Too lost to be saved, [19/06/08]Weather Foes

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sonsimo
view post Posted on 23/9/2008, 15:34




Fandom: Harry Potter
Rating:14 anni
Personaggi Peter Minus
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 2480 parole, 4 pagine e mezzo, capitolo unico.
Avvertimenti: Character Death
Genere: Introspettivo
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di J.K. Rowling, della sua Casa Editrice e della Warner Bross, che ne detengono tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Harry Potter, appartengono solo a me.
Credits: La frase “Too lost to be saved”, che fa da titolo alla storia, è tratta dalla canzone “Tourniquet” degli Evanescence; la citazione è tratta dalla canzone “Sweet Sacrifice”, sempre degli Evanescence.
Note dell'Autore: La condizione meteorologica che ho scelto è il temporale. Per come è costruita la storia (solamente dopo averla letta questo chiarimento potrà essere compreso XD) sembra che io immagini che la coscienza di Peter sia stata “addormentata” praticamente lungo tutta la Seconda Guerra del Mondo Magico. In realtà penso che abbia avuto i suoi (pochi) momenti di “lucidità”, mi riferisco ad esempio al fatto che Peter aveva chiesto a Voldemort di utilizzare il sangue di un altro mago, non Harry, di un nemico qualunque, per preparare la pozione che gli avrebbe restituito il suo corpo. Ma nella mia personale interpretazione dei fatti questi barlumi di coscienza sono di poco conto, perciò li ho trascurati. Ero anche indecisa se inserire o meno il frammento finale, che a livello temporale è slegato dal resto, ma ho deciso di lasciarlo perché a mio parere dà un senso di completezza alla storia. E’ in corsivo, per venir distinto meglio, e la parola “attimo” è volutamente ripetuta più volte.
Introduzione alla Fan's Fiction: Da “Harry Potter e il Calice di Fuoco”, parla Voldemort: “Ma il suo viaggio per tornare da me non fu facile, vero, Codaliscia? Perché una notte, affamato, proprio sul limitare della foresta in cui aveva sperato di trovarmi, stupidamente si fermò in una locanda per mangiare... e chi incontrò, se non una certa Bertha Jorkins, una strega del Ministero della Magia?”
E' da queste informazioni che prende vita il monologo della coscienza di Peter Minus, rappresentato nella mia storia, prima del suo ricongiungimento con il Signore Oscuro. Coscienza che si assopirà quando Minus deciderà di immolare un’altra vittima innocente, Bertha Jorkins, all’altare del proprio tornaconto, per poi risvegliarsi solamente pochi istanti prima della morte del Malandrino traditore.




Too lost to be saved



Fear is only in our minds but it’s taking over all the time.
(Evanescence, “Sweet Sacrifice”)


