Il dolore nascosto del Natale, Harry Potter/One-Short: Draco Malfoy/Harry Potter/Hermione Granger/Ron Weasley/Ordine della Fenice

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*Dhesia*
view post Posted on 28/12/2008, 14:50




Fandom: Harry Potter
Titolo: Il dolore nascosto del Natale
Rating: Per tutti
Pairing: Draco Malfoy, Hermione Granger, Harry Potter, L'Ordine della Fenice e la famiglia Weasley.
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 8 pagine di word
Avvertimenti: AU, "What if...?"
Spoiler! no spoiler
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico, Introspettivo, Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di J.K.Rowling che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in HP appartengono solo a me.

Introduzione alla Fan's Fiction:
Se vivi troppo tempo solo, cominci a credere che la tua vita non possa migliorare, che sia impossibile vedere nuovamente la luce e che essa non ti appartenga.
Ti senti come una creatura delle tenebre, che trova conforto solo nell’oscurità.
Ma poi la prospettiva di un nuovo inizio bussa alla tua porta e la luce che l’accompagna ti riscalda il cuore e ti nutre di nuova speranza.




Il DOLORE NASCOSTO DEL NATALE




Sei circondato dalle allegre ed argentee risate, dalle luci e dai colori degli addobbi e decorazioni, dai profumi della povera ma invitante cena della Vigilia; eppure, mentre tutti accanto a te sono felici, tu non lo sei.
Ti senti a disagio seduto a questa tavola, terribilmente fuori luogo, mentre i tuoi freddi occhi grigi osservano uno ad uno i convitati.
Ci sono tutti:
I Signori-Pezzenti-Weasley, lo Sfigurato con la sua Sposina francese, quella rinnegata ed eccentrica di tua cugina Tonks che, con tua immensa gioia, ha avuto la brillante idea di farsi ingravidare da quel pezzente col problemino della luna piena, che siede al suo fianco impegnato in una animata discussione con quel vecchio Auror dall’inquietante occhio magico che, non smettendo mai di vorticare nella sua orbita, ti provoca sempre quel brivido di disgusto ogni volta che si fissa su di te.
Alla tua destra c’è il Capellone che si trastulla coi Draghi seguito da Donnola-Weasley e dallo Sfregiato-Potty con, praticamente incollata al suo braccio, la “graziosa” Piattola-Ginny.
Dall’altra parte del tavolo ci sono i Gemelli che, dal loro parlare fitto, fitto e dal modo in cui lanciano furtivi sguardi attorno a loro, stanno sicuramente preparando uno dei loro soliti scherzi alla tua persona che tu “adori” e, dulcis in fundo, la Sangue sporco.
I tuoi occhi indugiano per un attimo su di lei e quando, sentendosi osservata lei si volta verso di te, tu distogli lo sguardo, profondamente turbato dalla strana gentilezza che, da un po’ di tempo, ti sta rivolgendo.
Già! Lei… la persona che hai ferito ed umiliato più di tutti, l’unica per cui non sei invisibile in quella catapecchia polverosa che loro chiamano casa.
I tuoi occhi brillano di collera mentre serri convulsamente la forchetta e il coltello con cui stai tagliando il roastbeef, ormai freddo, nel tuo piatto.
Lei, l’unica che ti tratta come un essere vivente, che si ferma a scambiare due parole con te durante il suo turno di guardia alla porta della camera che ti hanno assegnato.
L’unica che si ricorda di portarti qualcosa da mettere sotto i denti o da leggere per passare il tempo tra quelle angustie quattro mura ammuffite di cui, ormai, conosci ogni più piccola crepa e macchia di umidità.
Chiudi gli occhi illudendoti che il dipinto di zuccherosa e stomachevole felicità che stai osservando svanisca come gli incubi al sorgere dei primi raggi di sole; ma non è così.
Quando li riapri quel disgustoso quadretto è ancora lì con tutti i suoi vivaci personaggi che si crogiolano nella loro felicità ingozzandosi di lenticchie e panettone.
