Two Hearts And A Fruits Basket, * Versione restaurata *

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@iola@
view post Posted on 10/3/2008, 15:42




Fandom: Harry Potter
Personaggi: Sirius Black/Altro personaggio
Rating: Verde
Genere: Romantico.
Avvertimenti:
Tipologia: Long-Fic
Introduzione alla Fan Fiction: Sirius Black: affascinante, abile, scapestrato, fedele agli amici, irresistibilmente ribelle ma...innamorato?!
E' ora che anche lui faccia i conti con il più grande dei problemi che un adolescente possa trovarsi a fronteggiare: l'Amore!
Chissà, magari è arrivata la persona in grado di far breccia nel cuore del Malandrino più ambito di tutta Hogwarts!
Note dell'autrice:Qualche tempo fa ho portato una Fan Fiction con il titolo "Ah, Sirius Black", e ora ve la ripropongo sotto nuove spoglie!XD
Ho apportato alcune modifiche a questa storia, ma trattasi solo di piccoli particolari come il nome della protagonista che non sarà più Lory bensì "Nessa" (Che non è diminutivo di Vanessa ma un nome elfico ripreso dall'opera di J.R.R. Tolkien!XD)!
Per evitare problemi ho modificato anche i 2 capitoli fino ad ora postati, e come vedete anche il titolo ha subito variazioni!

Ecco i primi 2 cap più il terzo!^^


Two Hearts and a Fruit Basket


I


L’Espresso per Hogwarts aveva appena preso velocità, sferragliando sulle rotaie, lasciandosi alle spalle la stazione di King’s Cross e l’affollato binario 9 ¾ .
Nessa aveva appena preso posto nel vagone dei prefetti e fissava il paesaggio scorrere fuori dal finestrino: il cielo era limpido, e la flebile luce del sole settembrino le illuminava il viso pensoso.
- … E invece io credo che dovrebbero modernizzare un po’ l’uniforme scolastica, è così antiquata! - la voce acuta di Merybeth Bourne, prefetto di Corvonero, intenta a discutere con Antony Dickinson, di Tassorosso, interruppe il filo dei suoi pensieri.
- Ciao Nessa! - una voce profonda alle sue spalle l’aveva indotta a voltarsi.
- Ciao Remus! - rispose affabile.
Remus Lupin era un ragazzo alto del settimo anno dall’aria leggermente stanca, capelli castani, e con lei prefetto di Grifondoro dall’anno precedente.
- Ti ripeto, Antony, che al momento è più importante la questione delle divise! - continuò imperterrita Merybeth, con l’espressione di una che sta discutendo di un problema di vitale importanza per la Nazione.
Nessa alzò gli occhi al cielo con fare esasperato, per poi tornare a rivolgersi a Remus, che intanto aveva preso posto accanto a lei.
- Hai passato una buona estate? - gli chiese.
- Sì, abbastanza buona, e tu?
- Diciamo che sono riuscita a sopravvivere anche senza delle vesti scolastiche più moderne… - gli mormorò.
- Già! A quanto pare qualcuno non ha pensato ad altro per due mesi. - ridacchiò Remus, lanciando un’occhiata a Merybeth Bourne che aveva sfoderato dei rotoli di pergamena con dei modelli, a quanto pare disegnati da lei stessa, e li mostrava ai prefetti di Serpeverde, che avevano un’aria assassina.
Gran parte della mattina passò tra i racconti dell’estate appena trascorsa e discussioni su come il nero dell’uniforme scolastica dovesse essere categoricamente abolito.
Poco prima dell’ora di pranzo lo sportello si aprì, rivelandone due ragazzi di Grifondoro, James Potter e Sirius Black, entrambi migliori amici di Remus Lupin.
- Forza Remus! - esordì James in tono leggermente annoiato – Lumacorno ci vuole come al solito nel suo scompartimento… -
Remus fece per alzarsi e raggiungere gli amici.
- Ah, e ovviamente vuole anche Nessa Waston! - aggiunse poi James.
La ragazza buttò indietro i lunghi capelli di un nero corvino, e raggiunse i tre ragazzi fuori dallo scompartimento: non era meravigliata da quell'invito, visto che ormai lo riceveva da sei anni.
Sin dal suo primo anno ad Hogwarts era sempre stata tra le grazie del professor Lumacorno, insegnante di pozioni, che l’aveva notata, oltre che per il suo straordinario potenziale magico, anche per il suo bell'aspetto.
L’unica per la quale nutriva maggiore ammirazione rispetto a lei era forse solo Lily Evans, una ragazza del settimo anno particolarmente abile in pozioni, ma d’altronde Nes preferiva così; non amava molto essere al centro dell’attenzione, cosa ormai inevitabile, essendo particolarmente dotata e una delle ragazze più ambite della scuola.
Quando raggiunsero lo scompartimento giusto, i quattro Grifondoro furono accolti dalla voce tonante del professore:
- Oh ragazzi miei! Che piacere rivedervi!
Insieme a Lumacorno c’erano già un altro paio di ragazzi, tra cui ovviamente Lily Evans.
Il pomeriggio trascorse noioso, tra i soliti elogi del professore verso gli studenti presenti e i riferimenti a tutti i suoi importanti contatti tra le più alte cariche del Ministero della Magia.
- Sai una cosa Corradin… - disse poi rivolto a uno studente di Tassorosso del settimo anno, dopo aver concluso la sua storia di come due dei suoi allievi preferiti, che avevano lasciato pochi anni prima Hogwarts, si fossero innamorati grazie a lui - …Credo che dovresti proporre alla nostra affascinante signorina Waston di uscire, credo proprio che formereste una bella coppia!
Corradin lanciò a Nessa un’occhiata di apprezzamento, ma lei si limitò a dire:
- Già, peccato che io sia di un’altra opinione professore… -
Lumacorno scoppiò in una risata giovale poi disse:
- Peccato Corradin, peccato! Bè di sicuro non è ciò che pensa la signorina Finnes del nostro caro Sirius Black!
Cecilia Finnes, che non aveva distolto lo sguardo da Sirius da quando questi aveva preso posto nel vagone, arrossì furiosamente, mostrando l’apparecchio in un sorriso imbarazzato, mentre lui non battè ciglio ma i suoi penetranti occhi neri indugiarono su Nessa, per poi fissarsi nuovamente sul paesaggio selvaggio che scorreva fuori dal finestrino.
Anche Sirius, era uno dei ragazzi più affascinanti della scuola, con la sua aria elegantemente trasandata, e la sua capacità magica.
Quando finalmente furono congedati, Nessa non fece ritorno al vagone dei prefetti, preferì invece raggiungere le amiche del sesto anno, ed era poco distante dal loro scompartimento quando un alto ragazzo biondo le si parò davanti.
- Ciao Will! - disse sorpresa.
- I tuoi doveri di prefetto sono così gravosi che non hai nemmeno il tempo di salutare un amico? - chiese lui con le sopracciglia inarcate.
Nessa e William Bagminton, capitano della squadra di Quiddich di Grifondoro, erano amici dal loro secondo anno ad Hogwarts.
- Ti ho cercata nella cabina delle tue amiche, e mi hanno detto che eri nel vagone dei prefetti, quando ci sono arrivato Meribeth Bourne mi ha detto che eri andata con Potter, Lupin e Black da Lumacorno nel vagone C, e ha cercato di farmi firmare un modulo di consensi per il rinnovamento delle divise scolastiche, e quando finalmente me la sono tolta di dosso e ho trovato il vagone giusto Lumacorno mi ha detto che te ne eri appena andata! - disse tutto dun fiato.
- Bè di sicuro il tuo pomeriggio è stato più interessante del mio! - le rispose lei con un sorriso, e subito Will abbandonò il suo cipiglio contrariato e parve raddolcirsi.
- Sai credo che faresti meglio ad indossare la divisa, manca poco più di un quarto d’ora alla stazione di Hogsmade. - le disse.
- Ok!Ci vediamo dopo! - lo salutò, e raggiunse il vagone delle sue amiche.
Aveva appena finito di allacciarsi il mantello, quando il treno perse velocità, fermandosi alla stazione di Hogsmade; tutti trascinarono i loro bagagli verso le carrozze trainate da destrieri invisibili, che arrancarono verso il Castello, dalle cui finestre brillavano le luci delle centinaia di candele fluttuanti nella Sala Grande, dove il fantastico banchetto di inizio anno li attendeva, insieme al consueto discorso del professor Silente.


Il mattino seguente, quando Nessa scese nella Sala Comune di Grifondoro, diretta a colazione, Will la stava aspettando vicino al buco del ritratto.
- Hai un po’ di cose da raccontarmi, no? - le chiese mentre varcavano i battenti dell’affollata Sala Grande.
- Ti assicuro che la mia estate è stata totalmente piatta, il tuo giretto nel treno di ieri al confronto è stato il giro del mondo in groppa ad un Ippogrifo! - sospirò lei –Sono contenta di essere tornata ad Hogwarts…
- Andiamo, non ci vediamo da secoli è non hai niente di bello da dirmi!Io ho fatto cose interessanti…
E si lanciò nel racconto della sua estate in sella al suo manico di scopa, con la Pluffa sottobraccio.
Le lezioni della giornata furono particolarmente pesanti, considerato che era solo il primo giorno di scuola, anche se date le materie che avrebbe seguito quell’anno (Difesa Contro le Arti Oscure, Erbologia, Pozioni, Antiche Rune, Incantesimi, Trasfigurazione e Astronomia) non se ne stupì, ma fu un sollievo quando la sera prese posto nella Sala Comune, per scrivere il suo diario.
La sua pace comunque non durò a lungo, perché dopo poco fu raggiunta da un gruppetto di amiche del sesto anno.
- … Diciamoci la verità, è estremamente affascinante! - stava dicendo Magda con voce sognante mentre prendeva posto in una poltrona accanto alla sua.
- Già! - sospirò Colette gettando uno sguardo all’altro capo della stanza.
- Sentiamo, chi è la vittima del giorno? - chiese con un sorriso, chiuse il diario e lo pose su un tavolo lì vicino.
- Sirius Black! - disse Magda in estasi.
Nessa seguì lo sguardo di Colette e vide Sirius in piedi accanto al camino, intento a seguire la conversazione tra James Potter e Remus Lupin, poco distante il loro amico Pater Minus li osservava ammirato.
Molto probabilmente si accorse del suo sguardo, perché il ragazzo, spostò i capelli neri che gli cadevano distrattamente sul viso, distolse l’attenzione dagli amici e lo ricambiò per qualche momento, prima che lei tornasse ad ascoltare Magda, questa volta concentrata a fare apprezzamenti su Cameron Meckenzie.
Dall’altro lato della Sala Comune, James, aveva notato la distrazione dell’amico, e si voltò per scoprire la fonte di tanta concentrazione:
- Nessa Waston! - disse rivolto a Sirius, che si voltò a guardarlo, ma non rispose – È molto carina…Dovresti farci un pensierino amico! - aggiunse.
- Tu pensa a Evans... - rispose Sirius in tono leggero.
- Andiamo, diciamo anche che Nessa è un po’ più che “carina”! - disse Remus da dietro il libro in cui si era immerso – Dove ne trovi un’altra così a Hogwarts?!
- Io preferisco Evans!- disse in fretta James.
- Si l’avevamo sospettato… - disse Sirius, dopodichè rivolse un altro sguardo a Nessa: era davvero molto, ma molto carina…


Il giorno successivo, dopo aver cenato velocemente, Nessa, salì nel dormitorio femminile, per prendere i libri di Incantesimi e il suo diario, con la speranza di riuscire a scrivere qualcosa dopo aver fatto i compiti, ma spostando il cuscino, sotto il quale lo nascondeva, si accorse che era sparito.
Corse come una furia giù per le scale che conducevano alla Sala Comune, quasi del tutto deserta visto che la maggior parte degli studenti erano ancora nella Sala Grande, e controllò in giro, dedicando particolare attenzione al poso in cui si trovava la sera prima, ma del diario neanche l’ombra; in realtà chiunque l’avesse trovato non avrebbe visto granché, se non delle candide pagine bianche, dato che aveva stregato il piccolo libricino in modo che il suo contenuto non si rivelasse a nessuno che non fosse stata lei, ma in ogni caso non le andava che i suoi più intimi pensieri passassero di mano in mano per il castello.
Alla fine, si lasciò cadere frustrata su una poltrona, maledicendosi per essere stata talmente stupida da dimenticare un oggetto per lei così prezioso.
- Mi sa che ti sei persa qualcosa, Waston!
Una voce alle sue spalle la fece sussultare: Sirius Black era poggiato al muro di pietra e la osservava leggermente divertito, poi infilò una mano nella veste e le pose il suo diario.
- L’hai lasciato ieri su di un tavolo… - aggiunse mentre lei glielo sfilava gentilmente di mano.
- Ti ringrazio… - disse sollevata - … Ma come facevi a sapere che era mio?Non c’è il nome…
- Bè sei l’unica che scrive incessantemente su qualcosa che non sia un foglio di pergamena da consegnare ad un professore la sera in Sala Comune… Ti si nota!
Lei sorrise e fece per andarsene, quando lui le disse:
- Comunque sta attenta a non perderti le cose, perché non sempre un gentiluomo te le recupera e si prende la briga di riportartele...
Nessa si voltò di scatto, i lunghi capelli neri le svolazzarono sulle spalle, poi inarcò le sopracciglia e si guardò intorno con fare scettico:
- Strano, io non vedo nessun gentiluomo qui intorno! - gli lanciò un sorrisino di sfida e salì con grazia le scale, diretta ai dormitori.
Lui la osservò sorridendo fin quando non fu sparita: era "proprio" carina…






