Full Moon ~ (( Fleur.Bill )), G - One-shot Bill/Fleur

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persephone ;;
view post Posted on 2/5/2008, 20:08




Autrice: Lady_Malfoy[io su EFP]
Nota autrice: Fiction scritta per il concorso sul Mitica Beauxbatons forum. Prima fiction su Bill e Fleur. Dato che la Row non ha specificato cosa accada dopo il morso di Bill[è certo che però non diventi un lupo mannaro] quindi mi sono immaginata tutto.
Disclaimer: “Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di JK Rowling, che ne detiene tutti i diritti; questa Storia è stata quindi scritta senza alcuno scopo di lucro.”
Rating: G
Personaggi: Bill Weasley, Bill/Fleur, Fleur Delacour
Genere: Generale, Romantico, Triste
Tipologia: One-shot
Introduzione: One-shot su Fleur e Bill, dopo l'attacco di Greyback.

Full Moon ~
{ ne pas avoir peur de la grande lune méchante}





~




Rimase accanto a lui per giorni, aspettando che si risvegliasse.
Ogni singolo giorno spalmò l’unguento maleodorante che gli infermieri le portavano sulle ferite che gli sfiguravano il volto.
Ogni singolo giorno poteva avvertire il dolore di quella sera unito al sollievo per non averlo perso.
Era passata una settimana ormai dalla battaglia al castello. Le ferite, nonostante le cure di Madama Chips a Hogwarts e dei medimaghi al San Mungo, non sparirono. Rimasero sul suo volto, segni indelebili dell’orrore e del dolore di quella notte.
Fu solo in una calda mattina di agosto che il ragazzo riaprì gli occhi. Li aprì lentamente, infastidito dalla forte luce della stanza. Aprì la bocca per parlare ma non ne uscì alcun suono. Provò a schiarirsi la voce.
«Fleur» riuscì a sussurrare, cercandola con lo sguardo di fronte a sé. Non la vide.
Fleur era rannicchiata su una sedia accanto al letto e aveva allungato una mano per tenergli la sua. Aveva ceduto alla stanchezza e ora dormiva profondamente. Alcune ciocche bionde le ricadevano sul viso e si muovevano leggere ad ogni suo respiro. La fissò per qualche istante e tentò di stringerle la mano ma le braccia non risposero ai comandi. Voleva girarsi ma una fitta al fianco gli fece cambiare idea. Rimase a guardarla finché non si svegliò.
Fleur aprì leggermente gli occhi ma li sbarrò di colpo non appena lo vide sveglio.
«Ciao.» le sussurrò piano.
La ragazza si portò una mano alla bocca mentre una lacrima di gioia le scendeva piano sulla guancia. Si protese verso di lui e lo abbracciò, continuando a singhiozzare. Nonostante le fitte che continuavano a colpirlo ad ogni piccolo movimento, Bill la strinse a sé e le baciò delicatamente la fronte.
Subito dopo Fleur avvertì i medimaghi che, dopo varie visite ed esami, dissero ai due che non ci sarebbero stati effetti dovuti al morso di Greyback.
Tutto quello che sarebbe rimasto a Bill di quell’attacco, assicurarono, sarebbero state le cicatrici.
Ma non poterono prevedere gli effetti della grande lune méchante.


