21 giugno 2026, ore 8,24, [09/04/09] Solstizio d'estate (BMG)

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Alaide
view post Posted on 18/6/2009, 18:07




Fandom: Harry Potter
Rating: Per tutti
Personaggi/Pairing: Rose Weasley, Hermione Granger
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 3019 parole, 5 pagine (Times new roman 12), capitolo unico
Avvertimenti: nessuno
Spoiler! Dopo la conclusione di Harry Potter e i doni della morte
Genere: Generale, Introspettivo
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di J.K. Rowling che ne detiene/detengono tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti nella saga di Harry Potter, appartengono solo a me.
Credits: La cronologia del settimo libro della saga e l'anno di nascita di Rose sono dedotti da The Harry Potter Lexicon
L'ora esatta in cui avverrà il passaggio da primavera a estate dell'anno 2026 è stata dedotta dal calendario perpetuo, così come tutti gli altri riferimenti temporali presenti nel testo, presente nel sito del liceo foscarini
Note dell'Autore: Il titolo della storia fa riferimento al momento esatto in cui, dal punto di vista astronomico, avverrà il passaggio dalla primavera all'estate.
Introduzione alla Fan's Fiction:Il mio compleanno è giunto sotto forma di giornata ventosa e fredda. Una persona dotata di immaginazione potrebbe dire che questo è un segno. Di cosa, però, non lo saprebbe dire. Sembra che tutti si affannino a dare chissà quale significato al passaggio dalla primavera all’estate e non ha nessuna importanza che si tratti del ventuno o del ventitre giugno: un significato lo devono trovare.




Il mio compleanno è giunto sotto forma di giornata ventosa e fredda. Una persona dotata di immaginazione potrebbe dire che questo è un segno. Di cosa, però, non lo saprebbe dire. Sembra che tutti si affannino a dare chissà quale significato al passaggio dalla primavera all’estate e non ha nessuna importanza che si tratti del ventuno o del ventitre giugno: un significato lo devono trovare.
Molti componenti del Mondo Magico mi hanno detto che sono fortunata ad essere nata nel momento esatto in cui è avvenuto il solstizio d’estate il ventun giugno duemilasei, per la precisione a mezzogiorno e ventisei. Tutti hanno sempre sostenuto che questo debba portarmi doti magiche particolari ed inattese.
Ma sono soltanto superstizioni.
La cosa che mi ha sempre sorpresa maggiormente è che anche mia madre mi ha detto diverse volte che sono stata fortunata a nascere il giorno del solstizio, ma in quasi vent’anni di vita non ho mai avuto sentore di questa fortuna.
In fin dei conti, e la giornata che è iniziata da più di cinque ore sono certa lo dimostrerà pienamente, dal mio punto di vista il ventun giugno è solamente il giorno del mio compleanno e, di conseguenza, motivo di riunione per la famiglia, o sarebbe meglio dire motivo di sovraffollamento della nostra casa. La conseguenza è ogni anno la medesima: un terribile mal di testa. Non sono mai riuscita, per quanto non abbia nulla contro i miei innumerevoli cugini, a sopportare realmente questi momenti che sembrano più essere regolati da qualche legge prestabilita che non da una reale volontà di passare una giornata tutti insieme.
Forse è anche per questo che non trovo chissà quanto strabiliante il giorno in cui sono nata. Per molti versi non ha nulla di diverso dalle volte in cui ci riuniamo per gli altri compleanni, per il Natale e per tutte le occasioni in cui sembra opportuno riunire tutti noi Weasley al gran completo.
Gli unici momenti di questa giornata che sento realmente miei sono proprio queste prime ore. Forse è essenzialmente per questo motivo che ogni anno mi sveglio nel cuore della notte, proprio come è avvenuto un’ora fa. In fondo so che quando saranno ormai le dieci non avrò più spazio per rimanere sola con me stessa, fosse anche per un solo istante. Da quel momento in poi non potrò evitare le occhiate dei miei parenti che mi guardano come se dovessi improvvisamente manifestare quei poteri che mi hanno prognosticato quando sono nata.