II


Le prime settimane di scuola passarono velocemente al Castello, tra le dure lezioni e le feste serali che il professor Lumacorno organizzava sempre più spesso nel suo studio.
Nessa non amava molto andarci, e benché riuscisse a inventare parecchie scuse per saltarne quante più poteva, ormai le piccole riunioni del cosiddetto “Lumaclub” venivano allestite così di frequente che non riusciva ad evitarle tutte.
- Di che ti lamenti?! - le disse Will una mattina di fine ottobre a colazione, dopo che lei gli aveva raccontato di essere tornata tardi a causa di un festino particolarmente lungo e noioso –Non solo sei una delle cocche di Lumacorno, in più la sera vai a divertirti senza doverti preoccupare del coprifuoco! Altri ucciderebbero per essere al tuo posto!
- Sai che ti dico, Will!?! - disse lei stancamente guardando la fetta di pane tostato che aveva fra le mani come aspettando che si infilasse in bocca da sola – Al prossimo invito ti do un po’ di Pozione Polisucco e te la vai a sorbire tu una di quelle stupide riunioni…
- Non so come fanno quei tre a passarla sempre liscia? - disse poi mentre Remus Lupin, Sirius Black e James Potter entravano nella Sala Grande, come al solito seguiti a ruota da Peter Minus.
- In che senso scusa? - chiese l’amico.
- Non sono venuti una volta nell’ufficio di Lumacorno da quando sono iniziati i corsi…
Will comunque non aveva tutti i torti, perché dopo la lezione di Erbologia, mentre Nessa si dirigeva alla Torre di Grifondoro con Magda e Colette, quest’ultima le chiese, con un tono che a stento camuffava una nota di invidia:
- Anche quest’anno Lumacorno darà la solita festa di Natale?
- Credo proprio di sì… - rispose lei – Anzi ora che mi ci fai pensare mi pare che l’abbia accennato all’ultima festa…
- E come al solito saranno invitati solo i suoi pupilli con i rispettivi accompagnatori scommetto…! - esclamò in tono risentito.
Nessa conosceva il motivo di tanta riluttanza: da cinque anni che si trovava a Hogwarts, Colette, non aveva mai preso parte a nessuna delle feste natalizie organizzate dall’insegnante di Pozioni, che in verità erano le uniche alle quali valeva la pena di prender parte; non che si aspettasse un invito diretto, dato che era una pozionista così scarsa da aver dovuto abbandonare il corso dopo aver rimediato un Troll al G.U.F.O., ma sperava sempre che qualche compagno la portasse con sé.
- In realtà non ti perdi niente di spec….Oh!
Si erano appena avvicinate al ritratto della Signora Grassa, quando questo era scattato in avanti ed era andata a sbattere contro qualcuno; lo scontro le aveva fatto perdete l’equilibrio ed era a pochi centimetri dal pavimento quando era stata afferrata.
Alzò gli occhi e vide Sirius Black che ancora teneva la mano stretta intorno al polso, per il quale l’aveva presa.
- Waston! - la salutò.
- Black… - disse lei di rimando un po’ frastornata.
- Sbaglio o è la seconda volta che ti salvo la pelle... - disse poi con un sorrisetto.
Lei aggrotto le sopracciglia; alle sue spalle Colette e Magda trattenevano il respiro da così tanto tempo che avrebbero avuto un collasso cardio-respiratorio a momenti.
- Provvederò a mandarti un cesto di frutta! - rispose Nessa – Ma se non mi fai rientrate in possesso della mano non riuscirò a scriverti un bigliettino di ringraziamenti da allegare…
Lentamente Sirius abbandonò la presa, fece un cenno con il capo e si allontanò, seguito da James, che ridacchiando disse:
- Salve, Waston!
- James...
- Nessa! - fece poi Remus Lupin abbozzando un sorriso.
- Ciao, Remus!
E a chiudere il corteo Peter Minus, che farfugliò qualcosa di indistinto.
- Come ti stavo dicendo... - riprese una volta entrate nella sala comune – Non prendertela se non rimedi un invito Colette, davvero non né vale la pena…
- Non ne vale la pena? - chiese Magda – Verrà anche Sirius Black immagino!
- Credo di sì… - rispose lei indifferente.
- Bè allora vale la pena di andarci solo per questo! - concluse Colette.

****

Proprio come gli anni precedenti, con l’avvicinarsi del giorno in cui si sarebbe tenuta la tanto discussa festa di Lumacorno, la tensione si tagliava con il coltello.
- Mia cara signorina Waston, le dispiace venire un attimo?
Era appena suonata la campana che segnava la fine della lezione di Pozioni, e Lumacorno l’aveva trattenuta, col suo sorriso giovale stampato sulla faccia paffuta.
Quando Nessa si avvicinò questi estrasse dalla sua valigetta di pelle di drago tre piccoli rotoli di pergamena chiusi con dei nastrini viola.
- Sarebbe così gentile da consegnare questi ai signori Black, Potter e Lupin? Sono gli inviti per la festicciola che ho organizzato per l’inizio delle festività natalizie!
Nessa prese gli inviti, non avendo altra scelta.
Quella sera, nella sala comune di Grifondoro, si avvicinò al quartetto, che si era riunito pigramente in un angolo dell’affollata stanza circolare:
- Questi sono per voi… - disse distribuendo ai tre Grifondoro i rotoli infiocchettati.
- Cos’è, il mio biglietto di ringraziamenti? - chiese Sirius – Strano non vedo il cesto di frutta…
- Sono gli inviti alla festa di Lumacorno. - rispose lei ignorando il bel Grifondoro.
- Grazie Nessa! - disse Remus sciogliendo il nastro viola.
La ragazza fece per andarsene poi, come se avesse dimenticato qualcosa si rivolse nuovamente a Sirius:
- Scusa, quasi dimenticavo… - disse facendo un gesto distratto con la bacchetta: una cascata di frutta di stagione comparve dal nulla, precipitando addosso al ragazzo, seguita da un cesto di vimini che gli si posò in testa come un cappello.
- Ci vediamo! - salutò allegramente, e si affrettò a raggiungere Will che le faceva segno di seguirlo oltre il buco del ritratto.
- Te l’ha fatta, Felpato! - sentì ridacchiare James mentre si allontanava.
- Ehi, Will!- disse quando ebbe raggiunto l’amico.
- Indovina un po’! - fece lui mentre si incamminavano lungo il corridoio del settimo piano.
- Cosa?
Il ragazzo estrasse dalla veste un rotolo di pergamena identico a quelli che aveva appena consegnato lei, sventolandolo allegramente.
- Hai l’invito? - chiese stupita: anche Will non rientrava tra le grazie del professore di Pozioni.
- Già! - fece lui rimettendoselo in tasca – A quanto pare Lumacorno ha per caso assistito a uno degli ultimi allenamenti di Quidditch della squadra, e pare che abbia deciso che ho un futuro da fuoriclasse! Dice che dopo il diploma potrebbe mettere una buona parola per me con il dirigente dei Tornados!
- Ma è fantastico! - Nessa fece un gran sorriso – Capirai cosa vuol dire stare al cospetto di Lumacorno! Ti pentirai di avermi biasimata!


Il sabato mattina a colazione James Potter entrò nella Sala Grande e prese posto vicino ai suoi tre amici con un cipiglio particolarmente soddisfatto:
- Che fine avevi fatto, Ramoso? - chiese Sirius pigramente.
- Stavo parlando con Evans… - disse lui fingendo indifferenza.
Remus riapparve da dietro la Gazzetta del Profeta e lo guardò intensamente:
- Le hai chiesto di venire alla festa di Lumacorno con te, vero? - disse con la sua voce profonda.
A questo punto James non potè più nascondere l’eccitazione:
- Già! - disse – E indovinate che mi ha detto?
- Che sei un brutto presuntuoso e preferirebbe andarci con un’Acromantula invece che con te? - chiese Sirius.
- No! - esclamò James ridacchiando – Ha detto che ci viene! E sapete una cosa ragazzi: fareste meglio a trovare qualcuno anche voi!
- Mi dispiace James, ma io devo saltarla! La McGranitt mi ha incaricato di dirigere le decorazioni di Natale… - disse Remus.
- Io non ci sono mai stato ad una di queste feste! - disse Peter Minus in uno squittio risentito.
Sirius non stava ascoltando la conversazione degli amici: aveva un’idea di chi invitare; il suo sguardo scivolò fino all’altra parte del tavolo di Grifondoro, dove Nessa Waston faceva colazione con le amiche.
La Sala Grande iniziò a svuotarsi, così il ragazzo salutò gli amici e seguì Nessa che da sola si avviava nella Sala d’Ingresso, verso il grande portone di quercia; stava quasi per richiamarla, quando la ragazza venne raggiunta da Will Bagminton:
- Ciao! - disse Will.
- Buongiorno! - fece Nessa – Ma che fine hai fatto? Perchè non sei venuto a colazione?
- Stavo preparando degli schemi per l’allenamento di stamattina... - disse lui vago – Posso chiederti una cosa? - aggiunse poi, sembrava un po’ nervoso.
- Dimmi…
- Ti va di venire alla festa di Lumacorno con me? -
Nessa rimase leggermente spiazzata: inconsciamente aveva maturato l’idea di andare a quella festa con “qualcun altro”… . Poi però ripensò alle feste precedenti, e ai suoi accompagnatori, che non erano state quello che si definisce un “Successo”… Dopotutto, si disse, andarci con Will sarebbe stato un po’ come andare sul sicuro.
- Ci sto! - disse sorridendo.
Will era raggiante: - Allora ci vieni a vedere gli allenamenti?
E insieme si avviarono verso il parco diretti al campo di Quidditch.
Sirius, che aveva assistito alla scena, fece dietrofront e tornò dagli amici, con un moto di delusione.
- Ma dove diavolo eri finito? - chiese James.
- Da nessuna parte…. - disse lui vagamente.
I quattro Grifondoro tagliarono attraverso i prati, e raggiunsero il campo di Quidditch, dove James si sarebbe allenato con il resto della squadra rosso-oro.
- Allora, chi hai deciso di invitare? - chiese Remus a Sirius, quando insieme a Peter ebbero preso posto sulle tribune.
Sirius strinse le spalle, ma il suo sguardo cadde su Nessa, che poco lontano da loro, teneva gli occhi blu fissi sul diario che lui le aveva ritrovato, e scriveva ininterrottamente, apparentemente ignara di tutto ciò che le accadeva intorno.
Remus parve captare qualcosa:
- Se vuoi chiederlo a qualcuno farai meglio a sbrigarti...
Inaspettatamente Sirius si alzò e disse rivolto a una ragazza di Corvonero, con corti capelli biondo cenere, che aveva appena preso posto nelle tribune:
- Ehi!
La ragazza si voltò: era Merybeth Bourne.
- Ci vieni alla festa di Lumacorno con me?
Merybeth parve momentaneamente frastornata, poi fece un sorriso, mostrando una dentatura piuttosto cavallina.
- S-Sì!
- Perfetto! - fece lui senza sorridere.
- Merybeth Bourne? Hai appena invitato Merybeth Bourne? - chiese Remus sconcertato, una volta che la ragazza si fu voltata a ridacchiare con le compagne.
- Ah è così che si chiama? Buono a sapersi…






III


Una musica vivace echeggiava tra le alte pareti di pietra, drappeggiate di stendardi multicolori, dell’ufficio del professor Lumacorno, insieme al chiacchiericcio dei presenti, immersi nella soffusa luce rossastra emanata dal pregiato lampadario d’oro appeso al soffitto.
Nessa e Will si fecero strada nella calca di studenti e personaggi illustri invitati per l’occasione, quando una voce teatrale irruppe alle loro spalle:
- Ecco chi mancava! - esclamò Lumacorno, sovrastando le voci della folla.
- Buonasera, professore! - fece Will.
- Oh Nessa, è sempre un onore! - disse facendole un inchino - Mi dispiace dirti che stasera ho poche persone a cui presentarti, ormai conosci più della metà dei miei più cari amici! - rise di gusto, per poi rivolgersi a Will.
- Invece credo che per lei signor Bagminton possiamo fare qualcosa… Conosce il signor Ludo Bagman?
Al ragazzo quasi venne un colpo, e si lasciò guidare dal professore tra gli invitati.
- Io vado a prendere qualcosa da bere... - gli disse Nessa, prima che i due venissero inghiottiti dalla calca di gente.
Si spostò verso un angolo meno affollato, e prese un bicchiere di idromele ambrato dal vassoio di un elfo domestico che trotterellava lì intorno: non le andava di assistere all’ennesimo tentativo di raccomandazioni di Lumacorno, ormai ne aveva le tasche piene; pensava che avrebbe avuto più successo come ufficio di collocamento che come insegnante.
- Non mi dire che ti sei persa anche l’accompagnatore, Waston…
Sirius Black era appena emerso da un gruppo di ragazzi del settimo anno: era particolarmente attraente con la camicia bianca, leggermente sbottonata, e i jeans.
- E invece che fine ha fatto la “tua” di accompagnatrice?!
Come se avesse pronunciato una formula magica, Merybeth Bourne apparve come se si fosse Materializzata, afferrò un braccio di Sirius molto rossa in viso:
- Oh eccoti finalmente! - squittì esaltata - Pensavo di averti perso tra tutta questa gente… Oh ciao, Nessa! - la salutò accorgendosi di lei solo in quel momento.
- Ciao, Merybeth!
- Sai stavo dicendo a Sirius del mio progetto per la modernizzazione delle divise prima che ci dividessero!
Sirius assunse un'espressione esasperata.
- Davvero? - chiese Nessa trattenendo a stento una risata – Sono sicura che ne rimarrà molto impressionato… Quindi non vi disturbo… - e fece per andarsene.
- No, puoi rimanere volevo appunto dirti che ho avuto nuove idee… - cercò di trattenerla Merybeth.
- Mi dispiace ma devo raggiungere Will, le ascolterò un’altra volta! - disse lei in fretta – Ci vediamo, Merybeth! Black, a quanto pare non hai la mia capacità di perderti le cose! -
E si getto nella folla, anche se sentì distintamente Merybeth che attaccava la sua tiritera sulle vesti scolastiche.



