Welcome to life, [Primo Torneo: Dragonball]

« Older   Newer »
  Share  
taisa*
view post Posted on 27/11/2008, 21:15




Fandom: Dragon Ball
Rating: 14 anni
Personaggi: Vegeta
Tipologia: Flash Fiction
Lunghezza: 500 parole (contate con Word)
Avvertimenti: Nessuno
Genere: Generale, Introspettivo
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Akira Toriyama che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Dragon Ball, appartengono solo a me.
Introduzione alla Fan's Fiction: Vegeta muore due volte risorgendo altrettante, ma ogni volta qualcosa cambia.


WELCOME TO LIFE



Tutte le volte che esci da quella stanza vieni assalito dalla rabbia. Cammini a testa alta, non vuoi chinare il capo di fronte a nulla; soprattutto a lui.
Ti umilia doverti prostrare davanti a quel mostro. Lui ti chiama alleato, ma sei uno schiavo e constatarlo ti fa male. Fai finta di nulla, tieni alto l’onore e aspetti il giorno in cui a piegarsi sarà lui. Non vuoi abbassarti, è la tua legge. Attendi paziente e stringi i denti.
Sei nato per essere il numero uno e quando Freezer si distrarrà lo diventerai. È la sola cosa che conta.
Incamminandoti per i corridoi di metallo osservi gli altri soldati che lo onorano per paura. Sono solo spazzatura, non sei come loro.
Lui non merita la tua stima.
Nascondendoti dietro una maschera di obbedienza coltivi il tuo orgoglio che continua a cresce. Sei il Principe dei Saiyan, non puoi dimenticarlo.
La fronte aggrottata e i pugni serrati, un giorno non troppo lontano il Principe schiavo avrà ciò che brama.

Giaccio al suolo, coperto del mio stesso sangue e dalle mie lacrime. Imploro una vendetta che non potrò mai realizzare personalmente.
Tutto ciò che volevo era solo la
mia vita.



Il tuo pugno sferza l’aria circostante con forza. Freezer è morto, ma non è ciò che volevi; non a causa di un altro.
Sentire le sue ossa scrocchiare sotto le tue dita, le sue urla di pietà che invocavano il tuo perdono. Non è stato possibile e ti brucia.
Hai atteso tanto per poterlo affrontare e quando è giunta l’occasione hai scoperto di non essere pronto. I tuo corpo non ha emanato sufficiente luce. D’altra parte tu sei sempre vissuto nelle tenebre.
Qualcosa è andato storto e non riesci a perdonartelo. Sei libero, ma non dalle tue frustrazioni. Ora combatti contro avversari immaginari, vivi nella mente di un guerriero afflitto che lotta contro l’aria rarefatta di una stanza.
Per placare il tuo risentimento devi distruggere colui che ti ha portato via l’unica possibilità di rivalsa. Il tuo odio e il tuo rancore si identificano con un solo nome: Kakaroth.

Il sangue sgocciola dalla ferita sul mio braccio. Sento gli occhi azzurri di un bambino puntati su di me. Lo abbraccio.
È un addio, questa volta per sempre.



Sei seduto su una poltrona, nel tuo salotto. Lo sguardo scocciato nella quale è impressa la falsa speranza di essere altrove. Fissi la televisione perché non hai altro da fare; la trovi noiosa. Eppure stai lì, senza muovere un dito, senza scomodarti.
Osservi la persona che ti sta seduta accanto. Lei guarda lo schermo; anche se con la coda dell’occhio ti scruta per assicurarsi che non te ne vada. Mentre tu, per qualche strana ragione, non intendi realmente spostarti dalla tua sedia. Sei troppo comodo.
Scosti lo sguardo poco più in là, esamini i tuoi figli discutere di cose effimere. Ti fai incantare dai loro gesti; per un solo istante. Infine appoggi la testa sullo schienale della poltrona; sbuffi.
Finalmente sai cosa vuol dire... vivere.

FINE


 
Top
0 replies since 27/11/2008, 21:15   52 views
  Share