Quando sei nella tua forma di Animagus, la tua percezione del mondo esterno ne risente. Vedere attraverso gli occhi di un topolino non è certo come vedere attraverso quelli di un uomo... per quanto anche la tua forma umana non sia delle più imponenti.
Tutto ciò che ti circonda assume un aspetto differente. Una pozzanghera può diventare un ostacolo insormontabile, la foglia secca caduta giù da un albero un rifugio presso il quale poter trascorrere qualche ora.
Non un rifugio dei più sicuri, c’è da dirlo.
Ecco, c’è qualcosa che percepisci allo stesso modo, uomo o topo che tu sia, non importa. È la costante della tua vita, la tua compagna di sempre, non riesci nemmeno a immaginare come saresti senza di lei, saresti diverso. Un’altra persona, un altro topo. È lei che guida i tuoi passi questa notte, la legge suprema che governa la tua esistenza e che è la sola e unica causa di ogni tua azione. È lei che ti costringe a correre più velocemente sulle tue zampette da topo, perché tu possa trovare rifugio prima che il temporale che è in procinto di squarciare il cielo ti colga impreparato. È a lei, solo a lei, che va imputato tutto quello che tu hai fatto in passato. È l’unica colpevole, Sirius e Remus possono blaterare quanto vogliono e accusarti dei peggiori crimini, tu sei innocente. La colpa è solo della tua perenne compagna, colei che stringe il tuo petto e ti toglie il respiro, colei che fa battere i tuoi denti incontrollabilmente, che ti fa balbettare, incespicare, gesticolare in maniera frenetica... e poi tradire, fuggire. Tentare di dimenticare.
Amicizia, affetto, qualsiasi legame che tu abbia potuto stringere prima e dopo Hogwarts, non possono nemmeno lontanamente competere col laccio che ti lega strettamente, senza lasciarti possibilità di fuga, alla paura. Viene quasi da ridere a pensare che tu sia un Grifondoro, Peter. Qualcuno direbbe, utilizzando una di quelle tanti frasi fatte trite e ritrite, quelle che, quando le ascolti, immagini siano pronunciate da una voce colma di saggezza con tanto di contorno di barba bianca alla Albus Silente, che il coraggio e la paura non sono l’uno il contrario dell’altra, ma anzi, che non esiste coraggio senza paura. Che il coraggio non è altro che la capacità di affrontare le proprie paure... eccetera eccetera. Sinceramente, non sembra che tu abbia mai fatto questo grande sforzo di affrontare le tue paure, ma chi sei per contraddire la suprema volontà del Cappello Parlante? E poi, in quale altra Casa avrebbe dovuto collocarti? Tassorosso non è nemmeno da nominare, non era di certo posto adatto a te. Corvonero, non ne avevi la stoffa, e Serpeverde... puoi forse affermare con onestà che saresti sopravvissuto più di una settimana a Serpeverde? Deve essere stato un gran bel dilemma per il vecchio Cappello. Una decisione sofferta. Ma tu non sai cosa sia una decisione sofferta, vero Peter? Non hai idea di che cosa si provi. Non potresti mai descrivere quelle sensazioni angoscianti e quel senso di soffocamento che accompagnano la ferma determinazione di fare la scelta giusta. Non hai mai avuto di questi problemi: la scelta giusta, quella giusta per te, l’hai sempre trovata con estrema facilità. Quando si ha a cuore l’incolumità di una singola persona è molto più semplice. Tutto quello che bisogna fare è chiudere completamente, sigillare, una parte della mente. Ricordi quella parte che era ancora capace di provare qualcosa, un debole fremito, quando vedevi il sorriso dolce di Lily e il ghigno divertito di James qualche giorno prima del tuo tradimento? Quando il piccolo Harry afferrava una delle tue dita tozze e grassocce e la stringeva con la sua manina? Esatto, proprio quella parte lì. Quella che ormai è muta e sorda da dodici anni. Quella che per un momento, solo per un momento, ti è parso si fosse risvegliata, quando gli occhi di un Harry tredicenne ti hanno guardato colmi di innocente stupore, ma che sei riuscito a soffocare in maniera talmente veloce che è quasi come se il suo sonno profondo non fosse mai stato interrotto.
Ciò, ovviamente, non vuol dire che tu sia un bravo Occlumante. La tua... abilità non ha niente a che fare con la capacità di chiudere le proprie emozioni nel fondo della mente e non permettere agli altri di percepirle, anzi la tua paura è sempre perfettamente visibile per chiunque. Si tratta di qualcosa di completamente diverso, qualcosa che hai sempre saputo fare, una dote naturale.
Nella tua personalissima scala di valori nessuno è più importante di te, anzi nessuno è importante quanto te, e di conseguenza la tua sopravvivenza è tutto ciò che conta. E hai lottato per garantirla, eccome se hai lottato, con le unghie, i denti e le tue zampette scattanti da topolino. Non è stato poi così semplice vivere per tanti anni con quella famiglia di teste rosse, senza mai riprendere la tua forma umana, ma era l’unico modo. Scomodo, ma indispensabile. Ci sono stati momenti in cui hai creduto di non farcela, ma alla fine te la sei sempre cavata. Primo tra tutti, il momento in cui hai rivisto per la prima volta Harry Potter dopo la morte di James e Lily, sull’Espresso per Hogwarts. Pur sapendo, razionalmente, che non si trattava di James e che il ragazzino non era nemmeno a conoscenza della tua esistenza, per un folle istante hai temuto che potesse riconoscerti. Ci hai messo poco a riguadagnare compostezza e fortunatamente il tuo padroncino Ron non si è accorto di niente. Ma non ti aspettavi che il tuo padrone sarebbe diventato il migliore amico proprio di Harry Potter! Il destino ti ha davvero tirato qualche tiro mancino, nella vita.
E adesso che segui questa pista incerta, nella speranza di trovare l’unico essere al mondo che può garantirti la protezione a cui aspiri, preghi ardentemente che i tiri mancini in serbo per te siano terminati. Non hai forse dovuto già sopportare abbastanza? Il panico che hai vissuto quest’anno, costretto a nasconderti, braccato da Sirius, può essere considerato più che sufficiente per una vita intera.
Un lampo ti fa trasalire e immediatamente acceleri l’andatura, desideroso di trovare riparo al più presto. Se le indicazioni che i topi incontrati lungo la strada ti hanno fornito sono esatte, sei ormai vicinissimo al tuo obiettivo, il tuo padrone al momento si rifugia in una delle foreste di questa terra. Solo qualche ora di cammino potrebbe essere sufficiente a raggiungerlo, ma sei stanco e affamato, sta per piovere e ci saranno dei tuoni e... tu hai sempre avuto una gran paura dei tuoni. Del loro rumore assordante, così come della luce improvvisa dei lampi e dei brividi che le gelide gocce di pioggia provocano lungo la tua schiena.
Del resto, esiste forse qualcosa di cui tu non abbia paura, Peter?

