La donna del peccato., [8/05/08] Quotations

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Queenofsprock
view post Posted on 29/6/2008, 18:19




Titolo: La donna del peccato. Queenofsprock.
Rating: 14 anni.
Tipologia: One-Shot.
Lunghezza: 1411 parole, 3 pagine.
Avvertimenti: /
Genere: Drammatico e introspettivo.
Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.
Credits: "Fornite alle donne occasioni adeguate e le donne potranno fare di tutto." (Oscar Wilde)
Note dell'Autore: /
Introduzione alla Storia: Destini incrociati, fili tirati e tenuti in mano dalla donna del peccato, che come marionette dirige gli uomini verso qualunque posto ella voglia.

La donna del peccato.



Vagavo per casa in cerca del mio inquilino per capire dove si fosse cacciato anche stavolta ed ero, oggi come non mai, sicuro che fosse a caccia di donne come sempre.
I libri dell’Università erano sempre ammassati sulla scrivania, ricoperti di polvere e alla ricerca di qualcuno che li aprisse per dargli un occhiata.
Il libretto era più che mai vuoto e anche quei due ventiquattro che si ritrovava sembravano farsi pena a vicenda per la solitudine che pativano da anni ormai.
Il telefono sovrastava tutto ciò e mi ricordava tutte le volte in cui chiamavano i suoi genitori per chiedergli come andava con l’Università e lui, sempre sicuro di sé, rispondeva che i trenta fioccavano come non mai.
Non ho mai capito come facesse a mentire così spudoratamente senza sentirsi un verme.
Non faceva altro che andare in giro con la bella macchina che il “papo” gli aveva fatto arrivare da Milano in seguito ad un fantastico trenta in Diritto Privato.
Non sapeva neanche cosa significasse Diritto!
Però la macchina posteggiata nel cortile c’era e non era neanche per me, che prossimo alla laurea, sbatto con gli ultimi due esami da mesi ormai.
Entrato nella stanza non cercavo neanche tanto lui, perché sapevo già di non trovarlo. Volevo solo trovare la marijuana che la sera prima aveva nascosto perché non potevo permettermi di far trovare ad Alessia una stanza con della droga.
Sapevo benissimo come la pensava e non potevo lasciarmela scappare dopo tanti anni di corteggiamento solo per un po’ di erba sulla scrivania.
Dovevo anche adattarmi alle priorità altrui e Alessia l’erba non la voleva in camera.
Tra i libri non c’era niente.
Sotto il telefono neanche.
Speravo che se la fosse portata, magari in previsione di qualche festino, ma sapevo benissimo che ne lasciava sempre un po’ in camera per me.
Non era affatto un egoista.
Scostai i suoi preziosi disegni con cura certosina – non sia mai che succeda qualcosa ai suoi capolavori – e trovai una busta.
Pensai.
Vuoi vedere che a venticinque anni si mette a scrivere le letterine d’amore?
Per le donne era capace di fare tutto.
Presi a leggerla.