E tu sei lì, seduto alla loro stessa tavola osservando, silenzioso, i loro gesti carichi d’affetto come un cane osserva i suoi padroni mangiare nell’attesa che si ricordino della sua presenza e gli lancino un osso o qualche avanzo.
È la prima volta che ti concedono “l’onore” di sedere alla loro tavola per consumare assieme un pasto; di solito i tuoi li consumi da solo nella camera che è praticamente diventata la tua cella sin dal giorno in cui la tua latitanza, bruscamente interrotta dal tuo ritrovamento in quel buco polveroso dove ti eri rintanato per sfuggire alla collera di Voldemort, ha avuto termine dando inizio a questa sgradevole “convivenza”.
Ma oggi è la Vigilia di Natale, no?
Sì! Lo è. E questi “Cuori d’oro”, così disgustatamene buoni e altruisti, ti hanno permesso di festeggiare con loro nonostante tu sia solo uno sporco ed indegno Mangiamorte.
Pietà, ecco cosa ti stanno dimostrando.
Hanno pietà di te, sciocco ragazzino che troppo tardi avevi trovato il coraggio di chiedere aiuto per spezzare quelle catene che ti legavano a Voldemort e ai suoi servi.
Silente…Abbassi lo sguardo mentre le immagini di quella notte ti tornano alla mente.
Il Marchio che brilla nel cielo, il sorriso bonario e pieno di comprensione di Silente, le grida della battaglia, l’arrivo dei Mangiamorte e la morte dell’unica persona che ti aveva teso la mano. E all’improvviso l’aria smette di affluire ai tuoi polmoni mentre il cuore batte così forte da darti l’impressione che possa uscirti dal petto da un momento all’altro.
Il rimorso risale assieme alla bile fino alla bocca, bruciandoti dolorosamente la gola.
Li senti ridere mentre la disperazione ti avvolge nella sua crudele morsa.
Ti senti soffocare, vorresti correre via da quel luogo e rifugiarti in quel buco ricavato dalla soffitta dove sei stato relegato sin dalla tua cattura.
Credevi che ti avrebbero spedito, con un biglietto di sola andata, ad Azkaban… ma non l’hanno fatto.
Potter ha fatto il diavolo a quattro per impedire che ti incarcerassero e ti ha salvato il culo, vero Draco?
Sì! Perché lui c’era su quella maledetta Torre di Astronomia, era lì nel momento in cui Silente è morto e ha visto e sentito tutto quello che era accaduto prima che i Mangiamorte facessero irruzione.
Rabbrividisci mentre le accuse del Tribunale del Wizengamot risuonano nella tua testa.
Chiudi gli occhi.
Rivedi quella stanza opprimente e lo sguardo severo ed accusatorio dei Magistrati e del pubblico che mormora concitato nell’attesa che il processo abbia inizio.
Senti la voce petulante e falsamente dolce della Umbridge che legge i capi di accusa che pendono sulla tua testa e poi quella aspra e tagliente di Cornelius Caramell che ti intima di rispondere alle sue domande.
Ma tu non rispondi, resti in silenzio e osservi spaurito quei potenti ed influenti maghi che hanno già deciso il tuo destino prima ancora di processarti.
Senti la gente che mormora e grida contro di te mentre il terrore, per la consapevolezza della tua condanna certa, ti divora l’anima.
Abbassi lo sguardo rassegnata ma, proprio mentre il Tribunale sta per emettere la sua sentenza, senti una voce chiara e decisa sollevarsi sopra tutte le altre.
Conosci quella voce e istintivamente torni a sollevare lo sguardo e non puoi fare a meno di rimanere scioccato dalla sua presenza.
Ammutolito osservi Harry Potter farsi largo tra la folla e affiancare la gabbia dove sei rinchiuso.
Non ti degna di uno sguardo e tu sorridi immaginando che voglia aggiungere qualcosa che possa aggravare ulteriormente la tua situazione facendotela, finalmente, pagare per tutti i tiri mancini che gli avevi sempre propinato.
Ma non è così!
