I memoriali segreti di Ysandre: Roxanne de Mereliot, [30/12/08] Un nome, un destino

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El Defe
view post Posted on 9/2/2009, 18:18




Fandom: Kushiel's Dart (Il Dardo e la Rosa)
Rating: 14 anni
Personaggi/Pairing: Ysandre de la Courcel, Roxanne de Mereliot
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 2031 parole (Word XP)
Avvertimenti: What if?
Genere: Generale, Introspettivo
Disclaimer: È tutto di quella santa donna di Jacqueline Carey, io non ci guadagno niente, al massimo posso garantire di trattare con cura e riguardo i suoi meravigliosi personaggi.
Note dell'Autore: CHE FATICA XD. Scritta utilizzando uno dei prompt di Temporal-mente, il Challenge di Criticoni che sfida gli utenti a scrivere dieci racconti a partire da un set personalizzato di temi. Lo stile riprende quello della Carey (introspettivo onnisciente, in prima persona) e della Carey sono anche gran parte dei fatti, dei personaggi e degli avvenimenti qui citati o descritti. Nessuno spoiler dei libri successivi.
Un nome, un destino: il nome scelto è quello di Roxanne, il cui significato è "alba, stella, splendore" sia in persiano che in greco.
Introduzione alla storia: Quando Thélésis de Mornay rivelò alla regina la sua intenzione di dare vita al Ciclo Ysandrino, le furono recapitati anche alcuni memoriali, diari e storiografie. Parte di questo materiale entrò a far parte del poema che, per le generazioni a venire, avrebbe ricordato le gesta di Ysandre de la Courcel, regina di Terre d'Ange. Parte, invece, andò dimenticato nello studio della poetessa di corte, fino al giorno della sua morte...




I memoriali segreti di Ysandre: Roxanne de Mereliot
Love can touch us one time and last for a lifetime.
(My heart will go on - Celine Dion)

Ero ancora una bambina, e per giunta piuttosto irrequieta, quando il duca di Istres passò nella vera Terre d’Ange, la destinazione finale a cui tutti siamo destinati; eppure ricordo con straordinaria chiarezza, meglio di molti altri avvenimenti che avrei dovuto tenere a mente con più attenzione, il giorno in cui mio nonno volle tributargli i funerali di Stato nella Città di Elua. La Corte dei Fiori Notturni non chiuse le sue porte in segno di omaggio - in fondo non era un principe di sangue né un membro della famiglia reale, e sento dire che molti pari del regno sentono la necessità di svagarsi dopo un lutto, abbandonandosi alle arti degli adepti delle Tredici Case - ma molti priori presenziarono alla solenne cerimonia; ricordo bene soltanto Miriam Bouscevre, la vecchia superiora di Casa Cereo, perché possedeva un seggio nella magistratura cittadina; ma non dubito che fossero presenti anche altre personalità di spicco, stando alle testimonianze di chi poté partecipare alla funzione.
Mi fu assegnato un abito molto semplice, tessuto in una stoffa perlacea: non è consuetudine imporre abiti scuri ai bambini durante questo tipo di celebrazioni. Quando, ormai pronta, feci il mio ingresso in una delle sale di rappresentanza, mi trovai davanti una scena inconsueta; mio nonno, così austero e poco incline agli slanci di affetto nei confronti della sua unica nipote, era in compagnia di una donna vestita stretto in un abbraccio insieme rispettoso e affettuoso.
- Ah, Ysandre! - esclamò, appena mi vide sulla soglia, impacciata in quella mise così inconsueta per i miei gusti. - Vieni, voglio presentarti una persona.
Mi avvicinai alla signora dai capelli corvini, pronta per la riverenza, ma fu lei a omaggiarmi per prima e a restare, inchinata, fino a quando egli non fece le dovute presentazioni.
- Ysandre, ti presento Roxanne de Mereliot, vedova di Istres; Roxanne, ci compiacciamo nel presentarti Ysandre de la Courcel.
- Altezza, sono al vostro servizio - rispose, inchinandosi nuovamente e rivolgendomi un caldo sorriso, che mi conquistò; i gridolini di felicità che proruppero dalla mia bocca, anche se disapprovati dal nonno, la divertirono non poco.
Una scena molto simile, qualche settimana dopo, si ripeté nella sala del trono.
- Ne siamo compiaciuti - fu il commento autoritario di mio nonno, quando la vedova de Mereliot si inchinò al suo cospetto. - Accettate dunque il titolo che graziosamente vi concediamo, duchessa?
Il “sì” di Roxanne percorse il salone con sublime chiarezza, suscitando un brivido di ammirazione nei pari ivi riuniti - me compresa, non lo nego: la bellezza e la nobiltà della duchessa risplendevano al pari della luminosa alba che, ogni giorno, avvolge come un manto la Città di Elua tingendola di colori cangianti, e noi tutti, in quanto angeline, abbiamo imparato ad apprezzare queste cose come si conviene.
- Sia messo agli atti - sospirò il re, un leggero tremito a scuotere lo scettro che reggeva nella mano destra - e rechiamo insieme il nostro omaggio a Roxanne de Mereliot, duchessa di Eisande e Signora di Marsilikos.
Alla riverenza di Roxanne, altera e meravigliosa, seguì un fragoroso applauso dei nobili, e in particolare dei pari eisandine; ricordo perfettamente che fui io ad applaudire più forte di tutti, quasi arrossando le mie manine delicate, e ricordo altrettanto chiaramente il sorriso che Roxanne mi concesse, spontaneo e sincero, magnifico come un raggio di sole sul volto giovane e austero.