...

“Si-Sirius? Per favore, rientriamo al Castello!”
“Andiamo, Peter, è soltanto un po’ di pioggia! Ho promesso a James che avrei comprato quegli aggeggi da Zonko, non possiamo tornare a mani vuote!”
“Ma... ma... fa freddo e...”
Sirius, ridendo, rischiò quasi di far cadere il Mantello dell’Invisibilità, sotto il quale erano nascosti per attraversare non visti le strade di Hogsmeade, e cercò subito di ricomporsi, soffocando il proprio divertimento.
“Se continui a farmi ridere in questo modo finiranno per scoprirci!”
“Accidenti a te, potrebbe colpirci un fulmine! Io ho paura, Sirius!”
Il mago più alto rivolse al compagno un ghigno divertito:
“Esiste forse qualcosa di cui tu non abbia paura, Peter?”


...

Cerchi di riscuoterti dai tuoi pensieri, non è la prima volta che le stupide battutine di Sirius dei tempi della scuola risuonano nelle tue orecchie e devi ammettere che la cosa non ti fa affatto piacere.
Hai deciso: non puoi proseguire sotto la pioggia. C’è anche da tener conto del fatto che non hai idea in che stato d’animo troverai il tuo padrone (anzi, una tua idea ce l’hai, e non è delle più rosee), quindi è preferibile che tu sia ben riposato prima di incontrarlo. I topolini hanno tutti una gran paura di questo essere che, dicono, si impossessa dei corpi di piccole creature provocando la loro morte, potrebbe non essere così debole come pensavi. Potrebbe farti del male. E anche del dolore tu hai una immensa paura. No, non puoi affrontarlo in queste condizioni, è meglio trovare un posto dove trascorrere la notte, o perlomeno attendere al riparo che questo tremendo temporale sia passato. Inizi già a sentire i primi tuoni, devi sbrigarti. Scorgi l’insegna malandata di una locanda fatiscente, proprio al limitare della foresta che, secondo le tue informazioni, è attualmente la casa di quello che rimane del Signore Oscuro, e ti nascondi dietro un albero per riprendere la tua forma umana, anche se non sarebbe necessario dato che nelle vicinanze non scorgi nessuno. Qui puoi permetterti di farti vedere, è praticamente impossibile incontrare qualcuno che ti conosca. Ormai piove a dirotto, anche se impieghi pochi secondi per raggiungere l’ingresso della locanda i tuoi vestiti sono già zuppi.
Entri nella locanda e il piacevole tepore e il profumo di cibo assalgono immediatamente i tuoi sensi. Una ragazza ti si avvicina e ti sorride. Da quanto tempo non ti veniva rivolto un sorriso? Nemmeno come topolino domestico ne ricevevi molti, non eri quello che si dice un animaletto da coccolare.
“Le serve qualcosa, signore?”
“U-una camera per la notte.”
Imparerai mai a formulare una singola frase di senso compiuto senza balbettare?
La ragazza china il capo in segno d’assenso, la sua espressione è dolce e i suoi occhi brillano alla luce delle fiamme che scoppiettano allegramente nel camino della locanda.
“Gradisce qualcosa da mangiare prima che le assegni la camera, signore?”
“S-sì, grazie.”
Ti fa cenno di seguirla e, maldestro come sei, rischi di scivolare, le scarpe bagnate di certo non aiutano. Ti siedi pesantemente, fai cenno di sì a qualsiasi cosa ti abbia detto che c’è da mangiare, e la osservi di sottecchi scomparire in quella che deve essere la cucina. Era da tanto che non avevi la possibilità di guardare una donna, di guardarla con occhi umani. Fa uno strano effetto. Occhi grandi e dolci, pelle chiara, aspetto fragile. Non è una ragazza bellissima, ma ha quell’aria tranquilla, una di quelle persone che hanno la capacità di farti sentire a casa già solo grazie al calore che trasmettono con il loro sorriso. Lo sai, potresti essere felice accanto a una persona del genere. Sarebbe bello lasciarsi alle spalle il Mondo Magico, il terrore di venire scoperto, fuggire via lontano con una compagna e vivere una vita serena, al sicuro, senza dover temere ogni giorno di venire scoperto, trovato dai nemici e ucciso. Per un attimo, ti perdi a fantasticare, ti immagini marito, e perché no, addirittura padre. Dopotutto, pensare è innocuo. Non rischi che qualcuno ti scovi in quello che credevi un nascondiglio sicuro e ti uccida. Perché è questo che succederebbe, non esiste luogo sulla faccia della Terra in cui tu possa rifugiarti e sperare di non venire trovato, necessiti dell’opportuna protezione, della protezione che solamente il più potente Mago Oscuro può fornirti. Dei dolci sorrisi di una donna non te ne fai nulla e non ti servono a un bel niente piccoli, semplici momenti di felicità. Un Dissennatore te li strapperebbe via in pochi minuti.
Distogli a forza lo sguardo dalla porta della cucina, dalla quale sai che farà capolino la simpatica cameriera, e per la prima volta ti guardi intorno, non ti eri accorto che ci fosse altra gente. Li guardi distrattamente, sembrano solo dei comunissimi Babbani, finché un volto non cattura la tua attenzione. Si tratta di una strega, non hai dubbi, l’hai già vista da qualche parte. E quel che è peggio, anche lei sembra trovare il tuo volto familiare, non smette di fissarti e la sua fronte è corrugata, sta chiaramente cercando di ricordare dove può averti visto. Cominci ad agitarti. Non è possibile, proprio adesso che eri a un passo dal riunirti al Signore Oscuro! Non puoi essere così sfortunato! Devi pensare in fretta, trovare una soluzione, ma prima di ogni cosa devi capire chi hai di fronte. La guardi attentamente, soffermandoti su ogni dettaglio che possa esserti utile e, improvvisamente, arriva l’illuminazione.
Bertha Jorkins. Qualche classe davanti a te, a Hogwarts.
Un tipo... non troppo sveglio. Forse c’è ancora qualche possibilità. Sfoderi il tuo migliore sorriso innocente e ti avvicini a lei. Quella stolta potrebbe rivelarsi perfino utile. Ti siedi al suo tavolo, riesci a instaurare una conversazione, lei sembra non ricordarsi ancora bene chi tu sia, e tieni la bacchetta pronta sotto la manica della tunica. Un Confundus può tornare utile in certe situazioni e non appena il temporale sarà terminato la porterai fuori dalla locanda con una scusa.
La cameriera è tornata, ti ha servito una zuppa ed è andata via, e tu non le hai riservato più nemmeno uno sguardo. L’attimo è passato, sei di nuovo perfettamente concentrato sulla tua missione, e cioè il tuo disperato bisogno di salvarti la pelle, e tutto il resto è lontano, non te ne curi.
Sei pronto, topolino, a essere carnefice ancora una volta? Sei pronto a sacrificare ai tuoi santi scopi un’altra vittima innocente?
Lo sei. E non posso fare a meno di chiedermi se proverai mai, nella tua vita, un vero, sincero momento di rimorso, o se è chiedere troppo.

