Two Hearts And A Fruits Basket, * Versione restaurata *

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@iola@
view post Posted on 13/3/2008, 22:53 by: @iola@




Ti ringrazio bella!^^
Ecco il IV capitolo, spero ti piaccia!



IV


Il freddo pungente di fine febbraio giunse senza preamboli, e una lunga fila di ragazzi sciamava fuori dai cancelli di Hogwarts, tutti stretti nei loro pesanti mantelli scuri; il cielo era di un limpido azzurro, piccole nuvole bianche si spostavano velocemente sospinte dal vento, e l’aria era fresca e pungente.
- Ti va di andare direttamente ai Tre Manici di Scopa? - chiese Will a Nessa, mentre entravano ad Hogsmade.
Lei annuì, e si avviarono lungo l’affollata High Street verso il piccolo pub; quando entrarono il locale era affollatissimo come al solito di studenti e altri strani individui tipici del posto, si avvicinarono al bancone, ordinarono due Burrobirre alla giovane Rosmerta e si sistemarono ad un piccolo tavolo.
- Ti dispiace aspettarmi un attimo? Devo fare una cosa… - disse Will appena l’ostessa ebbe portato loro le bibite.
- Cosa devi fare? - chiese lei curiosa.
- Poi ti spiego… - rispose lui vago, le diede un bacio sulla guancia e uscì dal locale, facendosi spazio tra la folla.
Nessa si guardò intorno: sembrava ci fosse più gente del solito. Poi ad un tavolino appartato vicino ad una finestra vide James Potter che chiacchierava con Lily Evans, e notò che quando la ragazza era distratta rivolgeva occhiate eloquenti oltre la sua testa. Non le ci volle molto per individuare la persona alla quale erano indirizzate quelle strizzatine d’occhio.
Appoggiato ad un pilastro, non molto distante dal tavolo dove si trovava Nessa, Sirius Black sogghignava sorseggiando una Burrobirra, mentre vicino a lui Remus Lupin era concentrato su di un foglio di pergamena ingiallito e malconcio.
Senza preavviso spostò lo sguardo da James per poggiarlo su di lei, che si affrettò a distogliere il suo e fissare la bottiglia che reggeva con intensità, pur avvertendo un leggero formicolio dietro la nuca.
Si sentiva molto a disagio, ma improvvisamente Will riapparve tra la folla di clienti, il viso arrossato dal freddo pungente.
- Allora mi spieghi cosa dovevi fare di tanto importante? - gli chiese, lieta di aver trovato una distrazione momentanea.
Il ragazzo infilò una mano nel mantello e ne estrasse un pacchetto dai colori sgargianti, che le pose sorridendo: era un pacco dei migliori cioccolatini di Mielandia, ripieni al caramello, i preferiti di Nessa.
- Ma perché? - domandò stupita.
Will si strinse le spalle e la baciò, questa volta sulle labbra.
- Sei troppo magra… - disse abbozzando un sorriso gentile, mentre un rossore che non aveva niente a che fare con il freddo, si diffuse sulle sue guance, e bevve un sorso generoso della sua Burrobirra.
- Grazie... - disse lei mettendo il grazioso pacchetto nella borsa.
Will era così gentile e premuroso, quando lei invece si non riusciva a fare altrettanto, e si sentiva un mostro per questo. Magda e Colette le avevano detto giusto quella mattina che doveva avere qualche problema se stava con un ragazzo così carino e presentava sempre quella faccia da funerale, ma lei proprio non riusciva ad essere se stessa con Will come una volta, quando erano solo amici e non c'erano obblighi a vincolarli. Doveva sforzarsi ad essere un po’ più coinvolta, e lo sapeva, ma proprio non riusciva a mentire a se stessa e ad altri.
Istintivamente si voltò verso la colonna lì vicino, e vide che Sirius se ne era andato...


