Sulla soglia della morte, [27/09/09] Trio Fantasy

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ragazza_innamorata
view post Posted on 18/2/2008, 23:59




Fandom: Le Cronache del Mondo Emerso
Rating: Verde
Personaggi/Pairing: Nihal, Sennar, Nihal/Sennar, presenza di quasi tutti i personaggi
Tipologia: Long Fiction
Lunghezza: due capitoli esclusi Introduzione e Conclusione
Avvertimenti: "What if...?"
Genere: Generale, Romantico, Fantasy
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Licia Troisi, che ne detiene/detengono tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in “Le cronache del Mondo Emerso” appartengono solo a me.
Introduzione alla Fan's Fiction: Gli avvenimenti successivi alla morte di Nihal alla fine del Terzo libro della Trilogia. Quello che è successo prima del suo risveglio.

INTRODUZIONE

Nihal aveva paura di morire, proprio ora che aveva imparato a vivere, ma quello era il suo destino. Recitò l'incantesimo del Volare e mentre si lasciava trasportare dalla forza della magia, mentre sentiva la vita fuggire, le ali nere che aveva sulla schiena si spiegarono al vento

Primo Capitolo: La scelta

Il vento le frustava il viso, facendole lacrimare gli occhi e scompigliandole i capelli, non più tenuti al loro posto dall'elmo. Si sentiva leggera, libera, una sensazione molto diversa da quella del volo sulle spalle di Oarf. Adesso era come se ogni singola fibra del suo essere fosse stata fatta di aria, un'aria pura e frizzante, leggera, quasi come la luce del sole.
Le sue ali, le ali di drago che si era fatta tatuare per la nomina a cavaliere, che a Sennar non erano piaciute quel giorno del bagno nella Terra del Fuoco, adesso battevano ritmicamente fendendo l'aria, trasportando la piccola mezzelfa attraverso la nebbia e le stelle, per mondi sconosciuti e terre mai viste.
Nihal sorvolò il mare, scivolando sopra la distesa d'acqua, sfiorandone la superficie gelida con la punta dei piedi.
E poi ancora su, verso il cielo, verso quell'azzurro incredibilmente limpido, giocando con le nuvole, fino a raggiungere il sole e le stelle.
Atterrò finalmente in un grande giardino, e le sue ali sparirono come se non fossero mai esistite.
- Dove mi trovo?
Nessuno rispose alla sua domanda, e Nihal cominciò a camminare, osservando ciò che la circondava.
Era un giardino immenso, che si stendeva fino ad ogni dove, pieno di alberi, fiori e limpidi ruscelli. Un frammento dell' Antica Foresta sopravvissuto alle Ere Remote.
Improvvisamente una figura apparve come dal nulla, un ragazzo che Nihal riconobbe con un sussulto.
- Nihal! Che ci fai qui?
- L-l-Laio? Ma te... Te sei morto!
Lui la squadrò con i suoi penetranti e innocenti occhi grigi.
- E allora Nihal?
- Questo vuol dire che sono morta anche io?
Ma prima che lo scudiero potesse rispondere, una nuova voce si intromise nella conversazione.
- Non esattamente Nihal, il tuo è un caso più complesso. Tu ti senti morta?
- Fen!
Il Cavaliere di drago, il primo amore di Nihal, era apparso tra li alberi. Non era affatto cambiato dal giorno della sua morte.
- Ciao Nihal, quanto tempo che non ci rivedevamo!
Lei era stupita, sconvolta, esterrefatta.
Ma che le stava succedendo?
Alzò le mani, frenando il flusso di domande che i due le avevano posto.
- Alt, aspettate un attimo! Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?
Fen la guardò con aria accondiscendente, come si guarda un bambino sorpreso a fare qualcosa di sbagliato.
- Questo Nihal - le disse indicando con un ampio gesto la vegetazione che li circondava - questo è il Giardino. Qui si trovano le porte della morte, l'ultima soglia che le anime devono attraversare per raggiungere la pace eterna.
- Ma quindi io sono morta?
- Ecco, nel tuo caso la cosa è più complicata. Tu hai sacrificato la tua vita per salvare le Terre Emerse e soprattutto Sennar. Il tuo cuore è pieno dell'amore che provi per lui, e questo è il motivo per cui tu sei ancora in bilico.
Nihal fissò Fen in modo ancora più stupito. Alle sue orecchie quel discorso non stava in piedi! Porte della Morte, anime in bilico, giardini fatati... Doveva essere solo un brutto sogno.
Scoppiò a ridere, una risata isterica e forzata, che di allegro non aveva nulla.
- Adesso basta ragazzi, ditemi la verità! Dove sono? Sono morta o no?