Quando Nessa e Will uscirono dall’ufficio di Lumacorno, gran parte degli invitati si era ormai congedata: la festa non era stata molto esaltante, visto che Will era stato per tutta la serata con Ludo Bagman, mentre lei aveva tentato di sfuggire al professor Lumacorno per gran parte del tempo.
- Festa interessante, no? - disse Will mentre si avvicinavano al corridoio dove si trovava il ritratto della Signora Grassa.
- Se lo dici tu… - rispose lei, per poi fermarsi di scatto.
– La borsa! Ho dimenticato la borsa alla festa!
- Vuoi che vada a riprenderla? - propose Will gentilmente.
- No, vado io… - disse lei, e partì alla volta dell’ufficio di Lumacorno.
Quando lo raggiunse, ormai tutti se ne erano andati, trovò la borsa su un piccolo tavolo di legno pregiato, salutò di nuovo il professore e uscì nel corridoio; poi svoltando a destra vide Sirius che camminava, con le maniche della camicia arrotolate e le mani nelle tasche dei jeans.
- E così ce l’hai fatta a liberarti di Meyibeth! - gli disse.
Lui si voltò e abbozzò un sorriso.
- A quanto pare ha bevuto troppo idromele, e le amiche l’hanno riportata alla Torre di Corvonero… - disse fermandosi, e aspettando che lei lo raggiungesse.
Il corridoio era deserto e silenzioso, fatta eccezione per il rumore dei tacchi di Nessa, che echeggiava sui muri di pietra.
- Allora non l’hai più trovato il tuo accompagnatore, eh? Te l’avevo detto che non sempre un gentiluomo ti recupera le cose… - riprese il Grifondoro, mentre si incamminavano insieme.
Nessa stava per ribattere quando si sentì il rumore di passi strascinati, primo segnale dell’arrivo di Gazza il custode: con un gesto repentino, Sirius la afferrò e la trascinò dietro un arazzo mimetico, che si camuffava alla perfezione con il resto della parete.
- Ma come sapevi…
- Ssssh... - la zittì lui.
Rimasero in silenzio, con le orecchie tese, così concentrati a captare ogni minimo rumore, che per un po’ non si accorsero della situazione in cui si trovavano: stavano fermi un quello che sembrava un corridoio buio, l’uno contro l’altra; un braccio di Sirius stringeva la schiena di Nessa, e i loro volti erano così vicini che le punte dei nasi quasi si sfioravano.
I due si guardarono; Nessa avvertì una strana sensazione, e un brivido le percorse la schiena, ma non disse nulla.
- Credo che Gazza sia andato… - sussurrò improvvisamente Sirius, senza distogliere lo sguardo dal suo.
- Bene… - disse piano lei, spostandosi.
Uscirono nel corridoio illuminato dalla luce della torce e raggiunsero in silenzio la Sala Comune, ormai deserta.
- ‘Notte… - borbottò Nessa imboccando le scale che conducevano ai dormitori femminili.
- ‘Notte… Nessa… -

****

Le vacanze di Natale trascorsero molto velocemente, e con l’arrivo del nuovo trimestre si fece sentire anche l’agitazione per la partita di Quidditch: Grifondoro contro Tassorosso.
La mattina dell’incontro a colazione Will era così nervoso che riusciva a stento a reggere la forchetta: essendo il capitano sapeva che il merito per il successo o il fallimento della squadra sarebbero stati irrimediabilmente attribuiti a lui.
- Andiamo Will, su con la vita! - gli disse Nessa in tono consolatorio – Non ti hanno mica condannato alla forca! -
Il ragazzo aprì la bocca per ribattere, ma non emise alcun suono.
Mezz'ora dopo tutta la scuola aveva preso posto nelle tribune del campo di Quidditch, e il fischio di Madama Bumb sancì l’inizio della partita: Grifondoro giocava molto bene, anche se Tassorosso non era un facile avversario. In breve i punteggi furono a novanta a cinquanta per i rosso-oro, tutto dipendeva da James Potter, il Cercatore, fino a quel momento dimostratosi infallibile.
E infatti non mancò a mantenere alta la sua reputazione; dieci minuti dopo che i Tassorosso avevano portato il loro punteggio a soli dieci punti da Grifondoro, afferrò il boccino in una picchiata spettacolare.
I Grifondoro si riversarono in campo, per andare in contro ai vincitori, e con loro Nessa, con l’intento di complimentarsi con Will, e dargli dell’idiota per tutta quell’inutile agitazione.
Improvvisamente però l’amico si fece largo tra la folla festante, la raggiunse correndo come una furia, e l’abbracciò alzandola di peso da terra; prima che lei si rendesse conto che i suoi piedi si erano ricongiunti con il suolo, la trascinò lontano dalla massa di studenti, dietro gli spogliatoi.
- Ma dove mi porti? - chiese sorpresa, ma non ricevette risposta.
Ad un tratto Will si fermò, e si voltò verso di lei.
- Ti prego non uccidermi per questo… - sussurrò.
E senza preavviso la baciò.
Nessa rimase lì impalata, e quando lui si spostò non trovò altro da fare che abbracciarlo.


Era strano, pensò Nessa, come una persona un minuto prima è il tuo migliore amico, e un attimo dopo ti prende per mano nei corridoi, ti bacia nei momenti più inaspettati, ti abbraccia senza alcun motivo in particolare.
Era bello… Doveva essere bello... Ma allora perché quando si trovava accanto a Will ora si sentiva estremamente fuori posto?
- Tutto a posto?! - le chiese una mattina mettendole una mano sulle spalle, mentre si avviavano verso la Sala Grande per colazione.
- Cos.. Oh sì… - disse lei riscossa dai suoi pensieri.
- Mi sembri… -
Ma non riuscì a finire la frase, perché ci fu un fracasso enorme, e quattro ragazzi sbucarono correndo da dietro l’angolo del corridoio del secondo piano: Remus Lupin, Sirius Black, Peter Minus e James Potter, a quanto pareva in fuga da una delle loro malefatte.
Quando gli passarono davanti, Sirius Black distolse lo sguardo, e non incrociò il suo; era così da una settimana a quella parte, da quando si era messa con Will, nessuna battutina, frecciatina o sorrisetto di sfida, solo il più ostentato silenzio.
A volte era solita collegare, anche se involontariamente, le due cose, ma poi si sentiva estremamente presuntuosa: dopotutto lei e Sirius non potevano definirsi amici. Sì, era vero che si punzecchiavano di tanto in tanto, ma nulla di più…
Per fortuna era sabato, e quindi non avevano lezione, perché Nessa si sentiva il morale a pezzi.
Quando Will si recò al campo di Quidditch per l’allenamento, lei si strinse nel mantello e si diresse nel parco freddo, in cerca di un po’ di solitudine per riordinare i pensieri.
Si sedette sull’erba gelata, nascosta da una siepe cristallizzata, con una grande sensazione di oppressione che le premeva in petto: ma perché poi?! Dopotutto lei e Will erano amici da un secolo, doveva aspettarsi qualcosa del genere, no?! E perché non riusciva ad essere felice in quel momento? Chiunque lo sarebbe stato... Come mai Sirius la ignorava? E come mai questo era così importante per lei? E soprattutto perché stava pensando a Sirius Black?
Un fruscio alle sue spalle la fece sobbalzare: c’era qualcosa che si muoveva dietro i cespugli.
Un muso nero, occhi brillanti, folto pelo ispido… era un grosso cane, nero come la pece, che la guardava in un modo strano, come se fosse umano.
I due si osservarono per un attimo, e l’animale pareva in attesa di una reazione da parte di Nessa: apparve quasi stupito quando lei allungò la piccola mano arrossata dal freddo, e fece per accarezzarlo.
- Ciao, piccolo… - disse dolcemente grattandogli dietro un orecchio; anche se quel cane era tutt’altro che piccolo.
Rimasero lì per un po': lei che accarezzava il testone peloso dell’animale, il quale dal suo canto, accettava le coccole con evidente piacere.
Tutt’un tratto si sentì un altro frusciare di foglie, e da dietro i cespugli apparve Will, di ritorno dall’allenamento, che alla vista dell’enorme cane accovacciato al fianco di Lory si fermò di botto.
- Ehi! - disse la ragazza.
- Attenta! - la avvertì lui, guardando il cane con apprensione – Potrebbe essere pericoloso…
- Oh ma andiamo,Will… E' bellissimo! - ribattè lei, tornando a guardare l’animale, che si era alzato e faceva per andarsene; ad un tratto si voltò, la guardò e poi sparì tra le fronde coperte di gelo.
- Su andiamo, o ti congelerai… - le disse Will.
Nessa fisso per un attimo il punto in cui era sparito, poi si alzò e insieme si diressero al castello.

Edited by @iola@ - 11/4/2008, 16:29
 
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bella287
view post Posted on 13/3/2008, 17:02




brava, mi piace molto... ma xk sirius non ha sbranato will?!? verso la fine del 3° capitolo c'è ancora Lory come nome, hai sbagliato...cmq posta presto!!! :D
 
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@iola@
view post Posted on 13/3/2008, 22:53




Ti ringrazio bella!^^
Ecco il IV capitolo, spero ti piaccia!



IV


Il freddo pungente di fine febbraio giunse senza preamboli, e una lunga fila di ragazzi sciamava fuori dai cancelli di Hogwarts, tutti stretti nei loro pesanti mantelli scuri; il cielo era di un limpido azzurro, piccole nuvole bianche si spostavano velocemente sospinte dal vento, e l’aria era fresca e pungente.
- Ti va di andare direttamente ai Tre Manici di Scopa? - chiese Will a Nessa, mentre entravano ad Hogsmade.
Lei annuì, e si avviarono lungo l’affollata High Street verso il piccolo pub; quando entrarono il locale era affollatissimo come al solito di studenti e altri strani individui tipici del posto, si avvicinarono al bancone, ordinarono due Burrobirre alla giovane Rosmerta e si sistemarono ad un piccolo tavolo.
- Ti dispiace aspettarmi un attimo? Devo fare una cosa… - disse Will appena l’ostessa ebbe portato loro le bibite.
- Cosa devi fare? - chiese lei curiosa.
- Poi ti spiego… - rispose lui vago, le diede un bacio sulla guancia e uscì dal locale, facendosi spazio tra la folla.
Nessa si guardò intorno: sembrava ci fosse più gente del solito. Poi ad un tavolino appartato vicino ad una finestra vide James Potter che chiacchierava con Lily Evans, e notò che quando la ragazza era distratta rivolgeva occhiate eloquenti oltre la sua testa. Non le ci volle molto per individuare la persona alla quale erano indirizzate quelle strizzatine d’occhio.
Appoggiato ad un pilastro, non molto distante dal tavolo dove si trovava Nessa, Sirius Black sogghignava sorseggiando una Burrobirra, mentre vicino a lui Remus Lupin era concentrato su di un foglio di pergamena ingiallito e malconcio.
Senza preavviso spostò lo sguardo da James per poggiarlo su di lei, che si affrettò a distogliere il suo e fissare la bottiglia che reggeva con intensità, pur avvertendo un leggero formicolio dietro la nuca.
Si sentiva molto a disagio, ma improvvisamente Will riapparve tra la folla di clienti, il viso arrossato dal freddo pungente.
- Allora mi spieghi cosa dovevi fare di tanto importante? - gli chiese, lieta di aver trovato una distrazione momentanea.
Il ragazzo infilò una mano nel mantello e ne estrasse un pacchetto dai colori sgargianti, che le pose sorridendo: era un pacco dei migliori cioccolatini di Mielandia, ripieni al caramello, i preferiti di Nessa.
- Ma perché? - domandò stupita.
Will si strinse le spalle e la baciò, questa volta sulle labbra.
- Sei troppo magra… - disse abbozzando un sorriso gentile, mentre un rossore che non aveva niente a che fare con il freddo, si diffuse sulle sue guance, e bevve un sorso generoso della sua Burrobirra.
- Grazie... - disse lei mettendo il grazioso pacchetto nella borsa.
Will era così gentile e premuroso, quando lei invece si non riusciva a fare altrettanto, e si sentiva un mostro per questo. Magda e Colette le avevano detto giusto quella mattina che doveva avere qualche problema se stava con un ragazzo così carino e presentava sempre quella faccia da funerale, ma lei proprio non riusciva ad essere se stessa con Will come una volta, quando erano solo amici e non c'erano obblighi a vincolarli. Doveva sforzarsi ad essere un po’ più coinvolta, e lo sapeva, ma proprio non riusciva a mentire a se stessa e ad altri.
Istintivamente si voltò verso la colonna lì vicino, e vide che Sirius se ne era andato...


