Tanzaku, [07/01/08] Naruto

« Older   Newer »
  Share  
V@le_chan
view post Posted on 6/2/2008, 20:43




Fandom: Naruto
Rating: Verde
Personaggi/Pairing: Team 7
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 1410 parole
Avvertimenti: Original Character, what it..?
Spoiler! dopo il tradimento di Sasuke
Genere: Romantico Triste
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Kishimoto che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Credits: nessuno
Note dell'Autore:Le riporto a fine ff perchè magari potrbbero rovinare la storia.
Introduzione alla Fan's Fiction: Le stelle nella volta celeste splendono felici, il settimo giorno del settimo mese è finalmente giunto.
I bambini innocenti portano fra le mani stelle cadenti, la via lattea oggi non è più d’alcun intralcio.
Maestosi rami di bambù sostengono fieri il peso dei desideri, Orihime e Hikoboshi si sono infine incontrati.

Testo storia:


Le stelle nella volta celeste splendono felici, il settimo giorno del settimo mese è finalmente giunto.
I bambini innocenti portano fra le mani stelle cadenti, la via lattea oggi non è più d’alcun intralcio.
Maestosi rami di bambù sostengono fieri il peso dei desideri, Orihime e Hikoboshi si sono infine incontrati

.


Tanzaku




[ “Ehi, fronte spaziosa! Che fai ancora qui?”
Mi domandò con voce sarcastica Ino, poggiando la mano sul fianco destro.
“Non lo vedi, Ino-pig?! Riordino le garze.”
Le risposi a tono, spostando lo sguardo sul mobiletto contenente i medicinali.
“Si, ma mi chiedevo… perchè non sei a scrivere i tuoi amati tanzaku come sempre?”
Storsi leggermente il naso ai ricordi dei gironi felici della mia infanzia e, con voce che non mi apparteneva, risposi atona.
“Perché non ho nulla da desiderare” ]



Quando ancora frequentavo l’accademia e tutto era più semplice, passavo intere giornate a preparare le strisce di carta sulle quali imprimevo i miei desideri.
Senza rendermene conto gli anni si susseguirono e i miei sogni, scritti sui tanti nastri di tanzaku, avevano sempre un soggetto comune.


“desidero che Sasuke-kun mi noti”
“vorrei che Sasuke-kun s’innamorasse di me.”
“spero di dare il mio primo bacio a Sasuke-kun”
“voglio che Sasuke-kun non mi abbandoni mai.”
“ti prego, fa che torni da me”




Stranamente nessuno di questi si era mai avverato, nonostante seguissi in ogni minimo passo la procedura e pregassi Orihime con tutto il cuore. Nemmeno u n a misera preghiera era stata esaudita.
Ma, a quattro anni di distanza dal tradimento del nukenin di classe s Sasuke Uchiha, avevo finalmente capito che i sogni non esistevano e che l’unica cosa importante nella vita erano le a m b i z i o n i .
Strano, vero?
Avevo iniziato a ragionare come lui…


[ “Sakura-chaaan, questa sera passo a penderti alla 7?”
La voce squillante di Naruto, inconsapevole che all’interno degli ospedali vigeva la regola del silenzio, annunciò il suo ingresso nel mio piccolo studio.
“Mi spiace Naruto, lavorerò fino a tardi.”
Risposi osservandola cartella medica di un paziente con problemi cardiaci.
“Cooosa? Non vieni a festeggiare il Tanabata insieme a me, mangiando una scodella fumante di ramen?” Mi domandò con occhioni da cucciolo bastonato, mentre il labbro inferiore più pronunciato verso l’esterno trema vistosamente.
“Non vedo cosa ci sia da festeggiare e, poi, posso venire all’Ichiraku ramen con te anche un altro giorno.”
Gli risposi in un sospiro, alzando il capo ad incontrare le due pozze d’azzurro cielo che erano i suoi occhi.
“Anzi, ti prometto che domani -se lo desideri- facciamo un giro insieme al quartiere dei divertimenti.”
Gli proposi sorridendo eccessivamente, di un riso ormai non più luminoso come un tempo. ]



