Drago, [16/01/09]Draghetti

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Lotiel
view post Posted on 1/3/2009, 22:23




Fandom: D&D
Rating: Per tutti
Personaggi/Pairing: Drago e pochi protagonisti
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 1217 parole escluso titolo, 2 pagine circa, capitolo unico
Avvertimenti: Character Death
Spoiler! (specificate in che punto è collocato)
Genere: Generale, Drammatico, Fantasy
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Hasbro che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in D&D, appartengono solo a me.
Credits:
Note dell'Autore:Ho immaginato la vita del drago prima che morisse. È il primo drago comparso all’inizio del film e che fa una brutta fine. Ho immaginato che tra egli e Marina di Pretensa si possa essere svolto un incontro, veloce ma che rimane nel cuore del drago fino all’ultimo. Anche se nel film, queste creature, vengono usati solo come contorno ad una sceneggiatura che lascia a desiderare.
Introduzione alla Fan's Fiction:Storia di un Drago. Storia dei suoi pensieri prima di essere catturato ed infine ucciso da uno dei maghi più potenti. Profion. Proprio nel momento il cui Izmer attraversa un momento di crisi e i maghi cercano di accaparrarsi il potere dell’Imperatrice, un drago tenta di scappare al suo destino.

Drago



La vedo, sì.
Portarsi davanti a me e guardarmi fisso negli occhi. Ha occhi tremanti ed esprimono la sua diffidenza verso di me. Non capisco il perché lei mi guardi in modo particolarmente concitato. La fisso, non mi sono nemmeno accorto di aver assottigliato gli occhi per guardare negli occhi della donna.
Rimango fermo al sol guardare il modo pacato che ostenta nei miei confronti e penso, ripenso alle ere passate in totale solitudine, senza alcun umano al mio fianco. Mi avvicino e non me ne rendo nemmeno conto, dato che mi ritrovo a pochi metri dalla donna che mantiene una mano tesa verso di me.
La ritira subito.
Ha paura naturalmente e non vuole sicuramente farmi adirare. È vero, sputo fumo dalle narici e queste sono dilatate, ma non è lei il motivo per cui improvvisamente mi metto ad indietreggiare. Zoppico appena, la mia zampa posteriore è ferita. Un qualcosa mi è stato conficcato all’interno e metà dell’asta che compone l’arma fuoriesce dalla ferita ancora pulsante.
La vedo intimorita, tremante nella sua piccola statura. Mi chiedo il motivo per cui non scappi. Ha paura, questo lo sento, ma forse sa che se solo volessi attaccarla non ci metterei molto ad ucciderla, proprio come ho fatto con tanti suoi simili.
Sento la magia refluirle nelle vene, è sicuramente una nobile e per questo appartenente alla casta dei maghi.
Io invece chi sono?
Sono un Dragone d’Oro, un drago millenario e temuto da tutte le caste del mondo.


-Lascia che ti curi la ferita.
Esordì la giovane donna, allungando nuovamente la mano verso la bestia. Si vedeva negli occhi la sofferenza e la diffidenza, ma pian piano quello stesso sentimento si trasformò. Lesse in quegli occhi di ghiaccio il dolore che stava sopportando e forse la creatura aveva smesso le ostilità, almeno in parte.
La donna, con lenti gesti, aveva infilato la mano in un sacchetto che portava sul fianco destro. Ne aveva estratto una polverina dal bagliore tenue. Riluceva di luce propria e fu con questa che, recitando alcune parole, fece scivolare quella polverina sulla ferita. Mentre la magia si compiva e pian piano la ferita rimarginata, le mani andarono a sfilate la staffa completamente dalla ferita stessa.
Il drago la guardò, non disse nulla. La donna forse sapeva che i draghi non parlassero nemmeno, ma che comprendevano ciò che a loro veniva detto. La giovane, con passi lenti si allontanò, portando le mani in avanti in segno di pace.
Respirava tranquilla, come se la paura iniziale fosse scomparsa del tutto. Si guardava intorno, forse per individuare il sentiero che aveva intrapreso per giungere fino a lì. Era nascosto da una folta vegetazione e non capiva nemmeno perché una creatura come un drago, fosse in quel luogo.
Un bosco dalle fronde alte e dagli tronchi nodosi, un luogo dove le grandi ali nerborute della creatura avrebbero avuto qualche problema ad aprirsi e permettere a lui di fuggire via, da quel luogo ormai non più sicuro.
Non sicuro perché un’umana l’aveva scoperto. Un’umana che conosceva la magia, non sembrava essere innocua o forse lo era, ma la creatura era talmente diffidente da crederla tale.

