Una premessa quanto mai doverosa: se potessi, mai come adesso, ci sarebbero diversi pari merito nella classifica. Ma purtroppo non è possibile, quindi sappiate che mi sono aggrappata ad ogni più piccola svista, ma nonostante questo ho apprezzato davvero tanto tutte e sette le storie. Complimenti e grazie!
Ah, e vi ricordo che se volete potete chiedere che il giudizio alla storia venga pubblicato pure su Efp nello spazio recensioni, se postate lì.
Alla classifica!
Prima Qualificata:
Shut me up di Lely1441
Punteggio: 9.3Il legame che viene scelto di trattare in questa storia è quello tra una madre e il suo bambino mai nato, un feto abortito. L’autrice ha optato per un tema delicatissimo e lo ha affrontato, a mio avviso, con grande coraggio, intelligenza e sensibilità. Narrare proprio dal punto di vista del feto è stata un’ottima idea, così come sottolineare il fatto che i suoi sentimenti, i sentimenti di una “creatura” che non ha mai davvero avuto possibilità di confronto con i propri simili, sono distorti e non necessariamente ci possono dare una visione reale della vicenda. Infatti, nonostante il rancore provato dal bambino mai nato permei la storia, riusciamo comunque ad intravedere il senso di colpa della madre, di una ragazza di diciannove anni che si è chiaramente pentita della propria scelta, anche se probabilmente si comporterebbe di nuovo nello stesso modo se avesse la possibilità di tornare indietro, questo non possiamo saperlo.
Si tratta di un racconto davvero molto originale, scritto e impostato in maniera tale da catturare completamente l’attenzione. Ogni parola del bambino non nato, ogni sua considerazione, è affilata, pungente, fa male. E fa riflettere.
Dal punto di vista della forma la storia è ottima.
Il bando di concorso è stato reinterpretato dall’autrice in modo personale e originale.
Grammatica e sintassi: 9.5
Capacità espressiva: 9.5
Capacità argomentativa: 9
Capacità critico-rielaborative: 9.5
Originalità e creatività: 9
Seconda Qualificata:
Requiem d’uccel migratore di Kaos3003
Punteggio: 9Il tema principale di questo racconto è il rapporto padre-figlia, visto attraverso gli occhi di quest’ultima. Ma chiamarlo rapporto padre-figlia è, al tempo stesso, esagerato e riduttivo. Esagerato, perché Robert non ha mai voluto essere un vero padre per Minerva, perché ha cercato di sfruttarla, quasi fosse una pedina, per potersi riavvicinare alla madre di lei e sua ex-moglie. Riduttivo, perché nella sua incostanza Robert riesce ad essere per Minerva persino qualcosa di più di un semplice padre, un confidente, un maestro. Un rapporto molto difficile, che la protagonista racconta con ironia anche se, soprattutto nelle battute finali, quando ormai conosciamo l’identità della sua interlocutrice, riusciamo a percepire la sua amarezza.
Ciò che più mi ha colpito di questa storia, oltre all’ironia e alle evidenti capacità descrittive e introspettive dell’autrice, è la modalità in cui viene condotta la narrazione: inizialmente sembra quasi che la protagonista si rivolga a uno psicologo, a uno “strizza-cervelli”, mentre alla fine si scopre che in realtà sta spiattellando i fatti propri a un “personaggio” che lei stessa avrebbe dovuto intervistare! Ho trovato la costruzione della storia molto originale. Il racconto fa sorridere e a tratti è pure commovente, i sentimenti della protagonista, al di sotto di quel velo di sarcasmo, sono ben percepibili.
Dal punto di vista formale sono presenti alcuni errori di battitura ed ortografia, qualche parolina mancante qua e là e qualche svista nella punteggiatura.
L’aderenza al bando è praticamente perfetta.
