta la bacchetta nella tasca dei pantaloni, stava tastando un punto preciso del camino per attivare il congegno di apertura del passaggio per il laboratorio di suo padre.
Un colpo secco riecheggiò nella stanza e alle spalle della poltrona di pelle nera, si aprì un passaggio nella parete.
- Vieni, Mezzosangue. – disse mentre estraeva nuovamente la bacchetta dalla tasca.
Hermione si affrettò a raggiungerlo.
Lo stretto corridoio era invaso dalle ragnatele, con un gesto stizzito Draco le ruppe e, liberato il passaggio, entrò in esso.
- Lumus!
La luce avvolse completamente lo stretto passaggio rivelando ogni più piccola crepa presente sulle pareti.
Spaventati dalla luce improvvisa, le creature che affollavano quel corridoio, fuggirono terrorizzate mentre, Hermione storceva, disgustata, la bocca alla loro vista.
Scesero la stretta scalinata guidati dalla tenue luce che si propagava dalla bacchetta di Malfoy.
Ad ogni passo i ricordi affollavano la mente di Draco e la nostalgia aumentava la stretta sul suo cuore.
Aprì la porta del laboratorio e serrò la mascella rabbiosamente quando, invece di essere investito dai familiari e forti odori del fumo e delle pozioni che ribollivano nei calderoni e dal sorriso di suo padre che lo invitava a raggiungerlo per partecipare ai suoi esperimenti, si trovò davanti un luogo che odorava di muffa e decomposizione.
- Lumos maxima! – ringhiò mentre illuminava a giorno la stanza.
Hermione lo osservò mentre perlustrava, rabbiosamente, la stanza alla ricerca dell’oggetto che l’Ordine aveva ordinato loro di accertarsi che esistesse e in quel caso di recuperare.
La ragazza sospirò mentre Draco frugava rabbiosamente nei cassetti e osservò interessata l’ambiente.
Gli scaffali erano ricolmi di ampolle e barattoli contenenti i più svariati ingredienti. La maggior parte era andata a male e il cattivo odore proveniva da loro.
Non udendo più il rovistare di Draco, la ragazza si voltò e lo trovò fermo davanti ad un basso tavolino dove, avvolti dalla polvere, vi erano, ordinatamente disposti, gli strumenti utili al trattamento degli ingredienti per le pozioni.
Sebbene alcuni fossero corrosi dai rimasugli degli ingredienti che erano rimasti su di essi incrostati, brillavano come se fossero nuovi sotto la luce diretta dell’incantesimo.
Draco toccò un piatto della bilancia d’ottone che, oscillando, generò degli strani giochi di luce sul volto pallido e tirato del ragazzo.
Hermione poteva percepire la sua rabbia silenziosa dai piccoli guizzi dei muscoli della mascella e dalla vena gonfia del collo.
Ormai conosceva bene quell’arrogante Serpeverde, sapeva cogliere ogni più piccola emozione su quel volto imperscrutabile.
- Draco? – sussurrò raggiungendolo.
Il ragazzo si voltò e la guardò negli occhi. Hermione sussultò notando la gamma di emozioni che si stavano alternando in quelle iridi d’argento, non si aspettava che lui mostrasse così apertamente le sue emozioni, proprio a lei.
Il suo volto era pallido alla luce fioca che proveniva dalle bacchette, era stanco, molto stanco ed Hermione non osava dire nulla mentre il ragazzo tornava a perlustrare il laboratorio.
Alla fine trovò quello che stava cercando. Nascosto dietro la scatola che conteneva le pietre Bezoar, c’era un piccolo quaderno rilegato dalla copertina di pelle nera e consumata dall’uso che Draco prese tra le mani con estrema cura.
Mentre esitava ad aprirlo, istintivamente il ragazzo cercò lo sguardo di Hermione.
La ragazza potè leggere l’incertezza in lui e si avvicinò.
- E’ quello che cercavamo? - chiese guardando, incuriosita.
Draco annuì e, dopo essersi seduto alla scrivania, lo aprì.
Hermione si avvicinò a lui e posizionò la bacchetta in modo che la luce del Lumos potesse agevolare la lettura ad entrambi.