...

E’ un attimo.
La tua presa sul collo del ragazzo si fa meno sicura, mentre vieni colpito dalle sue parole come se fossero uno schiaffo. Dice la verità, gli devi la vita. Hai un debito nei suoi confronti. E gli hai già fatto così tanto male. Sedici anni da orfano, e tutto per colpa tua, che hai tradito la fiducia dei suoi genitori. Hai distrutto la vita di questo giovane e adesso vorresti anche ucciderlo?
Un attimo.
Sincero rimorso, solo per un attimo.
Lo lasci andare e il rimorso si fa da parte per fare spazio alla tua regina, la paura, quando vedi la tua mano metallica muoversi contro la tua volontà e capisci esattamente cosa sta per accadere.
Che la tua fedeltà non abbia più a vacillare. Queste erano state le parole del Signore Oscuro. E adesso verrai punito. Il terrore ti fa completamente dimenticare il rimorso provato pochi istanti prima, il male che hai compiuto durante la tua vita che qui si conclude, riesci solo a pensare che niente può salvarti in questo momento. Nemmeno Harry, che lo ha già fatto una volta e che disperatamente cerca di impedire alla tua stessa mano di strangolarti. In fondo al tuo piccolo cuore codardo sai di non meritare tanta compassione da parte sua.
Non arriva più aria ai tuoi polmoni. Le forze ti abbandonano e cadi in ginocchio.
Prega, Peter. Prega che un attimo possa fare la differenza, anche per uno come te.


FINE

 
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