Sapevo perfettamente di aver appena dato una delusione immensa a Naruto. Costringerlo a festeggiare solo il suo ennesimo Tanabata era perfido, ma il mio cuore non se la sentiva davvero di celebrare il giorno in cui tutti i suoi desideri erano stati infranti. Sasuke-kun abbandonò il villaggio della foglia esattamente alle ore 00:15 del 07/ 07 di quattro anni fa.
Che coincidenza dolorosa… vero?


[ “Sakura, se vuoi puoi prenderti la serata libera. Oggi il lavoro non sarà molto, possiamo fare a meno del tuo aiuto.”
M’informò l’ Hokage versandosi l’ennesimo bicchiere di sakè, mentre con la sinistra osservava un documento che dal timbro inciso sopra sembrava provenisse da Suna.
“La ringrazio Tsunade-sama, ma preferisco continuare il mio turno”
Le risposi educatamente con un inchino. Nonostante tutti stessero cercando di costringermi a presenziare quelle stupida festa io non demordevo.
“Ragazzina cocciuta…”
Quell’ultima frase era stata solo un sussurro lieve ma, nonostante il caos dell’ufficio di Tsunade-hime, ero riuscita a coglierla perfettamente...]



Se aveva deciso d’intervenire anche colei che in questi anni era divenuta mia maestra vita, insegnandomi ad essere più forte sia fisicamente che spiritualmente, allora il dolore che nascondevo dentro al mio cuore doveva aver superato il muro dietro a cui l’avevo rilegato per nasconderlo al mondo. Passò qualche ora da quell’incontro quando passeggiando per i corridoi di un ospedale ormai deserto mi sentì improvvisamente stanca e vuota.
Senza rendermene conto, con un sospiro flebile mi diressi sulla terrazza.
La stessa terrazza su cui anni prima avevo assistito allo scontro tra i miei compagni di Team. Un gruppo orami sciolto -inesistente .
Superando le lenzuola che lentamente si asciugavano a quella brezza estiva mi avvicinai al parapetto e appoggiandoci sopra i gomiti alzai il capo ad ammirare il cielo.
Incredibile, dopo tutto quello che avevo fatto per evitare la volta celeste, ero proprio lì ad ammirare quegli astri eterni.
Le più luminose- neanche a dirlo- erano i due innamorati.

Un voce dolce e musicale di donna iniziò a raccontare nella mia mente la triste vicenda di cui ormai conoscevo a memoria ogni parola.



Un tempo sulla terra esisteva un fiume che divideva il regno dei ningen da quello dei kami. In quest’ultimo viveva una splendida principessa, di nome Orihime, che oltre ad essere bellissima era ineguagliabile nell’arte della tessitura. Dall’altra parte del fiume viveva invece un giovane mandriano, Hikoboshi, che trascorreva le sue giornate portando al pascolo le sue mucche, e fu proprio facendo ciò che un giorno il ragazzo non si accorse di aver attraversato il fiume e di essere entrato nel regno degli Dei…
Quel giorno, tuttavia, accadde qualcosa che cambiò totalmente la vita del giovane Hikoboshi. Continuando a camminare, infatti, il ragazzo s’imbatté nella principessa Orihime e, rimasto folgorato dalla sua bellezza, se ne innamorò perdutamente. Nemmeno la fanciulla però rimase indifferente alla vista del giovane mandriano, difatti dopo poco tempo i due decisero di coronare il proprio sogno d’amore e di sposarsi.
Da quel giorno i due ragazzi trascorsero insieme tempi felici, pensando unicamente al loro amore e trascurando ogni altra cosa.
Ma presto nel regno degli Dei qualcuno si accorse dell’assenza della principessa e, dopo aver scoperto che quest’ultima aveva osato a tal punto da sposare un mortale, non esitò a costringere Orihime a tornare nel suo mondo natale e ad impedirle per sempre di rivedere il suo amato Hikoboshi. Per evitare che i due potessero incontrarsi, infatti, il fiume venne espanso a dismisura e innalzato in cielo, laddove nessuno avrebbe potuto attraversarlo.
Il povero Hikoboshi fece di tutto per cercare di rivedere la sua principessa, finchè un giorno, dal mondo degli Dei qualcuno, impietosito dalle sue interminabili lacrime, decise di permettere ai due innamorati di incontrarsi soltanto un giorno all’anno, il settimo giorno del settimo mese. Da allora Orihime e Hikoboshi non fanno altro che attendere, ogni anno, l’arrivo di Tanabata, dell’unico giorno in cui possono riabbracciarsi e rinnovare il proprio amore.




