Two Hearts And A Fruits Basket, * Versione restaurata *

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@iola@
view post Posted on 10/3/2008, 15:42 by: @iola@




Fandom: Harry Potter
Personaggi: Sirius Black/Altro personaggio
Rating: Verde
Genere: Romantico.
Avvertimenti:
Tipologia: Long-Fic
Introduzione alla Fan Fiction: Sirius Black: affascinante, abile, scapestrato, fedele agli amici, irresistibilmente ribelle ma...innamorato?!
E' ora che anche lui faccia i conti con il più grande dei problemi che un adolescente possa trovarsi a fronteggiare: l'Amore!
Chissà, magari è arrivata la persona in grado di far breccia nel cuore del Malandrino più ambito di tutta Hogwarts!
Note dell'autrice:Qualche tempo fa ho portato una Fan Fiction con il titolo "Ah, Sirius Black", e ora ve la ripropongo sotto nuove spoglie!XD
Ho apportato alcune modifiche a questa storia, ma trattasi solo di piccoli particolari come il nome della protagonista che non sarà più Lory bensì "Nessa" (Che non è diminutivo di Vanessa ma un nome elfico ripreso dall'opera di J.R.R. Tolkien!XD)!
Per evitare problemi ho modificato anche i 2 capitoli fino ad ora postati, e come vedete anche il titolo ha subito variazioni!

