Disinfestazione, [7/01/10] La vostra prima fanfiction!

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view post Posted on 8/1/2010, 23:11
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Rating: Per tutti
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 1081 parole (titolo escluso)
Avvertimenti: Nessuno
Genere: Horror
Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.
Introduzione alla Storia: Se c'è bisogno di loro, non c'è da stare allegri: la casa è infestata da schifosi parassiti! Ma niente panico, siete nelle MANI di professionisti





Disinfestazione
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Il piccolo scarafaggio dal dorso nero lucente fece il suo ingresso in soggiorno, e non passò inosservato. Infatti, tutti si accorsero di lui: Padre, Madre, Figlia e Figlio. In breve, tutti seppero della presenza di quegli ospiti sgraditi.
Un moto di disgusto misto a rabbia percorse l’intera famigliola che abitava in quella casa - Quelle bestiacce in casa nostra? Devono morire tutte e soffrendo, pure!- pertanto non ci fu bisogno di una riunione di famiglia: andava chiamata la disinfestazione, e fu il padre ad occuparsene; al telefono, una voce gentile comunicò l’ora dell’arrivo dell’operatore, che si sarebbe presentato in giornata (con grande sollievo di tutti).

Non ebbero neanche il tempo di guardare l’orologio, che in men che non si dica il disinfestatore era già arrivato.
Il furgoncino della ditta, recante su entrambe le fiancate la scritta
Disinfestazione
a caratteri cubitali, sbucò dall’angolo della strada e da esso scese un personaggio alquanto particolare. Sembrava uno di quegli individui che si possono definire solo con il termine “misterioso”: dietro il sorriso di circostanza tipico di chi va a lavorare in casa d’altri, pareva infatti celarsi un universo privato fatto di strani pensieri e di inclinazioni inusuali, che ad un osservatore più attento poteva generare una certa inquietudine.
Nessuno della famiglia però se ne accorse o volle dargli peso; pertanto lo strano figuro venne accolto con garbo, anzi quasi come un salvatore.
L’operatore, un vero esperto nel suo campo studiò metro per metro l’interno dell’abitazione, poi sentenziò:

“La casa va evacuata per almeno 10 ore, cosicché il
veleno abbia il tempo di agire e poi diradarsi”

La notizia fu accolta con rassegnazione: non sapevano cosa fare 10 ore fuori casa e si sarebbero sicuramente annoiati, ma questo era l’unico modo per liberarsi definitivamente di quei parassiti. E fu così che l’intera famigliola lasciò la propria dimora nelle mani esperte del disinfestatore e si accomodò in cortile.
Il disinfestatore piazzò gli erogatori di insetticida in ogni angolo della casa, riuscendo anche ad avvistare un paio di quelle bestiacce, e non riuscendo a trattenere un ghigno malefico.

-Siete tutti già belli che stecchiti!- Ogni volta era un piacere avere la meglio su quelle orde di fetidi invasori.

Quando l’operatore uscì, la famigliola si stava già annoiando, anche se era passata meno di un’ora. Il disinfestatore consigliò loro di fare un giro per la città, promettendo di tornare allo scadere delle 10 ore per raccogliere e smaltire le carcasse dei parassiti. Poi montò sul suo furgoncino di servizio e partì per altri lavori che lo attendevano.
Tutto quello che la povera famigliola fece fu rimanere in cortile, a ciondolare avanti e indietro, mantenendosi per lo più nei pressi del cassonetto ai margini della strada. Uno dei figli provò a inventarsi qualcosa da fare, ma finì per beccarsi con la sorella, e cominciarono a litigare. Ma il tempo infinito alla fine passò. Come da copione, videro spuntare dall’angolo della strada il furgoncino della disinfestazione.