Harry Potter avanza verso il Ministro parlando in tua difesa, controbattendo ogni accusa che il Tribunale snocciola per giustificare la tua condanna.
Solo quando i Wizengamots gli concedono la tua custodia, il Grifondoro si volta verso di te e ti sorride felice, un sorriso così bello e gentile che ti lascia senza fiato.
Apri nuovamente gli occhi e ti passi nervosamente una mano tra i capelli.
Inspiegabilmente cerchi il suo sguardo ma lui sembra non ricordarsi della tua presenza troppo preso a ridere per una battuta di uno dei gemelli.
Lo guardi mentre si china verso la Piattola per sussurrarle qualcosa all’orecchio.
Qualcosa di particolarmente bello visto il sorriso che si illumina sul viso della Weasley.
Spinto dalla curiosità non ti rendi conto di essere entrato nella mente della ragazza, di aver spiato i suoi pensieri e colto le parole che il Grifondoro le aveva appena sussurrato.
Ti amo, piccola!
Imbarazzato sposti nuovamente lo sguardo sul contenuto del tuo piatto, eppure non riesci a non lanciare fugaci occhiate al ragazzo che ha ripreso a mangiare.
Sai che dovresti dirgli qualcosa, qualcosa che dimostri la tua riconoscenza nei suoi confronti.
Basterebbe anche un semplice grazie! ma, come al solito, non un suono esce dalle tue labbra serrate come le camere blindate della Gringott. Troppo orgoglioso per farlo.
- Malfoy, non mangi?
La voce della Sanguesporco ti fa sobbalzare sulla sedia.
Così perso nei tuoi pensieri non ti eri reso conto che lei si era seduta accanto a te e ti stava osservando preoccupata.
- Se non mangia che te ne frega! – si intromette Ron guardandola torvo dall’altro capo della tavola.
- Piantala, Ron! – le risponde lei senza guardarlo.
- Non hai toccato nulla, Malfoy! Ti senti forse male? – ti chiede con tono sinceramente preoccupato.
La guardi stordito e meravigliato per la gentilezza che ti sta mostrando.
- S… Sto bene! – rispondi abbassando lo sguardo mentre imprechi mentalmente per essere arrossito.
E, mentre la signora Weasley sparecchia la tavola aiutata da Fleur, il resto della compagnia si alza e si dirige in salotto per scartare i regali.
- Hermione, non vieni? – chiede Ron afferrando un pacchetto che molto probabilmente contiene il suo regalo per lei.
- Arrivo, Ron! – risponde la ragazza senza smettere di fissarti con dolcezza.
- Andiamo, Malfoy. – ti dice protendendo una mano verso di te.
Tu la guardi come a volerle dire che non è il caso ma poi, sotto quello sguardo pieno di attesa, come un elfo ubbidiente, ti alzi dalla tavola e la segui nel salotto, ma non varchi quella soglia.
Ti appoggi allo stipite della porta e in silenzio, tenendoti a quella debita e rispettosa distanza, li osservi mentre un nodo ti stringe la gola e il sapore di fiele ti impasta la bocca.
È un dolore sordo quello che provi perché sai di non far parte di quel rito e vorresti che tutto finisse presto perché non ce la fai più ad obbligarti a sopportare ulteriormente la loro gioia.
Provi rabbia mentre apri gli occhi, perché loro ti stanno costringendo a fare paragoni che non vuoi fare, a notare la differenza tra quello che i tuoi occhi stanno vedendo e quello che hai sempre vissuto.
Come sono state le tue vacanze, Malfoy? Come hai trascorso tutte le feste, le estati, i natali e i compleanni della tua vita?
Solo!
È questo quello che, amaramente, sei costretto a constatare.
Forse, prima di finire in questa sottospecie di casa, potevi crogiolarti nell’illusione di non esserlo.
Nascondevi la verità con le menzogne che ti eri costruito ad arte finendo per scambiarle con la realtà.
Quante feste sontuose venivano organizzate nella tua fredda, lussuosa ed imponente casa?
A migliaia… ma a quelle persone importava davvero qualcosa di te?