Ecco i primi 2 cap più il terzo!^^


Two Hearts and a Fruit Basket


I


L’Espresso per Hogwarts aveva appena preso velocità, sferragliando sulle rotaie, lasciandosi alle spalle la stazione di King’s Cross e l’affollato binario 9 ¾ .
Nessa aveva appena preso posto nel vagone dei prefetti e fissava il paesaggio scorrere fuori dal finestrino: il cielo era limpido, e la flebile luce del sole settembrino le illuminava il viso pensoso.
- … E invece io credo che dovrebbero modernizzare un po’ l’uniforme scolastica, è così antiquata! - la voce acuta di Merybeth Bourne, prefetto di Corvonero, intenta a discutere con Antony Dickinson, di Tassorosso, interruppe il filo dei suoi pensieri.
- Ciao Nessa! - una voce profonda alle sue spalle l’aveva indotta a voltarsi.
- Ciao Remus! - rispose affabile.
Remus Lupin era un ragazzo alto del settimo anno dall’aria leggermente stanca, capelli castani, e con lei prefetto di Grifondoro dall’anno precedente.
- Ti ripeto, Antony, che al momento è più importante la questione delle divise! - continuò imperterrita Merybeth, con l’espressione di una che sta discutendo di un problema di vitale importanza per la Nazione.
Nessa alzò gli occhi al cielo con fare esasperato, per poi tornare a rivolgersi a Remus, che intanto aveva preso posto accanto a lei.
- Hai passato una buona estate? - gli chiese.
- Sì, abbastanza buona, e tu?
- Diciamo che sono riuscita a sopravvivere anche senza delle vesti scolastiche più moderne… - gli mormorò.
- Già! A quanto pare qualcuno non ha pensato ad altro per due mesi. - ridacchiò Remus, lanciando un’occhiata a Merybeth Bourne che aveva sfoderato dei rotoli di pergamena con dei modelli, a quanto pare disegnati da lei stessa, e li mostrava ai prefetti di Serpeverde, che avevano un’aria assassina.
Gran parte della mattina passò tra i racconti dell’estate appena trascorsa e discussioni su come il nero dell’uniforme scolastica dovesse essere categoricamente abolito.
Poco prima dell’ora di pranzo lo sportello si aprì, rivelandone due ragazzi di Grifondoro, James Potter e Sirius Black, entrambi migliori amici di Remus Lupin.
- Forza Remus! - esordì James in tono leggermente annoiato – Lumacorno ci vuole come al solito nel suo scompartimento… -
Remus fece per alzarsi e raggiungere gli amici.
- Ah, e ovviamente vuole anche Nessa Waston! - aggiunse poi James.
La ragazza buttò indietro i lunghi capelli di un nero corvino, e raggiunse i tre ragazzi fuori dallo scompartimento: non era meravigliata da quell'invito, visto che ormai lo riceveva da sei anni.
Sin dal suo primo anno ad Hogwarts era sempre stata tra le grazie del professor Lumacorno, insegnante di pozioni, che l’aveva notata, oltre che per il suo straordinario potenziale magico, anche per il suo bell'aspetto.
L’unica per la quale nutriva maggiore ammirazione rispetto a lei era forse solo Lily Evans, una ragazza del settimo anno particolarmente abile in pozioni, ma d’altronde Nes preferiva così; non amava molto essere al centro dell’attenzione, cosa ormai inevitabile, essendo particolarmente dotata e una delle ragazze più ambite della scuola.
Quando raggiunsero lo scompartimento giusto, i quattro Grifondoro furono accolti dalla voce tonante del professore:
- Oh ragazzi miei! Che piacere rivedervi!
Insieme a Lumacorno c’erano già un altro paio di ragazzi, tra cui ovviamente Lily Evans.
Il pomeriggio trascorse noioso, tra i soliti elogi del professore verso gli studenti presenti e i riferimenti a tutti i suoi importanti contatti tra le più alte cariche del Ministero della Magia.
- Sai una cosa Corradin… - disse poi rivolto a uno studente di Tassorosso del settimo anno, dopo aver concluso la sua storia di come due dei suoi allievi preferiti, che avevano lasciato pochi anni prima Hogwarts, si fossero innamorati grazie a lui - …Credo che dovresti proporre alla nostra affascinante signorina Waston di uscire, credo proprio che formereste una bella coppia!
Corradin lanciò a Nessa un’occhiata di apprezzamento, ma lei si limitò a dire:
- Già, peccato che io sia di un’altra opinione professore… -
Lumacorno scoppiò in una risata giovale poi disse:
- Peccato Corradin, peccato! Bè di sicuro non è ciò che pensa la signorina Finnes del nostro caro Sirius Black!
Cecilia Finnes, che non aveva distolto lo sguardo da Sirius da quando questi aveva preso posto nel vagone, arrossì furiosamente, mostrando l’apparecchio in un sorriso imbarazzato, mentre lui non battè ciglio ma i suoi penetranti occhi neri indugiarono su Nessa, per poi fissarsi nuovamente sul paesaggio selvaggio che scorreva fuori dal finestrino.
Anche Sirius, era uno dei ragazzi più affascinanti della scuola, con la sua aria elegantemente trasandata, e la sua capacità magica.
Quando finalmente furono congedati, Nessa non fece ritorno al vagone dei prefetti, preferì invece raggiungere le amiche del sesto anno, ed era poco distante dal loro scompartimento quando un alto ragazzo biondo le si parò davanti.
- Ciao Will! - disse sorpresa.
- I tuoi doveri di prefetto sono così gravosi che non hai nemmeno il tempo di salutare un amico? - chiese lui con le sopracciglia inarcate.
Nessa e William Bagminton, capitano della squadra di Quiddich di Grifondoro, erano amici dal loro secondo anno ad Hogwarts.
- Ti ho cercata nella cabina delle tue amiche, e mi hanno detto che eri nel vagone dei prefetti, quando ci sono arrivato Meribeth Bourne mi ha detto che eri andata con Potter, Lupin e Black da Lumacorno nel vagone C, e ha cercato di farmi firmare un modulo di consensi per il rinnovamento delle divise scolastiche, e quando finalmente me la sono tolta di dosso e ho trovato il vagone giusto Lumacorno mi ha detto che te ne eri appena andata! - disse tutto dun fiato.
- Bè di sicuro il tuo pomeriggio è stato più interessante del mio! - le rispose lei con un sorriso, e subito Will abbandonò il suo cipiglio contrariato e parve raddolcirsi.
- Sai credo che faresti meglio ad indossare la divisa, manca poco più di un quarto d’ora alla stazione di Hogsmade. - le disse.
- Ok!Ci vediamo dopo! - lo salutò, e raggiunse il vagone delle sue amiche.
Aveva appena finito di allacciarsi il mantello, quando il treno perse velocità, fermandosi alla stazione di Hogsmade; tutti trascinarono i loro bagagli verso le carrozze trainate da destrieri invisibili, che arrancarono verso il Castello, dalle cui finestre brillavano le luci delle centinaia di candele fluttuanti nella Sala Grande, dove il fantastico banchetto di inizio anno li attendeva, insieme al consueto discorso del professor Silente.