I due la fissarono scandalizzati.
- Nihal, te lo abbiamo appena detto. Tu sei in una stato di sospensione, non sei né morta né propriamente viva. Tutto dipenderà dalla tua scelta. Vuoi vivere o morire?
Lei li guardò, ancora indecisa.
- Ma è impossibile! La morte non può dipendere da ciò che vuole una persona! Sarebbe troppo semplice, nessuno vorrebbe mai morire!
- E perché Nihal? In questo mondo si trova la pace, non esistono più guerre, tutti possono dimenticare il loro passato e ricominciare una nuova vita, colui che ha compiuto azioni malvagie nel vecchi mondo può vivere una vita buona, chiunque può trovare la pace. Anche te Niahl hai cercato a lungo la pace dalle voci della tua testa. Cosa c’è di sbagliato nel desiderare un po’ di tranquillità?
La mezzelfa annuì, pensierosa. In effetti le voci per una volta tacevano, era un silenzio strano e sconosciuto, ma piacevole. In fondo, che c’era di male nel voler vivere in tranquillità?
Improvvisamente un pensiero le tornò in mente, colpendola come un maglio.
Sennar. Come aveva potuto dimenticarsi di lui? Lui che la amava, lui che la stava ancora aspettando, lui a cui aveva giurato di sopravvivere alla guerra.
- Io non posso restare!
Laio la guardò sgranando gli occhi.
- Perché Nihal? Perché vuoi andartene?
- Io non posso Laio, l’ ho promesso a Sennar, gli ho giurato che sarei tornata!
Fen annuì comprensivo. Anche lui avrebbe voluto riabbracciare Soana.
- Come posso fare a tornare indietro?
Prima ancora che i due potessero parlare, Niahl si sentì avvolgere dal fuoco, quasi un abbraccio materno, un calore immenso che le avvolse il cuore.
- Shevrar...
Sì Nihal, sono io...Vuoi davvero tornare nel Mondo da cui sei venuta?
- Sì Shevrar... è il mio unico desiderio!
Lascia che ti mostri cosa ti stai lasciando dietro...
Un grande portale apparve davanti a lei. Era formato da due draghi, un drago bianco ed un drago nero che mordevano l’uno la coda dell’altro. Tra i loro corpi era disteso un velo trasparente, quasi impercettibile eppure presente, sottile, ma che a Nihal parve un abisso.
Comprese che doveva trattarsi della soglia che le anime devono varcare per staccarsi definitivamente del regno dei vivi.
Guarda...
Improvvisamente l’arco si popolò di figure come era successo nel Santuario di Toolan. I mezzelfi la guardavano da dietro il velo, i bei volti sorridenti incorniciati da ciocche blu uguali alle sue.
In mezzo a loro una figura umana, diversa dalle altre eppure così straordinariamente al suo posto.
Livon.
Poco distanti da lui stavano una giovane mezzelfa, pressappoco dell’età di Nihal, ed un mezzelfo, abbracciati.
Gli occhi della donna, viola e profondi, erano straordinariamente simili a quelli di Nihal, e nella forma del viso dell’uomo la Consacrata poteva giurare di rivedere la propria versione al maschile.
Dopo averlo desiderato per tutta la vita, finalmente Nihal vide i propri genitori.
Si avvicinò al velo fino quasi a varcare la soglia, e poggiò la mano in corrispondenza di quella della donna.
- Madre...
Questo è il mio dono per te...
La donna varcò il velo camminando aggraziata, proprio come Nihal si era immaginata che fosse il passo di sua madre.
Era più alta di come appariva attraverso il velo, ed indossava una veste morbida dai colori chiari, che metteva in risalto la capigliatura blu e gli occhi, quegli occhi viola uguali a quelli di Nihal eppure diversi, segnati da una sofferenza diversa da quella della figlia.
Camminò velocemente verso la figlia, e mentre le si avvicinava i sentimenti incrinarono la compostezza della sua figura.
Le due si abbracciarono, mentre le lacrime rigavano il volto di entrambe, sia quello di una madre che per amore della figlia era morta, sia quello di una ragazza divenuta donna senza il conforto di una figura materna.
- Adesso devo andare madre... Ma un giorno tornerò e quel giorno niente potrà più dividerci!
La donna annuì silenziosamente, la gola chiusa dallo stesso groppo di felicità che attanagliava quella di Nihal, e sempre con il sorriso sulle labbra e le lacrime agli occhi passò nuovamente attraverso il velo, tornando nelle schiere mezzelfe, tornando nel mondo in cui Nihal non poteva raggiungerla.
- Shevrar... Sono pronta ad andare!