Ci sono dei momenti in cui preferirei di gran lunga essere una semplice babbana. Forse troverei più interessante, più entusiasmante celebrare la festa di mezza estate il ventitre giugno, come fanno le famiglie di non maghi che vivono nel villaggio poco distante dalla nostra casa, accendendo fuochi e festeggiando, in alcuni casi partecipando a matrimoni, mantenendo in definitiva viva una tradizione che si perde nel tempo. Forse per molti babbani il significato di questo momento (per quanto non festeggino necessariamente il giorno preciso del solstizio) è semplicemente tenere vive antiche tradizioni che altrimenti si perderebbero. O, piuttosto, conserva ancora il suo essere essenzialmente un giorno di passaggio?
A voler essere sincera con me stessa, non ha una vera importanza.
Quello che mi è sempre risultato strano è il significato che assume nel Mondo Magico. Ho sempre trovato perverso, al di là del significato simbolico e di passaggio che ha questa giornata, tanto che un tempo i M.A.G.O. avevano termine il giorno del solstizio, pensare che chi nasca nell’esatto momento in cui il sole raggiunge il punto di declinazione massima possegga qualcosa di speciale.
Che cos’hanno mai avuto di speciale i ventun giugno che ho vissuto?
Assolutamente nulla.
A parte la solita e tradizionale festa di compleanno, a parte tutti che mi guardano come se dovessi fare improvvisamente chissà cosa.
In momenti come quelli non desidero altro che essere una semplice babbana.
È una sorta di pensiero fisso che mi accompagna per tutta la giornata, che già, pochi istanti fa è affiorato alla mia mente, o almeno così è stato per tutti i miei compleanni che ho vissuto finora e che mi ricordi chiaramente, semplicemente perché nessuno si aspetterebbe che io dimostri chissà quali incredibili poteri.
E nessuno rimarrebbe sconvolto dalla mia incredulità.
Zia Ginny una volta mi ha detto che non so quale Weasley nato il ventun giugno aveva una naturale sensibilità verso la cura delle piante magiche. Quando le ho fatto notare che non v’era nulla di incredibile in tutto ciò, mi ha guardata male.
Il vero problema è che anche mia madre ripete che sono così fortunata ad essere nata il ventun giugno - e quante volte lo penserò oggi? - e detto da lei è un commento che suona assurdo. In ogni cosa è sempre logica e razionale, ma su questo tasto non sente ragioni.
Ad ogni anno che passa mi sembra di diventare sempre più insofferente di fronte a tutto questo accanirsi a cercare poteri che non avrò mai.
Alle volte mi chiedo cosa possa aver spinto mia madre a giungere ad una conclusione così terribilmente lontana da quello che è lei. Forse da qualche parte esiste una risposta.
So che se mi troveranno a vagare di notte per la casa nessuno ne sarà particolarmente soddisfatto. Fino ad oggi sono sempre riuscita a tenere nascoste le lunghe veglie che accompagnano, da che ho memoria, il principio di ogni ventun giugno.
Ma non posso tornare in camera, non posso tornare indietro ora che ho idea di dove poter trovare una risposta.
Cerco di non fare rumore, mentre avanzo lungo il corridoio, fino a raggiungere le scale che portano in soffitta. Soltanto quando sono arrivata, illumino la punta della mia bacchetta ed inizio a cercare. Non è la prima volta che vengo quassù alla ricerca di vecchie lettere, di vecchi libri di scuola di mamma, dei suoi appunti, o anche solo ad osservare tutta la cianfrusaglia che da anni viene relegata qua sopra.
La vera ragione per cui ho sempre amato venire in questa stanza polverosa, in cui Hugo non metterebbe mai piede, è unicamente la volontà di conoscere meglio i miei genitori. Ci sono delle volte in cui li posso definire degli estranei.
Anche ora mi sembra strano doverlo pensare, ma ci sono momenti in cui non riesco a comprendere se mamma e papà si comportano veramente come sono o se piuttosto come tutti si aspettano che siano due eroi di guerra, amici di Harry Potter.