Il mattino seguente, quando Nessa scese nella Sala Comune di Grifondoro, diretta a colazione, Will la stava aspettando vicino al buco del ritratto.
- Hai un po’ di cose da raccontarmi, no? - le chiese mentre varcavano i battenti dell’affollata Sala Grande.
- Ti assicuro che la mia estate è stata totalmente piatta, il tuo giretto nel treno di ieri al confronto è stato il giro del mondo in groppa ad un Ippogrifo! - sospirò lei –Sono contenta di essere tornata ad Hogwarts…
- Andiamo, non ci vediamo da secoli è non hai niente di bello da dirmi!Io ho fatto cose interessanti…
E si lanciò nel racconto della sua estate in sella al suo manico di scopa, con la Pluffa sottobraccio.
Le lezioni della giornata furono particolarmente pesanti, considerato che era solo il primo giorno di scuola, anche se date le materie che avrebbe seguito quell’anno (Difesa Contro le Arti Oscure, Erbologia, Pozioni, Antiche Rune, Incantesimi, Trasfigurazione e Astronomia) non se ne stupì, ma fu un sollievo quando la sera prese posto nella Sala Comune, per scrivere il suo diario.
La sua pace comunque non durò a lungo, perché dopo poco fu raggiunta da un gruppetto di amiche del sesto anno.
- … Diciamoci la verità, è estremamente affascinante! - stava dicendo Magda con voce sognante mentre prendeva posto in una poltrona accanto alla sua.
- Già! - sospirò Colette gettando uno sguardo all’altro capo della stanza.
- Sentiamo, chi è la vittima del giorno? - chiese con un sorriso, chiuse il diario e lo pose su un tavolo lì vicino.
- Sirius Black! - disse Magda in estasi.
Nessa seguì lo sguardo di Colette e vide Sirius in piedi accanto al camino, intento a seguire la conversazione tra James Potter e Remus Lupin, poco distante il loro amico Pater Minus li osservava ammirato.
Molto probabilmente si accorse del suo sguardo, perché il ragazzo, spostò i capelli neri che gli cadevano distrattamente sul viso, distolse l’attenzione dagli amici e lo ricambiò per qualche momento, prima che lei tornasse ad ascoltare Magda, questa volta concentrata a fare apprezzamenti su Cameron Meckenzie.
Dall’altro lato della Sala Comune, James, aveva notato la distrazione dell’amico, e si voltò per scoprire la fonte di tanta concentrazione:
- Nessa Waston! - disse rivolto a Sirius, che si voltò a guardarlo, ma non rispose – È molto carina…Dovresti farci un pensierino amico! - aggiunse.
- Tu pensa a Evans... - rispose Sirius in tono leggero.
- Andiamo, diciamo anche che Nessa è un po’ più che “carina”! - disse Remus da dietro il libro in cui si era immerso – Dove ne trovi un’altra così a Hogwarts?!
- Io preferisco Evans!- disse in fretta James.
- Si l’avevamo sospettato… - disse Sirius, dopodichè rivolse un altro sguardo a Nessa: era davvero molto, ma molto carina…


Il giorno successivo, dopo aver cenato velocemente, Nessa, salì nel dormitorio femminile, per prendere i libri di Incantesimi e il suo diario, con la speranza di riuscire a scrivere qualcosa dopo aver fatto i compiti, ma spostando il cuscino, sotto il quale lo nascondeva, si accorse che era sparito.
Corse come una furia giù per le scale che conducevano alla Sala Comune, quasi del tutto deserta visto che la maggior parte degli studenti erano ancora nella Sala Grande, e controllò in giro, dedicando particolare attenzione al poso in cui si trovava la sera prima, ma del diario neanche l’ombra; in realtà chiunque l’avesse trovato non avrebbe visto granché, se non delle candide pagine bianche, dato che aveva stregato il piccolo libricino in modo che il suo contenuto non si rivelasse a nessuno che non fosse stata lei, ma in ogni caso non le andava che i suoi più intimi pensieri passassero di mano in mano per il castello.
Alla fine, si lasciò cadere frustrata su una poltrona, maledicendosi per essere stata talmente stupida da dimenticare un oggetto per lei così prezioso.
- Mi sa che ti sei persa qualcosa, Waston!
Una voce alle sue spalle la fece sussultare: Sirius Black era poggiato al muro di pietra e la osservava leggermente divertito, poi infilò una mano nella veste e le pose il suo diario.
- L’hai lasciato ieri su di un tavolo… - aggiunse mentre lei glielo sfilava gentilmente di mano.
- Ti ringrazio… - disse sollevata - … Ma come facevi a sapere che era mio?Non c’è il nome…
- Bè sei l’unica che scrive incessantemente su qualcosa che non sia un foglio di pergamena da consegnare ad un professore la sera in Sala Comune… Ti si nota!
Lei sorrise e fece per andarsene, quando lui le disse:
- Comunque sta attenta a non perderti le cose, perché non sempre un gentiluomo te le recupera e si prende la briga di riportartele...
Nessa si voltò di scatto, i lunghi capelli neri le svolazzarono sulle spalle, poi inarcò le sopracciglia e si guardò intorno con fare scettico:
- Strano, io non vedo nessun gentiluomo qui intorno! - gli lanciò un sorrisino di sfida e salì con grazia le scale, diretta ai dormitori.
Lui la osservò sorridendo fin quando non fu sparita: era "proprio" carina…