Secondo capitolo: Di nuovo a casa...

Alle parole di Nihal il drago bianco si mosse improvvisamente, tornando in vita, stirando la propria immensa figura nel cielo.
Sali sul drago Nihal...
Nihal obbedì alla voce, poggiando le mani sulle squame candide e calde del dragone.
L’animale inarcò la schiena, assicurandosi che Nihal fosse seduta saldamente, poi spiccò il volo nel cielo terso.
Sotto gli occhi di Nihal scorsero le immagini del mondo a cui stava tornando.
Vide la Rocca, ormai distrutta, ridotta solo ad un cumulo di macerie nere, circondata dalla devastazione dell’ultima battaglia. Sangue di fammin, uomini del Tiranno e uomini che avevano combattuto per la libertà macchiava il terreno intorno, un unico sangue che univa tutti coloro che erano morti con le armi in mano. Poco lontano un tumulo immenso ricordava tutti i valorosi delle Terre Libere morti per l’indipendenza. Oltre, tutti i cadaveri dei nemici erano ammucchiati in una pira in fiamme. Nessuna degna sepoltura per gli avversari.
Poi lo scenario mutò...
Ido era in piedi al centro del campo di addestramento, numerose fasciature gli avvolgevano le braccia e le gambe, e la cicatrice sull’occhio risaltava nitida. Stava parlando con dei Consiglieri.
- Ido, devi accettare! Non puoi rifiutare questa carica!
Lo gnomo scosse vigorosamente la testa.
- Non sono adatto al comando. Ricordate cosa è successo l’ultima volta?
Indicò la cicatrice che gli solcava il volto e rabbrividì al ricordo di tanti giovani morti per un suo errore.
- Ido, sei l’unico che possa sostituire Raven come Generale Supremo! Nessuno ha la tua esperienza e la tua abilità!
La scena cambiò ancora...
Sennar era disteso su un letto, la gamba immobilizzata e tenuta alta. Il volto era tirato e segnato dalle sofferenze, e gli occhi color del ghiaccio fissavano il soffitto come senza vederlo.
In quel momento la porta si aprì ed entrò Soana.
- Come va Sennar? Gli stregoni mi hanno detto che stai meglio, e presto potrai alzarti...
Lui si voltò verso di lei.
- La mia gamba Soana... Non riesco a sentirla è come... come se non ci fosse!
Lei assunse un’espressione addolorata.
- Lo so Sennar... Mi dispiace ma non potrai più usarla.
Lui si voltò verso la finestra, gli occhi pieni di lacrime.
Soana parlò ancora.
- I funerali di Nihal sono stati rimandati. Sento che la sua storia non è ancora finita.
Quando Sennar parlò, la sua voce era atona, con solo una sfumatura di disperazione.
- Non serve che tu mi consoli Soana. Nihal è morta, perduta per sempre solo per salvare me. L’unica cosa che mi fa veramente soffrire è il non averle detto per un’ultima volta quanto l’ho amata.
Improvvisamente tutto scomparve e Nihal si trovò avvolta da una soffice oscurità.
Sentì distintamente la voce di Phos, un leggero sussurro.
- Ecco, il Padre muore e la Figlia nasce. Finché avrai al collo questo talismano, tu vivrai. Non perderlo mai, perché significherebbe la morte.
Poi un improvviso calore la avvolse, e Nihal tornò in vita.
La luce del sole le ferì gli occhi con la sua intensità, e lei si alzò sedere, disorientata.
La prima cosa che la colpì fu vedere Oarf, rannicchiato ai piedi di quello che sembrava un tumulo funebre.
Il suo tumulo funebre, realizzò con un secondo di ritardo.
Il drago, incuriosito dal movimento della mezzelfa, alzò il muso che aveva tenuto tra le zampe fino a quel momento.
Sbatté le palpebre squamose un paio di volte prima di riconoscere la padrona, poi ruggì con forza.
Molti sarebbero indietreggiati a quel suono, ma per Nihal quel ruggito era un vigoroso “Bentornata”.
Si alzò in piedi, barcollando sulle gambe ancora deboli, ed abbracciò Oarf, il cuore che batteva all’impazzata, un nodo di felicità alla gola.
- Ho mantenuto la mia promessa, visto Oarf?
Il drago ruggì ancora una volta, ma più sommessamente, con dolcezza.
Nihal non si era ancora allontanata da Oarf quando due braccia forti la strinsero, accompagnate da un penetrante odore di tabacco.
- Anche io sono felice di rivederti Ido però... Non strangolarmi!!!
Lo gnomo pareva un altro in quel momento. Era felice, pieno di una gioia che Niahl mai gli aveva visto addosso. Non smetteva un secondo di sorridere, e gli occhi erano lucidi di lacrime di commozione.
- Cosa hai fatto? Come sei tornata in vita? Cosa è successo con Aster? Cosa...?
Nihal scosse la testa a quella valanga di domande. In quel momento non aveva tempo.
- Ti racconterò tutto con calma, ora devo fare una cosa importante!
Nihal corse via lasciando lo gnomo in piedi al centro della stanza.
Sulla porta le venne in mente una cosa.
- Accetta la carica di Generale Supremo. Nessuno potrebbe ricoprire quella carica meglio di te!
Poi corse via, lasciandosi dietro un Ido stupito e sbalordito.
Nihal percorse i mille corridoi dell’Accademia come una azza, urtando mille persone e lasciandosi alle spalle volti stupiti.
Irruppe come un fulmine nella stanza di Sennar e lo abbracciò con foga prima che il mago potesse accorgersi di quello che stava succedendo.
- Sono tornata Sennar...
Dopo un attimo di smarrimento, anche Sennar rispose all’abbraccio della ragazza che amava.
- Adesso è tutto a posto...
Sì, in quel momento era tutto a posto, pensò Nihal. Aveva davanti una vita intera, una vita di pace accanto all’uomo che amava. Tutto era tornato alla normalità.