Ricordo a malapena più di qualche dettaglio su mio padre, essendo passati ormai così tanti anni; ricordo i suoi abbracci, la presenza vigile di Delaunay, e quella altrettanto avveduta, ma più inflessibile, di mia madre.
Se le cose fossero andate diversamente, mio padre avrebbe potuto essere felice; ma a quel punto al suo fianco ci sarebbe stata Edmée de Rocaille, Anafiel sarebbe stato il suo amante ufficiale e io non sarei mai nata. Chi avrebbe potuto prevedere un destino così complesso, dopotutto? Chi avrebbe indovinato l’incidente a cavallo del primo amore di mio padre, la sua morte nella Battaglia dei Tre Principi in quel di Camlach, o quella di mia madre, quasi certamente avvelenata dalle serpi serenissime degli Stregazza? L'avidità e la gelosia possono corrompere l’animo umano più agevolmente della migliore adepta dei boudoir della Corte dei Fiori Notturni?
Spesso, provando a chiudere gli occhi per concentrarmi su questo mio memoriale, ho provato a dare a me stessa una risposta alle mie domande; e se ho imparato che i sentimenti negativi, gli intrighi politici possono devastare un uomo o un regno con la stessa facilità, ho anche compreso che nessuno può squarciare con chiarezza inoppugnabile i veli del futuro, neanche le anziane Tsingane che, per un paio di monete d’argento, leggono le carte ai nobili a Soglia della Notte.
Nella mia vita ho conosciuto due persone a cui, più di ogni altra persona, più di mio marito, della mia quasi-cugina Phèdre o del suo cassiliano, avrei potuto affidare la mia vita senza timore. Thélésis de Mornay e la contessa de Montreve hanno narrato, in altre sedi, il profondo affetto e il giuramento che Anafiel Delaunay aveva pronunciato, per amore di mio padre; la prima occasione in cui io, Ysandre de la Courcel, delfina del regno ed erede del Beato Elua, ebbi la fortuna di conoscere una delle mie più fidate confidenti, fu proprio quel giorno di festa per Marsilikos, per Eisande e per la Città di Elua.