II


Le prime settimane di scuola passarono velocemente al Castello, tra le dure lezioni e le feste serali che il professor Lumacorno organizzava sempre più spesso nel suo studio.
Nessa non amava molto andarci, e benché riuscisse a inventare parecchie scuse per saltarne quante più poteva, ormai le piccole riunioni del cosiddetto “Lumaclub” venivano allestite così di frequente che non riusciva ad evitarle tutte.
- Di che ti lamenti?! - le disse Will una mattina di fine ottobre a colazione, dopo che lei gli aveva raccontato di essere tornata tardi a causa di un festino particolarmente lungo e noioso –Non solo sei una delle cocche di Lumacorno, in più la sera vai a divertirti senza doverti preoccupare del coprifuoco! Altri ucciderebbero per essere al tuo posto!
- Sai che ti dico, Will!?! - disse lei stancamente guardando la fetta di pane tostato che aveva fra le mani come aspettando che si infilasse in bocca da sola – Al prossimo invito ti do un po’ di Pozione Polisucco e te la vai a sorbire tu una di quelle stupide riunioni…
- Non so come fanno quei tre a passarla sempre liscia? - disse poi mentre Remus Lupin, Sirius Black e James Potter entravano nella Sala Grande, come al solito seguiti a ruota da Peter Minus.
- In che senso scusa? - chiese l’amico.
- Non sono venuti una volta nell’ufficio di Lumacorno da quando sono iniziati i corsi…
Will comunque non aveva tutti i torti, perché dopo la lezione di Erbologia, mentre Nessa si dirigeva alla Torre di Grifondoro con Magda e Colette, quest’ultima le chiese, con un tono che a stento camuffava una nota di invidia:
- Anche quest’anno Lumacorno darà la solita festa di Natale?
- Credo proprio di sì… - rispose lei – Anzi ora che mi ci fai pensare mi pare che l’abbia accennato all’ultima festa…
- E come al solito saranno invitati solo i suoi pupilli con i rispettivi accompagnatori scommetto…! - esclamò in tono risentito.
Nessa conosceva il motivo di tanta riluttanza: da cinque anni che si trovava a Hogwarts, Colette, non aveva mai preso parte a nessuna delle feste natalizie organizzate dall’insegnante di Pozioni, che in verità erano le uniche alle quali valeva la pena di prender parte; non che si aspettasse un invito diretto, dato che era una pozionista così scarsa da aver dovuto abbandonare il corso dopo aver rimediato un Troll al G.U.F.O., ma sperava sempre che qualche compagno la portasse con sé.
- In realtà non ti perdi niente di spec….Oh!
Si erano appena avvicinate al ritratto della Signora Grassa, quando questo era scattato in avanti ed era andata a sbattere contro qualcuno; lo scontro le aveva fatto perdete l’equilibrio ed era a pochi centimetri dal pavimento quando era stata afferrata.
Alzò gli occhi e vide Sirius Black che ancora teneva la mano stretta intorno al polso, per il quale l’aveva presa.
- Waston! - la salutò.
- Black… - disse lei di rimando un po’ frastornata.
- Sbaglio o è la seconda volta che ti salvo la pelle... - disse poi con un sorrisetto.
Lei aggrotto le sopracciglia; alle sue spalle Colette e Magda trattenevano il respiro da così tanto tempo che avrebbero avuto un collasso cardio-respiratorio a momenti.
- Provvederò a mandarti un cesto di frutta! - rispose Nessa – Ma se non mi fai rientrate in possesso della mano non riuscirò a scriverti un bigliettino di ringraziamenti da allegare…
Lentamente Sirius abbandonò la presa, fece un cenno con il capo e si allontanò, seguito da James, che ridacchiando disse:
- Salve, Waston!
- James...
- Nessa! - fece poi Remus Lupin abbozzando un sorriso.
- Ciao, Remus!
E a chiudere il corteo Peter Minus, che farfugliò qualcosa di indistinto.
- Come ti stavo dicendo... - riprese una volta entrate nella sala comune – Non prendertela se non rimedi un invito Colette, davvero non né vale la pena…
- Non ne vale la pena? - chiese Magda – Verrà anche Sirius Black immagino!
- Credo di sì… - rispose lei indifferente.
- Bè allora vale la pena di andarci solo per questo! - concluse Colette.