Il disinfestatore entrò in casa per valutare la situazione, e li scorse tutti la dove erano stati avvistati la prima volta: nel soggiorno. Giacevano sul pavimento supini, con le loro schifose zampette ripiegate verso il centro dell’addome. Uno spettacolo che avrebbe orripilato chiunque, ma non lui, il miglior disinfestatore dello Stato, l’incubo di ogni parassita domestico.
Soddisfatto del proprio operato, uscì per incassare il compenso pattuito, non prima di aver tranquillizzato tutti sull’effettivo annientamento. Il capofamiglia, però sembrava preoccupato.

“Non è che per caso il veleno può fare ancora effetto?”

“No, impossibile, perde efficacia in 9 ore. Aggiungiamo un’ora in più per sicurezza." - Lo tranquillizzò l’esperto.

“Ma cosa mi dice per l’igiene? L’insetticida si può essere infiltrato nei tessuti?” - Insistette.

“No, ma per sicurezza gettate via ogni alimento che non fosse sigillato o contenuto in un luogo ermeticamente chiuso, come il frigorifero ad esempio. Lavate bene il pavimento e i ripiani, con un occhio di riguardo per la cucina: quelle bestiacce possono veicolare malattie.”

Detto questo rientrò in casa, e ne uscì con due grossi sacchi neri contenenti le carcasse contratte di quei sudici parassiti, per poi deporli sul retro del suo furgoncino, e sorridendo mentalmente del disgusto dei suoi clienti.
Quindi partì. Doveva liberarsi di quei sacchi e sbrigare l’ultimo lavoro della giornata.

Partì col suo furgoncino alla volta della periferia ovest della città, dove era ubicata la discarica. Una volta arrivato dovette tapparsi il naso con una mano (il fetore che emanava quel posto era troppo anche per lui), mentre con le altre apriva gli sportelli posteriori del mezzo per ritirare i due sacchi. Con movimenti secchi e calibrati, lanciò l’immondo carico a schiantarsi contro gli altri rifiuti; con sua grande sorpresa i sacchi si lacerarono, lasciando riversare fuori il loro contenuto – Non fanno più i sacchi di plastica di una volta! - e ripromettendosi di segnalare la cosa a chi di dovere.
Quindi si voltò e tornò al furgoncino, lasciando a decomporsi tra i rifiuti i resti di Padre, Madre, Figlia e Figlio.

Ma non fece in tempo a chiudere lo sportello, che il suo cellulare cominciò a squillare. Sbuffò: era la sua ditta. Una voce concitata lo avvertiva che aveva un compito aggiuntivo da onorare, prima che la sua giornata lavorativa potesse dirsi conclusa; lo rassicurava inoltre che si sarebbe visto accreditare gli straordinari.
Conclusa la telefonata, il disinfestatore gettò con rabbia l’apparecchio sul retro del mezzo. Che cosa doveva farsene di tanti soldi, se gli toglievano la salute? Lavorava già più di dodici ore al giorno!
Comunque, era ora di mettersi al lavoro, e questa volta la soddisfazione sarebbe stata anche maggiore: aveva brevettato lui stesso un nuovo, potentissimo veleno, capace di uccidere lentamente chi lo inala, e per non perdersi lo spettacolo sarebbe rimasto lì a guardare i parassiti contorcersi e dimenarsi prima di morire. Aveva già pronta per lo scopo una tuta integrale con bombola dell’ossigeno integrata.
Sogghignò. Adesso era davvero pronto e carico, come se la sua giornata fosse appena cominciata.

- Una colonia di umani infesta la casa in campagna di una tranquilla famigliola di zecche – L’incarico che gli avevano affidato con urgenza - Poi sarà la volta di quelli che si sono annidati nell’ufficio dove lavorano degli onesti calabroni -

Quando il lavoro chiamava, lui si faceva trovare sempre pronto. Perché lui era il migliore.
Afferrò saldamente il volante con i suoi arti superiori, girò la chiave nel cruscotto e ingranò la marcia con un arto intermedio, quindi spinse con decisione sui pedali con gli arti inferiori. E partì.

Verso una nuova disinfestazione.
 
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