Mio nonno mi ha sempre concesso di trascorrere la bella stagione sulle coste eisandine, per permettermi di beneficiare del clima mite e degli influssi positivi del mare, prima di tornare alla reggia nei mesi invernali; in seguito appresi che Roxanne de Mereliot era stata un’amica d’infanzia di Ganelon de la Courcel, e la loro reciproca stima e simpatia era perdurata anche dopo l’ascesa al trono del nonno: ella era la più fidata tra le pari, e fu con una punta di dispiacere, ma con cuore sincero, che egli presenziò al suo matrimonio con Paul-Henri Girard di Eisande, duca di Istres ed erede della Signora di Marsilikos.
Non fu un’unione fortunata, lo appresi direttamente da lei; la bellezza sontuosa e tornita di lei mal si accordava con la costituzione gracile e il fascino spigoloso di lui, anche se la loro unione era gradita agli occhi del Beato Elua. Avendo potuto osservare il duca nella galleria di ritratti di Marsilikos, posso affermare senza esitazione che risplendeva più della luce riflessa di Roxanne che di suo proprio fulgore, al pari della luna che brilla di notte, ma non per propria iniziativa. Il duca di Istres si spense per una malattia del sangue, pochi mesi dopo la morte di mio padre in battaglia; essendo primavera, non ero ancora giunta in città, ma al sopraggiungere dell’estate la bella Eisande era venata da un filo di malinconia: i marinai e i commercianti conducevano le proprie trattative con silenzioso rispetto, i guaritori percorrevano le strade con il capo chino, sconfitti, e l’ineguagliata bellezza di Roxanne era appena segnata dal dolore di aver perso un uomo che aveva potuto amare così poco.
Nonostante le frotte di pretendenti entro le mura di Marsilikos, non aveva mai voluto riprendere marito o accogliere un amante nel suo talamo, preferendo restare fedele alla sua memoria in onore alla gentilezza di Eisheth; la sua candela ardeva nel tempio fuori le mura, custodita dalle accolite dagli abiti color del mare, ma nessun uomo aveva saputo offuscare il ricordo del defunto consorte. E laddove uno dei due non sia completamente convinto dei sentimenti verso l’altra persona, l’atto non è gradito né agli occhi di Eisheth, né tantomeno a quelli di Naamah. Sono sempre stata consapevole dell’importanza della verginità e di quella, altrettanto fondamentale, del precetto del Beato Elua - Ama a tuo piacimento; anche se oggi sono la regina di Terre d’Ange, sono pur sempre stata istruita dai migliori precettori, e quasi tutti erano figli della Corte dei Fiori Notturni.

Roxanne, come quasi tutti gli eisandini, è sempre stata particolarmente portata per la narrazione di storie; avevo piacere di essere in sua compagnia anche per la sua abilità nell’intrecciare verità e fantasia, al pari degli abili mendacanti che, più che in ogni altra provincia, seguono gli tsingani nel loro incessante peregrinare.
Avevo compreso il legame tra mio padre e Anafiel Delaunay, conte di Montrève; Roxanne rievocò per me la giovinezza di Sarafiel, sua madre, e l’infanzia di un piccolo bambino dai capelli rossicci e dagli occhi grigi, che amava correre a piedi nudi sulle spiagge o tra le banchine del porto, e restar lì per ore ed ore aspirando l’aria salmastra e declamando le opere di Tellicus il Giovane, Catullus il Grande e dei maestri dell’epoca Tiberiana.
Mi parlò dell’amore tra il Beato Elua e un giovane pescatore dalla pelle scura e cotta dal sole, anche lui chiamato Delaunay; nella sua grandiosa bontà, giacquero insieme in una umida sera primaverile, e il frutto del loro atto fu la prosperità della calanque Sormiou, rifugio degli amanti in fuga segnato dal suo marchio e dal suo seme.
Raccontò per me il Ciclo Eluano - ah, quanto si sbagliava mio nonno, nel volermi nascondere le origini della nostra terra, di quel regno che, un giorno più o meno lontano, sarebbe dovuto passare nelle mie mani! - anche se glissò con grazia genuinamente eisandina sui dettagli delle arti di Naamah e sul fascino che convinse il re di Persis a liberare Elua e i Compagni dalla loro prigionia; narrò mille storie, affascinanti e commoventi, terribili e divertenti, e la amai e piansi perché era il mio unico appiglio e conforto, dopo aver perso il mio amato padre e la mia equanime madre in così tenera età. Il legame che avevo con la Signora di Marsilikos, compresi, era un rapporto non nato da sangue e seme, e ciononostante saldo e sincero come pochi ne avevo stretti nella mia pur giovane vita.