****

Proprio come gli anni precedenti, con l’avvicinarsi del giorno in cui si sarebbe tenuta la tanto discussa festa di Lumacorno, la tensione si tagliava con il coltello.
- Mia cara signorina Waston, le dispiace venire un attimo?
Era appena suonata la campana che segnava la fine della lezione di Pozioni, e Lumacorno l’aveva trattenuta, col suo sorriso giovale stampato sulla faccia paffuta.
Quando Nessa si avvicinò questi estrasse dalla sua valigetta di pelle di drago tre piccoli rotoli di pergamena chiusi con dei nastrini viola.
- Sarebbe così gentile da consegnare questi ai signori Black, Potter e Lupin? Sono gli inviti per la festicciola che ho organizzato per l’inizio delle festività natalizie!
Nessa prese gli inviti, non avendo altra scelta.
Quella sera, nella sala comune di Grifondoro, si avvicinò al quartetto, che si era riunito pigramente in un angolo dell’affollata stanza circolare:
- Questi sono per voi… - disse distribuendo ai tre Grifondoro i rotoli infiocchettati.
- Cos’è, il mio biglietto di ringraziamenti? - chiese Sirius – Strano non vedo il cesto di frutta…
- Sono gli inviti alla festa di Lumacorno. - rispose lei ignorando il bel Grifondoro.
- Grazie Nessa! - disse Remus sciogliendo il nastro viola.
La ragazza fece per andarsene poi, come se avesse dimenticato qualcosa si rivolse nuovamente a Sirius:
- Scusa, quasi dimenticavo… - disse facendo un gesto distratto con la bacchetta: una cascata di frutta di stagione comparve dal nulla, precipitando addosso al ragazzo, seguita da un cesto di vimini che gli si posò in testa come un cappello.
- Ci vediamo! - salutò allegramente, e si affrettò a raggiungere Will che le faceva segno di seguirlo oltre il buco del ritratto.
- Te l’ha fatta, Felpato! - sentì ridacchiare James mentre si allontanava.
- Ehi, Will!- disse quando ebbe raggiunto l’amico.
- Indovina un po’! - fece lui mentre si incamminavano lungo il corridoio del settimo piano.
- Cosa?
Il ragazzo estrasse dalla veste un rotolo di pergamena identico a quelli che aveva appena consegnato lei, sventolandolo allegramente.
- Hai l’invito? - chiese stupita: anche Will non rientrava tra le grazie del professore di Pozioni.
- Già! - fece lui rimettendoselo in tasca – A quanto pare Lumacorno ha per caso assistito a uno degli ultimi allenamenti di Quidditch della squadra, e pare che abbia deciso che ho un futuro da fuoriclasse! Dice che dopo il diploma potrebbe mettere una buona parola per me con il dirigente dei Tornados!
- Ma è fantastico! - Nessa fece un gran sorriso – Capirai cosa vuol dire stare al cospetto di Lumacorno! Ti pentirai di avermi biasimata!


Il sabato mattina a colazione James Potter entrò nella Sala Grande e prese posto vicino ai suoi tre amici con un cipiglio particolarmente soddisfatto:
- Che fine avevi fatto, Ramoso? - chiese Sirius pigramente.
- Stavo parlando con Evans… - disse lui fingendo indifferenza.
Remus riapparve da dietro la Gazzetta del Profeta e lo guardò intensamente:
- Le hai chiesto di venire alla festa di Lumacorno con te, vero? - disse con la sua voce profonda.
A questo punto James non potè più nascondere l’eccitazione:
- Già! - disse – E indovinate che mi ha detto?
- Che sei un brutto presuntuoso e preferirebbe andarci con un’Acromantula invece che con te? - chiese Sirius.
- No! - esclamò James ridacchiando – Ha detto che ci viene! E sapete una cosa ragazzi: fareste meglio a trovare qualcuno anche voi!
- Mi dispiace James, ma io devo saltarla! La McGranitt mi ha incaricato di dirigere le decorazioni di Natale… - disse Remus.
- Io non ci sono mai stato ad una di queste feste! - disse Peter Minus in uno squittio risentito.
Sirius non stava ascoltando la conversazione degli amici: aveva un’idea di chi invitare; il suo sguardo scivolò fino all’altra parte del tavolo di Grifondoro, dove Nessa Waston faceva colazione con le amiche.
La Sala Grande iniziò a svuotarsi, così il ragazzo salutò gli amici e seguì Nessa che da sola si avviava nella Sala d’Ingresso, verso il grande portone di quercia; stava quasi per richiamarla, quando la ragazza venne raggiunta da Will Bagminton:
- Ciao! - disse Will.
- Buongiorno! - fece Nessa – Ma che fine hai fatto? Perchè non sei venuto a colazione?
- Stavo preparando degli schemi per l’allenamento di stamattina... - disse lui vago – Posso chiederti una cosa? - aggiunse poi, sembrava un po’ nervoso.
- Dimmi…
- Ti va di venire alla festa di Lumacorno con me? -
Nessa rimase leggermente spiazzata: inconsciamente aveva maturato l’idea di andare a quella festa con “qualcun altro”… . Poi però ripensò alle feste precedenti, e ai suoi accompagnatori, che non erano state quello che si definisce un “Successo”… Dopotutto, si disse, andarci con Will sarebbe stato un po’ come andare sul sicuro.
- Ci sto! - disse sorridendo.
Will era raggiante: - Allora ci vieni a vedere gli allenamenti?
E insieme si avviarono verso il parco diretti al campo di Quidditch.
Sirius, che aveva assistito alla scena, fece dietrofront e tornò dagli amici, con un moto di delusione.
- Ma dove diavolo eri finito? - chiese James.
- Da nessuna parte…. - disse lui vagamente.
I quattro Grifondoro tagliarono attraverso i prati, e raggiunsero il campo di Quidditch, dove James si sarebbe allenato con il resto della squadra rosso-oro.
- Allora, chi hai deciso di invitare? - chiese Remus a Sirius, quando insieme a Peter ebbero preso posto sulle tribune.
Sirius strinse le spalle, ma il suo sguardo cadde su Nessa, che poco lontano da loro, teneva gli occhi blu fissi sul diario che lui le aveva ritrovato, e scriveva ininterrottamente, apparentemente ignara di tutto ciò che le accadeva intorno.
Remus parve captare qualcosa:
- Se vuoi chiederlo a qualcuno farai meglio a sbrigarti...
Inaspettatamente Sirius si alzò e disse rivolto a una ragazza di Corvonero, con corti capelli biondo cenere, che aveva appena preso posto nelle tribune:
- Ehi!
La ragazza si voltò: era Merybeth Bourne.
- Ci vieni alla festa di Lumacorno con me?
Merybeth parve momentaneamente frastornata, poi fece un sorriso, mostrando una dentatura piuttosto cavallina.
- S-Sì!
- Perfetto! - fece lui senza sorridere.
- Merybeth Bourne? Hai appena invitato Merybeth Bourne? - chiese Remus sconcertato, una volta che la ragazza si fu voltata a ridacchiare con le compagne.
- Ah è così che si chiama? Buono a sapersi…






