We can work it out, [07/01/2010] La vostra prima fan fiction!

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Despina
view post Posted on 12/1/2010, 23:03




Fandom: Harry Potter
Rating: 16 anni
Personaggi/Pairing: Sirius Black, i Malandrini, Lily Potter, Nuovo personaggio.
Tipologia: Long Fiction
Lunghezza: 8 capitoli
Avvertimenti: Original Character, OOC, Linguaggio colorito
Spoiler! (specificate in che punto è collocato)
Genere: Romantico, Commedia.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di J.K. Rowling che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Harry Potter, appartengono solo a me.
Credits:
Note dell'Autore: Questa è stata la mia prima fanfiction in assoluto, e anche se la trama è molto già letta e non è niente di originale, ci sono affezionata comunque per due motivi: primo perchè con questa storia ho iniziato a cimentarmi nel mondo della scrittura amatoriale. Secondo perchè questa storia testimonia il mio amore per la saga di Harry Potter e soprattutto per il personaggio di Sirius Black.
Introduzione alla Fan's Fiction: Hogwarts, 1976.
Sirius Black è scanzonato e irriverente come sempre, ma questa volta c'è qualcosa che turba la sua vita da adolescente.
Riuscirà a farsi perdonare da una persona che considera speciale?


CAPITOLO PRIMO

SPOILER (click to view)
Primo settembre 1976.
Il treno per Hogwarts sfrecciava sui binari emanando consistenti sbuffi di fumo, mentre la campagna del mondo dei babbani si allontanava sempre di più.
Uno degli scompartimenti centrali era occupato da tre ragazze di sedici anni, una delle quali aveva lunghi capelli rossi, occhi a mandorla di colore verde chiaro ed un aspetto piuttosto impettito e sicuro di sé.
Lily Evans aprì la Gazzetta del Profeta, ma non potè fare a meno di dare un’occhiata alla sua amica Valentine Hammond, seduta davanti a lei, che aveva uno sguardo fra il corrucciato ed il preoccupato rivolto verso il finestrino e giocherellava fastidiosamente con la cerniera della sua borsa a tracolla. La ragazza aveva grandi occhi di un colore verde scuro, che a prima vista potevano essere scambiati per marroni, era piuttosto magra ed aveva i capelli castani, tagliati corti di recente.
Lily, vedendo la sua amica così ansiosa, dopo qualche minuto decise di intervenire.
“Ehi Vale, la vuoi smettere? Sto cercando di leggere.”
“Eh?” disse Valentine ridestandosi di colpo “Smettere con cosa?”
“Con quella cerniera! E’ da mezz’ora che continui a torturarla!”
Valentine abbassò gli occhi e guardò la cerniera della sua borsa. Evidentemente, immersa com’era nei suoi pensieri, non si era nemmeno accorta di ciò che stava facendo.
“Scusami, Lily. Sono così nervosa in questi giorni e non so come mai.”
“Lo so io. Aspetta che indovino… mmh… Sirius Black?” rispose Lily facendo la finta tonta.
“Sssht!” fece Valentine, guardandosi intorno con aria circospetta.
“Sei pazza? Qualcuno potrebbe sentirti!”
Lily alzò gli occhi al cielo. Conosceva bene le continue nevrosi della sua amica.
“Ma chi? Qui dentro c’e solo Erika, e a giudicare dal suo aspetto direi che dorme della grossa.” E così dicendo indicò un’altra ragazza, mulatta, minuta, con i capelli ricci e nerissimi che dormiva su uno dei sedili con la bocca aperta e una rivista in grembo.
“Potrebbero essere qui fuori…”
“Mi sembri una che è perseguitata dagli alieni. Di chi diavolo stai parlando?”
“Dei Malandrini! Sai che bella figura ci farei, se venissero a sapere che penso ancora a…”
Ma la ragazza fu bruscamente interrotta da qualcuno che bussava educatamente alla porta dello scompartimento.
Era Remus Lupin, Prefetto dei Grifondoro come Lily, uno dei quattro Malandrini di cui aveva parlato Valentine. Era un ragazzo gentile, disponibile all’ascolto e studioso, ma nonostante questo era anche circondato di mistero, considerato il fatto che una volta al mese spariva non si sa dove e nessuno sapeva dire il perchè.
“Problemi famigliari” rispondeva Silente, il preside di Hogwarts, a chi si prendeva la briga di chiedere notizie del ragazzo.
Molto strano appariva anche il fatto che Remus facesse parte della banda dei Malandrini, poiché sembrava una persona così a modo, qualità che invece mancava del tutto negli altri componenti.
“Oh, ciao Remus! Entra pure.” disse Lily sorridendo.
Alle parole di Lily, la ragazza di nome Erika, che evidentemente non dormiva così profondamente come poteva sembrare, si svegliò con un sussulto e borbottò qualcosa in modo sconnesso, facendo volare via la rivista. Dopodiché guardò verso la porta e cercò di sistemarsi come meglio poteva.
Lupin aprì la porta, salutò le tre ragazze causando involontariamente un forte imbarazzo nei confronti di Erika, e poi si rivolse a Lily.
“C’è la riunione dei Prefetti nel primo scompartimento, sarà meglio che ci affrettiamo. Ah, inoltre ho incrociato Lumacorno venendo qui. Dice che ti invita calorosamente a partecipare al suo Lumaclub dopo la riunione… ha portato l’ananas candito.”
“Gesù, che schifo!” rispose Lily con una smorfia di disgusto. “Ma se non ci vado si offenderà a morte. Speriamo almeno che duri poco.”
Detto questo, dopo poco tempo i due prefetti uscirono salutando le ragazze e si recarono alla riunione.
“Certo che Lily ha proprio tutte le fortune!” sbottò Erika.
“Non direi. Deve sorbirsi una riunione sui diritti e doveri da prefetto, poi un’altra in cui Lumacorno sproloquia a tutto spiano con la sua piccola elite di studenti preferiti e divora ananas candito… mi spiace, ma non farei cambio per nulla al mondo!”
“Mmpf… non parlavo di Lumacorno e del suo stramaledetto ananas. Parlavo del fatto che Lily è un Prefetto ed ha la possibilità di passare del tempo con Remus.”
“Erika, se è per questo anche tu puoi passare del tempo con lui. Devi solo farti coraggio ed iniziare a parlargli senza balbettare.”
“Senti da che pulpito viene la predica! Tu ci hai messo una vita prima di riuscire a formulare un colloquio sensato con Sirius Black.”
“Accidenti, ma allora è un vizio! Non dire quel nome, soprattutto qui!” le rispose Valentine in tono esasperato.
“Ok, ok, Miss Paranoia… tranquillizzati. Vorrei ricordarti che nel mondo magico non esiste la Stasi. Comunque è più forte di me, quando vedo Remus inizio a balbettare e arrossire. Mi sono innamorata come un’adolescente idiota.”
“Tieniti forte: tu sei un’adolescente. Forse non sei idiota…” rise Valentine prendendo in giro la sua amica.
“Già, grazie mille per la comprensione!”
All’improvviso, fuori dallo scompartimento si udirono delle risate, la più forte delle quali era simile ad un latrato.
“… mi è mancato Mocciosus durante l’estate, duole ammetterlo, ma è così. Per fortuna abbiamo tutto l’anno per rifarci del tempo perduto. E qui dentro chi c’è?” disse un ragazzo con gli occhiali, alto, slanciato e con i capelli neri costantemente in disordine. Si fermò davanti alla porta dello scompartimento delle ragazze, che era rimasta aperta da quando Lily se ne era andata, e guardò all’interno.
“Ma guarda un po’. La nostra cacciatrice insieme alla studentessa più brava in Incantesimi di tutta Hogwarts!”.
Erika sorrise compiaciuta per il complimento, mentre Valentine iniziò a preoccuparsi di nuovo.
Quello era James Potter, capitano e cercatore della squadra di Quidditch dei Grifondoro e soprattutto indiscusso membro dei Malandrini. E tutti sapevano che dove c’era James c’era sempre anche Sirius.
“Ciao James.” disse Erika “Pronto per un nuovo anno di guai?”
“Prontissimo. Ne stavamo parlando proprio ora, non è vero Sirius?”
Vicino a James comparve repentinamente un altro ragazzo.
Alto, moro, con i capelli abbastanza lunghi che gli ricadevano sugli occhi di colore grigio intenso, bello e sexy da morire, con un’aria scanzonata e ribelle.
Sirius Black.
Valentine in quel momento avrebbe preferito sprofondare giù dal treno per poi rotolare attraverso i prati circostanti, piuttosto che assistere a quella scena.
Sirius le piaceva ancora molto, e a dire il vero lei era stata una delle fortunate ragazze della scuola che si erano messe insieme a lui. Anzi, lei era stata più fortunata delle altre, poiché l’anno precedente lei e Sirius si erano amati per ben sei mesi, un vero record per il giovane Black, che in genere cambiava ragazza ogni mese.
Ma nonostante ciò, non gli aveva perdonato il male che le aveva fatto passare.
Mesi di illusione, passati a pensare di essere speciale per lui, qualcosa di più di una ragazza con cui pomiciare nelle ore libere, infrante dall’immagine di Sirius attaccato alle labbra di una dei Corvonero in un angolo dei corridoi.
E per di più, non pago di ciò, si era giustificato dicendo: “E’ stata lei a baciarmi!”, come se Valentine fosse completamente idiota.
Alla vista della sua ex ragazza, anche Sirius ebbe un attimo di esitazione.
Ma dopo qualche istante si riprese, almeno apparentemente, e con la sua solita spavalderia ostentata disse:
“Ehi, Hammond, ti sei tagliata i capelli? Secondo me stavi meglio prima.”
“E’ proprio per questo che me li sono tagliati, Black. Per farti sbavare di meno quando mi vedi…” rispose Valentine ironicamente, mentre dentro di sé sentiva esplodere la rabbia.
Sirius, evidentemente punto sul vivo, stava per controbattere, ma James lo precedette, per calmare gli animi.
“Beh, almeno non dovrai più legarti i capelli per giocare a Quidditch. A proposito, venerdì inizieranno gli allenamenti, mi raccomando, alle quattro sul campo.”
“D’accordo.” bofonchiò Valentine.
“Sbaglio o si sente la mancanza di qualcuno qui dentro? Dov’è il prefetto del mio cuore?” disse James cambiando argomento.
“Chi, Remus?” rispose Valentine maliziosamente “E’ insieme a Lily alla riunione dei prefetti di inizio anno.”
“Ah, ah, ah. Ma quanto sei spiritosa!”
Ma la ragazza in realtà non voleva essere spiritosa. Si sentiva ribollire il sangue dalla rabbia nei confronti di Sirius. Possibile che, dopo tutto ciò che era successo tra di loro, non riusciva a dirle altro se non un commento davvero poco originale sul suo nuovo taglio di capelli?
Evidentemente era davvero un “bastardo da evitare con cura”, come le ripeteva continuamente Lily. Ma lei non aveva vissuto quei momenti da brivido, quei baci intensi davanti al lago oscuro, quelle risate improvvise in mezzo a situazioni buffe e divertenti, quei discorsi interminabili riguardo a qualunque argomento.
Questo era ciò che Valentine aveva provato con Sirius. Ed invece ora, dopo soli pochi mesi, si ritrovava davanti una persona indifferente, arrogante, supponente e superba.
Erika scambiò qualche ultima parola con i due, dopodiché tornarono al loro scompartimento. Sirius salutò Valentine prima di andarsene e le lanciò un ultimo severo sguardo, visto che non aveva ricevuto risposta.
“Felpato, mi hai veramente stupito. Di solito non parli con le tue ex ragazze, le ignori e basta, anche se supplicano in ginocchio di tornare insieme a te. Invece con la Hammond hai parlato, addirittura l’hai salutata! Come mai questo repentino cambio di strategia?”
Sirius sbuffò sonoramente. Ne avevano parlato a lungo durante l’estate lui e James, perché voleva sempre girare il coltello nella piaga?
“Sai benissimo come mai. Quante volte te lo devo ripetere? La mia storia con Valentine non è stata come le altre, è stata qualcosa di molto più profondo, e soprattutto non è stata colpa mia se è finita male. Ma visto il modo in cui mi tratta ultimamente ti dico una cosa…”
“Sentiamo.”
“Ho una reputazione da difendere.” disse Sirius piuttosto arrabbiato “Non posso continuare a girare intorno ad una che è così testarda da non vedere al di là del proprio naso. Insomma, guardati intorno…” ed indicò le decine di teste femminili che lo osservavano affascinate da dentro gli scompartimenti. “… non ho mai avuto problemi a trovare una ragazza e non comincerò di certo adesso.”
E così dicendo i ragazzi tornarono al loro scompartimento dove c’erano Remus e Peter Minus, il quarto Malandrino. Poco dopo i ragazzi indossarono le loro divise di Hogwarts, e circa quindici minuti più tardi, il treno arrivò ad Hogsmeade.