Il ricordo più caro che ho di Roxanne è una semplice frase; avevo dodici anni, forse tredici, ed ero con lei - e un folto numero di guardie, nascoste discretamente per garantire la nostra incolumità - al Jardin des Vestiges, le rovine della civiltà ellena che per prima era giunta sulle rive di Marsilikos, fondando la strada che collega Aragonia e Caerdicca Unitas e che oggi è nota come Route d’Eisheth. Mi aveva mostrato le meraviglie della città antica, nel tentativo di alleviare il mio dolore e confortare la mia solitudine; non aveva potuto ignorare, tuttavia, il velo di tristezza che adombrava il mio volto. Fu allora che mi si sedette accanto, incurante dell’erba e della terra che avrebbero potuto sporcare il suo abito, e mi accarezzò una guancia.
- Mia cara, basterà una tua parola, senza alcuna spiegazione, e accorrerò in tuo aiuto. Sempre, anche quando sarai lontana da Marsilikos.
Le lacrime mi pungevano gli occhi quando l’abbracciai, più sincere di qualunque frase di circostanza; e mi sembrò naturale, a quel punto, convocare Roxanne nella riunione indetta in tutta fretta dopo il funerale del nonno, e dopo il miracoloso ritorno della mia quasi-cugina dalle terre di Skaldia.
Gli occhi scuri di Roxanne brillarono come stelle, quando le diedi il bacio di benvenuto a corte; e il mio cuore traboccò di gioia, ancora una volta, per aver riposto la mia fiducia nella splendida donna che, a Elua piacendo, è stata più amorevole della mia stessa madre. In fondo è anche grazie al suo aiuto se ho potuto prendere per marito Drustan mab Necthana, legittimo cruarch di Alba, e salvare Terre d’Ange dalle spade dell’esercito di Selig e dal tradimento di Lady Mélisande Shahrizai che, più silenziosa e pericolosa di una vipera e più astuta di una famiglia di mercanti caerdicci, aveva già stretto in una morsa mortale troppe persone.
Mio cugino Baudoin, tanto desideroso di detronizzarmi da cadere nella sua trappola. Anafiel Delaunay de Montrève e il suo pupillo. Isidore d'Aiglemort e metà del suo esercito, lo stesso Wandermar Selig. Troppi.
Non Roxanne, però.
E se la sua bellezza cominciava a declinare, e i capelli bianchi a sfiorire e la sua postura a curvarsi, il suo sorriso comprensivo, ogni volta, mi rassicurava e mi confortava: presto, molto presto, avrei visto una nuova alba illuminare la nostra vita, la nostra amata Terre d’Ange, e l’affetto e l’amicizia che per sempre ci avrebbe legati.

FINE




Noticine finali: la Carey non ha mai citato il consorte di Roxanne de Mereliot, quindi il duca Paul-Henri Girard di Eisande è una mia invenzione; la divisione amministrativa di Istres è abbastanza vicina a quella di Marsiglia, nella Francia attuale, e secondo le divisioni di Terre d'Ange entrambe le città farebbero parte di Eisheth. La calanque Sormiou e il Jardin des Vestiges sono luoghi realmente esistenti, che ho voluto trasporre (con le dovute variazioni) in Marsilikos. La fiaba del pescatore Delaunay e del Beato Elua viene appena accennata nel primo libro di Kushiel's Legacy, e così pure un bel po' di altra roba che, in questa fanfiction, viene riproposta o rinnovata. Au revoir!
 
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