Alla fine della festa c’era un bacio o un abbraccio sincero per te?
C’era un dono fatto col cuore da scartare?
No, Draco… non c’era nulla di questo per te!
E quella solitudine, quel senso di abbandono che ti corrodeva non appena le luci e la musica venivano spente e gli ospiti abbandonavano la festa, non ti aveva più lasciato dal tuo ultimo Natale trascorso con tuo padre rinchiuso ad Azkaban e tua madre barricata nella sua stanza a piangere la sua vergogna.
Rabbrividisci ricordando il freddo che avevi sentito nel cuore mentre, completamente solo, sedevi all’immensa tavola da pranzo della tua “gabbia dorata”.
E in questo momento, mentre te ne stai, fermo, appoggiato a quel maledetto stipite della porta, li stai odiando, Draco.
Li stai odiando con tutta l’anima mentre, scambiandosi baci ed abbracci, scartano i loro regali.
Ma in realtà li invidi.
Invidi Lenticchia e i suoi fratelli, invidi Potter e la Sanguesporco che fanno parte di quel teatrino di affetto in cui tu non sei stato scritturato per una parte.
Tu non hai mai ricevuto il dono più prezioso che loro si stanno donando reciprocamente dandolo persino per scontato.
Il calore, l’affetto, l’amore di una famiglia.
Serri convulsamente la mascella e decidi che ne hai abbastanza di quello stomachevole spettacolo a cui stai voltando le spalle mentre lasci quella stanza.
E, mentre ti allontani con l’animo ancora più nero e il cuore pesante, non ti accorgi di due occhi color nocciola che ti stanno osservando con apprensione; non avverti due occhi color smeraldo che osservano la tua schiena leggermente incurvata da un peso invisibile che ti lacere l’anima.
Non ti accorgi che la Sanguesporco e lo Sfregiato si sono a loro volta allontanati da quel calore che ti aveva ferito il cuore per raggiungerti nel luogo che ti è più congeniale: il freddo e buio corridoio lugubremente decorato da teste di elfi imbalsamati dotati, per l’occasione, di scarlatti berretti da Babbo Natale.
- Malfoy!
Ti fermi, continuando a dare loro le spalle, e togli il piede dal primo scalino della scala che stavi per risalire.
- Che vuoi? – rispondi aspramente mentre serri con forza il polveroso e tarlato corrimano.
- Emmh…! vai già a letto? – ti chiede, un po' intimorita, la Sanguesporco guardando il ragazzo moro che le sta affianco.
- Tolgo il disturbo! - rispondi freddamente rimanendo fermo nella stessa posizione. – Credo che mi abbiate sopportato abbastanza. – continui acido serrando con forza le dita sullo corrimano. - Oppure non mi permettete di ritirarmi senza aver assistito all’abituale show serale?
A quelle parole i volti di Harry e di Hermione si adombrarono, ma tu non puoi vederli altrimenti non avresti riversando su di loro la tua rabbia.
Il loro silenzio ti irrita più di mille parole.
- Cosa c’è? Senza il consueto scherzo con cui i gemelli mi danno la buona notte non posso andare a dormire? Non vi è bastato quello di stamattina? Dovete ancora ridere di me?
Ti volti lentamente fissando i due ragazzi che sembravano alquanto scioccati dalle tue parole.
Inarchi un sopracciglio stupito a tua volta dell’espressione che vedi sui loro volti, ma non dici nulla.
Avvolto dall’ombra, resti in silenzio e, osservandoli, noti ulteriormente quanto sia diverso il tuo mondo dal loro.
Anche lì, in quel buio corridoio sono avvolti dalla luce che si irradia dalla porta del salotto a cui danno le spalle.
A differenza di te, loro sono creature che appartengono alla luce.
Tu, invece, appartieni alle tenebre… hai sempre vissuto in esse e continui a farlo.
Persino il tuo corpo è avvolto dalle tenebre: la luce ti ripudia come se fosse disgustata dalla tua presenza e tu te ne stai rintanato nel buio osservando, invidioso, quella luce che li sta avvolgendo.