Non mi trovo in una situazione del genere da ormai troppo tempo e il sapere come comportarmi non me lo ricordo più. Continuo ad osservarla anche quando si allontana da me. La fisso come se potesse fare qualcosa di male, ma nei suoi occhi non c’è l’ombra della malvagità che c’è negli occhi del mago che ho incontrato pochi giorni prima.
Profion il suo nome, mago del Concilio.
Devo andare via adesso. Profion è ancora sulle mie tracce e non voglio che mi trovi. Non voglio che riesca ad ottenere ciò che vuole.
Indietreggio, indietreggio fin quando non mi infilo nella folta boscaglia, mantenendo lo sguardo fisso sulla donna, che in seguito non vidi mai più. Anche perché mi sto allontanando dal bosco vicino Izmer, quel posto dove la magia viene usata per scopi poco nobili.
-Grazie.
Esce fuori dalle mie labbra, dopo essere scomparso completamente dalla vista della giovane. La vedo sorprendersi, comprensibile. Forse, prima di sentirmi, pensava che i draghi non potessero parlare, non potessero ringraziare una come lei, così diversa da molti suoi simili.


Il drago riuscì a scappare e a rintanarsi in una grotta molto lontano da Izmer, soprattutto lontano da Profion. Cercò di nascondersi ed ora, con la zampa completamente guarita dalla donna, poteva riprendere la sua fuga.
Non riusciva a non pensare a quella giovane donna. Capelli raccolti sulla nuca e portava degli occhiali, la facevano sembrare proprio un’intellettuale. Ma ciò che sorprese più il drago furono i suoi modi di porsi verso di lui. Aveva paura sì, ma aveva anche pena per lui che cercava di difendersi anche con una zampa ferita e che perdeva sangue ad ogni passo che faceva.
Ma il tempo in cui riuscì a rimanere libero scivolò in fretta dai suoi artigli.

Mi sveglio di soprassalto. Come posso essermi addormentato con tutti i soldati della Brigata Rossa alle calcagna?
Esco fuori dalla grotta stessa per prendere velocemente il volo, ma sono bloccato da una delle magie operate da qualcuno. Qualcuno molto vicino ai maghi e con il sangue di questi.
Digrigno la possente bocca mentre cerco di muovermi, di agguantare uno dei soldati che si avvicina per appurare, anche se con riluttanza, la mia totale immobilità.
Non voglio che ciò si compia, non voglio che coloro che ho innanzi mi catturino. Ma non riesco a far nulla. Prima di addormentarmi completamente, riesco a scorgere in viso di un cavaliere che spicca tra gli altri.
-Comandante Damodar, il drago è immobilizzato.
Solo questo riesco a sentire, poi null’altro.
Quando mi risveglio mi trovo in una gabbia, una pesante porta di metallo e legno mi si para innanzi bloccandomi l’uscita. Sono in trappola.
Non posso scappare e solo in questo momento, improvvisamente, mi sovviene il volto di quella donna. L’unico essere umano capace di guadagnarsi un briciolo del mio rispetto.


Il drago venne risvegliato da un suono pesante. Un frastuono che lo fece sollevare dalla sua posizione di riposo, assumendo quella di attacco. Cercava di riposare e non credeva di essere stato così stolto da farsi catturare. Aveva sottovalutato i suoi avversari.
Una voce tonante improvvisamente si unì a quello del pesante cancello. Il drago riconobbe Profion subito dopo che l’apertura fu spalancata. Si avvicinò a lui minacciosamente, mentre il mago tendeva verso di lui uno scettro dalla dubbia fattura.
- Io ti comando, Drago d’Oro.
Profion pronunciò ciò, come se quelle parole riuscissero ad assopire l’odio che il drago stesso provava per lui. Inizio a sputare fuoco, a minacciarlo con il solo sguardo.
Profion si infuriò così da scagliare lo scettro a terra e quando il drago si mosse per attaccarlo, fece scendere il cancello pesantemente sul corpo del drago stesso.
Ultimo respiro, ultimo cenno di vita da parte della creatura.
Ultimo pensiero, la giovane donna.

In una biblioteca non lontana, una donna ebbe un sussulto. Senza volerlo si era legata al destino della creatura che aveva aiutato. Si sentì morire improvvisamente, m non era il suo corpo, era un qualcosa più grande di lei.
- Marina, stai bene?
La voce di un anziano mago la fece trasalire.
-No, tutto bene.
La prima volta e l’ultima che mentì al proprio mentore e maestro.

Fine


 
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