Il lunedì pomeriggio Nessa, di ritorno dalla doppia lezione di Antiche Rune, si incamminava verso il corridoio del terzo piano, curva sotto il peso del dizionario runico infilato con forza nella borsa che le pendeva ad un fianco, quando udì una voce familiare provenire da un corridoio vicino.
- Sempre a ficcare il naso vero Mocciosus?!
- Non ti stavo seguendo, Black! Non credere che il mondo ruoti intorno a te e ai tuoi amichetti!
Nessa svoltò l’angolo e si trovò di fronte Sirius e Severus Piton, uno schivo ragazzo Serpeverde del settimo anno, entrambi con le bacchette sfoderate, che si guardavano in cagnesco.
Il contrasto tra i due era eclatante: da una parte l’affascinante Grifondoro, alto e dalla muscolatura sviluppata, dall’altra il gracile Serpeverde, dall’aria malaticcia, il viso pallido dal naso adunco contornato dall’unticcia cortina di capelli neri.
- Niente risse nei corridoi! - disse Nessa in tono risoluto, guardando dall’uno all’altro.
Sirius molto lentamente abbassò la bacchetta, sempre guardando con sommo disprezzo Piton, quest’ultimo invece ci mise un po’ prima di riporre la sua, non sembrava ancora convinto di potersene privare, poi alla fine la infilò nella veste, lanciò uno sguardo sprezzante a Nessa e Sirius, e se ne andò raccogliendo la borsa.
- Non dovevi intrometterti… - disse Sirius lentamente una volta che Piton fu scomparso, senza rivolgerle lo sguardo.
- Sono un Prefetto! Mi intrometto e come! - disse lei con fermezza, lanciando i lunghi capelli neri dietro le spalle: non le andava di ammetterlo, ma non voleva che Sirius si cacciasse nei guai.
- Bè allora mettimi in punizione! - disse lui in tono di sfida, questa volta guardandola dritta negli occhi.
Nessa lo fisso per qualche istante con rabbia, poi si risistemò la borsa in spalla e lo superò spedita.
- A quanto pare Bagminton ha trovato un modo per evitare di perderti, eh?! - disse lui, ma nella sua voce non c’era quell’allegra nota di ironia alla quale lei era abituata – Dovresti iniziare a pomiciare anche con il tuo diario così come lui lo terresti sempre incollato alla…
Nessa si voltò di scatto, era furente:
- Non è un tuo problema quello che faccio con Will, Black! Nessuno ha chiesto la tua opinione! - disse – Se per qualche occulto motivo non approvi le mie scelte, beh allora non guardarmi, la cosa importante è che vada bene a me!
- Sì, infatti sprizzi felicità da tutti i pori… - disse lui in tono scettico, scostandosi i capelli dagli occhi.
- Ti ho appena detto che non sono affari tuoi!
Gli lanciò un’ultima occhiata torva e se ne andò. Quando si trovò di fronte il ritratto della Signora Grassa quasi le urlò la parola d’ordine, “Avversaspecchio”, ed entrò nella Sala Comune ancora fumante di rabbia.
Gettò la borsa con i libri su di un tavolo e sprofondò in una poltrona, incrociando le braccia: come si permetteva di giudicarla quel Black? Non erano affari suoi se lei era felice o meno… Ma era così visibile che era sempre giù di tono da quando stava con Will? Ci stava provando ad apparire contenta… davvero… ma…
- Ehi!
Alzò lo sguardo e vide Will che le si avvicinava, sorridente come al solito.
- Ciao… - disse, cercando di ricomporre il viso in quella che sperava essere un’espressione tranquilla; evidentemente non ci riuscì, perché dopo averla osservata qualche istante Will disse:
- Tutto ok?
- Sì… io stavo solo… - tentò di dire, ma il ragazzo già avvicinava il viso al suo per baciarla.
- No! - disse improvvisamente scostandosi.
- Cosa? - disse lui confuso, guardandola interrogativo.
Nessa si alzò di scatto, prese la borsa ed iniziò a farfugliare cose del tipo:
- Io… Will non… non posso… non mi và… io...
Si passo frustrata una mano sul viso, e corse verso il buco del ritratto; una volta uscita si trovò nuovamente faccia a faccia con Sirius Black, che la guardò tra il sorpreso il perplesso… “Ma questa è una congiura!”, pensò superandolo di gran carriera, e riuscì a calmarsi solo quando, varcati i battenti del portone di quercia, la fresca brezza della sera le inondò i polmoni, dandole la sensazione che dell’acqua fosse stata gettata sull’incendio che le divampava in petto.
Ansante per aver corso a rotta di collo per tutti i corridoi e le rampe di scale che separano il settimo piano dalla Sala d’Ingresso, si lasciò cadere ai piedi di un albero, con il petto che si alzava e abbassava rapido, dando le spalle al castello: ma che aveva fatto di male per meritarsi quello che le stava succedendo? Non se la sentiva si stare con Will… però ci stava lo stesso… voleva stare bene con lui… però non ci riusciva… e poi come se non bastasse ci si metteva pure…
Un luccichio sinistro attirò la sua attenzione: era lì, tra i cespugli di rose…
Prima ancora che potesse decidere sul da farsi il grosso cane nero che aveva incontrato qualche giorno prima uscì dalle rose.
- Ehi, bello… - gli disse abbozzando un sorriso, e grattandogli dietro le orecchie – Come te la passi?
L’animale la osservò con intensità, e di nuovo le diede quella sensazione provata in occasione del loro primo incontro, come se in quegli occhi brillanti ci fosse qualcosa di umano, di ragionevole.
Poi Nessa infilò una mano nella borsa e ne estrasse un pacchetto variopinto: erano i cioccolatini che le aveva regalato Will. L’incarto era strappato, e ne era rimasto solo uno, visto che la sera precedente li aveva offerti a Magda, in preda ad una delle sue crisi di nervi, perché Andriuw Schott l’aveva sorpresa a fare apprezzamenti sul suo fondoschiena.
Lo prese e lo pose al cane, il quale lo fiutò un istante, prima di mangiarlo in un sol boccone.
- Nessa! - un grido echeggiò nei prati che si immergevano sempre più nella soffusa luce del crepuscolo.
Di scatto sia lei che il cane si voltarono , e videro Will arrancare nella loro direzione; doveva aver visto la sagoma dell’animale, che non era particolarmente difficile da individuare essendo così grosso, perché lei era ben nascosta dal fusto dell’albero.
Quando si fu avvicinato il ragazzo la guardò, con una mano sul fianco e il respiro affannoso: doveva aver corso.
- Ho-incontrato-Colette-nella-Sala-d’Ingresso-e mi ha detto- di averti-vista correre-qui fuori! - ansimò molto rosso in viso, poi si sedette accanto a lei, e dopo aver ripreso fiato disse:
- Mi dispiace per prima… sono stato insensibile…
Nessa scosse il capo, ma non proferì parola.
- Ti prometto che non accadrà più! - garantì Will, e dicendo così poggiò la sua mano su quella di Nessa.
Improvvisamente il cane scattò sulle quattro zampe e fece per andarsene:
- Non andare via! - disse istintivamente Nessa, e sia l’animale che Will si voltarono a fissarla.
Non sapeva perché, ma quel cane le dava una forte sicurezza. Lo voleva con sé ora che aveva deciso di dire quello che doveva…
- Devo essere geloso?! - disse lui con un sopracciglio alzato e il cenno di un sorriso.
Nessa prese fiato, e si voltò a guardarlo: ora o mai più.
- Senti Will io non poss… non voglio più stare con te!
L’espressione che si diffuse sul volto del ragazzo era indecifrabile: non disse nulla.
- In effetti non avrei mai dovuto farmi coinvolgere… - continuò lei.
- Ma perché? - disse Will con voce piatta – Stiamo bene quando siamo insieme!
- No, Will… stavamo bene quando eravamo insieme da amici, ma ora è diverso io non… non me la sento!
Silenzio.
Poi lui si alzò, e fece per andarsene, ma un attimo dopo parve ripensarci; alla fine, col capo chino, tornò sui suoi passi verso il castello.
Nessa lo guardò allontanarsi, inghiottita dai sensi di colpa; poi sentì un corpo caldo al suo fianco… era il grosso cane nero, che indugiò un istante, per poi protrarsi e leccarle affettuosamente la guancia.
 
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@iola@
view post Posted on 14/3/2008, 18:14




Ma grazie!^^
Provvederò a postare il prima possibile! =3
 
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$hopaholic
view post Posted on 14/3/2008, 18:25




Oddio, scusa, mi ero dimenticata che ti eri presentata!
Perdonami ç___ç
 
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@iola@
view post Posted on 17/3/2008, 22:25




Ecco il quinto capitolo!


V


Nei giorni che seguirono Nessa si sentì molto a disagio per la situazione creatasi: mentre prima lei e Will erano sempre appiccicati, ora nemmeno si parlavano. In realtà Will non sembrava arrabbiato o ostile nei suoi confronti, ma ogni volta che i due si incrociavano per i corridoi, le offriva uno sguardo di tristezza, che la faceva sentire tanto in colpa da preferire che lui le mollasse un bel ceffone, sarebbe stato meno doloroso.
Dal suo canto, Nessa, non credeva di aver sbagliato nel lasciarlo, ma sapeva che il suo errore era stato quello di non mettere subito le cose in chiaro con lui; ora però si sentiva più libera, era come se un peso insostenibile l’avesse abbandonata, ma talvolta questo la faceva stare anche peggio, perché si sentiva un mostro nell’essere felice, quando Will non lo era a causa sua.
Sirius Black intanto aveva abbandonato il cipiglio contrariato adottato nei giorni precedenti, per tornare a prendere il suo atteggiamento di sempre, talvolta punzecchiando nuovamente Nessa, che invece non aveva alcuna intenzione di riprendere un dialogo.
In realtà non era proprio arrabbiata con lui, ma sarebbe morta piuttosto che ammettere che dopotutto ci aveva visto giusto riguardo a lei e Will; il solo pensiero le faceva ribollire il sangue.
Passava le giornate cercando di evitarlo, ma non era un impresa facile: da quando James Potter si era ufficialmente messo con Lily Evans, era sempre più facile incrociarlo da solo in giro per i corridoi della scuola, mentre Remus Lupin era occupato ad adempiere ai suoi doveri di Prefetto e Peter Minus, con l’avvicinarsi degli esami, era sempre più tartassato dagli insegnanti, per cercare di migliorare il suo penoso quadro scolastico.
Una sera era di ronda per il corridoio del quarto piano, a causa di un presunto attentato a Gazza il custode, convinto che uno degli studenti avesse tentato di decapitare lui e la sua gatta, Mrs Purr, nel sonno, e dopo il quale tutti i Prefetti erano stati incaricati di sorvegliare il castello di notte, ed intercettare individui sospetti, che con ogni probabilità erano in possesso di un’ascia o una falce acuminati nascosti sotto il mantello.
Mentre camminava, pensando che più della metà degli studenti di Hogwarts avrebbero adorato decapitare Gazza e la sua gatta, e che sarebbe stato pressoché impossibile scovarli tutti, sentì uno strano movimento alle sue spalle, si voltò, proprio mentre un arazzo cremisi si spostava, e con la velocità di un fulmine spedì una fattura, che sfiorò di pochi la testa del ragazzo apparso dal groviglio di tende.
- Cavolo, Waston… - disse Sirius Black, che aveva appena ricomposto il volto, solo qualche istante prima leggermente perplesso, in un sorrisetto ironico, e ora si toccava con la mano l’estremità della testa – Dovresti far parte della Squadra di Tiratori Scelti del Ministero, lo sai?
- E tu sai che dovresti startene nel tuo dormitorio, su alla Torre di Grifondoro, Black? - disse lei puntandogli ancora la bacchetta al viso.
- Mmmm… - fece lui fingendosi meditabondo - Deve essermi sfuggito… ehm… ti dispiace? - disse poi accennando alla bacchetta, con un tono che appariva pressoché divertito.
Nessa lo guardò per qualche altro istante con durezza, poi ripose la bacchetta nelle pieghe della veste, dicendo con fare autoritario:
- Magari, Black, tu avrai anche dei forti attacchi di amnesia, ma fortunatamente per te io so benissimo quale dovrebbe essere il tuo posto in questo momento e non è qui, non adesso e non…
- Con te... - concluse lui fissandola con una strana inclinazione nella voce, e con espressione indecifrabile.
Nessa lo osservò spaesata per un po’, ma subito si riprese.
- Vai alla Torre di Grifondoro, Black… - disse, perdendo un po’ del tono inflessibile.
Voltò le spalle al ragazzo, e si avviò verso l’altra estremità del corridoio buio.