Il lunedì pomeriggio Nessa, di ritorno dalla doppia lezione di Antiche Rune, si incamminava verso il corridoio del terzo piano, curva sotto il peso del dizionario runico infilato con forza nella borsa che le pendeva ad un fianco, quando udì una voce familiare provenire da un corridoio vicino.
- Sempre a ficcare il naso vero Mocciosus?!
- Non ti stavo seguendo, Black! Non credere che il mondo ruoti intorno a te e ai tuoi amichetti!
Nessa svoltò l’angolo e si trovò di fronte Sirius e Severus Piton, uno schivo ragazzo Serpeverde del settimo anno, entrambi con le bacchette sfoderate, che si guardavano in cagnesco.
Il contrasto tra i due era eclatante: da una parte l’affascinante Grifondoro, alto e dalla muscolatura sviluppata, dall’altra il gracile Serpeverde, dall’aria malaticcia, il viso pallido dal naso adunco contornato dall’unticcia cortina di capelli neri.
- Niente risse nei corridoi! - disse Nessa in tono risoluto, guardando dall’uno all’altro.
Sirius molto lentamente abbassò la bacchetta, sempre guardando con sommo disprezzo Piton, quest’ultimo invece ci mise un po’ prima di riporre la sua, non sembrava ancora convinto di potersene privare, poi alla fine la infilò nella veste, lanciò uno sguardo sprezzante a Nessa e Sirius, e se ne andò raccogliendo la borsa.
- Non dovevi intrometterti… - disse Sirius lentamente una volta che Piton fu scomparso, senza rivolgerle lo sguardo.
- Sono un Prefetto! Mi intrometto e come! - disse lei con fermezza, lanciando i lunghi capelli neri dietro le spalle: non le andava di ammetterlo, ma non voleva che Sirius si cacciasse nei guai.
- Bè allora mettimi in punizione! - disse lui in tono di sfida, questa volta guardandola dritta negli occhi.
Nessa lo fisso per qualche istante con rabbia, poi si risistemò la borsa in spalla e lo superò spedita.
- A quanto pare Bagminton ha trovato un modo per evitare di perderti, eh?! - disse lui, ma nella sua voce non c’era quell’allegra nota di ironia alla quale lei era abituata – Dovresti iniziare a pomiciare anche con il tuo diario così come lui lo terresti sempre incollato alla…
Nessa si voltò di scatto, era furente:
- Non è un tuo problema quello che faccio con Will, Black! Nessuno ha chiesto la tua opinione! - disse – Se per qualche occulto motivo non approvi le mie scelte, beh allora non guardarmi, la cosa importante è che vada bene a me!
- Sì, infatti sprizzi felicità da tutti i pori… - disse lui in tono scettico, scostandosi i capelli dagli occhi.
- Ti ho appena detto che non sono affari tuoi!
Gli lanciò un’ultima occhiata torva e se ne andò. Quando si trovò di fronte il ritratto della Signora Grassa quasi le urlò la parola d’ordine, “Avversaspecchio”, ed entrò nella Sala Comune ancora fumante di rabbia.
Gettò la borsa con i libri su di un tavolo e sprofondò in una poltrona, incrociando le braccia: come si permetteva di giudicarla quel Black? Non erano affari suoi se lei era felice o meno… Ma era così visibile che era sempre giù di tono da quando stava con Will? Ci stava provando ad apparire contenta… davvero… ma…
- Ehi!
Alzò lo sguardo e vide Will che le si avvicinava, sorridente come al solito.
- Ciao… - disse, cercando di ricomporre il viso in quella che sperava essere un’espressione tranquilla; evidentemente non ci riuscì, perché dopo averla osservata qualche istante Will disse:
- Tutto ok?
- Sì… io stavo solo… - tentò di dire, ma il ragazzo già avvicinava il viso al suo per baciarla.
- No! - disse improvvisamente scostandosi.
- Cosa? - disse lui confuso, guardandola interrogativo.
Nessa si alzò di scatto, prese la borsa ed iniziò a farfugliare cose del tipo:
- Io… Will non… non posso… non mi và… io...