Conclusione

- Sbrigati Nihal! Sennar ti aspetta!
La mezzelfo si sporse dalla porta di camera, facendo spuntare le orecchie.
- Arrivo Soana!
Rassettò con qualche tocco della mano il lungo abito che portava e si specchiò.
Il vestito dai caldi colori autunnali le avvolgeva perfettamente il fisico asciutto, mettendo in risalto le curve del suo corpo.
I capelli, di nuovo lunghi, le scendevano in onde eleganti sulle spalle che l’abito lasciava scoperte, e al collo l’amuleto brillava di una luce rassicurante.
Si portò una mano al petto, sentendo i battiti del cuore accelerati.
Ma in fondo, si disse, quale donna non è nervosa prima del proprio matrimonio?
Uscì dalla stanza, raggiungendo Soana.
- Su Nihal, andiamo! Va bene che la sposa deve farsi attendere, ma così esageri!
Con l’Incantesimo del Volare la maga portò entrambe al luogo della cerimonia.
Quando la mezzelfo riaprì gli occhi, si trovava circondata da gente.
Vide Ido, elegante come non mai. Parsel, il suo primo maestro. Aires, incredibilmente affascinante nel suo abito rosso. La madre e la sorella di Sennar, la prima in lacrime e la seconda ormai prossima. Tutti i suoi ex-compagni dell’esercito. Oarf e Vesa, poco lontani dal luogo della cerimonia.
E poi lui, Sennar. In piedi accanto all’altare, sorridente, felice, bellissimo come da sempre appariva ai suoi occhi.
Si mosse verso di lui, camminando tra due ali di persone.
Al suo passaggio qualcuno sussurrò:
- È tutto a posto.
La sua spada era ormai coperta da un sottile strato di polvere. Nihal sorrise con maggiore convinzione.
Sì, non c’era più nessun pericolo.
 
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