CAPITOLO SECONDO

SPOILER (click to view)
Gli studenti salirono sulle carrozze per entrare a Hogwarts, che era bellissima e maestosa come sempre.
Raggiunta la Sala Grande, i Grifondoro si sedettero al loro tavolo situato all’estrema sinistra della stanza e dopo aver assistito allo smistamento dei bambini del primo anno ed aver ascoltato il discorso di inizio anno di Silente, finalmente il banchetto cominciò.
Erika, Lily e Valentine ritrovarono le loro compagne e con loro iniziarono a chiacchierare.
“Avete visto quanto è diventato bello Sirius? Ancora più di prima!” disse all’improvviso Ally Thomas, una studentessa del quinto anno.
“Già. Vorrei tento essere la sua ragazza, anche solo per un giorno.” le fece eco Pauline Cage, una ragazzina bionda e altezzosa, guardando Sirius con aria sognante.
“Ma, guarda caso, qui davanti a noi c’è qualcuno che è stata insieme a lui per ben più di un giorno. Non è vero Vale?”
“Infatti! Ma toglimi una curiosità… come hai fatto a lasciarlo? Insomma, è uno dei ragazzi più popolari della scuola e qui dentro ci sono ragazze che si taglierebbero un braccio pur di avere metà della fortuna che hai avuto tu.” incalzò Pauline girandosi verso Valentine.
“Ehm… sapete com’è… divergenze caratteriali.” rispose Valentine facendo un mezzo sorriso e trattenendosi dalla voglia di spaccare un piatto in testa a quelle due.
Sirius intanto si era alzato dalla tavolata e si era diretto dai Corvonero. In pochi istanti si ritrovò abbracciato ad una ragazza slanciata, con lunghi capelli castani e il naso aquilino, il cui nome era Sarah Farrel, e che qualche mese prima era stata la causa della rottura tra il ragazzo e Valentine.
“Non prendertela, Vale!” disse Lily cercando di distrarre l’amica “Lo sai come è fatto, no? E’ un Malandrino dopotutto, inaffidabile, borioso ed arrogante.”
“Ehi! Remus non è affatto come Black, pur essendo uno di loro!” ribattè Erika.
“L’eccezione che conferma la regola.”
“Comunque devo smetterla di pensare a lui.” sentenziò Valentine cupamente “Mi aveva assicurato che era stata lei a baciarlo, ma guardate adesso come ci è entrato in confidenza! Evidentemente quella quando bacia è contagiosa…”
“Meno male che la prendi sul ridere! Credevo che ti saresti strappata i capelli se avessi visto una scena del genere.”
“Figurati. Dopo ciò che mi ha detto sull’Espresso per Hogwarts, non ho più nessuna voglia di scalpitare per quel tizio.”
La ragazza pronunciò queste parole ostentando una sicurezza che però in realtà non aveva. La visione di Sirius aggrappato a quella Sarah le aveva lasciato addosso una tristezza infinita, ma allo stesso tempo non voleva darlo a vedere alle sue amiche per non sembrare noiosa e monotematica.
Quando il banchetto fu terminato, le tre amiche si recarono con gli altri al dormitorio dei Grifondoro. Lily si mise in testa alla fila insieme a Remus per accompagnare gli studenti del primo anno, in quanto Prefetti.
Arrivati davanti al ritratto della Signora Grassa, Remus diede istruzioni.
“La parola d’ordine per entrare è: rugiada. Ricordatevela bene e mi raccomando; non svelatela a nessuno studente che appartiene alle altre case di Hogwarts. Se lo farete, riceverete una punizione molto severa e farete perdere molti punti a Grifondoro.”
Entrando nella Sala Grande, Erika e Remus si scambiarono uno sguardo molto tenero ed un timido sorriso, che però si spense quasi subito a causa del forte imbarazzo dei due.
Gli altri tre Malandrini erano già all’interno, seduti sulle poltrone migliori.
“Evans!” gridò James appena vide Lily, andandole incontro e urtando senza farci troppo caso un ragazzino del secondo anno. “Che bello rivederti!”
Lily alzò gli occhi al cielo e rispose, scocciata: “La cosa non è assolutamente reciproca, Potter. Mettitelo bene in testa!”
James, facendo finta di non aver sentito le ultime parole della ragazza, scompigliandosi i capelli si avvicinò e le disse: “Hai passato una buona estate?”
“Sempre meglio dell’anno scolastico che sto per affrontare, con te che rompi le scatole ogni dieci secondi. Comunque adesso lasciami stare, sto andando a dormire.”
“Ma dai! Non avrai mica sonno? La notte è ancora giovane, resta qui con me.”
“Non è mia abitudine addormentarmi durante le lezioni perché la notte precedente ho fatto le ore piccole… al contrario di te, naturalmente. E adesso fammi passare, per piacere.”
“E va bene. Allora ti auguro buonanotte. Magari se avrò fortuna capiterò nei tuoi sogni…”
“Spero con tutto il cuore di evitare un incubo simile, Potter. Ho mangiato leggero a cena, dopotutto. Addio.” E così dicendo se ne andò via con Erika a braccetto, facendo svolazzare i lunghi capelli rossi.
Valentine, durante quei minuti di conversazione tra Lily e James, era rimasta ferma in un angolo a rimirare il suo ex ragazzo. Sdraiato su una poltrona, la cravatta allentata e la camicia sbottonata sul collo, rideva di gusto sentendo lo scambio di battute tra i due ed era così sexy e affascinante che quando le sue amiche se ne andarono, lei dovette girarsi di colpo per non perdersi nei propri pensieri.
Senza alzare la testa per la vergogna, quasi andò a sbattere contro Peter.
“Buonanotte a tutti.” disse frettolosamente.
“Altrettanto.” rispose James.
Quando tutte e tre se ne furono andate, Potter diede una pacca sulla spalla a Sirius.
“Valentine ti ha salutato…” sogghignò.
“Sei sordo per caso? Ha detto: buonanotte a tutti. Non a me in particolare.”
“Però non ha neanche detto: buonanotte a tutti tranne che a Sirius Black.”
“Piantala di dire scemenze. Quella Evans ti dà proprio alla testa, lo sai?”