Grammatica e sintassi: 8
Capacità espressiva: 9.5
Capacità argomentativa: 9
Capacità critico-rielaborative: 9.5
Originalità e creatività: 9
Terza Qualificata:
Controvento di Balakov
Punteggio: 8.5“Controvento” è un racconto in cui il punto di vista è duplice. Da un lato abbiamo il padre, un rapinatore, un assassino, un uomo macchiato dei peggiori crimini. Dall’altro la figlia, una ragazza che nonostante la propria giovinezza ne ha già passate tante, che più volte è scesa a compromessi. Proprio l’abbandono di quel padre l’ha costretta a una vita simile. I due si incontrano in una situazione del tutto inaspettata, uno di fronte all’altro come due nemici, ma uniti dal filo sottile della complicità, quella complicità che solo un legame di sangue può creare, complicità descritta benissimo dalle parole dell’autore. Grazie all’espediente della doppia prospettiva Balakov riesce a fornirci un quadro completo, seguiamo due fili di pensiero, vediamo quella che è la scena centrale, la rapina, da due angolazioni, potendo in questo modo coglierne ogni particolare.
I Personaggi ben caratterizzati grazie a un’introspezione sapiente accurata e la trama della storia è ben intessuta e argomentata, azione e introspezione si fondono in modo armonico.
La grammatica e la sintassi sono fondamentalmente corrette ma sono presenti alcune sviste e lo stile è accattivante e scorrevole.
Grammatica e sintassi: 8
Capacità espressiva: 9
Capacità argomentativa: 8.5
Capacità critico-rielaborative: 9
Originalità: 8
Quarta qualificata:
Credo di poter dire di Fantafree
Punteggio: 8.3Questa è la storia di una famiglia, e di un uomo, distrutti, fatti a pezzi da una disgrazia dopo l’altra.
Alle loro disgrazie si aggiungono gli errori umani, errori tremendi, che segnano, che provocano rancore e sensi di colpa difficili da soffocare.
Viene analizzato il rapporto di un padre con le sue due figlie e la moglie, ponendo in primo piano le sue colpe, i suoi sbagli, che hanno condotto la moglie, e poi anche la secondogenita, al suicidio.
Una storia molto triste, ben sviluppata in ogni sua parte. L’accorato, intenso appello finale del padre a quegli occhi che lo perseguitano è molto toccante, stringe il cuore. Così come proprio l’immagine di quegli occhi, gli occhi di “Eleanor”.
Il racconto è condotto in prima persona e lo stile, colloquiale e molto semplice, lo rende molto naturale e realistico, sembra veramente di leggere un foglio abbandonato da questo anonimo uomo che aveva bisogno di sfogarsi buttando giù quelle parole. Soprattutto il particolare di non rivelare i veri nomi dei membri della sua famiglia contribuisce a rendere il tutto molto credibile.
Purtroppo ci sono degli errori grammaticali, molto probabilmente dovuti a disattenzione: un paio di apostrofi mancanti, “lo chiamata” (sono questi che abbassano il punteggio facendo perdere alla storia il ballottaggio per il terzo posto), insieme a meno rilevanti errori di battitura.
Grammatica e sintassi: 6.5
Capacità espressiva: 9
Capacità argomentativa: 9
Capacità critico-rielaborative: 9
Originalità e creatività: 8
Quinta Qualificata:
Cambiamenti di ^Nihal88^
Punteggio: 8Alessandro è un bambino di otto anni, orfano di madre, che si ritrova a vivere la situazione complessa, per un bimbo di quell’età, del secondo matrimonio del padre e della nascita di un fratellastro. Il bambino, naturalmente, sviluppa una forma di gelosia nei confronti del piccolo intruso e della matrigna, notando come il tempo che può trascorrere con il proprio padre sia notevolmente diminuito dopo il loro arrivo.
Nella prima parte della storia il punto di vista è proprio quello del piccolo Alessandro, che decide di fare un “discorsetto” al fratellino, di stringere con lui un patto. Colpisce molto la semplicità di espressione del piccolo, azzeccata, e i suoi pensieri suonano molto realistici. Quella tra lui e il fratellino minore è una scena delicata ed estremamente tenera, molto bella.