III


Una musica vivace echeggiava tra le alte pareti di pietra, drappeggiate di stendardi multicolori, dell’ufficio del professor Lumacorno, insieme al chiacchiericcio dei presenti, immersi nella soffusa luce rossastra emanata dal pregiato lampadario d’oro appeso al soffitto.
Nessa e Will si fecero strada nella calca di studenti e personaggi illustri invitati per l’occasione, quando una voce teatrale irruppe alle loro spalle:
- Ecco chi mancava! - esclamò Lumacorno, sovrastando le voci della folla.
- Buonasera, professore! - fece Will.
- Oh Nessa, è sempre un onore! - disse facendole un inchino - Mi dispiace dirti che stasera ho poche persone a cui presentarti, ormai conosci più della metà dei miei più cari amici! - rise di gusto, per poi rivolgersi a Will.
- Invece credo che per lei signor Bagminton possiamo fare qualcosa… Conosce il signor Ludo Bagman?
Al ragazzo quasi venne un colpo, e si lasciò guidare dal professore tra gli invitati.
- Io vado a prendere qualcosa da bere... - gli disse Nessa, prima che i due venissero inghiottiti dalla calca di gente.
Si spostò verso un angolo meno affollato, e prese un bicchiere di idromele ambrato dal vassoio di un elfo domestico che trotterellava lì intorno: non le andava di assistere all’ennesimo tentativo di raccomandazioni di Lumacorno, ormai ne aveva le tasche piene; pensava che avrebbe avuto più successo come ufficio di collocamento che come insegnante.
- Non mi dire che ti sei persa anche l’accompagnatore, Waston…
Sirius Black era appena emerso da un gruppo di ragazzi del settimo anno: era particolarmente attraente con la camicia bianca, leggermente sbottonata, e i jeans.
- E invece che fine ha fatto la “tua” di accompagnatrice?!
Come se avesse pronunciato una formula magica, Merybeth Bourne apparve come se si fosse Materializzata, afferrò un braccio di Sirius molto rossa in viso:
- Oh eccoti finalmente! - squittì esaltata - Pensavo di averti perso tra tutta questa gente… Oh ciao, Nessa! - la salutò accorgendosi di lei solo in quel momento.
- Ciao, Merybeth!
- Sai stavo dicendo a Sirius del mio progetto per la modernizzazione delle divise prima che ci dividessero!
Sirius assunse un'espressione esasperata.
- Davvero? - chiese Nessa trattenendo a stento una risata – Sono sicura che ne rimarrà molto impressionato… Quindi non vi disturbo… - e fece per andarsene.
- No, puoi rimanere volevo appunto dirti che ho avuto nuove idee… - cercò di trattenerla Merybeth.
- Mi dispiace ma devo raggiungere Will, le ascolterò un’altra volta! - disse lei in fretta – Ci vediamo, Merybeth! Black, a quanto pare non hai la mia capacità di perderti le cose! -
E si getto nella folla, anche se sentì distintamente Merybeth che attaccava la sua tiritera sulle vesti scolastiche.