Le tre amiche furono le prime del loro anno ad entrare nel dormitorio femminile, così ebbero il tempo di parlare in tranquillità mentre sistemavano le loro cose.
“James Potter è sempre più cotto di te, eh Lily? Se continua così, andrà a finire che vi sposerete.” disse ironicamente Erika riordinando i propri vestiti con un incantesimo.
“Ma che diavolo dici, sei impazzita?” fece Lily, con aria scandalizzata.
“Piuttosto mi sposo con… con… con Piton!”
Nell’udire quest’ultima frase, Valentine si mise due dita in gola facendo finta di vomitare.
“Sì, beh… adesso ho esagerato, ma la sola idea di dover passare tutta la vita con quello sconsiderato di Potter, mi fa venire l’orticaria! Piuttosto, tu.” replicò indicando Erika “Invece di ridere tanto, perché non ti dai una mossa con Remus?”
Erika rimase sorpresa quando sentì questa domanda, al punto che perse la concentrazione e i suoi vestiti caddero a terra.
“Gliel’ho già detto io.” si intromise Valentine.
“Esatto, perciò smettetela di stressarmi! Io sto cercando di uscire dal mio guscio, lo sapete che mi lascio paralizzare dalla timidezza. E anche Remus sta facendo progressi. Il problema è che non troviamo mai il momento giusto in cui possiamo rimanere soli, c’è sempre qualcuno che si mette in mezzo.”
“Tutto qui? Il momento giusto si può sempre organizzare!” le fece l’occhiolino Valentine.
“Tu non fare niente, grazie tante. Pensa a risolvere i tuoi problemi con Sirius.”
“Ma di quali problemi vai cianciando? Non voglio più avere niente a che fare con Sirius Black. Lo sapete benissimo che non voglio neanche più sentirlo nominare!”
La porta del dormitorio si aprì in quel momento, e le altre ragazze Grifondoro entrarono salutandole e chiaccherando allegramente tra di loro.
Lily, parlando a bassa voce, continuò il discorso con Valentine.
“Peccato che spesso sei tu che lo nomini, soprattutto nei tuoi sogni.” disse, con un’espressione furbesca sul volto.
“Cosa?” si stupì Valentine, guardando l’amica.
“Beh, non te l’abbiamo mai detto, però… lo scorso anno, alcune notti, Erika ed io ci svegliavamo di soprassalto perché ti sentivamo dire nel sonno: Sirius, Sirius, Sirius, non smettere, ti prego… ed altre cose di questo genere. Lo sognavi, e a quanto pare erano sogni piuttosto eccitanti.”
Valentine diventò tutta rossa in viso quando scoprì questo fatto, e si coprì la faccia con un cuscino. Dopo qualche secondo, alzò la testa e guardando le due disse: “E va bene. Ammetto che Black sessualmente è una bomba.” Lily ed Erika ridacchiarono maliziosamente.
“Ma ciò non toglie che sia uno stronzo patentato!” continuò, arrabbiata, mentre si infilava il pigiama.
“Ne sei ancora innamorata. E’ inutile che lo neghi, si vede lontano un miglio.” le disse Erika.
“E’ palese.” sentenziò Lily.
“Non è vero!” si scaldò Valentine. “E anche se fosse, lui ora è interessato ad un’altra ragazza, l’avete visto stasera, no? Io sono un capitolo chiuso nella sua esistenza.”
Lily la guardò seriamente. “Ne sei proprio sicura? Voglio dire, la vostra storia è durata sei mesi, per lui è del tutto inusuale. Deve esserci stato qualcosa di speciale tra voi.”
“Se c’è stato, è però misteriosamente scomparso quando lui si è attaccato alle labbra della Farrel. E adesso basta, non parliamone più. Pensiamo a dormire, domani ci aspettano due ore di Pozioni , dopo colazione.”
“Riusciremo a dormire o tu nominerai ancora Sirius nel sonno?”
Lily rise sonoramente per la battuta di Erika, mentre Valentine sbuffò infastidita e si mise sotto le coperte.
Venti minuti più tardi calò il silenzio nel dormitorio femminile, e le ragazze Grifondoro si addormentarono profondamente.