****

La sera successiva, Nessa venne spedita a pattugliare il sesto piano.
Mentre si aggirava per i corridoi, tra il chiedersi quando quella stupida sceneggiata avrebbe avuto fine per farsi una bella dormita, e per quanto ancora il professor Silente aveva intenzione di assecondare le assurde richieste di Gazza, circa la sua sicurezza e quella di Mrs Purr, per la quale aveva preteso una scorta di due corpulenti Prefetti del settimo anno, scorse alla fine del corridoio una figura scura.
A debita distanza si fermò, e si mise ad osservare cautamente l’inaspettato personaggio, per poi esclamare:
- Mi pareva di averti avvertito che a quest’ora dovresti trovarti nel tuo dormitorio, Black!
Sirius si spostò, e il viso, prima in ombra, venne illuminato dalla luce rossastra emanata da una torcia vicina.
- Devi venire con me Waston, ho una cosa da mostrarti… - disse in tono risoluto.
- Cosa? - chiese lei colta alla sprovvista – Venire con te? Non posso, sono di ronda! E poi dov…
Ma Sirius già avanzava verso di lei, la afferrò per un polso e se la trascinò dietro, ignorando completamente i suoi vani tentativi di scoprire dove erano diretti.
Quando giunsero nella Sala d’Ingresso, lei chiese:
- Allora mi dic…
Ma ancora una volta venne interrotta: Sirius le tappò la bocca con una mano e la trascinò dietro una massiccia armatura.
Dopo qualche istante apparvero due ragazzi, i Prefetti di Tassorosso, che parlottavano concitatamente dell’inutilità di quella notte insonne. Prima che le loro voci si fossero spente Pix il Poltergeist, sfrecciò come un fulmine verso la Sala dei Trofei, maneggiando quella che aveva tutta l’aria di essere una mannaia da cucina.
Quando anche lui fu sparito, Sirius e Nessa, sgattaiolarono lentamente fuori dal portone di quercia: una volta che si furono immersi nell’oscurità del parco, finalmente la ragazza si sentì libera di parlare, con uno strattone fermò Sirius e lo costrinse a voltarsi.
- Ora tu mi dici dove diavolo mi stai trascinando Black! - disse stizzita, guardando con forza lo spicchio di volto del ragazzo illuminato dalla Luna.
- Te lo farò vedere presto, Waston, ma per favore non fare domande! - disse lui con una nota di impazienza nella voce.
Nessa lo guardò con un cipiglio ribelle, ma alla fine lo seguì, tagliando per i prati, verso il limitare della Foresta Proibita.
Trottellava dietro la sagoma scura di Sirius, con i capelli smossi dalla fresca brezza notturna, e mille domande, ma senza proferirne alcuna.
Finalmente il ragazzo si arrestò vicino ai primi alberi, e si voltò verso di lei:
- Accendi la bacchetta. - disse, facendo altrettanto, e si inoltrò nella vegetazione.
Nessa lo seguiva in silenzio, il debole fiotto di luce emanato dalla sua bacchetta illuminava il tappeto di foglie secche che ricoprivano il suolo, e presto anche il bagliore lunare svanì, man mano che camminavano.
Non era mai stata nella Foresta, ma si sentiva stranamente sicura con Sirius: sembrava conoscere esattamente la loro destinazione.
Improvvisamente si fermò, apparentemente concentrato nello scorgere qualcosa, e lei per poco non gli caracollò addosso; dopo qualche minuto di assoluto silenzio, puntò la bacchetta in un punto tra due alberi, apparentemente vuoto e mormorò qualcosa di indistinto: ne scaturì un raggio di luce dorata, e in una frazione di secondo una grossa e lucida motocicletta nera, si Materializzò davanti ai loro occhi.
Nessa la fissò sorpresa, ma Sirius, evidentemente soddisfatto, si avvicinò, e passò una mano sul sedile di pelle nera, quasi come se stesse accarezzando un affettuoso cucciolo metallico.
Salì in sella e a questo punto si rivolse a Nessa:
- Forza, Waston! Sali o stai lì a metter radici? - disse con il suo solito sorrisetto ironico.
- Io salire su quella cosa?! - chiese lei quasi indignata – Non se ne parla proprio!
Il ragazzo la guardò con aria provocatoria:
- Non avrai mica paura?!
Nessa inarcò le sopracciglia, e mise le mani sui fianchi:
- Ti credi furbo vero, Black?
- Mmmm… Sì, direi di sì! - confermò lui – Ma, comunque… se hai paura puoi anche startene lì…
Lei lo guardò e poi, gettando indietro la lunga chioma corvina, si avvicinò, accavalcò una gamba sulla moto e salì con grazia.
- Non hai dei caschi? - chiese, ricordando che i Babbani li usavano per girare in moto.
- Non ci saranno molte altre moto con cui scontrarci dove andremo… e anche se cadessi, ti assicuro che un casco ti servirebbe ben poco, quindi tieniti stretta a me! - disse Sirius
Nessa, che non aveva nessuna intenzione di seguire le istruzioni, si aggrappò saldamente al bordo della sella, decisa a mantenere da maggiore distanza possibile da Sirius, per quanto lo concedesse la situazione.
Lui le lanciò un’occhiata obliqua, poi senza preavviso mise in funzione la moto, che con un rombo assordante si levò bruscamente da terra, facendola quasi cadere, così istintivamente afferrò Sirius, e vi tenne più forte che poteva, tanto che pensò di rompergli qualche costola.
Dal canto suo Sirius se la sogghignava soddisfatto, i capelli che gli frustavano il viso, mossi dal vento, si sentiva leggero…
Presero quota velocemente, il freddo che gli riempiva i polmoni, l’intenso profumo di erba umida tutt’attorno.
Uno spettacolo mozzafiato li sovrastava: un cielo blu velluto, e una miriade di stelle, così brillanti che parevano miliardi di piccoli fuochi nell’oscurità.
Improvvisamente scese in picchiata sul lago, che rifletteva immobile la volta celeste, e Nessa si aggrappò un po’ più forte, continuando ad osservare attonita lo spettacolo che le si presentava davanti: era fantastico. Non aveva mai visto Hogwarts da quella prospettiva, ma così sembrava, se possibile, ancora più magica.
Era una sensazione mai provata prima; aveva voltato altre volte su di un manico di scopa, ma questo era diverso… la confondeva e eccitava allo stesso momento e, benché confusa, sperava durasse più a lungo possibile.
Intanto la moto sorvolava il parco di Hogwarts, fino al piccolo villaggio di Hogsmade, simile ad una cartolina, e il tempo scorreva quasi senza che loro se ne rendessero conto, poi però il freddo della sera iniziò a farsi sentire, e Sirius puntò nuovamente verso la Foresta Proibita.
Quando atterrarono Nessa scese dalla moto, e si poggiò ad un albero vicino, chiudendo gli occhi: avvertiva un leggero capogiro, il respiro lento e profondo, ma si sentiva stranamente bene.
Una volta che le chiazze di colore, che le volteggiavano davanti agli occhi, furono scomparse, schiuse le palpebre, e si irrigidì di botto: Sirius, aveva una mano poggiata sul tronco dell’albero, a pochi centimetri dal suo orecchio destro, chino su di lei, e la osservava con espressione indecifrabile.
Pareva che il vento e il freddo della notte si fossero placati, e uno strano tepore si diffondeva tutt’intorno.
Sirius era così vicino…
“Non puoi Nessa, non puoi!” una vocina interna le suggerì questo pensiero.
“Sì che posso…”
“È Sirius Black! A te non piace Sirius Black!”
“E questo chi lo dice?!”
“Tu!”
“E se avessi cambiato idea?!”
“Bè allora Will? Pensa a Will! Come credi che si sentirebbe?”
“Will...”
Le labbra di Sirius sfiorarono le sue, e si insinuarono sempre di più.
Nessa chiuse appena gli occhi, e con un gesto, che non credeva poter compiere in quel momento, si allontanò.
Non poteva... anche se voleva… ma non doveva… per Will!
Aprì gli occhi: Sirius era davanti a lei e la guardava, con un'espressione stranamente calma, poi le voltò le spalle e si diresse attraverso i prati bui, dritto verso il castello.
 
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bella287
view post Posted on 19/3/2008, 14:22




siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!
1-hai postato...
2-si sono baciati :D
3- sei bravissima!!!!!!
mi racc PP!!!
 
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@iola@
view post Posted on 20/3/2008, 19:59




Grazie mille bella!^^


VI


AVVISO A TUTTI GLI STUDENTI

Siamo lieti di comunicare a tutti gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, che il famigerato colpevole di un sospetto attentato al custode della scuola, Mastro Argus Gazza, è stato individuato, e riconosciuto come Pix, il Poltergeist del castello.
Vi annunciamo dunque che non è al momento presente alcun potenziale assassino in circolazione, e garantiamo il normale svolgimento di tutte le attività didattiche.


La Vicepreside
Prof.ssa M.McGranitt




- “Non è al momento presente alcun potenziale assassino” ?! Allora Pix come lo definiscono?
La voce di James Potter sovrastò il chiacchiericcio degli studenti accalcati davanti alla bacheca della sala comune dei Grifondoro, seguita da un coro di risate.
Nessa, che in quel momento si trovava vicino alla bacheca, parve come paralizzata; al rassicurante pensiero che si era appena sviluppato nella sua mente, riguardo la fine delle sue estenuanti ronde, se ne sostituì un altro, decisamente meno tranquillo: “C’è anche lui...”.
A suggerirglielo erano state le parole di James Potter, in realtà non il concetto in sé, ma il fatto che a pronunciarle fosse stato proprio James Potter, perché ciò significava che con ogni probabilità, al di là della folla di ragazzi, insieme a lui doveva esserci anche… Sirius.
Aveva disperatamente tentato di evitarlo dalla sera in cui l’aveva portata con sè sulla moto, non per imbarazzo, ma per i sensi di colpa legati a Will.
Si erano lasciati da poco, e sapeva che sarebbe risultato egoistico andare a zonzo con qualcun altro quando lui, per come le avevano riferito amici comuni, non aveva ancora superato il fatto che lei l’avesse lasciato, e non era sicura di riuscire a comportarsi come aveva già fatto una volta se Sirius…
- Ehi, Nessa! Nessa, vieni? - la voce di Colette la riscosse dai suoi pensieri.
- Cosa? - disse distrattamente.
- Forza andiamo a colazione! Muoio di fame! - disse Magda massaggiandosi la pancia.
- Sì... vengo…
Si avviarono nella Sala Grande, e Nessa, ancora immersa nei suoi pensieri, si lasciò distrattamente cadere su una panca, vicino alle amiche.
Improvvisamente si sentì osservata: alzò lo sguardo, incrociando quello tenebroso di Sirius Black, che percorreva la sala verso il tavolo di Grifondoro, come sempre in compagnia di James, Peter e Remus.
Lo sostenne per qualche istante poi, si tuffo in una tazza ricolma di caffé bollente… era davvero… davvero difficile…


****

La biblioteca era tranquilla e silenziosa; qua e là qualche studente era chino su di un libro, o dalla bibliotecaria, l’arcigna Madama Pince, a farsi timbrare una pila di tomi presi in prestito.
Nessa camminava nel reparto di Incantesimi, concentrata a cercare un libro che le sarebbe potuto essere utile per il tema assegnato dal professor Vitious; si avvicinò all’ultima ricolma libreria, e fece scorrere il dito sottile lungo il retro di numerosi e consunti volumi in pelle.
Eccolo. Un grosso tomo in pelle nera, con le iscrizioni consunte dal tempo.
“Incantesimi lievitanti avanzati: come opporsi alla forza di gravità” di Calliope Woodworck.
“Promette bene!”, pensò, e facendo affidamento a tutte le sue forze, lo spostò.
Era incredibilmente leggero, come un foglio di pergamena, quando occhio e croce sembrava pesare almeno una tonnellata. Beh, che poteva aspettarsi da un libro che tratta su come contrastare la forza di gravità?!
Appena lo stupore si fu dileguato, qualcosaltro attirò la sua attenzione: dal vuoto lasciato dal libro che aveva tra le braccia, si intravedeva lo spicchio di un ragazzo, che conosceva molto bene.
Era Will.
Rivolgeva la sua attenzione a qualcosa che probabilmente si trovava a poca distanza da lui, e sembrava bisbigliare: c’era un qualche cosa di strano in quella faccenda.
Nessa si spostò leggermente, così che Will le fosse completamente visibile; indubbiamente parlava con qualcuno che, data la sua posizione, le rimaneva ancora sconosciuto.
Quando poi nella sua mente balenò l’idea di andarsene e dedicarsi al suo tema, qualcosa la fece rimanere lì, piantata dov’era: due mani, avevano afferrato con delicatezza la camicia di Will, in un gesto affettuoso, poi furono visibili un paio di braccia, e infine il volto che fino a quel momento era rimasto in ombra.
Merybeth Bourne si alzava sulle punte dei piedi, socchiudeva gli occhi e baciava Will, che dal suo canto non pareva disprezzare.
Era decisamente arrivato il momento di dedicarsi al tema; si avviò tra le file ingombre di tomi, a passo svelto, il libro “antigravitazionale” tra le braccia, e leggermente scioccata.
Nel silenzio ovattato della biblioteca risuonavano solo i colpetti secchi delle sue scarpe, che battevano spedite sul il pavimento freddo.
“Will e Meribeth Bourne?! Non è possibile!” pensò.
“Sì che è possibile, l’hai appena visto!” disse una vocina nella sua testa.
“Lo so ma….Meribeth Bourne? Will e Meribeth Bourne?!”
“Perchè ti stupisci tanto? Dopotutto tu l’hai mollato…”
“Sì ma pensavo che lui…”
“Si stesse ancora struggendo per te!”
“No! Cioè, sì…”
“Non pensavi mica che ti venisse dietro vita natural durante.”
“Non è questo!”
“E allora cosa?”
“Lui se la spassa mentre io mi faccio gli scrupoli…..”
“Ah… allora è questo il motivo… Sirius Black!”
“Oh stà zitta!”
Scosse la testa con vigore, come volendo allontanare una fastidiosa mosca, e senza che se ne fosse resa conto i suoi piedi, ormai tanto abituati a percorrere quei luoghi, la condussero nei pressi del settimo piano.
La sua mente lavorava febbrile, davanti agli occhi ancora la scena alla quale aveva assistito poco prima, e il forte desiderio di trovarsi lei lì in quel momento al posto di Merybeth, tra le braccia di qualcun altro.
Era così persa nel flusso dirompente dei suoi pensieri, che senza accorgersene andò a cozzare contro qualcuno: ebbe la sensazione di rimbalzare contro un muro fatto di soffici materassi; il tempo di mettere a fuoco il soggetto dello scontro, e un vocione tonante irruppe nel corridoio.
- Signorina Waston! Che fortuna, che fortuna!
Il professor Lumacorno la guardava dall’alto del suo pancione coperto di velluto pregiato, con il solito sorriso bonario stampato sul volto paffuto.
- Oh… Professore, mi scusi, io non volevo… - tentò di scusarsi lei per la sua distrazione.
- Non si preoccupi, non c’è bisogno di scusarsi! Quando più cerchi qualcosa, capita sempre che questa ti sbatta contro! - tuonò lui.
- Ehm… cercava me professore?
- Sì, signorina Waston, proprio lei! Mi chiedevo se potesse farmi una cortesia…