La brami, brami il suo calore come un vampiro a cui è negato il calore del sole.
- Emm… Volevo fare una partita a scacchi con te, ma… ecco… s… se sei stanco non fa niente. – ti risponde Harry grattandosi imbarazzato la cicatrice.
Tu non rispondi lo guardi severo e poi scoppi a ridere.
- Sì, certo. Come no! Solo una partita a scacchi, eh? – sibili maligno sfoderando il tuo ghigno migliore. – Che hai in mente, Potter? – ringhi a denti stretti pronto a difenderti.
Non hai la bacchetta ma hai ancora le tue mani e sai di essere abbastanza veloce da colpirlo prima che possa sfoderare la sua bacchetta.
Ghigni, pregustando la rissa; sicuramente ne uscirai malconcio e le restrizioni sulla tua persona aumenteranno, ma almeno la rabbia che ti sta corrodendo dentro si sfogherebbe un po’.
Ma i ragazzi sembrano non voler venire allo scontro con te.
Harry ti guarda perplesso e, infilate le mani in tasca, sposta lo sguardo da te ad Hermione.
La ragazza, invece, ti sta fissando negli occhi, sorridendo e il suo sorriso non fa altro che incrementare la tua rabbia.
- Che hai da ridere, Sanguesporco? – sibili crudele assottigliando minaccioso gli occhi.
Lei non fa una piega e avanza sicura verso di te.
- È vero, la partita era solo un pretesto, Draco. – sussurra allargando il suo sorriso.
Tu sbarri gli occhi sorpreso. È la prima volta che pronuncia il tuo nome e non c’è disprezzo o compassione nel modo in cui lo ha pronunciato.
La vedi avanzare verso di te e non riesci a muovere un solo muscolo del tuo corpo.
Lei si ferma innanzi a te e, con una mano estrae un pacchetto dalla tasca dei suoi jeans, e con l’altra prende la tua mano.
Tu la lasci fare, troppo scosso da quella dolcezza che ti è completamente sconosciuta.
Nessuno ti ha mai guardato o sorriso in quel modo e senti qualcosa sciogliere il ghiaccio che avvolge il tuo cuore.
- Volevamo solo darti questo. – dice dandoti il pacchetto.
Apri la bocca per dire qualcosa ma non ci riesci. Stringi il pacchetto e distogli lo sguardo, imbarazzato e cosciente del rossore che sta imporporando le tue guance.
- Nessuno ride di te, Draco. – sussurra lei accarezzando il tuo viso.
Tu scrolli le spalle abbassando lo sguardo.
Una mano si posa sulla tua spalla e la voce calda e pacata di Potter giunge carezzevole alle tue orecchie.
- Mi dispiace che tu pensi in questo modo di noi. Ti assicuro che i gemelli non volevano ferirti e deriderti; pensavano che avresti reagito, che con i loro scherzi riuscissero a scuoterti dal tuo torpore. Ci manchi Furetto, ci mancano i tuoi insopportabili modi da padrone del mondo e i tuoi capricci da primadonna. - ti dice scompigliandoti i capelli.
- Nessuno ti è ostile, e se il nostro distacco lo hai interpretato come un volerti tenere a distanza… ti assicuro che non è così! – continua con voce accorata.
– Rispettavamo solo il tuo dolore… senza immaginare che in questo modo te ne stavamo procurando altro. Mi dispiace!
Tu scrolli le spalle e continui a fissare le punte delle tue scarpe.
Vorresti ringraziarli, ma il tuo dannato orgoglio ti impedisce di farlo.
Ma non occorrono parole, il tuo sguardo è più eloquente di mille parole ed Harry ed Hermione si scambiano uno sguardo di intesa, consci di quello che si sta agitando nel tuo cuore.
- Non c’è bisogno che ci ringrazi. – sussurra Harry cingendoti le spalle con un braccio.
Tu lo lasci fare e ti crogioli in quel calore carico di affetto sincero.
Quel calore, quell’affetto, che non dovrebbe essere rivolto ad uno come te, scioglie quel nodo che ti impediva di parlare e, timidamente, alzi lo sguardo e incateni i tuoi occhi a quelli di Potter.