CAPITOLO TERZO

SPOILER (click to view)
La mattina seguente, quando Valentine si svegliò, precipitò nel panico più totale.
Il suo gatto, Sean, era sparito e non aveva lasciato tracce di sé. Era un gatto davvero molto pigro e timoroso, che non si era mai mosso dalla torre dei Grifondoro, per questo la sua padrona si allarmò tantissimo non trovandolo da nessuna parte.
“Voi andate pure a fare colazione.” disse rivolgendosi alle ragazze che la stavano osservando. “Vi raggiungo appena trovo Sean”.
Lily cercò di dissuaderla. “Non puoi fare tardi il primo giorno di scuola, Lumacorno si infurierà! E magari ti darà anche una bella punizione.”
“Non mi importa. Sean non è abituato ad uscire, sarà terrorizzato!”
“E va bene. Ma cerca almeno di sbrigarti, d’accordo?” si rassegnò Lily, pensando che avrebbe fatto meglio a usare i suoi poteri da prefetto nei confronti dell’amica, se non altro per evitarle conseguenze peggiori.
Valentine si mise subito a perlustrare la Sala Grande e il dormitorio delle ragazze, chiese ad uno studente del terzo anno se per caso avesse visto un gatto bianco nel dormitorio maschile, dopodiché, visto che aveva avuto risposta negativa, decise di uscire e si recò nei corridoi circostanti e nella sala dei trofei, ma del micio non vi era nemmeno l’ombra.
Così, provò a compiere l’ultimo tentativo fuori dal castello, nel parco della scuola. Si recò infine al campo di zucche, vicino alla capanna di Hagrid, chiamando a gran voce il gatto.
“Sean! Vieni fuori, forza, sono io! Non aver paura…”
Ad un tratto scorse una palla di pelo bianco dietro ad una zucca particolarmente grossa, intenta nell’atto di divorare un topolino.
“Eccoti qui!” esclamò la ragazza al colmo della felicità “Mi hai fatto prendere uno spavento… a cosa è dovuto questo improvviso risveglio dei sensi, eh?”
“Oh, sei tu, Vale. Ho sentito gridare e sono uscito fuori a vedere cosa succede. Cosa ci fai qui?”
Valentine si girò di scatto. Davanti a lei si trovava il gigante guardacaccia di Hogwarts, Hagrid.
“Buongiorno, Hagrid. Scusami se ti ho disturbato, sono venuta a cercare il mio gatto, era scomparso all’improvviso! Sai, solitamente non si muove mai dalla torre di Grifondoro, e così mi sono preoccupata.”
“Nonostante tutto gli è rimasto un briciolo di istinto predatore! Ehi!” esclamò Hagrid guardando l’orologio della torre “Ma tu non dovresti essere a lezione in questo momento? Sbrigati, sei già in ritardo di cinque minuti!”
“Oddio, hai ragione… Lumacorno come minimo mi punirà con uno Schiantesimo! Grazie di tutto, Hagrid!” salutò Valentine prendendo in braccio Sean e iniziando a correre disperatamente.
Senza fiato, dopo qualche minuto arrivò al dormitorio femminile, mise il gatto sul suo letto e si precipitò nei sotterranei per la lezione di Pozioni.
Pensando ad una scusa credibile da inventare per tener buono il professore, finalmente arrivò davanti alla porta dell’aula.
Stava quasi per fermarsi ed aprire, quando ad un tratto si scontrò con uno studente che evidentemente era in ritardo come lei.
“Ahia! Accidenti, stai attento a dove cammini!”
“Potrei dirti la stessa cosa, sai?”
Valentine drizzò le orecchie. Conosceva bene quella voce. Alzò gli occhi per guardare in faccia il ragazzo… era proprio lui! Sirius Black. Cosa ci faceva fuori dall’aula, solo, senza i suoi amici?
La ragazza rimase per qualche istante a fissarlo con la bocca aperta. Sirius, guardandola, esclamò bruscamente: “Beh? Vuoi aprire la porta o rimaniamo qui fino a Natale?”
Valentine sentendo le sue parole si riprese dallo sbalordimento e pensò: “Carino e gentile come al solito!”
Mise la mano sulla maniglia ed aprì la porta con una certa violenza, lanciando uno sguardo rabbioso a Sirius.
Il professor Lumacorno li stava osservando, impettito e con le mani sui fianchi, il pancione puntato verso di loro e i baffi che sembravano tremargli per la stizza.
“Ebbene.” disse in tono severo “Vi siete degnati di arrivare, finalmente. Dieci minuti di ritardo, ragazzi. Eppure siete al sesto anno, dovreste conoscere bene Hogwarts e le sue aule. Non tolgo punti alla vostra casa solamente perché fortunatamente non tutti gli studenti che appartengono a Grifondoro sono come voi.” E così dicendo volse lo sguardo verso Lily, che precedentemente aveva supplicato il professore di non punire i Grifondoro per il ritardo di Valentine “Ma non esiterò a farlo se questo episodio dovesse diventare un’abitudine, sono stato abbastanza chiaro?”
“Sì, professore” risposero all’unisono i due ragazzi.
Dopodiché si diressero ognuno verso i propri amici, ma Lumacorno li fermò subito.
“Oggi lavorerete a coppie, e tutte le coppie sono già state formate, voi due siete gli ultimi. Forza, signorina Hammond e signor Black, prendete i vostri strumenti e mettetevi vicini.”
“Cosa?” disse Valentine, sgomenta, con una vocina flebile flebile.
“Non voglio sentire storie, su.” commentò il professore.
Passando attraverso le file di calderoni, Valentine lanciò un’occhiataccia a Lily ed Erika che ridevano silenziosamente.
La ragazza era visibilmente agitata mentre sistemava l’occorrente per la lezione, mentre Sirius invece mascherava meglio l’emozione, anche se per poco una provetta non gli scivolò dalle mani, rischiando di rompersi a terra.
“Molto bene. Ora che ci siamo tutti possiamo iniziare. Dunque, credo proprio che la lezione di oggi interesserà molti di voi. Oggi studieremo l’Amortentia, conosciuta comunemente come filtro d’amore.”
“Oh, mio dio. Oltre al danno, la beffa!” pensò Valentine con un’espressione cupa, mentre le sue amiche continuavano a sghignazzare.
“Questa pozione, se eseguita correttamente, si riconosce dalla sua particolare lucentezza madreperlacea e il suo vapore è caratterizzato da spirali.” spiegò Lumacorno alla classe.
“L’Amortentia, in parole povere, emana un’essenza che varia da persona a persona, poiché riflette gli odori che attraggono ognuno di noi. E’ una pozione potentissima, che, però non deve essere utilizzata eccessivamente: ricordatevi che questa pozione non può assolutamente far innamorare di voi una persona!” disse il professore con veemenza.
“Ora, passiamo alla pratica. Ciascuno di voi oggi, dovrà preparare l’Amortentia seguendo le istruzioni che vi ho scritto sulla lavagna. Dopodiché, quando avrete terminato, vi scambierete l’un l’altro una provetta della vostra pozione e per la prossima lezione voglio che scriviate una relazione sulla provetta di Amortentia che vi ha dato il vostro compagno, insieme ad un breve tema generale su questo filtro d’amore. E’ tutto chiaro?”
Gli studenti annuirono.
“Benissimo, ora mettetevi al lavoro!”
Tutti iniziarono immediatamente a preparare la pozione. Valentine si sentiva molto in imbarazzo, non solo perché stava lavorando fianco a fianco con Sirius, ma soprattutto perché temeva che la sua pozione rivelasse il suo odore, visto che era ben conscia di esserne ancora innamorata, nonostante cercasse di salvare le apparenze con le altre persone.
Sperò persino di sbagliare nella preparazione dell’Amortentia. Dopotutto, Pozioni non era mai stata la sua materia preferita, perciò la situazione non sarebbe poi stata così grave.
I due ragazzi per qualche minuto non si rivolsero la parola. L’atmosfera era carica di tensione.
Ad un certo punto però, mentre Sirius aggiungeva un ingrediente, improvvisamente si rivolse alla ragazza domandandole a bruciapelo: “L’hai ritrovato il tuo gatto?”
Valentine lo guardò con aria perplessa. “E tu come fai a sapere che Sean è scappato?” Sirius sobbalzò e confusamente rispose: “Io? Beh… l’ho visto sulla mapp… voglio dire, l’ho visto dalla finestra che correva in direzione della casa di Hagrid.”
Valentine, dopo aver udito queste parole, rimase davvero sbalordita. Da quando in qua il famoso e ricercatissimo Sirius Black si interessava agli animali domestici delle sue ex fidanzate? O magari c’era qualche motivo valido? Forse Lily aveva ragione, dopotutto. Se Sirius si era preoccupato per la sorte del suo gatto, probabilmente provava ancora qualcosa nei suoi confronti. Un piccolo sorriso si insinuò sul volto della giovane Grifondoro.
Poco prima della fine della lezione, i due terminarono la pozione.
I timori di Valentine si erano avverati. La fragranza della sua Amortentia ricordava effettivamente l’odore di Sirius, e questo praticamente equivaleva ad una dichiarazione in piena regola.
I ragazzi si scambiarono velocemente le provette senza guardarsi in faccia, anche se, quando Valentine sfiorò le dita del ragazzo, sentì la bocca del suo stomaco restringersi per l’emozione, mentre un brivido le percorse la schiena.
“Ehm… allora ci si vede in giro, Valentine… ciao.” “Ciao, Sirius.” rispose Valentine guardando il ragazzo dei suoi sogni mentre usciva dall’aula raggiungendo gli altri Malandrini.
“Ehi, raccontaci tutto! Come mai sei entrata a lezione con Sirius?”esclamò Erika arrivando alle spalle della sua amica.
“Già. Che cos’hai combinato, questa volta?” continuò Lily.
La ragazza raccontò alle amiche quello che le era accaduto, mentre tutte assieme si accingevano a salire le scale, dirette verso l’aula di Divinazione.
“Ma è fantastico!” disse Lily sorridendo. “Ti rendi conto che, a questo punto, ha quasi la certezza che lui sia davvero ancora interessato a te? Altrimenti perché ti avrebbe chiesto notizie di Sean?”
“Può darsi che l’abbia visto sgattaiolare fuori dalla torre, semplicemente per puro caso.” rispose Valentine in tono pessimista.
“Non ti vuoi proprio arrendere all’evidenza, vero?” le chiese Erika, arrabbiata.
“Senti. Sirius Black non è certo il tipo che si interessa di gatti, a meno che non ci sia un buon motivo.”
“E comunque ne avrai la certezza quando aprirai la sua provetta di Amortentia.” disse Lily sottovoce, sedendosi ad uno dei tavolini rotondi presenti nell’aula di Divinazione.
“E’ la mia provetta, che mi preoccupa.” esclamò Valentine. “Quando Sirius l’annuserà, scoprirà che sono ancora innamorata di lui.”
“Ah, lo ammetti, finalmente!”
Valentine sospirò forte. “Ebbene sì.” ammise. E guardandosi intorno aggiunse, con cautela: “Sono ancora innamorata di lui. E non oso immaginare cosa succederà, quando se ne renderà conto.”
“Beh, ormai la frittata è fatta. Devi solo aspettare. Lui ti ha dato la sua provetta?” chiese Lily.
“Sì, ce l’ho nella borsa.”
“Perfetto. Stasera andremo in biblioteca, faremo i compiti di Pozioni e scopriremo una volta per tutte di chi è innamorato Sirius Black.”
“Chissà chi sarà mai…” esclamò Erika ironicamente. “Scommetto che non occorre avere la sfera di cristallo per scoprirlo! Oh, buongiorno, professoressa!” si zittì la ragazza vedendo l’insegnante che la stava osservando in malo modo.
Così, mentre la professoressa sproloquiava di tarocchi e quadri astrali, Valentine si perse come al solito nei suoi pensieri, attendendo con ansia, per la prima volta nella sua vita, di svolgere i compiti di Pozioni.