****

“Ma perché?! Perchè proprio io?”
Nessa camminava su e giù davanti alla scala che conduceva ai dormitori maschili, nella sala comune di Grifondoro.
“Ma Lumacorno non sa comprarsi un gufo? Perchè sempre io?!”
Il professor Lumacorno le aveva affidato un incarico, che in un’altra situazione avrebbe svolto senza alcuna difficoltà, ma che questa volta diventava potenzialmente problematico.
- Lei dovrebbe, signorina Waston, consegnare cortesemente questo messaggio da parte mia al signor Remus Lupin! - le aveva detto giovale - Sà, è per l’allestimento della festa che sto progettando di organizzare per la fine dell’anno scolastico, con qualcuno dei miei cari pupilli! - le fece l’occhiolino con fare eloquente e continuò – Il signor Lupin è stato molto diligente nell’organizzare le decorazioni natalizie, e spero accetterà l’incarico che sto per offrirgli. Confido in lei affinché il messaggio arrivi subito al destinatario !-
Le aveva ficcato un rotolino di pergamena nelle mani, aveva fatto un breve inchino e se ne era andato, volgendogli la sua ampia schiena.
Da allora Nessa aveva cercato di incontrare Remus, possibilmente solo, per tutta la scuola, ma non ne aveva scorto neanche l’ombra, né in compagnia né altro.
Era rimasta una sola cosa da fare: andare a vedere se riusciva a trovarlo nel suo dormitorio, dove nel 99,9% dei casi ci sarebbero stati anche i suoi amici... loro… lui!
Dopo tutto il tempo e la fatica spesi per evitarlo ora stava andando dritta filata nella tana del lupo.
Si arrestò, mettendo fine alla sua convulsa marcia, guardò su per la stretta scala di marmo, fece un sospiro e iniziò a salire; ad ogni scalino sembrava prendere coraggio:
“Perché poi io dovrei temere di incontrarlo?!” si disse.
“Perché lui ti piace…” disse la solita fastidiosa vocina.
“Lui?! A me?! Non se ne parla proprio!”
“Allora cos’è tutta questa agitazione?!” rincarò maliziosamente la dose la vocina.
“Niente… è che… lui… io…”
“Avanti ammettilo! Confessa che lui ti…”
“Oh! Silenzio!”
Era giunta davanti alla porta di legno con su affissa la targa “Settimo Anno”, un’ultima esitazione e poi schiuse l’uscio: la stanza, provvista di quattro letti a baldacchino con le tende scarlatte tirate, proprio come quella del suo dormitorio, sembrava vuota.
- Remus?! - disse incerta.
Nessuno rispose.
“Bè io ci ho provato!” si disse, mentre sollevata faceva per andarsene.
- Remus non c’è!
Queste parole la fecero bloccare quando aveva appena mosso un passo in direzione della porta; si voltò di scatto: le tende di uno dei quattro letti erano state tirate, rivelando Sirius Black, sdraiato sul materasso, le gambe accavallate, e lo sguardo fisso su di lei.
- Dovevo consegnargli un messaggio da parte del professor Lumacorno. - disse lei con voce decisa – Sai dove posso trovarlo?
- È in Infermeria… - disse lui mettendosi seduto.
- Cos’ha? Sta male?
- Niente di permanente… - disse lui con un sorriso ironico.
Silenzio.
- Beh, allora io vado… - disse dopo un po’ Nessa.
- Aspetta!
Si voltò a guardarlo, lui si alzò avvicinandosi: aveva un taglio sulla guancia sinistra, che sembrava in fase di guarigione, ma doveva essere stato molto profondo.
- Puoi darlo a me... - disse allungando la mano.
- Cos… - per un attimo parve spaesata, poi capì che si riferiva al messaggio, e disse in tono piuttosto professionale:
- Credo che sia meglio che glielo dia io. Lumacorno lo ha affidat…
- Sempre senza fiducia verso gli altri, eh Waston?! - la interruppe lui, tra l’ironico e il risentito.
- Io mi fido degli altri! - ribattè con forza.
- Beh, allora sono l’unico ad avere il piacere della tua diffidenza. - continuò lentamente Sirius, avvicinandosi a lei.
Era molto vicino, oltre il margine di sicurezza, ma Nessa non si mosse, continuò a guardarlo duramente: il taglio visto da quella distanza sembrava ancora più profondo.
- Sei uno sciocco se credi di essere tanto importante, Black!
Face per andarsene, Sirius la trattenne per la manica della veste: la guardava dritta negli occhi, come se non potesse farne a meno.
In quel momento la porta del dormitorio si spalancò, e James Potter e Lily Evans entrarono chiacchierando allegramente, ma tacquero alla vista dei due.
- Oh... - fece James – Noi…
- Lascia stare James. - disse Nessa continuando a guardare con furia Sirius; si ritirò con forza la manica dell’uniforme e oltrepassò i due fermi alla porta.
- Ciao...- disse Lily piuttosto imbarazzata quando Nessa le fu vicina.
- Ciao Lily… - disse lei abbozzando un sorriso, e se ne andò.
- Ehm… nervosetta eh?!- aggiunse James quando fu scomparsa alla vista.

“Come ho potuto pensare, anche solo per un instante, che mi piacesse un imbecille del genere?!” si disse Nessa, diretta al suo dormitorio.
“Perché non è così?”
“No! É solo un idiota!”
“Poco tempo fa non sembravi pensarla così…”
“Beh, sono stata una sciocca… Può capitare di sbagliarsi, no!?”
“Quindi ammetti che almeno per un momento hai pensato a lui sotto un altro aspetto?!”
“Io, beh… forse… Fatto stà che ora non me ne frega niente di quel presuntuoso!”
“A no?”
“NO!”
“Allora perché stai piangendo?”
 
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bella287
view post Posted on 27/3/2008, 17:10




nuuuuuuu... :unsure: xk litigano?
cmq will&marybeth? nn me l'aspettavo... ihih....
PP!!!!!!!!!! PLEASE!!!!!!!!!!!
 
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bella287
view post Posted on 29/3/2008, 15:38




perchè nn posti più?
nn puoi lasciarmi così, please :wub:
 
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@iola@
view post Posted on 29/3/2008, 22:44




Ciao bella, scusa se ti ho fatto aspettare!!!
Spero di farmi perdonare con questo nuovo capitolo che è uno di quelli che nello scriverlo più mi ha coinvolta!
Grazie per i commenti!!!^^



VII


Il cielo era di un azzurro brillante oltre le alte finestre di Hogwarts, ed un lieve venticello solleticava le cime degli alberi della Foresta Proibita.
Nessa scese dal dormitorio femminile, sfoggiando un cipiglio contrariato che lasciava trasparire perfettamente il suo malumore: era stata sveglia quasi tutta la notte a rimurginare su quanto Sirius Black fosse idiota e quanto lei non fosse da meno visto che continuava imperterrita a farsi condizionare da lui.
La infastidiva terribilmente avvertire che in un modo o nell'altro il suo rapporto con quel ragazzo influisse sul suo umore, e lo stato d'animo di quella mattina ne era testimone.
Essendo piuttosto presto la Sala Grande risultava alquanto sfollata, qua e la gruppi di pochi ed assonnati studenti facevano colazione; si sedette al tavolo dei Grifondoro, sprofondando in una tazza di caffè fumante, con la speranza che Magda e Colette non giungessero prima che lei se ne fosse andata: in quel momento non se la sentiva di sorbire ciarle irritanti sul "ragazzo del giorno".
Raggiunse la sala d'Ingresso quando ormai un numero ingente di ragazzi aveva preso posto lungo le quettro tavole, con l'intento di fare una passeggiata nel parco prima della lezione di Erbologia, così da far dissipare il malumore.
Aveva quasi varcato i battenti del portone di quercia quando si sentì richiamare:
- Nessa! Ehi, Nessa!
Remus Lupin arrancava con aria stanca verso di lei: evidentemente era stato dimesso dall'Infermeria, ma appariva ancora piuttosto debilitato.
- Oh, Remus! Come stai? Ho saputo che eri in Infermeria! - disse quando furono l'uno di fronte all'altra.
- Piuttosto bene, grazie! - rispose lui abozzando un debole sorriso - Sirius mi ha detto che mi cercavi... che avevi un messaggio per me o qualcosa del genere!
- Sì, ecco... - gli pose il rotolo di pergamena sfilandolo dalla veste e in risposta allo sguardo interrogativo del ragazzo aggiunse:
- E' un messaggio da parte del professor Lumacorno... credo voglia ingaggiarti per l'allestimento delle decorazioni alla sua festa di fine anno!
- Oh... perfetto... non aspiro ad altro! - fece lui ironico - Beh, grazie Nessa!
- Figurati!
Stavano per salutarsi quando da dietro le spalle di Remus apparvero inavvertitamente James Potter e Sirius Black: intenta a chiacchierare col ragazzo non si era accorta del loro arrivo, ed ora sul suo viso, appena un pò più rilassato, tornò ad imperiare l'espressione contrariata che l'aveva accompagnata tutta la mattina.
- Ehi, Lunastorta! Ti cercavamo! - esordì James.
Sentiva lo sguardo di Sirus fisso su di lei il che, data la momentanea insofferenza verso di lui, la irritò terribilmente, così per evitare eventuali scatti d'ira salutò frettolosamente e, senza degnare di uno sguardo i due, si diresse verso lo scalone di marmo abbandonando così i suoi propositi di vagabondaggio.


In tarda mattinata Nessa, di ritorno dalla serra numero sei, dove aveva appena assistito ad una lezione di Erbologia particolarmente impegnativa sui Bulbi Febbricitanti, camminava lungo il corridoio del terzo piano.
Si sentiva stranamente scombussolata, uno dei bulbi della professoressa Sprite l’aveva morsa, ma l’insegnante l’aveva rassicurata sul fatto che gli esemplari sui quali stavano lavorando erano abbastanza giovani, quindi non pericolosi.
In ogni caso, anche se lo fossero stati, lei non poteva permettersi un po’ di riposo, visto che l’attendeva la lezione di Antiche Rune, che non aveva alcuna voglia di saltare solo perché un qualche stupido arbusto le aveva trasmesso qualche linea di febbre.
Mancava circa un quarto d’ora all’inizio della lezione, dunque aveva giusto il tempo di raggiungere la torre di Grifondoro, prendere il dizionario runico e qualche rotolo di pergamena, per poi partire alla volta dell’aula del professor Vector.
Aveva appena svoltato l’angolo che conduceva al corridoio del sesto piano, quando per poco non andò a scontrarsi contro qualcuno che camminava nella direzione opposta:
- Waston... - disse Sirius Black, come al solito con la sua aria irresistibilmente arrogante.
- Black... - sbottò Nessa, soffocando dietro la mano un forte colpo di tosse: ci mancava solo lui.
- Stai bene?! - chiese ad un colpo di tosse particolarmente doloroso della ragazza.
Si avvicinò per osservarla meglio: Nessa era pallida, gli occhi erano arrossati e leggermente gonfi, la fronte madida di sudore freddo, e guardandola con più attenzione Sirius notò che pareva scossa da un leggero ma continuo brivido.
- Cosa ti è successo? Non hai una bella cera...
- Sto bene… ho solo qualche linea di febbre…
- Qualche linea di febbre, eh?! Ma se non ti reggi in piedi! E’ meglio che tu vada in Infermeria...
- Non ne ho bisogno… ho detto che sto bene! E poi questi non sono affari tuoi Black... - fu interrotta da un altro forte colpo di tosse che parve mozzarle il fiato.
- Giusto... - disse lui in tono piatto - Ciò non toglie però che tu sia più pallida di Nik-Quasi-Senza-Testa...
- Piantala...
Sirius, ignorando le sue proteste, le si avvicinò posandole una mano sulla fronte: Nessa rimase interdetta per qualche istante, ma non avendo nè la forza nè la facoltà ,vista la vicinanza del ragazzo, di ribattere rimase immobile: la sua mano era così calda… o forse era lei ad essere rovente in quel momento…
- Devi andare subito da Madama Chips! Ti ci accompagno...
- No. - disse lei, scostando la mano del Grifondoro dalla fronte con un gesto debolmente stizzito e oltrepassandolo, per avviarsi nuovamente verso la Torre Est.
Sirius la seguì spedito: anche se non poteva portarla con la forza in Infermeria, almeno poteva cercare di tenerla sotto controllo il più tempo possibile: anche se non l'avrebbe mai ammesso, cominciava ad essere seriamente preoccupato.
- Allora Waston… come ti sei ridotta in questo stato?
- Durante la lezione di Erbologia mi ha morso un Bulbo Febbricitante… ma la professoressa Sprite dice che non era pericoloso… non ho bisogno di andare in Infermeria… - la sua voce diventava pian piano una sorta di sussurro affannoso.
- Beh invece secondo me dovresti!
Ma non ebbe terminato la frase che dovette lanciare per aria la borsa e allungarsi in avanti per afferrare Nessa: era svenuta.
La osservò per un attimo: sembrava così indifesa lì, raggomitolata tra le sue braccia, priva di forze.


La sala comune di Grifondoro era affollata e rumorosa, un chiacchiericcio eccitato risuonava in tutta la stanza circolare cosparsa di stendardi e arazzi cremisi ed oro.
Nessa, di ritorno dall’Infermeria accompagnata da Magda e Colette, che ancora parlottavano sulla fortuna spacciata dell’amica sull’essere stata portata da Sirius Black in persona da Madama Chips, fu investita dall’ondata di chiacchiere eccitate che si confondevano tra di loro trasmettendo solo un distinto sentore di entusiasmo.
- Pensa se si fosse trovato a passare di lì in quel momento un Serpeverde! Ti avrebbe lasciata dov'eri! Invece Sirius… ma che succede qui? - disse Colette stupita.
- Da questo sabato ha inizio il Club dei Duellanti! - le rispose Guliet Mac Pherson, una ragazza rossa del quinto anno – Hanno affisso un annuncio in bacheca!
Nessa si avvicinò alla bacheca, dove effettivamente vi era affisso un grosso foglio di pergamena, che annunciava l’apertura del Club dei Duellanti di Livello Avanzato, aperto ai ragazzi dal quinto anno in su, e che tutti gli aspirati dovevano presentarsi quello stesso sabato alle otto di sera nella Sala Grande.
Una frase evidenziata attirò la sua attenzione: “E’ consigliata la partecipazione a tutti gli studenti del sesto e settimo anno che vorranno conseguire la carriera da Auror presso il Ministero della Magia a studi ultimati.”
Il tutto si concludeva con la solita firma della professoressa McGranitt.
La Grifondoro allora decise: avrebbe partecipato a quel corso.