Non che mi sia mai stato di peso essere la figlia di Ron Weasley ed Hermione Granger. Quello che mi è sempre pesato è non riuscire a comprendere chi fossero realmente i miei genitori.
Ed è assurdo che io faccia questi pensieri proprio il giorno del mio compleanno.
Ma forse è proprio per questo che sto meditando su questo punto. O meglio per il pensiero di non riuscir a comprendere per quale motivo mia madre sia della stessa opinione di tutti gli altri. Non credo nemmeno che sia questione di conoscenza reale di mamma e papà. In fondo so perfettamente che non potrò mai conoscere ogni aspetto del carattere dei miei genitori, so che una persona non la si può mai conoscere totalmente e che il mio cercare in soffitta ha cambiato scopo negli ultimi tempi: non più un cercare di conoscerli meglio, di capire chi siano veramente, ma piuttosto un tentativo di comprensione dell’epoca, così fondamentale per il mondo magico, in cui hanno vissuto.
Eppure meditare non mi farà di certo trovare quello che cerco.
Ad essere sincera non so nemmeno di preciso cosa stia cercando.
Forse un diario o una semplice lettera. Od un posto colmo di ricordi in cui pensare.
Credo che il mio sia stato soltanto un impulso improvviso e lo credo ancora di più adesso che sento rintoccare la pendola.
Sette rintocchi.
In tutto questo tempo ho soltanto pensato e frugato in scatoloni di cui conosco il contenuto a menadito. Quasi potrei citare a memoria certi appunti di mamma.
«Non pensavo fossi sveglia, Rose.»
Sobbalzo malamente e per poco non rovescio lo scatolone a cui sono accanto.
«Mi dispiace di averti svegliata, mamma.» mormoro rapidamente, osservandone il volto.
«Non preoccuparti di questo, Rose. Mi pare unicamente strano che tu trascorra le prime ore del giorno del tuo compleanno a rovistare in vecchi scatoloni che posso immaginare tu conosca perfettamente.»
So che sto arrossendo in questo momento. È qualcosa di incredibile. Anche adesso che sto per compire, tra pochissime ore precisamente, il mio ventesimo anno d’età, ci sono dei momenti in cui mi sento come una bambina di pochi anni di fronte a mia madre.
L’unica cosa di cui sono certa è che non voglio che lei sappia il motivo che mi ha spinta fin quassù.
«Forse avrei dovuto immaginare che te ne saresti accorta, mamma. - dico soltanto, prima di aggiungere - Non riuscivo a dormire. Sono venuta in soffitta per cercare... delle risposte.»
«Risposte a quali domande, Rose?» domanda mia madre, sedendosi su uno degli scatoloni.
«Circa... circa questo giorno. - ammetto. Non so nemmeno per quale motivo, ma voglio essere sincera con lei, nonostante quello che ho pensato soltanto pochi attimi fa - Io non riesco a capire cosa vi possa essere di così speciale. So quali siano le tradizioni legate al solstizio d’estate, so che sia nel mondo magico, sia in quello babbano viene festeggiato, anche se per ragioni diverse. - mi interrompo per sedermi. Mi sento a disagio rimanendo in piedi, immobile davanti a mia madre, quasi fossi salita in cattedra e volessi tenere un discorso al mio unico ascoltatore - Ho studiato Storia della Magia con attenzione e so che il giorno del solstizio è così importante perché è il giorno in cui è stata fondata Hogwarts, ma prima ancora è il giorno in cui si dice sia nato Merlino, per quanto manchino documenti in proposito, ma anche il giorno in cui un tempo, prima della fondazione di Hogwarts, si compiva una sorta di rito che sanciva l’ingresso di un ragazzo o una ragazza intorno ai quindici anni nell’età adulta, facendoli diventare quindi, a tutti gli effetti maghi e streghe. E so che è per questo che a Hogwarts si è mantenuta per molti secoli questa data come giorno di fine dei M.A.G.O.
«Quello che non capisco è per quale motivo tutti vi affanniate a credere che chi nasce nel momento esatto del solstizio sia diverso dagli altri, più speciale. - mi interrompe nuovamente. Mia madre non mi ha mai interrotto, ascoltandomi in silenzio, tranquilla - E quello che mi sorprende maggiormente, mamma, è che anche tu ne sia convinta.»