CAPITOLO QUARTO

SPOILER (click to view)
Il posto preferito dai Malandrini per poter stare in panciolle e godersi le ultime giornate di tepore, era sempre stato un grande albero che si trovava vicino alla riva del lago.
Anche quel giorno, dopo aver pranzato, tutti e quattro si sedettero sotto le sue fronde, chiacchierando e ridendo sguaiatamente.
Tutti, tranne uno di loro.
Sirius quel pomeriggio sembrava insolitamente pensieroso, distratto e assorto.
Mentre Peter e James parlottavano di tecniche di Quidditch e Remus leggeva attentamente un libro scolastico, il ragazzo frugò con circospezione nella sua borsa, fino a quando trovò la provetta di Amortentia, stringendola con cura nel palmo della mano.
Non voleva aprirla davanti ai suoi amici; se per caso quello non fosse stato il suo odore, bensì di un altro ragazzo, non sarebbe riuscito a sopportare anche gli sguardi sfuggevoli e preoccupati di Minus, i sorrisetti maliziosi e le prese in giro di James e le occhiate compassionevoli di Remus, oltre alla delusione cocente di non essere più la persona amata da Valentine.
Valentine. Anche lui le aveva dato una provetta della sua Amortentia, e quella aveva rivelato chiaramente l’odore della ragazza, il suo profumo, lo stesso che ogni tanto gli passava sotto le narici, mentre stava facendo altro.
Sirius sperava che quella provetta facesse capire una volta per tutte alla sua ormai ex ragazza i sentimenti che ancora provava per lei, che si rendesse conto di essere stata troppo frettolosa nel giudicarlo e che finalmente lo avrebbe perdonato.
Nonostante lui avesse tentato di dimenticarla, di ritornare ad essere uno sfrontato playboy facendo stragi di cuori a scuola, non voleva, non riusciva a togliere l’immagine di Valentine dalla sua testa.
Oltre ad essere molto carina, la qualità principale della ragazza era di essere straordinariamente semplice, eppure così diversa dalle altre che aveva frequentato.
Lei non pendeva dalle sue labbra come una cagnolina, anche se lo ascoltava sempre con attenzione; non esitava ad esprimere la propria opinione quando era necessario, e soprattutto stare con lei era divertente.
Lo faceva ridere il suo modo di arrossire violentemente, quando le accadevano cose imbarazzanti, il fatto che non trovasse mai niente di ciò che le serviva quando cercava qualcosa dentro la borsa, il suo modo di arrabbiarsi e fare l’offesa, o quando inciampava oppure andava a sbattere contro le cose.
Come quella volta che perse una scarpa uscendo dal ritratto della Signora Grassa.
Quel giorno indossava delle scarpe cosiddette “ballerine”, che erano leggermente larghe per lei, e a causa di quella dannata scarpa per poco non finì stesa a terra.
“Ehi, Cenerentola, devi aspettare mezzanotte per poter perdere la scarpetta… adesso sono solo le otto del mattino!” l’aveva presa in giro James, beccandosi un gestaccio come eloquente risposta.
Sirius sorrise ripensando a quell’ episodio, e il sorriso gli si allargò in volto quando gli ritornarono alla mente i suoi baci mentre gli accarezzava i capelli e le loro serate passate a parlare abbracciati in Sala Comune, davanti al camino acceso.
Ma sapeva anche che Valentine era anche molto insicura, e vedendo quella scena del bacio alla Farrel, la fiducia in se stessa e negli altri era stata minata ancora di più.
Sirius aveva cercato continuamente di discolparsi, di farle capire che ciò che aveva visto era stata solo una brutta coincidenza e lui non provava niente per la Corvonero, ma la ragazza era stata irremovibile ed aveva troncato su due piedi la loro relazione.
Così, il giovane Black aveva deciso di cambiare tattica e si era messo proprio con l’artefice di quella brutta rottura; un po’ per riscattare la sua fama, e un po’ per provare a far ingelosire Valentine, anche se al momento questa finzione non sembrava funzionare al meglio.
“Ehm… Felpato? Ti sei rincitrullito, per caso? Non dici una parola!” lo riscosse James.
“Come? Oh… stavo pensando.” esclamò Sirius.
“A cosa? Al prossimo scherzo da fare a Mocciosus?”
“Mocciosus? Ti pare che io pensi a lui, in questo momento?”
“E allora a cosa pensi, scusa? Oggi assomigli a Lunastorta!”
Lupin scoccò un’occhiata di rimprovero a James, il quale dopo pochi secondi sbirciò dentro alla borsa di Sirius e disse: “Che cos’hai nella mano?”
Black non ebbe i riflessi abbastanza pronti per lasciare la presa dalla provetta, e così il suo amico fece in tempo a vedere che la stringeva.
“Una provetta di Pozioni? E da quando ti sei appassionato alla materia di Lumacorno?”
Remus rispose.
“James, non vedi che quella è la provetta di Amortentia?”
Potter inarcò le sopracciglia ed immediatamente replicò: “Ma certo! E’ quella che ti ha dato Valentine!”
Subito dopo Peter rise e anche lui volle dire la sua.
“Questo ragazzo è innamorato perso… della sua ex fidanzata.”
“E’ vero. Gli è bastato stare vicino a lei per due ore e guardate come si è trasformato, ha gli occhi da pesce lesso!” continuò James.
Sirius si morse il labbro inferiore. Tutto questo era proprio ciò che avrebbe voluto evitare! Con rabbia malcelata, alzò lo sguardo verso James e disse: “E cosa dovrei dire di te con la Evans? Appena la vedi da lontano incominci a correrle dietro e la stai a sentire anche quando ti insulta! Forse non sono io l’unico cane tra noi…”
James Potter, visibilmente sorpreso da quella frase, si scompigliò i capelli e replicò: “Ma… che cosa c’entra questo? Io sono sicuro che prima o poi Lily cederà al mio fascino.”
“Sì, come no… il giorno in cui accadrà una cosa del genere, i miei genitori inviteranno a cena una famiglia di babbani!” rispose Sirius con ironia.
Peter iniziò a ridere fastidiosamente, provocando il disappunto di Remus, che esclamò:
“La volete smettere di fare tutto questo chiasso? Sto studiando Rune Antiche, non lo vedete?”
“Oh, scusaci tanto, Remus. Ma, per favore, potresti spiegare a noi poveri ignoranti cosa sono questi segni sul tuo libro? Mi sembrano cuoricini con tanto di iniziali E.G., o sbaglio?” chiese James con fare innocente.
Remus chiuse il libro di scatto ed abbassò gli occhi per l’imbarazzo.
Peter Minus soffocò una risata e disse:
“Ahi, ahi, ahi, ragazzi, siete messi male. Ho qui davanti a me il capitano della squadra di Quidditch, un Prefetto e lo studente più desiderato dalla popolazione femminile di Hogwarts, e l’unico che attualmente ha una relazione stabile con una ragazza sono solo io…”
Da qualche mese infatti, Peter aveva una storia con una studentessa Tassorosso del quarto anno, che si chiamava Eleine Weber.
Sirius abbandonò definitivamente ogni speranza di salvare la propria reputazione. In fondo quei tre ragazzi erano i suoi migliori amici e a loro non poteva assolutamente nascondere niente.
“Come è potuto succedere, proprio a me?”
“Beh, Sirius, dopotutto anche tu sei un essere umano e non sei immune dal provare dei sentimenti.” sentenziò Remus, saggiamente.
“A proposito.” disse James avvicinandosi a Sirius “ Perché non provi ad aprire la provetta, così scopriamo di chi è innamorata la tua bella?”
Sirius annuì. Ormai era tardi per i ripensamenti. Si sforzò di rimanere calmo e controllato mentre apriva la provetta; e se non fosse stato suo, quell’odore? E se fosse stato di un Serpeverde, addirittura? Il ragazzo scacciò quel brutto pensiero dalla sua testa. Non era possibile, Valentine era una persona troppo razionale e coerente, non poteva prendersi una sbandata per uno di quegli schifosi razzisti.
Socchiuse gli occhi e avvicinò la provetta alle narici.
Odore di cuoio… sì, quello gli apparteneva… terra bagnata… anche quello. Cioccolata e fragole, come la sua torta preferita. Decisamente il suo odore.
Annusò ancora un paio di volte per accertarsi di non aver capito male, mentre sul suo viso si insinuò lentamente un sorriso di trionfo.
“Beh? Qual è il responso, Sirius?” chiese ingenuamente James, mentre scrutava l’amico insieme a Peter.
“Non vedi che è felice come una pasqua? E’ il tuo odore, vero Felpato?” rispose Remus come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Black annuì vigorosamente, visibilmente soddisfatto.
“Fammi sentire.” James gli strappò di mano la provetta, per poi annusarla a sua volta.
“Effettivamente sento puzza di cane bagnato.” scherzò. “E adesso come pensi di comportarti?”
Sirius non rispose subito. Si limitò a sorridere di nuovo, mentre pensava finalmente di avere la certezza che Valentine lo amava ancora.
Guardò James dritto negli occhi e disse: “Le devo parlare. Possibilmente da solo.”