****


Il sabato sera alle otto quasi tutti gli studenti di Hogwarts dal quinto anno in su si erano raccolti nella spaziosa Sala Grande, ad eccezione di pochi.
Le panche e le cinque lunghe tavole di legno che di solito occupavano l’immensa stanza erano spariti ed il soffitto rifletteva il cielo scuro trapunto di stelle lucenti.
Quando si fu ormai compreso che nessuno si sarebbe più presentato il professor Vitious ordinò con la sua voce squillante agli studenti di dividersi in coppie: un’agitazione generale si diffuse.
Nessa, che si trovava nel suo gruppo di Grifondoro fu attirata dalla voce severa della professoressa McGranitt:
- Potter, Black separatevi subito! - disse austera – Voi due insieme non fareste altro che creare scompiglio!
A quel punto la professoressa si voltò verso di lei che di scatto distolse lo sguardo:
- Signorina Waston! - disse acuta – Venga qui cortesemente!
Nessa si avvicinò rassegnata e guardò l’insegnante in attesa di indicazioni.
- Lei starà in coppia col signor Black!
- Cos…
- Lei invece Signor Potter venga con me! Le troveremo un compagno il più lontano possibile dal Signor Black… - continuò la McGranitt ignorandola; si voltò e si avviò tra la calca di ragazzi seguita da un contrariato James.
- Non farmi troppo male Waston… - disse Sirius guardandola beffardo.
- Ci proverò... - ribatté lei minacciosa, stringendo la bacchetta in mano.
Al segnale dei professori le coppie si sistemarono e, l’uno di fronte a l’altro, gli studenti si prepararono a duellare.
Al fischio del professor Vitious, una miriade di scintille colorate si diffuse seguendo il boato di voci che pronunciavano gli incantesimi più svariati.
Nessa e Sirius erano immobili e si osservavano come in attesa.
Improvvisamente uno spruzzo di scintille dorate, probabilmente scaturito dalla bacchetta di qualche compagno distratto, scoppiò vicinissimo al viso di Nessa che istintivamente indietreggiò di qualche passo distogliendo l’attenzione dal suo avversario.
Le ci volle qualche istante per capire quanto quella distrazione le fosse costata: qualcosa di leggermente appuntito le premeva contro la schiena, mentre il braccio della bacchetta era stretto in una morsa salda.
Sirius l’aveva bloccata.
- Vediamo come te la cavi questa volta… - le sussurrò all’orecchio, mentre sentiva la presa sul suo braccio diventare più decisa.
Era inutile… in quella situazione ogni tentativo di liberarsi sarebbe risultato decisamente vano.
Ma proprio in quel momento, un’altra folata, questa volta più energica, di scintille rossastre raggiunse Sirius che, colto alla sprovvista, non solo lasciò Nessa, ma per evitare l’incantesimo si gettò a terra.
La situazione era decisamente cambiata: ora era Nessa ad avere il controllo; era in piedi, davanti ad un Sirius Black quasi del tutto indifeso, e questa volta era la sua bacchetta ad essere puntata su di lui.
Lo osservava con un cipiglio soddisfatto, e stava per schernirlo del suo precedente trionfo, quando inavvertitamente un piede del ragazzo scatto con forza urtando la sua gamba, ed inducendola a cadere rovinosamente su di lui.
Era in contesto più imbarazzante quanto assurdo nel quale si fosse trovata: lì, lunga distesa sul Grifondoro, che la osservava di rimando, ed il cui viso questa volta non era incorniciato solo dai suoi capelli corvini, ma anche da quelli della ragazza che, a pochi centimetri dal suo viso, respirava affannosamente, così come lui.
Gli occhi di quest'ultimo indugiarono qualche istane su i lineamenti di lei, per poi esclamare con un sorriso soddisfatto:
-Potevi dirmelo che il tuo scopo era questo Waston… ci saremmo risparmiati tempo e fatica!
Nessa allora, riprese tutte le attività celebrali momentaneamente assopite, si alzò di scatto, e rossa in viso si voltò furente verso… beh, non sapeva bene dove andava, ma si incamminò comunque.
- E questo lo lasci a me?! Gentile da parte tua…
A queste parole si voltò nuovamente verso il ragazzo, che stringeva tra le mani un piccolo libricino in pelle: era il suo diario, che doveva avergli sfilato dalla veste.
- Scommetto di riuscire ad annullare l’incantesimo che lo rende illeggibile con una semplice controfattura… - continuò passando la punta della bacchetta tra le pagine apparentemente bianche con un cipiglio malizioso.
- Accio! - gridò Nessa con ira crescente, ma Sirius, che aveva previsto una mossa così scontata, fu lesto ad annullare l'Incantesimo di Appello.
- Restituiscimelo... - sibilò a denti stretti, stringendo con forza la bacchetta.
Lui continuò a giocherellare con l'oggetto con fare indifferente, il sorrisetto irritante semmpre più ampio.
- Restituiscimelo, Black, o non rispondo più di me!
- Bene, te lo restituirò... ma sta a te riuscire a prenderlo!
- Sei infantile!
- Sei bisbetica!
Nessa rimase a fissarlo per qualche secondo, una luce sinistra brillo nei suoi occhi, prima di avvicinarsi a passo sicuro e con aria minacciosa al suo interlocutore che di rimando continuava a scrutarla beffardo sventolando il diario nella mano sinistra.
Un passo dopo l'altro superò il margine di distanza che, data la sua espressione, Sirius si aspettava mantenesse, fino a quando le punte delle loro scarpe non urtarono.
I loro volti distavano pochi centimetri l'uno dall'altra: lei con un cipiglio indecifrabile osservava l'espressione leggermente stupita che andava diffondendosi sul volto del ragazzo. Si allungò lentamente sulle punte dei piedi continuado a fissarlo dritto negli occhi e poi...
Un secondo dopo gli aveva sfilato il diario di mano, aprrofittando del fatto che la presa di Sirius fosse allentata, e indietreggiava con fare soddisfatto.
Non ebbe il tempo di realizzare ciò che aveva fatto, nè di schernirlo, che un guizzo di luce vermiglia giunse ad una tale vicinanza dal suo viso che in quel punto cominciò ad avvertire un bruciore sempre più acuto e fastidioso; quando poi gettò uno sguardo alla mano che istintivamente aveva portato al viso si accorse che era macchiata di sangue.
- Nessa, stai bene?!
Ellison Crow, una Tassorosso del suo stesso anno, la osservava preoccupata da dietro i suoi spessi occhiali cerchiati di corno.
- Credo che dovresti andare in infermeria! Hai una brutta ustione...
Nessa alzò lo sguardo e fece per tirarsi su proprio mentre Sirius scattava contro un corpulento Serpeverde:
-Brutto idiota, ma dove diavolo guardi quando usi quell'affare?! - lo sentì distintamente urlare mentre si allontanava a passo spedito alla volta dell'Infermeria.


- Ah, signorina Waston! Di nuovo qui vedo! - l'accolse Madama Chips che con fare sbrigativo le si avvicinava per dare un'occhiata alla sua guancia destra.
- Una bruciatura... venga con me la rimetteremo a posto in breve tempo.
L'Infermiera condusse Nessa su di una branda facendola sedere, una manciata di secondi più tardi tornò con uno strano unguento bluastro dall'odore fortemente acre, che applicò sulla ferita.
- Immagino che siano i postumi del Club dei Duellanti... lo dicevo io che era poco raccomandabile... - borbottò con disappunto più a se stessa che a Nessa - Scommetto che entro le nove mi ritroverò l'Infermeria piena... ho già rimesso a posto le orecchie d'asino del signor Goodman! Ecco fatto! - disse poi rivolgendosi alla ragazza - Ci vorrà circa un'ora affinchè sparisca completamente... stia quì ferma, passo a ricontrollarla più tardi!
E si diresse verso due ragazze che, con il volto ricoperto da sgradevoli pustole violacee, facevano il loro ingresso singhiozzanti.
Non avendo alcun diversivo, seduta su quel lettino aspettando di rivedere la sua faccia com'era sempre stata, cominciò a riflettere sul fatto che nel giro di pochi giorni si era ritrovata in Infermeria più di quanto avesse fatto durante i suoi sei anni ad Hogwarts.
Le opzioni erano due: o era in atto una congiura ai suoi danni e qualcuno la voleva morta, oppure Sirius Black portava tremendamente sfiga!
Quando la lezione nella Sala Grande fu ultimata Magda e Colette apparvero sull'uscio dell'Infermeria e una volta avvistata la raggiunsero:
- Nessa, come stai?! Oh, cos'è quella cosa digustosa che ti hanno spalmato in faccia? - esordì Colette senza nascondere una smorfia di disgusto.
- Eravamo preoccupate, ma Piton ci ha proibito di lasciare la Sala Grande prima della fine del corso! - disse Magda con aria risentita.
- Sto bene! Tra qualche minuto Madama Chips verrà a controllare e potrò tornare alla torre di Grifondoro!
Dopo essersi accertata delle sue condizioni, Magda commentò con un cipiglio ammirato ed eccitato insieme:
-Wow Nessa, ti abbiamo vista duellare con Sirius Black! Uno spettacolo!
- Io ero troppo confusa dalle scintille spruzzate dalla bacchetta di Peter Minus per prestarvi troppa attenzione... certo che però hai una fortuna spacciata! - aggiunse l'altra con un pizzico di invidia.
- Avresti dovuto vedere com'è andato su tutte le furie contro Ernest Vanderbrik quando per poco non ti ha affatturata!
- Beh, poteva risparmiarselo... non ho bisogno della sua prot... - cominciò Nessa, ma fu interrotta dalle amiche che trasalirono rumorosamente e parvero illuminarsi.
Si voltò per seguire i loro sguardi e vide Sirius sulla porta dell'Infermeria.
Un attimo dopo Magda e Colette parvero afflosciarsi alla vista del ragazzo che camminava a passo sicuro nella loro direzione:
- Come va? - chiese quando le ebbe raggiunte scrutando il suo viso con fare perplesso, e limitandosi ad offrire un accenno di saluto alle due la cui colorazione era tendenzialmente cianotica.
- Una meraviglia... - rispose lei.
- Bene...
-Bene.
Si scrutarono per qualche istante prima che Madama Chips si insinuasse fra loro per controllare il viso di Nessa.
- Perfetto, tutto risolto! - sentenziò, e con un tocco di bacchetta ripulì i residui di unguento dalla sua guancia.
Nessa alzò lo sguardo e vide da sopra la spalla dell'Infermiera Sirius che si allontanava con le mani nelle tasche.
Forse era stata sgarbata con lui, dopotutto l'aveva aiutata qualche giorno prima... ed era stato carino ad accertarsi che stesse bene e, per quanto odiasse ammetterlo, anche in fatto che avesse dato addosso a quell'idiota di Vanderbrik era stato... beh, forse non le dispiaceva più di tanto.
Dopo essersi assicurata che il suo riflesso nello specchio non fosse deturpato, e fortunatamente l'unguento di Madama Chips aveva fatto il suo lavoro a dovere, si incamminò con le amiche, che con suo disappunto parlottavano ancora di Sirius, verso la torre Est.
Mentre si procedevano vide quest'ultimo scendere le scale che conducevano al corridoio del quinto piano, affiancato da James Potter: si allontanò dalle due che, occupate come erano a ciarlare, non si resero conto che non fosse più con loro.
Quando fu abbastanza vicina richiamò il ragazzo, ed entrambi si voltarono a guardarla mentre li raggiungeva:
- Quella roba spalmata in faccia ti donava un certo fascino sai, Waston?! - esordì lui con aria beffarda prima che Nessa potesse aprire bocca.
Lo scrutò per un attimo.
- Sai, Black, ero venuta a ringraziarti per essere passato in Infermeria, ma devo aver sopravvalutato la tua sensibilità pari a quella di un vermicolo gigante!
Girò sui tacchi e se ne andò spedita, sentendo alle sue spalle James ridacchiare: - Tosta la ragazza!
Svoltò l'angolo furente, quando da dietro un arazzo sbucò Sirius che le si parò davanti:
- E così eri venuta a ringraziarmi, eh?! - disse con un sorrisino.
Nessa non rispose e lo superò di gran carriera, ma a brave lui la raggiunse sbarrandole di nuovo la strada.
- Direi che mi merito un'altro cesto di frutta, no?! E a giudicare dalle volte in cui ti ho tolta dai guai credo che ti costerà una fortuna, Waston!
Lei si fermò per un'attimo, giusto il tempo di rifilargli uno sguardo sprezzante, per poi ripartire con l'eco di passi alle sue spalle ad annunciare che Sirius non si era ancora arreso: ormai era diventata una sorta di corsa campestre.
Quando raggiunse la rampa di scale che l'avrebbe condotta al settimo piano, il ragazzo la superò fermandosi sul gradino successivo, rendendole impossibile il passaggio.
- Hai una gran voglia di essere affatturato questa sera vero, Black?! - disse furente.
Lui non rispose, rimase lì a sovrastarla, osservandola con un sorriso divertito.
Dopo una pausa in cui si limitarono a scrutarsi Sirius ruppe il silenzio:
- Temevo che quell'idiota di un Serpeverde avesse rovinato quest'insopportabile piglio insolente!
Nessa parve spaesata per un momento dalle sue parole, sentendo l'ostilità verso di lui diradarsi.
"Ecco che sorride... ti ha fregata di nuovo!" pensò.
"Tu sta zitta..." si disse mentre il broncio lasciava spazio all'accenno di un sorriso.
Senza pensarci poi fece un passo avanti, e allungandosi leggermente gli diede un leggero bacio sulla guancia.
- Questo è solo per risparmiarmi il cesto di frutta Black! - gli sussurrò all'orecchio prima di salire le sale e sparire dietro l'angolo del corridoio.
 