Quindi, nella seconda parte della storia, il punto di vista diventa quello del padre, che ha origliato il discorso del proprio figlio maggiore e che non può fare a meno di sentirsi in colpa nei confronti di quel bambino che, pur nella loro formulazione infantile, mostra una grande maturità attraverso le sue parole. Anche la scena tra Renato e la sua seconda moglie è ben fatta, realistica e, anche questa, tenera.
Tutti i personaggi di questo breve racconto risultano naturali, non c’è niente di forzato, si tratta della narrazione di un semplice momento di vita quotidiana, semplice ma al tempo stesso significativo. Anche lo stile è semplice e scorrevole, presenta pochissime imperfezioni. Il bando è stato ben interpretato e la parola-chiave utilizzata con intelligenza.
Grammatica e sintassi: 8.5
Capacità espressiva: 8
Capacità argomentativa: 8
Capacità critico-rielaborative: 8
Originalità e creatività: 7.5
Sesta Qualificata:
Orgoglio e Perdono di Aslinn
Punteggio: 7.9Il legame di sangue che questa storia si propone di raccontare è quello tra un fratello e una sorella, calati in una realtà sovrannaturale, una realtà nella quale esistono creature non del tutto umane in lotta tra di loro. Markus, il protagonista del racconto, è un licantropo, che ci appare inizialmente immerso nella sua solitudine, poiché a causa della propria natura, in passato, ha fatto del male alla sorella, Alice, alla quale si sente ancora, nonostante tutto, molto legato. I due fratelli si ritrovano, grazie anche all’intervento dell’amica comune Selene, ma inizialmente per la ragazza è difficile superare il rancore che ancora cova dentro di sé nei confronti di Markus. Sarà il pericolo, la lotta contro un nemico che vuole bere proprio quel sangue che li tiene legati, a rinsaldare il loro rapporto, finalmente. Un perdono che arriva giusto un attimo prima che sia troppo tardi, un legame che, negli ultimi istanti, si riscopre più forte che mai.
È una storia avvincente, ben strutturata, convincente sotto ogni punto di vista. Tutti i personaggi descritti sono ben caratterizzati, presentati adeguatamente e coerenti. Nel racconto azione e introspezione si mescolano efficacemente. Lo stile è sicuro, deciso, la forma corretta e quasi del tutto priva di imperfezioni, a parte un paio di sviste molto lievi.
Una buona storia anche dal punto di vista dell’aderenza alla traccia, sono state utilizzate due delle parole-chiave, alle quali è stato attribuito il giusto peso e che sono in perfetta armonia con la trama.
Grammatica e sintassi: 8
Capacità espressiva: 8
Capacità argomentativa: 7.5
Capacità critico-rielaborative: 8
Originalità e creatività: 7.5
Settima Qualificata:
Il prezzo di una nostalgia di flyvy
Punteggio: 7.4La guerra distrugge i villaggi, separa le famiglie, porta alla morte giovani e innocenti ragazzi. La guerra ha separato Iroshi dal fratello ed è la causa della sua nostalgia del passato, dell’infanzia, della spensieratezza. Ma il giovane che, a differenza del fratello, non si considera un vero guerriero, pagherà a caro prezzo quella nostalgia.
In questo racconto colpiscono soprattutto le immagini che si susseguono, vive e limpide, dinanzi agli occhi del lettore.
Tuttavia, ad una prima lettura, confesso che la storia mi ha lasciato qualche perplessità. Alcuni passaggi non sono proprio del tutto chiari, ho dovuto rileggere per afferrare bene il senso. Non so se questa fosse l’intenzione dell’autrice, ma probabilmente la narrazione è un po’ troppo veloce.
Dal punto di vista formale sono presenti numerose sviste relative alla punteggiatura (specie nelle battute del discorso diretto) e inoltre qualche espressione utilizzata risulta essere una scelta poco felice, ma nel complesso il risultato è di certo buono.
Grammatica e sintassi: 7.5
Capacità espressiva: 7.5
Capacità argomentativa: 7
Capacità critico-rielaborative: 7
Originalità e creatività: 8
Edited by sonsimo - 12/6/2009, 16:32