Al tavolo dei Grifondoro, quella sera durante la cena, Valentine Hammond aveva notato che Sirius era più allegro del solito, e che, stranamente, non si era alzato nemmeno una volta per andare dai Corvonero. Al contrario, quando Sarah Farrel andò da lui, la allontanò con una scusa piuttosto banale.
“Hai visto che Black continua a guardare nella tua direzione?” si rivolse Erika a Valentine.
Eccome se l’aveva visto! Oltretutto per un paio di volte i loro sguardi si erano incontrati, anche se la ragazza come al solito fece finta di niente.
“Ma cosa dici, Erika! Starà facendo il cascamorto con qualche altra Grifondoro.”
Erika decise di non replicare, ma alzò gli occhi al cielo pensando a quanto fosse testarda la sua amica.
Più tardi, quando la cena fu terminata, anche Lily, Erika e Valentine si accinsero a scoprire l’odore della provetta di Amortentia.
Le tre si diressero in biblioteca, che in quel momento era occupata solamente da alcuni ragazzini Corvonero del secondo anno.
Lily era particolarmente curiosa. “Allora, Vale, la vuoi aprire quella provetta, sì o no?” bisbigliò.
“Guarda che se non la apri, non solo non saprai mai di chi è innamorato Black, ma ti beccherai anche una sonora T in Pozioni.” aggiunse Erika.
“Come se non fossi abituata…” commentò aspramente Valentine “Sapete, ho paura, ragazze. E se questo non fosse il mio odore? Se fosse di un’altra, ad esempio della Farrel? Oppure…” sospirò “… se invece non ci fosse alcun odore? Magari lui non è innamorato di nessuno, e le ragazze le usa solo come passatempo. Che cosa potrebbe esserci di peggio?”
Lily ed Erika si scambiarono uno guardo pieno di esasperazione.
“Adesso basta. Insomma, hai la possibilità di sapere se il ragazzo dei tuoi sogni è innamorato di te, usala, accidenti! Potessi averla io, questa possibilità, con Remus, non me la farei scappare di certo. Apri quella maledetta provetta!”
Valentine abbassò gli occhi. Erika aveva ragione, non poteva assolutamente lasciarsi scappare un’occasione simile, anche se il cuore le rimbalzava in petto, mentre toglieva il tappo dalla provetta.
Le sue amiche la fissavano, in trepidante attesa.
Incominciò ad annusare. Vaniglia… questo sì… caffè... ne beveva sempre una quantità industriale, come poteva non fare parte del suo odore… salsedine… aria di Liverpool, la sua città di provenienza… ed infine, profumo di margherite, i suoi fiori preferiti. Non c’erano dubbi: quello era proprio il suo odore.
Passò immediatamente la provetta a Lily ed Erika, per sentire anche la loro opinione.
“Provate ad annusare anche voi, visto che mi conoscete bene.” disse sorridendo.
Lily annusò per prima.
“E tu avevi dei dubbi? Questo è il tuo odore, ci metto la mano sul fuoco!”
“E’ vero. Manca la fragranza delle tue ascelle quando torni da una partita di Quidditch, ma per il resto è sicuramente il tuo odore.” la prese in giro Erika dopo aver annusato a sua volta.
Valentine rise, anche se nervosamente. Le sue preoccupazioni non erano finite.
“Ma adesso cosa faccio? Voglio dire, prima o poi lui scoprirà che anch’io ricambio il sentimento. E a quel punto?”
“Vale, quanto sei complicata! Vi rimettete insieme, no?”
“Tu invece sei fin troppo semplicistica, Erika! Cosa dovrei fare, andare da lui e dirgli: “Ciao, Sirius, sai, ho aperto la tua provetta e ho scoperto che ti piaccio ancora. Visto che la cosa è reciproca, perché non ci rimettiamo insieme?” Mi sotterrerei dalla vergogna!”
“Secondo me dovresti aspettare che sia lui a fare la prima mossa, d’altra parte è sempre così spavaldo.” suggerì Lily, che poi guardò l’ora e disse: “ Ehi, sono quasi le dieci e non abbiamo ancora iniziato a fare i compiti. Diamoci da fare, non ho voglia di studiare fino all’alba.”
Così, le tre amiche iniziarono a lavorare di buona lena.
Ma la mente di Valentine fluttuava già dopo aver letto solo qualche riga del libro di Difesa contro le Arti Oscure, che, nonostante fosse la sua materia preferita in assoluto, in quel momento le interessava meno di niente.
Pensava ai suoi occhi grigi, al suo viso, al suo sorriso e al suo fisico slanciato. E si soffermò a ricordare il suo modo di essere straordinariamente divertente, istintivo, ribelle, così diverso dalla maggior parte dei bambocci che aveva conosciuto sia a Hogwarts che nella Liverpool babbana.
Se solo avesse avuto il coraggio di fargli sapere quanto aveva bisogno di lui…
Ma improvvisamente una voce la ridestò.
“Signorine, la biblioteca chiude a quest’ora, se volete continuare a studiare, andate nella vostra sala comune!” esclamò Madama Pince con fare autoritario.
Le tre ragazze si alzarono all’istante, raccogliendo velocemente tutte le loro cose e si diressero senza dire una parola verso il ritratto della Signora Grassa.