Al mio amato figlio Draco


“La conoscenza è il più agile di tutti i moti e la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa e tutto rinnova”

Ho creato questo quaderno affinché sia una guida e un incentivo ad accrescere la tua conoscenza.
Non dimenticare mai che la sete di sapere è per un Malfoy la strada più sicura e nobile per realizzare i sogni guidati dalla propria pura ambizione.



Lucius Abraxas Malfoy




Draco accarezzò riverente la dedica che suo padre aveva scritto sulla prima pagina del quaderno.
Parole che racchiudevano l’essenza di un Malfoy e redatte in una scrittura elegante ed ordinata che rappresentava a pieno il carattere di suo padre.
Hermione poggiò una mano sulla spalla di Draco che sollevò il suo sguardo verso di lei, uno sguardo triste che comunicava tutto il suo dolore per la perdita di suo padre.
Lei gli sorrise, commossa dall’amore che trasparivano da quelle poche parole.
Draco chiuse gli occhi inspirò profondamente e li riaprì. Esitò ancora un attimo su quelle parole e poi voltò pagina.
Pagine e pagine contenenti variazioni a pozioni conosciute e altre completamente inventate dal Malfoy, scorsero sotto i loro occhi attenti.
Draco sfogliava lentamente le pagine leggendole attentamente alla ricerca della Pozione che suo padre gli aveva lasciato come garanzia per avere protezione da parte dell’Ordine e con la quale vendicare lui e sua madre.
- Mancano delle pagine. – sussurrò Hermione senza celare la sua apprensione.
Un ghigno increspò le labbra di Draco che sfogliò velocemente le pagine sino a tornare alla prima.
- Aveva previsto che qualcuno sarebbe venuto a cercare l’Eversio Horcrux, e ha fatto in modo che nessuno, tranne me, avrebbe potuto trovarne la formula. – disse accarezzando con lo sguardo la strana sequenza di disegni e scarabocchi ai margini bassi del retro della copertina.
Draco prese un pezzo di pergamena ed intinse la penna d’oca nel calamaio.
- Questa sequenza di disegni, apparentemente senza senso, è un codice. – disse alla Mezzosangue che, facendogli più luce con l’incantesimo, lo osservava attenta ed interessata mentre lui cominciava a decifrarlo.
- Era un gioco che facevamo per scambiarci messaggi che non volevamo far leggere a mia madre. – continuò mentre il suo sguardo diventava distante, remoto.
- Sai, in occasione del Natale o quando era il giorno del mio compleanno, era solito nascondere i miei regali da qualche parte e disseminava la casa di bigliettini con indizi da decifrare… adoravo fare quella caccia al tesoro! - continuò senza nemmeno rendersi conto che stava confessando alla Mezzosangue cose così private ed intime che nemmeno i suoi amici più stretti conoscevano.
Hermione fu felice e sorpresa per quella strana confessione e stentò ad immaginare Lucius Malfoy come un padre amorevole che adorava giocare con suo figlio. Lo aveva sempre considerato un uomo freddo e spietato, ma dal modo in cui Draco stava raccontando quei piccoli spaccati della sua infanzia e da come il suo sguardo diventava disteso e malinconico, doveva essere stato un ottimo padre.
- Andiamo! – disse alzandosi.
- Sai dov’è nascosta la formula? – chiese, Hermione, seguendolo.
- Sì! E ne rimarrai sorpresa! – le rispose prendendola per mano.
Risalirono la scala e dalla biblioteca tornarono all’ingresso dove risalirono lo scalone che portava ai piani superiori.
Hermione rabbrividì sotto lo sguardo arcigno dei quadri che borbottavano infastiditi quando la luce del Lumos li investiva.