*




Col tempo qualcosa in lui cambiò. I cambiamenti di umore divennero frequenti, i suoi sensi si acuirono, permettendogli di cogliere suoni e profumi apparentemente impercettibili. La trasformazione in licantropo non avvenne poiché quando Bill fu ferito Greyback non era trasformato. Nonostante questo la luna ebbe comunque influssi su di lui.
Nelle notti di luna piena si ritrovava a vagare in mezzo ai campi, senza ricordare come ci fosse arrivato, in mezzo ad animali uccisi con furia violenta. Qualche volta gli capitò di trovarsi lungo la costa di fronte a villa Conchiglia ed era in quei momenti che aveva paura di poter fare del male a Fleur.
Non ebbe mai il coraggio di raccontare quello che gli succedeva, né a Fleur né alla sua famiglia.
Ma in una serata di primavera, disturbata dalle notizie della guerra lontana da villa Conchiglia, a quasi sei mesi dal loro matrimonio, la sua indole nascosta prese il sopravvento.
Dopo una giornata estenuante per via dei tanti incarichi dell’Ordine, Bill tornò a casa e, buttando come scusa che non aveva fame e che aveva sonno, si rifugiò in camera, lasciando la moglie da sola.
Fleur non poteva sapere cosa sarebbe successo di lì a poco, non appena le tenebre fossero discese e la luna avesse cominciato a splendere.
Mangiò da sola e non salì da Bill per paura di disturbarlo. Non appena ebbe finito di sistemare la cucina un rumore sordo catturò la sua attenzione.
Afferrò istintivamente la bacchetta e corse in salotto.
«Bill?» chiese esitante nel buoi più totale. La sola luce che arrivava nella stanza era quella della luna piena ma era talmente debole che la ragazza non riusciva a distinguere nulla. La luna sparì dietro alle nuvole, lasciando nuovamente la stanza nel buio.
Si girò verso le scale e fece illuminare la punta della bacchetta con un Lumos sussurrato. Un altro rumore sinistro arrivò dal piano sovrastante. Fleur avanzò lentamente, preparandosi a difendersi da un eventuale attacco.
Quando giunse in cima alle scale proseguì vero l’unica stanza illuminata, la loro camera. I rumori provenivano da lì, la porta era socchiusa.
Si avvicinò e guardo attraverso esitante lo spiraglio lasciato dalla porta.
«Bill, che stai fasc-» cominciò a chiedere ma la scena che le si presentò davanti le spezzò la voce.
La camera da letto era totalmente sottosopra: l’armadio, solitamente accanto alla porta, era rovesciato a terra e i vestiti giacevano scomposti sul pavimento. Le ante erano spezzate e le schegge di legno erano finite addirittura sul letto.
Per terra c’era di tutto. I cuscini squarciati erano accanto ai vestiti e la lampada,che fino a poco prima era sul comodino accanto a letto, era ora a terra, in frantumi.
Fleur spinse leggermente la porta, che si aprì lentamente con un cigolio.
«Bill?» la nota di paura nella sua voce era evidente.
«Vattene.»
La voce che sentì non era la sua voce, la voce che la faceva sentire al sicuro, la voce dell’uomo che amava. Era bassa, grottesca. D’istinto sarebbe corsa via, quel tono non poteva certo annunciare qualcosa di buono.
Aprì del tutto la porta ed entrò con passi- falsamente-deciso.
Bill era di fronte alla finestra che dava sulla costa, di spalle a Fleur e senza maglietta. Le cicatrici infertegli dal licantropo erano rosse, quasi quanto la notte dell’attacco. Si voltò verso di lei.
«Vattene Fleur.»
Lei avanzò di qualche passo, timorosa ma allo stesso tempo decisa a sapere cosa stava accadendo.
«Non
Si avvicinò ancora di più e posò la sua mano sulla guancia di Bill.
«Non guardarmi. Sono un mostro.» le sussurrò lui.
«Non. Tu n’es pas un monstre
Bill abbassò lo sguardo, evitando di guardarla negli occhi.
Fleur si alzò in punta di piedi e gli sussurrò le stesse parole all’orecchio.
«Tu n’es pas un monstre
Lui rialzò leggermente lo sguardo. Scese verso le sue labbra e la baciò delicatamente.
Proprio in quel momento la luna riapparve da dietro le nuvole.
L’espressione negli occhi di Bill cambiò. Una rabbia cieca li mutò, facendoli diventare neri come la pece.
Il ragazzo emise un ringhio minaccioso e con un gesto repentino afferrò Fleur con le braccia e la sbatté contro il muro. Con un gemito sommesso Fleur tentò di liberarsi dalla sua presa, inutilmente.
Le braccia cominciarono a farle male, era impossibile liberarsi da lui.
Continuò a fissarlo negli occhi, in quegli occhi nei quali non riusciva a riconoscerlo. Spostò una mano dal braccio e la portò a suo collo, quasi soffocandola.
Una lacrima le scese piano sulla guancia. Mentre il suo ringhio cominciava a diventare più forte lei parlò di nuovo a fatica.
«Tu n’es pas un monstre
Le stesse parole. Le pronunciò lentamente, come se fossero un incantesimo per bloccare quel momento e far tornare Bill in sé stesso. Il ringhio cessò ma le sue speranze svanirono nell’aria quando lui la lasciò andare e se ne andò, saltando giù dalla finestra.
Fleur rimase immobile per qualche istante e si accasciò sul pavimento, lasciandosi scivolare sul muro.
Cominciò a singhiozzare forte, per la paura, per il terrore di quell’attimo. Le lacrime continuarono a uscire incontrollabili. Il tempo sembrò fermarsi.
Fleur rimase sola per quella che sembrò un eternità. Crollò addormentata, provata dalla paura e dal terrore appena provato.
Nel frattempo la luna scomparì ancora una volta dietro alle nuvole.


*




Six years gone



«Maman
La testolina bionda della bambina fece capolino nella stanza. I suoi grandi occhi azzurri fissavano la donna in piedi di fronte alla finestra della camera. Fleur si girò verso la figlia, che si avvicinò a lei. Si chinò e la prese in braccio.
«Dov’è papà?» chiese la bimba, curiosa.
«E’ uscito, Victorie.»
«Quando torna?»
«Presto, tesoro. Il papà torna presto.»
«Ma perché è uscito?» Fleur la fissò per un attimo, incapace di darle una risposta.
«E’ andato a fare un giro, tutto qui.»
«E ci va ogni mese?»
L’innocenza con cui Victorie le faceva le domande su Bill la spiazzò. Aveva notato che il padre scompariva una volta al mese ma non poteva certo dirle il motivo.
«Victorie, al papà piace la luna piena.»
«Posso andare con lui la prossima volta?»
«Non. Non si può.» il suo tono si fece un po’ più duro.
«Ma perché?»
«La lune est méchant, ma chérie
Diede un leggero bacio sulla fronte della figlia e rimasero lì, a fissare la grande luna piena.

Edited by héroïne“ - 3/6/2008, 17:21
 
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