CAPITOLO QUINTO

SPOILER (click to view)
Durante il periodo successivo, gli studenti del sesto anno non ebbero quasi neanche il tempo di respirare, tanta era la mole dei compiti da svolgere e le ore da passare chini sui libri.
“Ma insomma, abbiamo appena affrontato i G.U.F.O; i M.A.G.O ci saranno solo l’anno prossimo… perché non ci lasciano in pace?” si lagnava mestamente Peter Minus quando la sera si ritrovava a studiare insieme ai suoi amici, controllato a vista da Remus.
Valentine, in particolare, si sentiva distrutta. Non solo doveva impegnarsi nello studio come tutti gli altri, ma doveva anche pensare agli allenamenti di Quidditch, che erano indispensabili per poter affrontare nel migliore dei modi l’imminente campionato scolastico.
Il Quidditch era sempre piaciuto alla ragazza, ed il suo ruolo era quello di Cacciatrice, che a dire il vero era piuttosto faticoso e stressante: Bolidi tutt’intorno che tentavano continuamente di raggiungerla per poterle spaccare il setto nasale, spintoni e gomitate da parte dei rivali (specie se erano Serpeverde), e ovviamente dopo essere riuscita a sopravvivere a tutto ciò, doveva recuperare la Pluffa e cercare di lanciarla attraverso gli anelli della porta avversaria.
Gli allenamenti ebbero inizio un venerdì alle quattro, mentre l’aria era satura dell’autunno che ormai bussava alle porte.
James Potter era nervoso ed intransigente, come lo era sempre quando doveva allenare la squadra; si prendeva tremendamente sul serio e non ammetteva frivolezze.
“Dunque. Ascoltatemi bene, tutti quanti.” disse con severo cipiglio mentre gli altri componenti della squadra si riunivano intorno a lui.
“La prima partita della stagione è contro i Tassorosso. So benissimo che non abbiamo mai avuto particolari difficoltà nell’affrontarli in passato, ma credo che vi ricorderete del loro battitore, nonché Capitano: Alex Dowern. Ci ha dato molti grattacapi l’anno scorso, e la sua è una squadra ben serrata in difesa e piuttosto determinata a non farsi sconfiggere. Sono sicuro che tenteranno di darci fastidio anche in questo campionato, perciò, per prepararci al meglio, oggi ci alleneremo in modo diverso dal solito.”
“Cioè? Ci permetterai di tirare Cacchebombe ai Tassorosso finché non cadono giù dalle scope?” disse Dave Flannery, uno dei Battitori, causando l’ilarità dei suoi compagni.
In condizioni normali, James avrebbe riso anche lui alla battuta, e senza dubbio avrebbe risposto in tono altrettanto ironico.
In questo caso però, si trovava su un campo da Quidditch e le buffonerie erano l’ultimo dei suoi pensieri.
Aggrottò le sopracciglia e sbuffò spazientito, ma nonostante ciò decise di far finta di non aver sentito e riprese a parlare.
“Ci alleneremo per migliorare le nostre manovre di volo e la stabilità sulla scopa.”
E così dicendo tirò fuori la bacchetta dalla tasca e fece comparire lungo il campo degli anelli di luce, ognuno di un colore diverso.
“Voglio che ognuno di voi attraversi quanti più cerchi possibile, nel minor tempo possibile.”
La squadra mormorò qualche parola di disapprovazione per la difficoltà dell’allenamento, ed anche Valentine ebbe qualche perplessità, pensando che questa volta il Capitano aveva davvero esagerato.
Stava per andare a protestare insieme con gli altri, quando sentì delle voci dietro alle sue spalle.
Le gradinate del campo da Quidditch si erano riempite di alcuni studenti Grifondoro che volevano assistere agli allenamenti; erano presenti anche alcune ragazzine Corvonero che ridacchiavano scioccamente ed altri studenti del primo anno che fissavano con ostentata ammirazione i giocatori. Inoltre, guardando verso la sinistra delle gradinate, Valentine riconobbe Erika, Peter, Remus ed una spaesata Lily che osservò con stupore, visto che solitamente preferiva rimanere in Sala Comune a studiare piuttosto che perdere tempo con delle sciocchezze come il Quidditch.
In mezzo a loro si trovava anche Sirius Black, che aveva la stessa espressione di Lily e sembrava che si trovasse in quel luogo solamente perchè qualcuno lo aveva obbligato. Ma a differenza della rossa, il braccio del ragazzo era braccato dalla solita Farrel, che esibiva un sorriso splendente.
Valentine sentì il fumo che le usciva dalle orecchie per la rabbia che provava in quel momento, ed in cuor suo desiderava tanto avere per le mani un lanciafiamme babbano per poterlo usare contro quell’odiosa coppietta.
A che gioco stava giocando, Black? La sua provetta di Amortentia aveva finalmente dissipato ogni dubbio riguardante i sentimenti che il ragazzo provava per lei, ed invece non solo lui non aveva ancora mosso un dito per dichiararsi definitivamente, ma oltretutto Valentine doveva anche sorbirsi quello stucchevole siparietto!
Vedendo che l’amica stava iniziando a dar retta al proprio istinto omicida, Lily le fece segno di calmarsi e si mise un dito sulle labbra per farle capire di star zitta.
Lo sguardo delle due ragazze cadde su Remus ed Erika, che per la prima volta erano incredibilmente vicini. L’atmosfera tra i due ragazzi era carica di agitazione, nonostante il tempo atmosferico fosse estremamente mite.
Valentine pensò di giocare d’astuzia. Che cosa avrebbe guadagnato, arrabbiandosi? Probabilmente solo un’ulcera cronica ed il livello della sua pressione arteriosa alle stelle… meglio darsi una calmata e dimostrare le proprie capacità in modo più razionale.
Il Quidditch poteva essere una soluzione: avrebbe attraversato tutti quei dannati anelli più velocemente dei suoi compagni, e così facendo si sarebbe presa una bella soddisfazione nei confronti di quella Corvonero smorfiosa.
Nel frattempo, James era riuscito a calmare gli animi ed alcuni ragazzi di Grifondoro avevano già incominciato ad allenarsi sotto la stretta sorveglianza del Capitano, che però cambiò del tutto il suo atteggiamento non appena si rese conto che Lily Evans si trovava tra gli spettatori. Vinse la sua indecisione riguardo al restare sul campo oppure andare da lei, ed infine la seconda ipotesi ebbe la meglio, causando effetti benefici sul suo umore.
“Ciao, Evans.” si rivolse James alla ragazza in tono sfrontato e falsamente presuntuoso.
“Sei venuta qui ad ammirare il tuo Capitano che mette in riga la squadra?”
“Non farti illusioni James, e togliti di mezzo.” rispose lei, seccata. “Se tu avessi un minimo di elasticità mentale, capiresti da solo perché sono qui!” continuò, alludendo a Remus ed Erika, che ormai sembravano entrati in sintonia, anche se entrambi apparivano ancora un po’ a disagio.
“Ma… ma… come è successo? Insomma, questi due sono le persone più timide che io conosca…” farfugliò James a bassa voce.
“E per di più Remus è…”
“Che cosa?” domandò Lily, incuriosita.
“Oh, beh… è il prototipo del single incallito, non sembra anche a te?” rispose James mordendosi la lingua.
Lily lo squadrò con un’espressione poco convinta.
“Potter, credo che se tu fossi nato tra i babbani, ti avrebbero rinchiuso in un ospedale psichiatrico già da un pezzo.” sospirò rassegnata.
James non riuscì a comprendere le parole della giovane, ma era comunque felice di non averle rivelato troppo, e soprattutto di trovarsi vicino a lei; così, per dimostrarle che non era un mollaccione, volse lo sguardo verso i suoi compagni per vedere come se la cavavano con gli anelli.
“Bravissima, Clayton!” urlò ad una Cacciatrice che aveva appena terminato il percorso.
“Toh, guarda Evans… adesso è il turno della tua amica Hammond. Chissà come se la caverà!”
Lily scrutò Valentine attentamente, ed incrociò le dita con un po’ d’apprensione.
Anche tutti gli altri la stavano osservando, Sirius compreso, che contemporaneamente stava cercando di distrarsi dall’esasperante presenza della Farrel.
Valentine salì tranquillamente sulla sua scopa, si diede una lieve spinta in alto con i piedi e rimase per qualche istante immobile a mezz’aria.
Era questa la sensazione che più le piaceva del volare su una scopa: non il voler competere con gli altri giocatori e dimostrare di essere più forte, bensì il sentirsi parte integrante della comunità magica, sapendo di avere questa particolare capacità, e sentire la dolce ebrezza del volo che le percorreva la schiena.
Si ridestò subito da questi pensieri. Era venuto il momento di affrontare il percorso che James Potter aveva preparato.
Mentre prendeva velocità, la ragazza si rese conto che la situazione non era così semplice come aveva previsto… gli anelli non solo erano davvero numerosi, ma erano anche posizionati ognuno ad un’altezza diversa ed erano tutti di differenti dimensioni. Nonostante ciò non si perse d’animo e li oltrepassò con una certa abilità, anche se ogni tanto ebbe qualche difficoltà a sterzare.
“Ehi, Sirius, è piuttosto brava la nostra Valentine, vero? Ce la sta mettendo tutta, sembra che debba dimostrare qualcosa a qualcuno…” esclamò James provocatoriamente.
Black non rispose e si limitò a rabbuiarsi più di prima.
La ragazza superò i primi dieci anelli, accelerando e rallentando, salendo e scendendo in base alla collocazione dei cerchi; stava procedendo piuttosto bene.
La seconda ed ultima parte del percorso che stava per affrontare si trovava in prossimità delle gradinate sulle quali erano seduti i suoi compagni di Casa, perciò Valentine si sforzò di rimanere ancora più concentrata per evitare una brutta figura davanti ai loro occhi.
Sfortunatamente, mentre stava attraversando due piccoli cerchi che si trovavano a circa un metro e mezzo di altezza, buttò lo sguardo verso Remus ed Erika, proprio nel momento in cui Lupin mise un braccio sulla spalla della ragazza e lei di rimando appoggiò delicatamente la testa contro il suo petto.
Valentine sgranò gli occhi vedendo quei due in atteggiamenti affettuosi.
“Ma come è possibile? Erika si è sempre vergognata come una ladra solamente per essersi seduta nel banco dietro a quello di Remus, ed invece adesso eccoli là, abbracciati come due fidanzatini che guardano la luna piena! Mi domando come abbiano fatto a…”
Ma non potè finire di riflettere: involontariamente aveva iniziato a volare rasoterra, e purtroppo dopo pochi secondi inciampò malamente e ruzzolò giù dalla scopa cadendo con la faccia sul prato.
Lily lanciò un gridolino disperato, James si precipitò verso Valentine per assicurarsi che stesse bene, Sirius si alzò di scatto staccandosi dalla presa di Sarah e cercando di soccorrere la sua ex ragazza.
Intanto Erika osservava la scena paralizzata e si era coperta la bocca con le mani, mentre al tempo stesso Remus e Peter si erano avvicinati al bordo delle gradinate e guardavano Valentine con un po’ di preoccupazione.
“Stai bene, Hammond?” domandò Sirius non appena le fu vicino, toccandole la spalla.
Valentine si girò e si mise seduta lamentandosi.
Il suo viso era sporco di terra, dal naso e dal labbro superiore le scendeva del sangue ed aveva un aspetto davvero tremendo; ma la cosa che più le faceva male era la gamba sinistra, dalla quale proveniva un dolore acuto e lancinante.
“Credo… di essermi slogata un ginocchio…” disse a denti stretti.
“Bisogna chiamare Madama Chips.” osservò James che nel frattempo si era avvicinato.
“Forse è meglio se vai tu, James. Io resto qui con Valentine.” affermò Sirius facendo un mezzo occhiolino all’amico.
“Ehm… mi sa che è inutile, ragazzi. Lily ed Erika ci hanno già pensato.” s’intromise Remus.”
Sirius ebbe un moto di stizza ma pensò bene di rimanere zitto, mentre cercava deliberatamente di ignorare Sarah Farrel che cercava di attirare la sua attenzione.
Valentine fu portata immediatamente in infermeria, e qui fu subito accudita da Madama Chips che riportò in un attimo la sua gamba in condizioni normali.
“Quidditch… ne ho visti a centinaia di ragazzi come te, farsi male seriamente praticando questo gioco, signorina Hammond!” borbottò l’infermiera.
“E nonostante ciò, non si è mai preso nessun provvedimento per renderlo più sicuro! Bah. Comunque, tornando a noi, penso proprio che faresti meglio a restare qui stanotte.”
“Ma io sto bene, Madama Chips!” protestò Valentine non appena ebbe finito di bere il suo ricostituente.
“Oh, so perfettamente che ora stai benissimo. Ma è mia abitudine far restare tranquilli i miei pazienti, quando cadono da una scopa. Ragion per cui, tu stanotte dormirai qui in infermeria.”
La ragazza non ebbe alternative. Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi, ma il suo cervello non ne voleva sapere.
Continuò a rivedere Sirius avvinghiato alla Farrel, mentre vicino a loro vi erano Remus ed Erika teneramente abbracciati.
Non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, ma dentro di sé provava una sorta di rancore ed invidia nei confronti dell’amica. Era molto contenta del fatto che finalmente il suo sogno d’amore si era avverato,certo… ma perché lei non riusciva ad essere altrettanto felice? Perché ultimamente la sua vita sembrava essere sempre in bilico tra la gioia e la depressione?
Scuotendo la testa e pensando a quanto fosse stronza ed egoista nei confronti di Erika, Valentine si asciugò in fretta le lacrime che le erano scese per il nervoso che aveva provato pochi minuti prima, mentre in quello stesso momento la porta dell’infermeria si aprì lentamente e vi fecero capolino le teste di due ragazze.
“Disturbiamo? Madama Chips ha detto espressamente che possono entrare solo due persone alla volta…” bisbigliò Lily.
“E così eccoci qua. Volevamo essere le prime a poter piangere sul tuo cadavere!” continuò Erika in tono scherzoso.
“Sto bene.” le rispose Valentine lanciandole un’occhiata obliqua.
“Ma la Chips vuole che io stia qui, stanotte.”
“Beh, forse è meglio così, sai. Dopo lo spavento che hai preso, credo che tu abbia bisogno di pace e relax, cose che non è assolutamente possibile trovare in un posto che pullula di malandrinate come la nostra Sala Comune.” esclamò Lily con stizza.
“A proposito di Malandrini. Sbaglio o ho notato un certo cambiamento in Remus Lupin, negli ultimi tempi? Tu ne sai qualcosa, Erika?” disse Valentine mettendosi seduta sul letto.
“Ne stavamo parlando prima di venire qui da te. A quanto pare si è compiuta una vera e propria svolta, Valentine, e tu ed io ne siamo rimaste all’oscuro!”
Erika abbassò lo sguardo ed iniziò a mangiarsi le unghie, come faceva sempre quando era nervosa. Dopo qualche secondo fece un lungo sospiro ed iniziò a raccontare.
“Oh, e va bene. E’ cominciato tutto ieri sera, quando sono tornata in Sala Comune per riprendere il libro di Trasfigurazione che avevo dimenticato. Remus era appena arrivato dalla ronda serale, ed eravamo gli unici rimasti ancora svegli, così abbiamo iniziato a chiacchierare del più e del meno e poi… lui ha detto che gli avrebbe fatto piacere assistere agli allenamenti di Quidditch insieme a me. Per questo oggi ho insistito perché venisse anche Lily, ero talmente emozionata che sicuramente non ce l’avrei fatta a reggere senza la presenza di un’amica al mio fianco.
E poi… ad un certo punto, durante gli allenamenti, lui ha appoggiato il braccio sulla mia spalla.”
Lily e Valentine continuarono a fissare Erika, pendendo letteralmente dalle sue labbra.
“Ed io, per la prima volta in vita mia da quando ho raggiunto l’età della ragione, mi sono lasciata andare e ho appoggiato la testa su di lui.” terminò sorridendo.
“Solo che poi, una delle tue migliori amiche è caduta dalla scopa e ha rovinato l’atmosfera.” disse Lily malignamente.
Valentine sentì crescere il suo senso di colpa, dopo aver udito quella frase.
“Mi dispiace. Non so cosa mi è preso, mi sono distratta un momento e…” mentì spudoratamente.
“Ho una vaga idea di che cosa abbia potuto distrarti!” continuò Lily, alludendo a Sirius Black.
“Non ti preoccupare, Vale.” la interruppe Erika per non far intristire l’amica.
“Remus mi ha invitato a Hogsmeade, quando ci sarà la prossima libera uscita.”
“Wow, ma allora è una cosa seria!” gioì Valentine.
“Ragazze, vi prego, abbassate la voce. Questa è un’infermeria; non siamo a Diagon Alley!” le rimproverò Madama Chips che era entrata all’improvviso.
“Il tempo delle visite è terminato, ed inoltre la cena è pronta. Su, domani avrete tutto il tempo per ciarlare allegramente, ma ora andate fuori di qui!”
Le due ragazze si allontanarono e fecero per uscire, ma dopo pochi istanti Lily si girò di nuovo verso il letto di Valentine e le disse:
“Quasi dimenticavo! Prima di uscire dalla Sala Comune per venire qui, ho incontrato Sirius Black e mi ha pregato di darti questi.”
E le passò un pacchetto ovale ed una busta chiusa con la ceralacca.
“Mi raccomando, poi facci sapere che cosa contiene!” esclamò Erika sorridendo, mentre scompariva insieme a Lily dietro la porta.
Valentine cominciò a scartare il pacchetto con vivace curiosità, e ben presto scoprì che Sirius le aveva regalato una scatola di Cioccorane Confezione Maxi, che lei adorava fin da quando aveva undici anni.
Sbalordita per il comportamento del ragazzo, Valentine si ricordò a malapena della busta che era arrivata insieme alla scatola.
La aprì velocemente mentre il cuore le ballava la rumba in petto, e con sua grande sorpresa si ritrovò davanti agli occhi una pergamena che recava un messaggio del tutto originale: un grande augurio di pronta guarigione dai colori cangianti, che sovrastava l’immagine di un cane nero come la pece, il quale aveva la lingua a penzoloni e le faceva l’occhiolino in maniera ammiccante.
La ragazza rimase alquanto perplessa; cosa poteva significare tutto ciò? Come mai Sirius continuava a comportarsi in modo così incoerente?
Restò sveglia ancora per un po’ a riflettere su quel mistero, ma quando finalmente sentì di potersi abbandonare tra le braccia di Morfeo, un sorriso di soddisfazione era spuntato sul suo viso.