Dai i miei occhi spuntarono stille salate che presero a scorrere lentamente lungo le guance arrossate, mentre le ultime parole del racconto si estinguevano in un eco lontano. Senza rendermene conto avevo rievocato alla mente la storia che mia madre soleva raccontarmi quando ero ancora bambina.
L’ennesimo sospiro sfuggi lesto dalle mie labbra tremanti.
Alzai lentamente la destra ad asciugarmi gli occhi quando un piccolo rumore arrivò nitido al mio udito.
Sospettando che si trattasse di Naruto, mi voltai velocemente con l’intento di sgridarlo e assestargli un poderoso pugno sulla sua testaccia quadrata, ma quello che vidi mi gelò il sangue nelle vene e le lacrime presero a scorrermi nuovamente sul mio volto ora pallido.

“ Dovresti essere a festeggiare il Tanabata ora, Sakura.”

Incredibilmente Sasuke-kun era lì davanti a me, immerso nella notte come solo lui era in grado di fare, scrutandomi con i suoi occhi profondi e assurdamente malinconici.
Il cuore che solo qualche attimo prima aveva cessato di battere si catapultò in una corsa sfrenata all’interno del mio petto scontrandosi prepotente contro la cassa toracica che stoicamente lo proteggeva.
“Sei qui per…” biascicai con quel poco di fiato che era rimato nella mia gola arida, muovendo lentamente la bocca improvvisamente pesante. Non terminai la frase… nonostante volessi chiedergli se era lì per me…. Non ci riuscii, ma lui parve capire ugualmente e, con un breve cenno del capo, acconsentì alla mia muta domanda.






Qualche ora prima una mano abbronzata aveva inciso frettolosa con grafia disordinata e infantile poche parole su di un tanzaku appendendolo, non senza qualche problema, ad un ostinato ramo di bambù. L’autore del desiderio, con un sorriso luminoso come il sole, battè infine due volte le mani e facendo tintinnare leggermente le campanelle, si allontanò fra la folla scesa in strada per festeggiare.
Il tanzaku recitava poche e sentite parole:

“ Spero che quel temee torni da Sakura-chan”





Note dell'autore
Questa piccola ff contiene una leggenda giapponese molto diffusa: quella di Tanabata che ricade per l’appunto ogni sette luglio. In giappone si è soliti scrivere dei desideri su dei foglietti di carta che verranno appesi a rami di bambù proprio come accade nella storia.

Aggiungo inoltre un piccolo vocabolario per dei termini giapponesi presenti:

Ningen Umani
kami dei
Temee sarebbe il modo usato da naruto per chiamare sasuek che avrebbe il significata di bastardo ^^" ma può valere anceh come un "tu" piuttosto offensivo >_>
hime principessa, è affiancato a Tsunade perchè nel manga viene definità così per la sua bravura
Sama è un suffisso onorifico che indica notevole rispetto.
Tanzaku sono definite così le strisce verticali di carta usate per il tanabata.
Chan suffisso vezzeggiativo, che si usa per i bambini, o quando si ha tanta confidenza

Credo di aver finito spero vi sia paciuta.


 
Top
0 replies since 6/2/2008, 20:43   85 views
  Share