Guidata da Draco percorse il lungo corridoio chiedendosi dove il ragazzo aveva intenzione di portarla.
Voltarono un paio di volte e alla fine il ragazzo si fermò davanti ad una porta.
Tese la mano verso di essa, afferrò la maniglia d’ottone e aprì.
Il cigolio dei cardini risuonò sinistro ed Hermione trattenne un gemito di sorpresa quando l’incantesimo rischiarò le tenebre della stanza.
Era una stanza ricolma di giocattoli abbandonati sugli scaffali e sui bassi e colorati mobili.
- Questa era la mia stanza dei giochi. – sussurrò Draco mentre avanzava verso un orsacchiotto seduto su una piccola sedia di vimini.
Hermione lo raggiunse e trovò strano e tenero il Serpeverde con in mano quell’orsetto di pezza.
Era molto vecchio e consumato ed Hermione si chiese come mai un oggetto così malandato non fosse stato gettato.
- E’ Mister Grumble. Era l’orsetto di mia madre. – sussurrò Draco indovinando i pensieri della ragazza. – e poi è stato il mio. – terminò sorridendo dolcemente.
Draco sciolse il fiocco che adornava il collo dell’orsetto e, riappoggiato il peluche sulla sedia, strappò la doppia cucitura del nastro e ne estrasse un pezzo di pergamena.
Hermione avvicinò la bacchetta alle mani del ragazzo, in modo che avesse più luce, mentre Draco leggeva la pergamena.
- E’ la formula! – disse porgendola ad Hermione.
Hermione prese la pergamena e la mise nella tasca del suo mantello.
Avevano trovato quello che li avrebbe aiutati nella lotta contro Voldermort, l’arma che avrebbe distrutto gli Horcrux contenenti l’anima di quel folle.
- Andiamo. – disse prendendo per mano il ragazzo che stava guardando l’orsetto seduto sulla sedia di vimini.
- Vuoi portarlo con te? – chiese dolcemente la ragazza.
Draco scosse la testa e si voltò a guardarla.
- No, Mezzosangue! – rispose dolcemente. – Questo è il suo regno, è dove deve restare. Un giorno tornerò qui e riporterò questa casa ai suoi antichi splendori e…
- Mister Grumble allieterà i sogni di un’altra generazione di Malfoy. – terminò per lui, Hermione.
Draco inarcò un sopracciglio e ghignò.
- Già! – ripose chinandosi su di lei. – Tanti piccoli Mezzosangue belli come il papà e So-Tutto-Io come la mamma che ci faranno diventare matti! – sussurrò dandole un buffetto sulla guancia.
Hermione sbarrò gli occhi ed arrossì, perdendosi in quegli occhi d’argento che, alla luce del Lumos, sembravano ancora più brillanti.
- C… che cosa? – chiese senza celare il suo stupore. – Mi stai prendendo in giro, Malferret?
Draco scoppiò a ridere mentre la portava fuori dalla stanza.
- Chissà… chissà! – sussurrò divertito mentre la ragazza lo mandava al diavolo.
Non sapeva cosa gli avrebbe riservato il futuro né se sarebbe sopravvissuto a quella guerra; ma, guardando la luce che si propagava dalla sua bacchetta, sentiva che le tenebre che lo aveva sinora avvolto si stavano dissipando.
Il vento freddo lo investì facendolo rabbrividire e, mentre Hermione iniziava a incamminarsi verso il luogo dove Harry e Remus li stavano aspettando, Draco si voltò nuovamente a guardare la sua casa.
Sì! Un giorno sarebbe tornato… ma ora doveva combattere. Doveva farlo per i suoi genitori, che avevano dato la vita per proteggerlo, e doveva farlo per se stesso e, mentre un ghigno carico di anticipazione per la vendetta che avrebbe a poco consumato verso quel folle assassino che si credeva il padrone del mondo gli increspava le labbra, Draco raggiunse Hermione e con lei si incamminò verso il suo destino.


End

Edited by dhesiamalfoy - 5/1/2008, 23:39
 
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