Become a Super Saiyan, [Primo Torneo: Dragonball]

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Shari Aruna
view post Posted on 28/11/2008, 12:01




Fandom: Dragon Ball
Rating: 14 anni
Personaggi/Pairing: Vegeta, (Vegeta/Bulma appena accennato)
Tipologia: Flash Fiction
Lunghezza: 500 parole (W) - esclusi i simboli interparagrafo.
Avvertimenti: Angst
Genere: Introspettivo.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Akira Toriyama che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Dragon Ball, appartengono solo a me.
Note dell'Autore: La timeline è, ovviamente, il periodo di tempo in cui i guerrieri Z si preparano per l’arrivo dei cyborg. Non perdonerò mai Toriyama per non averci mostrato la trasformazione di Vegeta in modo decente.
Credits: Probabilmente è inutile specificarlo ma l’introduzione è una battuta originale del manga, quindi copyright di Akira Toriyama è__è
Introduzione alla Fan's Fiction: Il mio cuore è calmo e anche puro, anche se puramente malvagio" (Vegeta)



Become a Super Saiyan





Il sole sta giusto sorgendo quando gli occhi del saiyan si spalancano di scatto, perfettamente svegli e all’erta.
“Oggi è il giorno” pensa semplicemente.
Il vecchio ha promesso che la navicella sarebbe stata pronta. Vegeta si augura che lo sia davvero, perché preferirebbe non fare del male al padre di Bulma.
Bulma, già.
Si ferma a guardarla per un momento: il volto rilassato, le labbra socchiuse, la leggera camicia da notte che lascia intravedere i seni candidi...
È bella, sì. Ma non è importante. Non abbastanza, almeno.
Quella sarà comunque la sua ultima alba sulla Terra per molto, molto tempo.



Nel trovarsi di fronte al buio senza fine dell’universo, Vegeta si sente a casa.
Gli basta chiudere gli occhi per ricordare la vita da mercenario, quando non doveva fare altro che combattere e combattere, concentrando tutte le proprie forze nel migliorare sé stesso.
E vagando di pianeta in pianeta, completamente solo con i suoi pensieri, Vegeta scopre che è sorprendentemente facile tornare ad essere quello che era un tempo: Bulma e gli altri stupidi terrestri diventano presto qualcosa di lontano ed intangibile, come impalpabili filamenti di un sogno durato troppo.
Nell’oscurità dello spazio il principe dei saiyan ritrova sé stesso.



La pioggia batte, impietosa, sul corpo stanco, raccogliendosi poi nell’incavo della schiena. Grosse gocce di sudore, simili a lacrime, scivolano via velocemente dalla fronte fino alla punta del mento, confondendosi con il temporale.
Non meno fredde della pioggia, due iridi nere vagano nel buio.
“Ti sconfiggerò” promettono quegli occhi.
Intanto i possenti muscoli delle braccia si gonfiano, tremando per lo sforzo, ma ancora una volta si flettono e si distendono, dominati da una volontà più forte di loro.
Il saiyan deve mordersi le labbra per non urlare ma poi, ostinato, riprende ad allenarsi: il suo scopo è sempre più vicino.



Per giorni, settimane, mesi, il volto di Kakaroth aleggia nei suoi occhi e nella sua mente: diventa un’ossessione che sfiora quasi la pazzia e solo la continua promessa di vendetta, ripetuta tra sé e sé, riesce a dargli la forza necessaria per continuare l’allenamento.
Poi tutto cambia.
L’odio, la rabbia, l’invidia si fondono insieme ed il sangue, nelle sue vene, comincia a bruciare come fiamma liquida. Vegeta lo sente scorrere sotto la pelle: piccoli fiumi di lava che pulsano piano, quasi dolcemente, allo stesso ritmo del suo cuore improvvisamente calmo e sereno.
Quel fuoco è una cosa buona, decide sorridendo.



Splendenti bagliori dorati illuminano la terra priva di vita mentre un grido sale, prepotente, a squarciare il cielo nero.
Occhi azzurri si spalancano, ciechi in quella gialla luce che tutto avvolge. La gola arde, i muscoli tirano, straziati dalla fatica, ma la creatura continua ad urlare la sua forza.
Qualche minuto ancora, ed infine la bionda fiamma si spegne.
Completamente privo di forze, il saiyan cade al suolo, affondando nella pozza vischiosa del suo stesso sangue.
Sola, nel buio, si alza una risata. Stanca, roca, felice.
La risata di chi ha finalmente ottenuto ciò che per troppo tempo ha bramato.



 
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