Si passo frustrata una mano sul viso, e corse verso il buco del ritratto; una volta uscita si trovò nuovamente faccia a faccia con Sirius Black, che la guardò tra il sorpreso il perplesso… “Ma questa è una congiura!”, pensò superandolo di gran carriera, e riuscì a calmarsi solo quando, varcati i battenti del portone di quercia, la fresca brezza della sera le inondò i polmoni, dandole la sensazione che dell’acqua fosse stata gettata sull’incendio che le divampava in petto.
Ansante per aver corso a rotta di collo per tutti i corridoi e le rampe di scale che separano il settimo piano dalla Sala d’Ingresso, si lasciò cadere ai piedi di un albero, con il petto che si alzava e abbassava rapido, dando le spalle al castello: ma che aveva fatto di male per meritarsi quello che le stava succedendo? Non se la sentiva si stare con Will… però ci stava lo stesso… voleva stare bene con lui… però non ci riusciva… e poi come se non bastasse ci si metteva pure…
Un luccichio sinistro attirò la sua attenzione: era lì, tra i cespugli di rose…
Prima ancora che potesse decidere sul da farsi il grosso cane nero che aveva incontrato qualche giorno prima uscì dalle rose.
- Ehi, bello… - gli disse abbozzando un sorriso, e grattandogli dietro le orecchie – Come te la passi?
L’animale la osservò con intensità, e di nuovo le diede quella sensazione provata in occasione del loro primo incontro, come se in quegli occhi brillanti ci fosse qualcosa di umano, di ragionevole.
Poi Nessa infilò una mano nella borsa e ne estrasse un pacchetto variopinto: erano i cioccolatini che le aveva regalato Will. L’incarto era strappato, e ne era rimasto solo uno, visto che la sera precedente li aveva offerti a Magda, in preda ad una delle sue crisi di nervi, perché Andriuw Schott l’aveva sorpresa a fare apprezzamenti sul suo fondoschiena.
Lo prese e lo pose al cane, il quale lo fiutò un istante, prima di mangiarlo in un sol boccone.
- Nessa! - un grido echeggiò nei prati che si immergevano sempre più nella soffusa luce del crepuscolo.
Di scatto sia lei che il cane si voltarono , e videro Will arrancare nella loro direzione; doveva aver visto la sagoma dell’animale, che non era particolarmente difficile da individuare essendo così grosso, perché lei era ben nascosta dal fusto dell’albero.
Quando si fu avvicinato il ragazzo la guardò, con una mano sul fianco e il respiro affannoso: doveva aver corso.
- Ho-incontrato-Colette-nella-Sala-d’Ingresso-e mi ha detto- di averti-vista correre-qui fuori! - ansimò molto rosso in viso, poi si sedette accanto a lei, e dopo aver ripreso fiato disse:
- Mi dispiace per prima… sono stato insensibile…
Nessa scosse il capo, ma non proferì parola.
- Ti prometto che non accadrà più! - garantì Will, e dicendo così poggiò la sua mano su quella di Nessa.
Improvvisamente il cane scattò sulle quattro zampe e fece per andarsene:
- Non andare via! - disse istintivamente Nessa, e sia l’animale che Will si voltarono a fissarla.
Non sapeva perché, ma quel cane le dava una forte sicurezza. Lo voleva con sé ora che aveva deciso di dire quello che doveva…
- Devo essere geloso?! - disse lui con un sopracciglio alzato e il cenno di un sorriso.
Nessa prese fiato, e si voltò a guardarlo: ora o mai più.
- Senti Will io non poss… non voglio più stare con te!
L’espressione che si diffuse sul volto del ragazzo era indecifrabile: non disse nulla.
- In effetti non avrei mai dovuto farmi coinvolgere… - continuò lei.
- Ma perché? - disse Will con voce piatta – Stiamo bene quando siamo insieme!
- No, Will… stavamo bene quando eravamo insieme da amici, ma ora è diverso io non… non me la sento!
Silenzio.
Poi lui si alzò, e fece per andarsene, ma un attimo dopo parve ripensarci; alla fine, col capo chino, tornò sui suoi passi verso il castello.
Nessa lo guardò allontanarsi, inghiottita dai sensi di colpa; poi sentì un corpo caldo al suo fianco… era il grosso cane nero, che indugiò un istante, per poi protrarsi e leccarle affettuosamente la guancia.
 
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