- Grazie, grazie per avermi tirato fuori da quell’inferno. – sussurri sorridendo ad entrambi.
Hermione ed Harry ricambiano il tuo sorriso.
- Di niente… lo sai che ho la sindrome dell’Eroe-Salva-Tutti, no? - ti risponde divertito Harry. – Mi mancava una buona azione per raggiungere la mia quota giornaliera e ho colto al volo l’occasione.
- Già! – rispondi sottraendoti, imbarazzato, dall’abbraccio. – Altrimenti non avresti potuto dormire per il dispiacere di non aver raggiunto la tua quota!
- Allora non lo apri? – ti chiede Hermione indicando il pacchetto che ancora stringi nella tua mano.
Annuisci e scarti il tuo regalo.
Non puoi fare a meno di trattenere la tua sorpresa davanti a quello che è nascosto dalla carta dorata.
Un ciondolo, un ciondolo che conosci benissimo. Era di tua madre. Con mani tremanti lo apri e il tuo sguardo si addolcisce davanti alla piccola fotografia contenuta al suo interno.
Una foto scattata durante una gita, quando eravate ancora felici e l’ombra di Voldemort non pendeva sulle vostre teste come una spada di Damocle.
Accarezzi il viso di tua madre e sorridi meravigliato davanti al sorriso di tuo padre, un sorriso che avevi dimenticato.
Quanto eravate felici lì… una felicità che avevate perso e che non avreste più ritrovato.
Tua madre era morta, tuo padre aveva ricevuto il “Bacio”… niente avrebbe potuto restituirti la tua famiglia.
Erano Mangiamorte, ma erano pur sempre i tuoi genitori e tu, nonostante tutto, nonostante la carenza di dimostrazione di affetto e la loro severità estrema, li amavi. Sospirando richiudi il ciondolo e lo metti al collo.
- Buon Natale, Draco. – sussurra Hermione prendendo il tuo viso tra le sue mani.
Con dolcezza ti obbliga a guardarla e tu, docile, le obbedisci perdendoti in quelle pozze dorate che sembrano inghiottirti.
Lei ti sorride e si alza sulle punte delle dita dei piedi avvicinando il suo viso al tuo.
Tu trattieni il fiato e chiudi gli occhi rabbrividendo quando le sue labbra si posano dolcemente sulla tua guancia.
Quando lei si stacca da te riapri gli occhi e sorridi imbarazzato.
Guardi Hermione ed Harry che ti stanno osservando con muta comprensione, e per la prima volta senti per loro un sentimento di gratitudine sincera e di affetto.
Non sei solo, lo hai compreso leggendo i loro sguardi e sorridi.
Non avresti mai immaginato che un giorno proprio loro avrebbero cercato la tua amicizia, amicizia che tu gli avevi offerto e che loro avevano rifiutato.
- Non dovevamo fare una partita a scacchi? – chiedi mentre cingi le spalle di Harry con un braccio e prendi per mano Hermione.
- Non credere che ti lascerò vincere! – ti risponde Potter sorridendoti con sfida.
- Ti ridurrò in brandelli! – sibili divertito spingendoli verso il salone.
Ti senti leggero ora mentre la luce sfiora la tua pelle, mentre ti lasci alle spalle il buio, mentre percepisci il calore di quella mano stretta nella tua.
Hai paura, ma allo stesso tempo sei felice perché sai che questo è solo l’inizio, l’inizio di una nuova vita, una vita fatta di luce e calore.
Non sai quello che ti riserverà il futuro, sai che ovunque andrai porterai con te il peso del sospetto legato al tuo nome.
Ma non vuoi pensarci ora, il futuro è il futuro e tu non hai mai vissuto pensando ad esso.
Hai sempre vissuto il presente e continuerai a vivere nel presente.
E mentre siedi, con Hermione al tuo fianco, di fronte a Potter per cominciare la partita, la paura si attenua dando spazio alla speranza.
Non sono più solo…
 
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