Quando Nessa e Will uscirono dall’ufficio di Lumacorno, gran parte degli invitati si era ormai congedata: la festa non era stata molto esaltante, visto che Will era stato per tutta la serata con Ludo Bagman, mentre lei aveva tentato di sfuggire al professor Lumacorno per gran parte del tempo.
- Festa interessante, no? - disse Will mentre si avvicinavano al corridoio dove si trovava il ritratto della Signora Grassa.
- Se lo dici tu… - rispose lei, per poi fermarsi di scatto.
– La borsa! Ho dimenticato la borsa alla festa!
- Vuoi che vada a riprenderla? - propose Will gentilmente.
- No, vado io… - disse lei, e partì alla volta dell’ufficio di Lumacorno.
Quando lo raggiunse, ormai tutti se ne erano andati, trovò la borsa su un piccolo tavolo di legno pregiato, salutò di nuovo il professore e uscì nel corridoio; poi svoltando a destra vide Sirius che camminava, con le maniche della camicia arrotolate e le mani nelle tasche dei jeans.
- E così ce l’hai fatta a liberarti di Meyibeth! - gli disse.
Lui si voltò e abbozzò un sorriso.
- A quanto pare ha bevuto troppo idromele, e le amiche l’hanno riportata alla Torre di Corvonero… - disse fermandosi, e aspettando che lei lo raggiungesse.
Il corridoio era deserto e silenzioso, fatta eccezione per il rumore dei tacchi di Nessa, che echeggiava sui muri di pietra.
- Allora non l’hai più trovato il tuo accompagnatore, eh? Te l’avevo detto che non sempre un gentiluomo ti recupera le cose… - riprese il Grifondoro, mentre si incamminavano insieme.
Nessa stava per ribattere quando si sentì il rumore di passi strascinati, primo segnale dell’arrivo di Gazza il custode: con un gesto repentino, Sirius la afferrò e la trascinò dietro un arazzo mimetico, che si camuffava alla perfezione con il resto della parete.
- Ma come sapevi…
- Ssssh... - la zittì lui.
Rimasero in silenzio, con le orecchie tese, così concentrati a captare ogni minimo rumore, che per un po’ non si accorsero della situazione in cui si trovavano: stavano fermi un quello che sembrava un corridoio buio, l’uno contro l’altra; un braccio di Sirius stringeva la schiena di Nessa, e i loro volti erano così vicini che le punte dei nasi quasi si sfioravano.
I due si guardarono; Nessa avvertì una strana sensazione, e un brivido le percorse la schiena, ma non disse nulla.
- Credo che Gazza sia andato… - sussurrò improvvisamente Sirius, senza distogliere lo sguardo dal suo.
- Bene… - disse piano lei, spostandosi.
Uscirono nel corridoio illuminato dalla luce della torce e raggiunsero in silenzio la Sala Comune, ormai deserta.
- ‘Notte… - borbottò Nessa imboccando le scale che conducevano ai dormitori femminili.
- ‘Notte… Nessa… -

****

Le vacanze di Natale trascorsero molto velocemente, e con l’arrivo del nuovo trimestre si fece sentire anche l’agitazione per la partita di Quidditch: Grifondoro contro Tassorosso.
La mattina dell’incontro a colazione Will era così nervoso che riusciva a stento a reggere la forchetta: essendo il capitano sapeva che il merito per il successo o il fallimento della squadra sarebbero stati irrimediabilmente attribuiti a lui.
- Andiamo Will, su con la vita! - gli disse Nessa in tono consolatorio – Non ti hanno mica condannato alla forca! -
Il ragazzo aprì la bocca per ribattere, ma non emise alcun suono.
Mezz'ora dopo tutta la scuola aveva preso posto nelle tribune del campo di Quidditch, e il fischio di Madama Bumb sancì l’inizio della partita: Grifondoro giocava molto bene, anche se Tassorosso non era un facile avversario. In breve i punteggi furono a novanta a cinquanta per i rosso-oro, tutto dipendeva da James Potter, il Cercatore, fino a quel momento dimostratosi infallibile.
E infatti non mancò a mantenere alta la sua reputazione; dieci minuti dopo che i Tassorosso avevano portato il loro punteggio a soli dieci punti da Grifondoro, afferrò il boccino in una picchiata spettacolare.
I Grifondoro si riversarono in campo, per andare in contro ai vincitori, e con loro Nessa, con l’intento di complimentarsi con Will, e dargli dell’idiota per tutta quell’inutile agitazione.
Improvvisamente però l’amico si fece largo tra la folla festante, la raggiunse correndo come una furia, e l’abbracciò alzandola di peso da terra; prima che lei si rendesse conto che i suoi piedi si erano ricongiunti con il suolo, la trascinò lontano dalla massa di studenti, dietro gli spogliatoi.
- Ma dove mi porti? - chiese sorpresa, ma non ricevette risposta.
Ad un tratto Will si fermò, e si voltò verso di lei.
- Ti prego non uccidermi per questo… - sussurrò.
E senza preavviso la baciò.
Nessa rimase lì impalata, e quando lui si spostò non trovò altro da fare che abbracciarlo.


