Un the dolce come l'animo, [09/09/08] Bleach

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csima
view post Posted on 9/9/2008, 17:37




Fandom: Bleach
Rating: Per tutti.
Personaggi/Pairing: ?? - Aizen
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 2.087 parole, 4 pagine di Word, capitolo unico.
Avvertimenti: Original Character
Spoiler! no.
Genere: Romantico Drammatico
Disclaimer: Tutti i personaggi di “Bleach” sono di © Tite Kubo
Note dell'Autore: Nel volume 28 Kurosaki Ichigo percorre un corridoio prima che Nel Tu lo raggiunga. Non si sa in quale distanza e in quanto tempo, perciò la parte finale della storia si ambienta in quel tratto temporale.




Ogni giorno rammento quel ricordo, talmente nitido, che se anche perdessi la memoria, quello sarebbe l’unico frammento di essa che mi rimarrebbe.
L’istante in cui Aizen-sama, salendo verso il cielo, si tolse gli occhiali e si tirò indietro i capelli.
Forse il suo sguardo non era rivolto verso un punto preciso, ma l’illusione che i nostri sguardi si siano incrociati anche se solo per un breve istante, è stato abbastanza intenso da prendere questa decisione.


Dei passi leggeri ma decisi, riecheggiavano lievemente nel corridoio pallido di Las Noches.
Aizen era a sedere sulla poltrona, dentro la sua stanza buia, con il capo chino appoggiato sul pugno e gli occhi chiusi. Un silenzio ormai familiare in quel luogo dove tutto sembrava concentrato nella sua immobilità, venne disturbato dall’aprire di una porta. Pochi istanti dopo, una mano leggera e silenziosa appoggiò una tazza di the sul tavolo davanti a lui che continuava a tenere gli occhi chiusi.
Pochi attimi, rimase a fissare il volto del suo padrone, poi la fanciulla si girò per andarsene.
<< Grazie. >>
<< Di nulla Aizen-Sama è mio dovere.>> disse lei richiudendo la porta.
Alzò lo sguardo e davanti a sé trovò Gin. Quell’uomo le incuteva paura, proprio perché non riusciva mai a decifrare le sue emozioni che venivano celate dietro a quello sguardo finemente ricamato sul suo volto.
<< Aizen-sama sta riposando, forse non... >>
<< Non ti preoccupare, è una questione urgente. Tu torna pure alle tue faccende.>>
<< S-Sì.>> chinò il capo e se ne andò, osservando con la coda dell’occhio Gin che entrava dentro la stanza di Aizen.
Il giorno seguente l’atmosfera era agitata. Aizen entrò nella grande sala. Dietro di lui seguivano Gin e Tosen. Tutti gli espada si erano riuniti e seduti attorno al lungo tavolo.
<<buongiorno Espada. Siamo stati attaccati dal nemico>> disse con voce tranquilla << Nonostante questo, per prima cosa suppongo che dovremmo scaldare del the. >>
Una porta laterale si aprì ed entrò la ragazza con la teiera. << Sempre efficiente come al solito.>> le disse Aizen passandole accanto. Lei abbassò il capo per nascondere il suo rossore, che solo Gin notò.
<<tutti quanti dovrebbero aver ricevuto il loro the vero? Allora adesso bevete e ascoltatemi. >>
La discussione si fece animata dopo poco. Seguì dettagliatamente tutto quello che Aizen stava dicendo dall’angolo della stanza dove si trovava. Ad un certo punto Grimmjow si alzò in piedi come pervaso dalla rabbia, ma Aizen con la sua consueta calma lo bloccò. Ogni volta che il suo sguardo faceva comprendere il suo potere ad un espada, quest’ultimo non riusciva mai ad opporsi. Non vorrei mai far adirare Aizen-sama. Non riuscirei a sopportare il suo sguardo, preferirei morire. Gin si voltò verso di lei, che si accorse di essere osservata. Sembrava che l’uomo le avesse letto il pensiero.
La riunione finì e tutti uscirono dalla stanza, rimase solo lei che si mise a raccogliere le tazze.
<< Ho bisogno di parlarti. >> Gin era comparso silenziosamente.
<< Sì? >>
<< Sai, ho notato il tuo sguardo che rivolgi ad Aizen. >> Lei si irrigidì. <<lui sarebbe molto contento se ti rendessi più utile del portare solo il the. >>
<< Cosa vuole che faccia? >>
Gin allargò ulteriormente il suo statico sorriso, aumentando la tensione della ragazza.
<< Vai dai Rioka e trattienili giusto il tempo di mandare i Privaron Espada >>
<< Ma io...>
<< Che c’è, non vuoi realizzare i desideri di Aizen? >>
Non poté che chinare il capo in silenzio.
Come posso... No! Se è Aizen-Sama che lo chiedo lo farò!
Era talmente soprapensiero che non si accorse che Ulquiorra le si era fermato davanti. Sussultò ma si ricompose subito, facendo un leggero inchino con la testa. Ecco un altro essere che non mostrava mai le sue emozioni sul volto, ma a differenza di Gin, provava meno timore di lui. Non si spiegava il motivo della differenza, forse era proprio lo sguardo espressivamente opposto a Gin a darle meno timore.
<<porta questo nelle stanze della prigioniera e aiutala a cambiarsi>> Ulquiorra le porse un abito bianco caratteristico degli arrancar.
Ripeté l’inchino come risposta affermativa prendendo l’abito e dirigendosi nella stanza della prigioniera.
La ragazza che vi era stata rinchiusa, l’aveva vista il giorno in cui era arrivata. Non sapeva chi fosse ma aveva assistito alla dimostrazione del suo potere di guarigione su Grimmjow.
“Rifiuto degli eventi” così aveva detto Aizen. Quel potere l’aveva spaventata ma allo stesso tempo incuriosita. Nonostante fosse stata portata in quel luogo, quella ragazza aveva dimostrato nervi saldi.
Aprì la porta della stanza ed entrò. Orihime, seduta sul divano, alzò lo sguardo impaurita. I suoi occhi erano rossi come se avesse pianto per molto tempo. Si alzò di scatto mettendosi sull’attenti.
<< Ecco io...ehm...non...ah...ecco...>> il suo parlare senza senso ammutolì l’arrivata che impiegò non pochi secondi ad avanzare.
<< Ti ho portato un vestito nuovo che devi mettere.>>
<< Eh? >>
<< Gli abiti che hai ora non vanno bene per questo luogo. Cambiati con questi. >>
<< Capisco. >>
Orihime guardò la ragazza che le prose l’abito. Non era bella, ma i suoi occhi compensavano il tutto. Erano di un azzurro intenso come il mare e attorno alla pupilla il colore era come la terra. Un sfaccettatura veramente insolita.
<< Tu non sembri un arrancar >>
<< Infatti non lo sono. >>
<< Anche tu sei prigioniera? >>
<< No.>>
<< Ehm...>>
<< Perché ci tieni così tanto sapere chi sono? >>
<< Finora ho sempre percepito una sensazione strana dagl’altri, tu sembri come me. >>
Lei rimase in silenzio guardando quella fanciulla dai lunghi capelli e gli occhi grandi come quelli di una bambina.
<< Lo ero una volta e lo sono ancora nello spirito, ma ho scelto una via diversa, come l’hai scelta tu. >> la fissò dritto negli occhi e attese, ma Orihime non sapeva che dire. << Perché tu hai scelto di essere qui? Non è forse per proteggere i tuoi amici e la persona che ami? >> Orihime sussultò a quella domanda. <<io ho fatto la tua stessa scelta, ho seguito la persona che ha rapito il mio cuore.>> disse girandosi verso la porta. << Ora scusa ma ho molto da fare. >> uscì dalla stanza ma non fece altri passi.
Perché le ho detto di me?Provo nostalgia della mia vecchia vita nella Soul Society? No! Non dovrei. Aizen-Sama mi ha permesso di arrivare fin qui nonostante io non valga niente…perché Aizen-sama mi ha lasciato accedere a Las Noches? Io non possiedo poteri particolari, sono un semplice seggio che ha abbandonato i Gotei per essere qui assieme a lui. Anche il solo essere una servitrice mi va bene, se questo mi permette di vedere il suo volto. Strinse il pungo sul petto, per reprimere quel sussultare del cuore che le faceva nascere le lacrime agli occhi. Voglio sapere. Se questa è l’ultima volta che lo vedo almeno voglio sapere il perché.