«Anch’io ero scettica come te, Rose. - risponde semplicemente - Non sai quante volte ho ripetuto a tutti che il ventun giugno era alla fine un giorno come gli altri in cui si verificava soltanto un evento astronomico. Poi qualcosa mi fece cambiare idea. Due eventi, essenzialmente.»
Si interrompe e si sistema meglio. I suoi occhi sono tranquilli, e affettuosi, come sono spesso quando mi guardano, quando osservano papà e Hugo.
«La prima volta credetti, dopo dubbi e molti pensieri, che tutto fosse determinato dal fatto che quel giorno fosse un giorno speciale. - si ferma nuovamente - Tu sai tutto della guerra che combattemmo contro Voldemort, sai che la battaglia di Hogwarts avvenne il due maggio del millenovecentonovantotto, ma non sai che il ventuno giugno di quello stesso anno fu il giorno in cui, nonostante fosse domenica, fu processato l’ultimo Mangiamorte ed il processo si concluse alle quattordici e due minuti, il momento esatto in cui il sole giunse al suo punto di declinazione massima.
Fu Luna a farmi notare la coincidenza e fu lei a dirmi che non era qualcosa di casuale. - prende fiato, muovendosi appena sullo scatolone stracolmo - In un primo momento fui scettica, poi presi a riflettere. Come sai il solstizio implica un passaggio, il passaggio da una stagione all’altra. Fu questo pensiero a farmi intendere che Luna aveva ragione, per quanto la sua argomentazione fosse colma di tanti altri particolari di cui non potrei mai giurare la veridicità. Il solstizio è un passaggio. Il processo all’ultimo Mangiamorte implicava quindi un passaggio per il mondo magico, un passaggio verso il mondo in cui vivi tu ora, un mondo decisamente migliore di quello di un tempo.»
«Ma non potrebbe essere stata unicamente una casualità, mamma? - domando perplessa - In fin dei conti questo passaggio verso un mondo migliore vi sarebbe stato ugualmente anche se l’ultimo processo fosse avvenuto il quattordici luglio, per esempio.»
«Non avrebbe avuto la stessa valenza, Rose. Molti nel nostro mondo lo pensano. È come se, avvenendo proprio quel giorno, quell’evento avesse come dato la spinta reale verso il cambiamento.»
Non rispondo. Non so cosa pensare a dire il vero, ma mi sembra che mia madre si sia lasciata suggestionare, o più semplicemente che, all’epoca, tutto questo abbia avuto effettivamente una forte valenza. Forse, il mondo magico appena uscito dalla guerra, voleva un qualche ulteriore simbolo, oltre a zio Harry, e questo simbolo l’ha trovato in quella data. Ma non oso dirlo. Forse non ci capiremmo. Forse se io fossi vissuta negli anni in cui è vissuta mia madre, l’avrei pensata esattamente come lei.
«Hai parlato di una seconda occasione.» preferisco dire.
«È stato poco dopo la tua nascita, alcune ore dopo. Tutti gli Weasley erano quanto mai esaltati perché eri nata proprio in quel momento. Io non la pensavo così, sebbene tutti sostenessero che nascere proprio a quell’ora del ventun giugno duemilasei ti avrebbe portato qualcosa di straordinario, che tu eri la più fortunata delle bambine. Mi sembrava tutto assurdo, per quanto sapessi che nel Mondo Magico questa convinzione è diffusa. - si ferma nuovamente, sorridendo appena, malinconicamente - Ma non è stato questo a farmi pensare che tu potessi un giorno essere una persona speciale, che tu fossi fortunata ad essere nata proprio in quel momento. Fu il ricordo di quello che era avvenuto otto anni prima. Tu eri nata dopo quel passaggio da un mondo magico segnato dall’odio e dalla guerra ad un mondo magico pacificato. Ed eri nata proprio nel momento esatto in cui si compie il passaggio dalla primavera all’estate. Eri come un segno. Un passaggio forse anche per me che divenivo madre per la prima volta, ma soprattutto eri una bambina, una futura strega che sarebbe vissuta in quel mondo di pace.