Era strano, pensò Nessa, come una persona un minuto prima è il tuo migliore amico, e un attimo dopo ti prende per mano nei corridoi, ti bacia nei momenti più inaspettati, ti abbraccia senza alcun motivo in particolare.
Era bello… Doveva essere bello... Ma allora perché quando si trovava accanto a Will ora si sentiva estremamente fuori posto?
- Tutto a posto?! - le chiese una mattina mettendole una mano sulle spalle, mentre si avviavano verso la Sala Grande per colazione.
- Cos.. Oh sì… - disse lei riscossa dai suoi pensieri.
- Mi sembri… -
Ma non riuscì a finire la frase, perché ci fu un fracasso enorme, e quattro ragazzi sbucarono correndo da dietro l’angolo del corridoio del secondo piano: Remus Lupin, Sirius Black, Peter Minus e James Potter, a quanto pareva in fuga da una delle loro malefatte.
Quando gli passarono davanti, Sirius Black distolse lo sguardo, e non incrociò il suo; era così da una settimana a quella parte, da quando si era messa con Will, nessuna battutina, frecciatina o sorrisetto di sfida, solo il più ostentato silenzio.
A volte era solita collegare, anche se involontariamente, le due cose, ma poi si sentiva estremamente presuntuosa: dopotutto lei e Sirius non potevano definirsi amici. Sì, era vero che si punzecchiavano di tanto in tanto, ma nulla di più…
Per fortuna era sabato, e quindi non avevano lezione, perché Nessa si sentiva il morale a pezzi.
Quando Will si recò al campo di Quidditch per l’allenamento, lei si strinse nel mantello e si diresse nel parco freddo, in cerca di un po’ di solitudine per riordinare i pensieri.
Si sedette sull’erba gelata, nascosta da una siepe cristallizzata, con una grande sensazione di oppressione che le premeva in petto: ma perché poi?! Dopotutto lei e Will erano amici da un secolo, doveva aspettarsi qualcosa del genere, no?! E perché non riusciva ad essere felice in quel momento? Chiunque lo sarebbe stato... Come mai Sirius la ignorava? E come mai questo era così importante per lei? E soprattutto perché stava pensando a Sirius Black?
Un fruscio alle sue spalle la fece sobbalzare: c’era qualcosa che si muoveva dietro i cespugli.
Un muso nero, occhi brillanti, folto pelo ispido… era un grosso cane, nero come la pece, che la guardava in un modo strano, come se fosse umano.
I due si osservarono per un attimo, e l’animale pareva in attesa di una reazione da parte di Nessa: apparve quasi stupito quando lei allungò la piccola mano arrossata dal freddo, e fece per accarezzarlo.
- Ciao, piccolo… - disse dolcemente grattandogli dietro un orecchio; anche se quel cane era tutt’altro che piccolo.
Rimasero lì per un po': lei che accarezzava il testone peloso dell’animale, il quale dal suo canto, accettava le coccole con evidente piacere.
Tutt’un tratto si sentì un altro frusciare di foglie, e da dietro i cespugli apparve Will, di ritorno dall’allenamento, che alla vista dell’enorme cane accovacciato al fianco di Lory si fermò di botto.
- Ehi! - disse la ragazza.
- Attenta! - la avvertì lui, guardando il cane con apprensione – Potrebbe essere pericoloso…
- Oh ma andiamo,Will… E' bellissimo! - ribattè lei, tornando a guardare l’animale, che si era alzato e faceva per andarsene; ad un tratto si voltò, la guardò e poi sparì tra le fronde coperte di gelo.
- Su andiamo, o ti congelerai… - le disse Will.
Nessa fisso per un attimo il punto in cui era sparito, poi si alzò e insieme si diressero al castello.

Edited by @iola@ - 11/4/2008, 16:29
 
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