Aizen stava seduto sulla poltrona, quando la porta si aprì. La ragazza portava come consuetudine il the. Si sedette sulla sua poltrona e sorseggiò.
<< Non è il solito the. Hai usato un aroma diverso? >>
<< No, Aizen-sama, forse sono stata più accurata del solito. >>
<< Veramente buona, mi rilassa.>>
<<a-aizen-sama...p-posso farle una domanda? >>
Lui non rispose ma la guardò aspettando. Le si arrossirono le guancie.<< Ecco, finora non le ho mai chiesto il motivo perché ha accettato una come me. >>
Lui si alzò avvicinandosi << Il perché? >>
Ecco! Abbassò il capo dalla paura. L’ho fatto adirare, adesso mi guarderà con lo stesso sguardo con cui guarda gli arrancar.Una mano si posò sulla sua spalla che scorse fin sul mento alzando il volto verso il suo.
Il silenzio sembrò una eternità. Gli occhi di lei erano fermi sui suoi come rapiti dal suo sguardo intenso. La mano di lui ora era arrivata sulla guancia che stava lievemente accarezzando.
<< Perché, sei l’unica persona che riesca a tranquillizzare il mio animo con del semplice the...e...>> si interruppe, lasciando ricadere la mano per poi risedersi sulla poltrona.
Gli occhi della ragazza erano lucidi e il suo cuore sembrava impazzito.
Chinò il busto in segno di ringraziamento. << Grazie mille Aizen-sama, grazie di tutto.>> uscì di corsa dalla stanza.
Aizen-sama rimase immobile a fissare la superficie della bevanda che rifletteva la luce della luna.
Il suo sguardo però sembrava perso in altri pensieri. E anche perché i tuoi occhi mi hanno rapito.