***



“Lascio all'inchiostro il coraggio di confessarti sinceramente ciò che io sono. Rivolgo questa penna a te per l'ultima volta, come l'ultimo gesto di un peccatore imperdonabile.
Il sole trafigge questa bianca stanza e la rischiara come non ha mai fatto e ti assicuro che tutta questa luce sta cominciando a darmi fastidio, però ne ho bisogno per poterti scrivere queste righe senza sbagliare per l'ennesima volta, anche se stavolta si tratta solo di un accento o quant’altro.
Prima di cominciare a farti conoscere quel maledetto Alessandro che mi ha rovinato l'esistenza voglio inutilmente chiederti se anche tu pensi che io sia un folle senza speranza. Lo pensi?
Continuo a farmi e a fare domande ad un pubblico inesistente perché in realtà nessuno mi ascolta ed io, oggi come non mai, ne sono cosciente, ma non riesco ad accettare tutto ciò.
La battaglia tra bene e male non si è ancora conclusa, anche se sento che tra poco tutto sarà finito ed anche questo inchiostro si asciugherà sulla carta come si sono sempre asciugati i sentimenti di un povero pazzo peccatore impenitente.
All'alba dei miei venticinque anni credo di aver recepito quale sia il reale senso della vita.
Ogni giorno della mia vita, con ogni mia azione, così eccessiva, così incauta sono sempre approdato al nulla, quindi non mi meraviglio che anche oggi si ripeta lo stesso copione.
I personaggi sono lì sul palcoscenico che recitano la loro parte e la recitano al meglio per poter stupire gli altri e solo dopo se stessi.
Muovono le braccia, ancheggiano, si spostano, corrucciano il viso, ridono, mostrano i denti.
Stanno mostrando quella bella maschera alla società che li applaude da laggiù.
Stanno attenti a non andare verso destra se la corrente va verso sinistra perché la fatica, quella sì che fa paura.
Non voglio farti pena perché farei un torto solo a te.
Quelli a cui ho fatto pena poi si sono dimostrati soltanto dei buoni a nulla, dei fannulloni perditempo figli di papà che tutto hanno e tutto chiedono.
Spero di non sembrarlo io ai tuoi occhi in questo momento, perché non potrei neanche sopportarlo.
Io ti stimo quindi voglio pensare che queste mie parole non ti suscitino né pena né compassione.
Impenitente mi rivolgo a te, presuntuoso ed arrogante, ma, si sa, a me il teatro non è mai piaciuto.
Mi sono lasciato conquistare da una donna dai capelli neri e lunghi che un giorno mi ha preso per mano e mi ha sussurrato all'orecchio parole sferzanti e suggerito gesti inconsulti.
Quella donna mi ha ammaliato, ha preso il mio senno e ne ha fatto carta straccia.
Per quella donna io ho tradito tutto e tutti.
Io davo la colpa all'alcool perché, si sa, quando bevi la mano si alza più facilmente e più velocemente scaraventa giù la sua forza su chi o cosa capiti a tiro.
Ma non era colpa dell'alcool.
Era solo colpa di quella donna, dicono.
Una donna bellissima che popolava tutti i miei sogni.
Una sera mi faceva scaraventare per terra la mia donna; un'altra sera capitava che io prendessi solo un tavolo o un oggetto.
Lei mi comandava, io potevo non risponderle? Lei mi aveva stregato ed io non potevo non ascoltarla.
Alla fin fine quale era la differenza tra prima e dopo, eh?
Prima il tavolo stava lì, adesso sta qui.
Non vedo cosa ci sia di strano, non vedo perché io debba essere un pazzo per questo.
Ma, sai, non mi hanno accusato solo di questo.
Mi accusavano d’esser pigro, mi dicevano che non avevo mai voglia di fare niente.
Ma Andrea che male c’è ad amare le donne e trascurare il resto per dedicarsi solo a loro?
Sì, perché le donne ti fanno toccare quel labile confine tra vita e morte. Io le conosco benissimo, tu puoi dire lo stesso?
Tu, per esempio, non hai potuto conoscere Marilena, la donna che mi carezzava con le sue parole. Mi portava al limite ed io peccavo, sempre più, e mi sentivo libero e mi stavo bene. Perché mai avrei dovuto smettere?
Ce lo insegnano fin da piccoli: “Fai solo quello che ti fa stare bene”; ed io ho fatto solo quello che mi faceva stare bene.
Lei era la il mio piacere quotidiano, il mio spingermi al limite.
Stanotte ero sdraiato sul divano e guardavo uno stupido documentario sulle foche o qualcosa del genere, non ricordo bene; nella mano destra avevo un panino mordicchiato - anche se non ricordo d'aver mangiato stanotte - e nella mano sinistra la mia solita birretta, quando ad un tratto l'ho vista. Non la vedevo da troppo tempo e quasi non la riconoscevo più, ma poi ho spento la televisione e ho ascoltato le sue parole. Non poteva essere nessun altro se non Marilena.
Il suo fiato, il suo modo di scandire le parole, lento e morbido non l'ho mai sentito da nessun’altra. Sembra essere la persona più serena del mondo e questa serenità la incute a me ogni volta che rivolge i suoi occhi verso i miei.
E' lei che mi ha suggerito di scriverti queste righe perché sarebbero state utili in seguito al nostro appuntamento di oggi.
Ed io così ho fatto.
Mi ha detto che, con il nostro appuntamento di oggi, mi avrebbe portato finalmente via da tutte queste persone che mi escludono e mi chiamano pazzo, per questo mi ha chiesto di parlarti per l'ultima volta perché fin quando non verrà a prendere anche te per farmi compagnia io non ti rivedrò; ma lei lo fa per me, perché vede che io quaggiù soffro.
Ora ti devo proprio lasciare Andrea.
Oggi Marilena mi insegnerà a volare.”

***



In quell’istante sentii delle grida provenienti da fuori, voltai di scatto la faccia verso destra e vidi un corpo volare in aria. Non ebbi neanche il tempo di capire che quel corpo era di Andrea che sentii suonare il campanello.
Era Alessia. Il nostro appuntamento. Guardai la lettera, fissai la finestra e andai ad aprire la porta.

***



Tanto, troppo sangue nel pavimento e sul volto di Alessia, ma andai oltre.
Mi aspettava Marilena e mi tendeva la mano.
Guardai la lettera del mio amico e mi accorsi di non aver letto l’ultima frase: “Oscar Wilde diceva: <<fornite alle donne occasioni adeguate e le donne potranno fare di tutto.>>”.
 
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