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bella287
view post Posted on 30/3/2008, 15:14




oh finalmente hanno iniziato ad andare d'accordo... sn contenta...
il capitolo mi piace molto...
PP!!!!!!!!!!
 
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@iola@
view post Posted on 31/3/2008, 00:13




Eccoti l'ottavo chap!^^
Ho fatto presto sta volta!XD


VIII


La sala comune dei Grifondoro era ormai deserta: anche l'ultimo ragazzino del quinto anno che da ore se ne stava scervellandosi su di un complicato schema di Aritmanzia aveva ceduto alla stanchezza e dopo aver raccolto le sue cose era scomparso oltre le scale che conducevano ai dormitori maschili.
Nessa se ne stava seduta su di una poltrona malandata e concentrata com'era a scrivere sul suo diario non si era resa conto di essere ormai rimasta sola.
Da quando Magda e Colette l'avevano salutata tra sbadigli e borbottii vari la sua piuma non aveva cessato di grattare sulla carta, fino a quando un rantolo sommesso proveniente dal buco del ritratto, dove la Signora Grassa sonnecchiava da un pezzo, la destò dal suo stato di assenza: si ricompose con aria frastornata sulla poltrona e puntò lo sguardo nella direzione da cui sembrava essere provenuto il rumore.
Stava per deporre il suo cipiglio guardingo quando sentì una voce femminile sussurrare pigramente:
- Ragazzacci!Ma vi pare questa l'ora di rientrare?!
Probabilmente qualcuno doveva aver svegliato la Signora Grassa.
Un istante dopo vide quattro sagome scure dirigersi a passo spedito verso le scale dirette ai dormitori, ma l'ultima ombra a chiudere il corteo parve esitare bloccandosi nella sala, mentre il rumore dei passi delle altre andava scemando.
Nessa rimase ferma a scrutare l'oscurità con fare perplesso, fino a quando una scarpa scura entrò nella sfera di luce emanata da una candela poco lontana:
- Waston?!
Il viso di Sirius Black apparve come dal nulla illuminato dal fiotto di luce fioca.
- Black?! - disse stupita osservandolo con un cipiglio sorpreso.
- Come mai sveglia a quest'ora?! - chiese mentre il solito sorriso si faceva spazio sul suo volto.
- Potrei farti la stessa domanda...
- Si, ma tu sei un Prefetto... Dovresti rispettare gli orari! - disse continuando a sogghignare provocatorio.
- Si, ma io mi trovo nella sala comune della mia Casa! Non me ne vado a zonzo per la scuola infischiandomene del coprifuoco!
Si osservarono in attesa del prossimo fiume di "botta-e-risposta", e guardandolo Nessa notò che il ragazzo,ora perfettamente visibile, sembrava piuttosto spossato: aveva tutta l'aria di uno che ha corso per chilometri senza sosta, i capelli neri ricadevano sul volto particolarmente scompigliati, la divisa appariva piuttosto stropicciata e notò che la parte superiore della manica destra arrecava un ampio strappo dal quale riluceva qualcosa dal colore brillante.
Sirius parve intercettare lo sguardo della ragazza:
- E' solo un graffio... - disse con fare indifferente.
Nessa scattò in piedi e gli si avvicinò per esaminare quello che aveva l'aria di essere tutt'altro che un graffio: oltre lo strappo una ferita discretamente profonda e alquanto sporca, a giudicare dei residui di terriccio misti al sangue, si faceva spazio sul braccio di Sirius.
- Solo un graffio?! E' abbastanza profonda e sporca da causarti un'infezione! Forza... strappala... - disse senza distogliere lo sguardo dal taglio.
- Cosa?!
- La manica! Toglila definitivamente, ormai è da buttare... voglio dare un'occhiata!
Intuendo che ribattere sarebbe stato inutile, staccò con uno strattone energico il lembo di stoffa che teneva unita la manica al resto della camicia.
- Ora sta fermo... - aggiunse lei.
Prima che il ragazzo potesse ribattere puntò la bacchetta verso un paio di candele poste su di un tavolo vicino che si accesero all'istante, illuminando la stanza di una luce più intensa. Si avvicinò a Sirius, che intanto la osservava in silenzio, ed estrasse da una tasca della veste un fazzoletto di cotone bianco.
- Non preoccuparti, è pulito... - disse avvertendo lo sguardo del ragazzo sulla nuca, ma continuando a star china sul suo braccio.
- Non è questo che mi preoccupa... - fece lui in tono leggero, con la solita vena provocatoria.
- Voglio solo pulirti la ferita... - aggiunse mentre cominciava ad assorbire i residui di sangue e terriccio dal contorno del taglio.
Lui continuò ad osservarla dall'alto, senza distogliere lo sguardo dal suo profilo concentrato.
- Non morirò Waston, sta tranquilla!
- Non sono così ottimista!
-Eppure sei ancora qui ad approssimarti infermiera... - commentò mentre il sorriso rivolto alla nuca della ragazza diveniva più ampio.
Nessa non rispose, si limitò a sussurrare qualcosa di indistinto, ed un sottile fascio di garza bianca scaturì dalla punta della sua bacchetta, avvolgendosi come un lungo serpente intorno al bicipite di Sirius.
- Bene... dovrebbe andare! - commentò lanciando un ultimo sguardo soddisfatto al suo operato - Domattina va da Madama...
La frase le si bloccò in gola alzando lo sguardo: si trovava ad un centimetro dal naso di Sirius che la guardava di rimando dritto negli occhi.
Ogni singola fibra del suo corpo sembrava decisa a non muoversi da lì, era come paralizzata.
Da quella distanza anche l'aria leggermente scombussolata del ragazzo aveva un qualcosa di attraente, qualcosa che le impediva di fare un passo indietro, ma che non era sicura le avrebbe vietato di farne uno in avanti.
Sentiva il leggero tocco del suo respiro profondo sul viso, e fu scossa da un brivido quado vide per un'istante lo sguardo del ragazzo posarsi sulle sue labbra per poi incastonarsi di nuovo nei suoi occhi.
Era tutto così...
"Ed eccotelo di nuovo ad un palmo dal naso!" commentò la vocina sempre scomodamente sincera.
"..."
"Beh, questa vola te la sei proprio cercata!"
"..."
"Non stare impalata con questa faccia da pesce lesso! Fa qualcosa!"
"..."
"Ok... ormai è andata!"

- Domattina vai a farti dare un'occhiata da Madama Chips... - disse improvvisamnte, quasi le parve che un'altra persona avesse pronunciato quelle parole al suo posto.
Indietreggiò di qualche passo e aggiunse in tono falsamente pratico accennando alla fasciatura:
- Non dovrebbe darti molto fastidio così...
- E' perfetto... grazie Waston... - disse lui continuando a fissarla.
- Niente... beh... buonanotte, Black...
- 'Notte...
Si scambiarono un'ultima occhiata, prima che lei si avviasse spedita verso il dormitorio femminile; si gettò frastornata tra le coperte scarlatte e in quel momento un solo pensiero si face prepotentemente spazio nella sua mente: Nessa sei un idiota!


Il mattino seguente quando Nessa scese nella Sala d'Ingresso diretta a colazione notò ai piedi dell'ampio scalone di marmo un gruppetto serrato di ragazze cinguettanti, la cui attrazione sembrava essere composta da tre ragazzi del settimo anno: James Potter, Sirius Black ed un imbarazzato Remus Lupin, poco distante Peter Minus veniva calpestato senza troppi complimenti.
James sembrava piuttosto agitato, tentava di divincolarsi dalla calca di ragazzine mentre lanciava occhiate furtive verso i battenti della Sala Grande, dove un'imbronciata Lily Evans lasciava trasparire la sua ira funesta.
- Sirius... quindi tu... ehm... non hai una ragazza no?! - squittì una bimbetta del secondo anno arrosendo furiosamente.
- No. - confermò lui con tono leggero, quasi come se la cosa non lo riguardasse.
Nessa proseguì facendo un cenno di saluto con la mano a Cecilia Finnes che si era unita al clan di adulatrici, ed aveva quasi varcato l'ingresso della Sala Grande quando una voce alle sue spalle la indusse a voltarsi:
- Buongiorno, Waston! - disse un sorridente Sirius, evidentemente sfuggito alle fans.
- Buongiorno, Black! - fece lei accennando un sorriso - Come va il braccio?!
- Una meraviglia! Madama Chips gli ha dato un'occhiata ed ha terminato il lavoro che avevi iniziato... a quanto pare te la cavi piuttosto con il pronto soccorso, Waston! Dovresti prendere in considerazione la carriera di Guaritrice!
- E tu dovresti stare più attento ed evitare di farti strappare pezzi di carne! - disse lei pungente.
- Cosa c'è Waston, ti preoccupi per me?!-
- E dovresti anche evitare di parlare con una ragazza in presenza delle tue ammiratrici... - aggiunse ignorandolo e accennando col capo a due ragazze del quinto anno che a poca distanza da loro la guardavano in cagnesco.
- Ci vediamo, Black, o a qulla ragazzina verà un'emorragia nasale! - disse sorridendo divertita all'occhiataccia malevola che una delle due le lanciò.
- Niente paura Waston, dirò al mio fans club di non farti del male!
- Potrei sempre vendicarmi affatturando il loro amato Sirius Black! - concluse con un sorriso mentre si avviava verso le sue amiche del sesto anno.
- Attenta, Waston, ti nemicheresti mezza Hogwarts! - gli urlò alle spalle.
- Si ma l'altra metà me ne sarebbe grata! - disse lei senza voltarsi, limitandosi a fare un cenno di saluto con la mano.

****

Era appena suonata la campanella che segnava la fine della doppia ora di Difesa Contro le Arti Oscure e Nessa era stata trattenuta fuori dall'aula da Lucas Brown, un ragazzo simpatico di Corvonero del suo stesso anno, che le aveva gentilmente chiesto in prestito gli appunti di Pozioni:
- Grazie, Nessa! Te li restituisco fra qualche giorno! - disse sfilandole di mano il quaderno.
- Figurati... fa con calma! - sorrise lei mentre richiudeva la borsa.
- Te li restituisco domani se prometti di venire con me ad Hogsmade!
Nessa osservò con un sorriso la sua aria speranzosa: non era la prima volta che le chiedeva di uscire.
- Sono in pieno ritmo col programma, puoi tenerli quanto...
- Oh, andiamo, Nessa! Sarà la decima volta che mi dici di no! - la interruppe, tentando di nascondere un moto di frustrazione dietro un sorrisetto ironico.
- Era la decima anche l'ultima volta!
- Nessa Waston, sei crudele! - annunciò con fare falsamente solenne.
- Lucas Brown, sei masochista!
- Cosa ti costa solo una Burrobirra ai tre Manici di Scopa con me?!
Lucas le era simpatico, ma nulla di più, non intendeva uscirci e dare false speranze: la storia di Will le era servita molto sotto questo aspetto.
Fortunatamente lui aveva il senso dello humor, quindi i suoi tentativi di uscire con lei erano ormai diventati una scenetta esilarante.
Proprio in quel momento la classe del settimo anno arrivò diretta alla lezione di Difesa Contro le Arti Oscure: tra gli studenti si distinguevano James Potter, intento a riappacificarsi con una contrariata Lily, e poco distanti Sirius e Remus erano impegnati a parlare fra loro.
Questi ultimi offrirono un cenno di saluto a Nessa, che vide lo sguardo di Sirius indugiare su Lucas, ancora concentrato nel vano tentativo di persuaderla.
- Se non vuoi venire ad Hogsmade, mi accontento anche di una passeggiata nel Parco questo pomeriggio!
Stava per voltarsi e rispondere proprio mentre la porta dell'aula si apriva consentendo agli studenti di passare, ma si ritrovò di fronte un Lucas appeso come un salame a testa in giù, come se fosse legato alla caviglia da una corda invisibile.
Un paio di ragazze del settimo anno rimaste indietro risero divertite entrando in classe.
- Ma che diavolo... - sbottò penzolando spaesato con il viso di un rosso acceso, mentre anche l'ultimo ragazzo scomparve ridacchiando oltre i battenti dell'aula.
Nessa, messo da parte lo stupore, lanciò una controfattura ed il ragazzo crollò rovinosamente a terra.
- Chi... chi è stato?! - chiese Lucas furente quando si fu finalmete liberato dal groviglio della veste.
- Qualcuno che si diverte ancora con questi scherzi vecchi di un secolo! - convenne lei aiutandolo a rialzarsi.
Probabilmente anche lei avrebbe creduto alla sua conclusione se solo non avese visto una bacchetta agitarsi velocemente tra la calca di studenti, se solo non avesse notato quel sorriso divertito che ormai conosceva bene, e se solo entrabi non fossero appartenuti a Sirius Black.


 
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bella287
view post Posted on 31/3/2008, 15:27




hai ftt prestissimo... sn ipercontenta!!!
bravissima... pp!!!!
 
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bella287
view post Posted on 2/4/2008, 15:23




nuuuuuu, xk nn posti più?
 
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24 replies since 10/3/2008, 15:42   248 views
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