La ragazza stava correndo lungo il corridoio. Il suo respiro era irregolare e le lacrime stavano scendendo copiose lungo le guancie. Entrò di prepotenza nella sua stanza, appoggiandosi contro il muro per tranquillizzare il suo respiro e reprimere il pianto.
Perché si è interrotto, cosa voleva dirmi? Strinse i pugni. Alzò il capo e vide la sua zampakuto appoggiata sul tavolo, immobile ormai da parecchio tempo. Aprì il suo armadio e prese dall’appendiabiti la sua vecchia divisa da Shinigami. Riuscirò a bloccarli? Impiegò pochi attimi a cambiarsi.
Nel correre lungo il corridoio passo di fianco alla stanza di Orihime. Si bloccò e torno indietro entrando.
La ragazze si era cambiata e ora assomigliava di più ad un essere di quel posto, ma i suoi occhi non avevano perso quella espressività tipica.
<< Ma tu!>>
<< Non dire nulla, io tenterò il tutto per tutto per esaudire i desideri di Aizen-sama e anche se non dovrei dirtelo visto che sei mia nemica, capisco i tuoi sentimenti, perciò tu, fai di tutto per i tuoi desideri e della persona che ami e resisti in questo luogo e donagli quel calore che io non sono stata in grado si dare.>>
Orihime non capì il senso di quella frase, ma presto lo avrebbe scoperto e annuì il capo.
<< Come si chiama lui?>>
Lei arrossì violentemente irrigidendosi come una statua. <<ku-Kurosaki Ichigo. >>
Per la prima volta lei sorrise alla dolce fanciulla indifesa. << E’ un bel nome. Abbine cura come ho fatto io con Aizen-sama. Addio.>> uscì nonostante Orihime le disse di aspettare.
Nella sua corsa verso i Rioka, la sua mente era pervasa da tutti i ricordi del tempo trascorso a Las Noches. Non vi erano momenti gioiosi, ma per lei valevano più della sua vita trascorsa come seggio nel Gotei nella Soul Society. Svoltando l’angolo scorse un Rioka. Era una ragazzo giovane con dei corti capelli arancioni. Si ricordò di lui, lo aveva visto sul campo di battaglia dei Gotei.
Serrò i denti e gli corse incontro. Ichigo vide una figura nera dirigersi verso di lei. Notò che aveva la divisa degli Shinigami, perciò pensò che fossero amici mandati ad aiutarli, ma i suoi occhi si sgranarono dalla sorpresa quando vide che la ragazza gli saltò addosso con la zampakuto sguainata e fece appena in tempo a parare il colpo.
<< Chi sei? Perché mi attacchi?>>
<< Per ordine di Aizen-sama, la tua corsa finisce qui! Rioka!>>
<< Aizen! Sei un suo scagnozzo? Perché indossi un abito da Shinigami? Volevi forse ingannarmi con quel vestito? >>
Lei non rispose, sapeva che non sarebbe valsa la pena. Serrò i denti perché sapeva cosa andava incontro, ma non si tirò indietro. La sua sola forza e abilità non sarebbero bastate ma avrebbe comunque tentato il tutto per tutto.
Non ebbe la capacità di contare quanto tempo trascorse dall’inizio del duello, ma nell’attimo in cui sentì la lama del ragazzo trapassarle il corpo, il suo animo si sentì stranamente tranquillo.
<< Perché? Perché ti sei bloccata!>> La stava sorreggendo con il braccio.
<< Il mio compito era quello di rallentarvi, nulla di più. Perciò sono contenta di esserci riuscita almeno un po’.>>
<< Cosa?>>
<< Dimmi il tuo nome>>
<< Ichigo >>
Le si riempirono gli occhi di lacrime. << Lei sta bene per ora, non ti preoccupare...>>
Ichigo spalancò gli occhi. << Parli di Inoue vero?>>
<< Ti chiedo un favore, non odiare Aizen-sama! Lui è ambizioso, ma in realtà è una...persona...>>
Gli occhi della ragazza si chiusero assieme al suo ultimo respiro
<< No aspetta! >>

Addio Aizen-sama, spero di potervi rivedere un giorno.

Aizen era ancora a sedere sulla sua poltrona. Dentro la stanza entrò Tosen.
<< Aizen-sama, la sua servitrice è andata contro i Rioka e si è scontrata contro Kurosaki Ichigo ed è perita. >>
<< Grazie Tosen, puoi andare.>>
La tazza di the era ormai vuota davanti alla sua mano. Il suo busto era appoggiato alla poltrona.
Sulle sue guancie un filo di lacrime scese per poi morire sul bordo del volto.
<< Addio mia Tsukihime.>>


END



Edited by csima - 10/9/2008, 14:51
 
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