Trama e originalità: 7
Una storia incentrata sui legami che uniscono fra loro i vari personaggi, destinati a non essere spezzati nemmeno dalla morte o dalle avversità. Vi è azione, ma è il sentimento a farla da padrone dall’inizio alla fine della storia, anche se l’autrice non ci presenta la sua evoluzione, quanto piuttosto i momenti più salienti e drammatici. La trama è abbastanza originale e l’idea di fare una raccolta con una linea temporale che si interrompe per lasciare spazio ai flashback è molto carina, così come è piacevole l’ambientazione del racconto.
Lessico e grammatica: 5
Dal punto di vista stilistico, l'autrice non ha del tutto rispettato gli obblighi della traccia, ovvero quello di scrivere una raccolta. Quella presentata è in realtà una long fiction caratterizzata da flash fics e drabble, e questa tecnica, anche se creativa, purtroppo rende la storia, in alcuni punti, esageratamente frammentata. Ad esempio, nella parte in cui Rangiku incontra Hitsugaya, si passa subito dopo ad un'altra sequenza in cui si spiega che i due hanno vissuto insieme per preparare la loro vendetta; personalmente, sarebbe stato meglio raccontare nel capitoletto precedente di questa loro “alleanza”, e poi fare un salto e arrivare al momento dello scontro con Aizen e Ichimaru.
Inoltre, le parole rivolte dalla dea sotto le sembianze di una vecchia ad Aizen (“sei destinato a morire, per mano della persona a te più cara”) sono quantomeno troppo oscure, considerato che il personaggio morirà alla fine ucciso dalla spada di Hitsugaya guidata dalla stessa dea. Né il manga né la storia permettono di comprendere la frase, che sembra essere stata piazzata lì pensando più all’impatto sul lettore che alla sua veridicità effettiva: vista l’importanza dei personaggi e dell’argomento, che è quello cruciale del racconto, questa mancanza è abbastanza seria.
Un'altra cosa: ad un lettore che conosce poco questa saga, appare difficile riconoscere i complicati nomi dei personaggi, quindi era meglio evitare di usare a ogni frase o il nome, o il cognome, o il diminutivo; cambiano troppo velocemente e il lettore si perde a cercare di ricordare chi è l'uno e chi è l'altro.
La grammatica e la sintassi sono veramente poco curate: ci sono virgole tra il soggetto e il verbo, errori di battitura, parole attaccate al segno ortografico che le precede, punti di sospensione a volte non necessari. Senza contare alcuni passaggi in cui il lessico cambia completamente, si passa da un linguaggio elegante e ricercato all’uso di termini vezzeggiativi e fin troppo usati. Sono stati omessi alcuni pronomi necessari alla costruzione della frase, mentre altri periodi appaiono fin troppo ridondanti, con un utilizzo di aggettivi a volte inappropriati, e la narrazione perde un po’ di tono nei passaggi dal discorso diretto all’indiretto. Questo non è lo stile abituale dell'autrice e sicuramente la storia può essere sistemata, senza la pressione e la fretta causate dal contest.
Rispetto warnings: 6.83
Per quanto riguarda il rispetto dei warnings, si può dire che siano stati quasi tutti rispettati, anche se i personaggi sono un po’ OOC, soprattutto Hitsugaya e in alcuni punti anche Rangiku e Gin.
Il pregio principale di questo lavoro è, come già detto, la fusione ben condotta fra personaggi del manga e figure mitiche.
Capacità rielaborativa: 6.83
Non avendo a disposizione dei link forniti dall’autrice stessa, abbiamo cercato informazioni sul dio del matrimonio. In questa leggenda:(
http://www.ilbazardimari.net/leggende/filorosso.html), che è probabilmente la stessa alla quale si è rifatta ciuiciui, il dio dei matrimoni ha le sembianze di un uomo, ma proviene sempre dall’Aldilà e lega insieme le coppie destinate a sposarsi con “il filo rosso del destino” (un’espressione che compare sia nella leggenda che nella storia). La dea dei matrimoni diviene qui il simbolo di questi destini indivisibili e, contrariamente a quanto accade nella leggenda cinese, agisce lei stessa in prima persona per farli rimanere tali, fungendo da deus ex machina e acquistando così un ruolo di primo piano nella vicenda. Interessante è l’identificazione del dio (anzi, della dea) con Hikifune, un personaggio poco conosciuto del manga - che per la sua appartenenza alla “Compagnia 0” o guardia reale ben si adatta all’ambiente “imperiale” in cui si svolge la vicenda - o quella del potente e malvagio Aizen con il crudele Imperatore.
L’ambientazione cinese è poco incisiva, tolti la leggenda utilizzata e la presenza dell’Impero (uno di quelli resi obbligatori dal bando del concorso).
Media totale: 6.41