«Forse non ho mai creduto che la tua nascita ti avrebbe portato poteri strabilianti, ma che tu fossi stata fortunata, sì, che la tua nascita fosse straordinaria ugualmente.»
«Non so cosa pensare, mamma, davvero. Devo riflettere su quello che mi hai detto, ma per lo meno ho la consolazione di sapere che tu non ti attendi chissà cosa da me.» dico, dopo aver fatto passare diversi istanti, in cui ho rielaborato tutto quello che la mamma ha detto.
Per diverso tempo rimaniamo in silenzio, poi mamma si alza in piedi ed osserva la pioggia, che improvvisamente ha iniziato a cadere, picchiettare sul lucernario. Mia madre fissa la luce grigiastra che penetra nella soffitta, rendendo più fioca la luce che si propaga dalla punta della mia bacchetta. Con un Nox appena mormorato annullo questa fonte di luminosità. La soffitta pare diversa, come se gli scatoloni si fondessero l’uno nell’altro. Tutto mi sembra più vago. Gli oggetti... la figura di mia madre... ogni cosa. È come se il grigio di questo mattino di giugno cambiasse il volto della soffitta, rendendola forse più poetica.
Sono certa che vi sarebbe chi penserebbe che tutto è frutto di questa giornata particolare, ma ho sempre pensato che la pioggia ed il grigiore che diffonde doni qualcosa di diverso alle cose, agli ambienti, facendoli apparire più sfumati.
Forse avrei altro a cui pensare. Anzi, ho altro a cui pensare.
Ma non riesco.
La verità è che sto pensando a qualsiasi cosa, pur di non soffermarmi su quello che ha detto mia madre.
«È meglio se scendiamo, Rose. Tra non molto inizieranno ad alzarsi gli altri.» dice mia madre dopo un tempo che non riesco a computare.
Raggiungiamo il corridoio del primo piano. Camminiamo in silenzio una al fianco dell’altra. Ci fermiamo soltanto quando siamo di fronte alla mia camera, dirimpetto alla pendola.
La osservo.
Sono le otto e ventiquattro.
E so che momento sia questo. È l’istante esatto, com’era scritto nella Gazzetta del Profeta di ieri, in cui avviene il passaggio dalla primavera all’estate.
Il momento del solstizio.
Anche mia madre se n’è accorta e, mentre rientro nella stanza, mi sorride in modo strano, in una maniera che non riesco ad interpretare.
E adesso che sono nella mia camera medito su quel sorriso. Mi sembra di star evitando in qualsiasi modo di pensare a quello che mi ha detto mia madre.
Ma forse non v’è nulla da comprendere in realtà.
La mamma ha dato un significato al ventun giugno per quello che è accaduto nella sua vita, perché per lei in quella data è avvenuto veramente qualcosa di epocale, è avvenuto un reale passaggio.
Forse sta tutto qua.
Ognuno dona il significato che crede ad un giorno particolare. Vi sono però giorni che hanno per tradizione un significato più forte e diffuso e se qualcosa avviene in questo giorno appare più importante, quando avrebbe la stessa importanza anche in un giorno diverso.
Forse il senso di giorni come il solstizio d’estate è proprio questo: donare maggior significato ad un momento comunque significante.
Come ha fatto mamma.
Come farò io dopo questo giorno e non perché sono nata al momento esatto del solstizio, ma semplicemente per quello che mia madre mi ha detto.
Forse questo ventun giugno è stato un momento di passaggio anche per me, sebbene non riesca a capire in che modo influirà sulla mia vita e che conseguenze avrà su di me.
Oppure è soltanto il giorno in cui avviene un fenomeno astronomico e tutto il resto è soltanto una suggestione della mente umana.
Non so nemmeno io cosa pensare realmente, ma la prima ipotesi è quella che mi sembra più affascinante e che forse mi farà guardare in maniera meno dubbiosa gli sguardi dei miei parenti, in maniera meno scettica ciò che non riesco a motivare logicamente.



 
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