CAPITOLO SESTO

SPOILER (click to view)
James Potter ce l'aveva fatta. Si sentiva a pezzi e grondava di sudore, la testa gli scoppiava dolorosamente, ma era riuscito finalmente a stringere fra le dita l'agognato boccino d'oro, sconfiggendo i Tassorosso per un soffio.
Gli applausi e le grida erano tutti per la sua squadra, che in quel momento si stava dirigendo verso lo spogliatoio, saltando e ridendo per la felicità.
Alex Dowern si avvicinò al suo avversario e gli strinse cordialmente la mano, facendogli i complimenti per l'abilità e l'astuzia che aveva dimostrato durante la partita.
James si scompigliò i capelli come al suo solito e con una punta di imbarazzo sorrise ad Alex e ricambiò il complimento.
Il battitore dei Tassorosso non gli era mai piaciuto granchè; lo tovava noioso e senza cervello, ma dovette ammettere che l'incontro era stato molto leale e soprattutto non privo di difficoltà.
Mentre la squadra di Grifondoro rientrava dal campo, Alex notò Valentine, la quale di rimando gli sorrise amichevolmente. James vedendo i suoi compagni salutò in fretta Dowern e ben presto li raggiunse, così il giovane capitano di Tassorosso si ritrovò da solo.
Fece qualche passo per tornare dai propri amici, poi però improvvisamente cambiò idea e tornò sui suoi passi, chiamando Valentine e mettendole delicatamente una mano sopra la spalla per fermarla.
"Ciao, scusa se ti disturbo. Non voglio rubarti del tempo, solo... posso parlarti per un istante?" le chiese.
La ragazza si girò verso di lui.
"Sì, certo. Non ti preoccupare, non ho alcuna fretta." rispose, curiosissima di sapere cosa mai volesse dirle il capitano dei Tassorosso.
"Ecco, innanzitutto volevo complimentarmi con te per la partita. Davvero, sembrava che avessi in corpo una carica di adrenalina pazzesca, per poco non hai mandato il nostro portiere direttamente in infermeria!"
"Mi dispiace, non ne avevo l'intenzione." disse Valentine giustificandosi con un sorrisetto. "Il fatto è che il Quidditch per me è soprattutto una valvola di sfogo e di questi tempi sono davvero sotto pressione. Sai, i compiti e tutto il resto..." continuò la ragazza riferendosi a Sirius, che dopo l'episodio delle Cioccorane aveva continuato ad ignorarla e ad uscire con la Farrel.
"Ti capisco benissimo, anch'io ultimamente mi sento un po' stressato. Ed è per questo che voglio chiederti una cosa." affermò Alex torcendosi le mani.
"Vedi" continuò "Lumacorno ha organizzato per Halloween una di quelle sue stupide feste, invitando quelli che secondo lui sono le personalità più importanti di tutta Hogwarts, sia passate che presenti."
"Sì, ne ho sentito parlare, la mia amica Lily è stata invitata. Piuttosto patetiche queste festicciole, non trovi?"
"Già. Non mi interessa affatto andarci!" si affrettò a dire Alex, agitando le mani.
"Ti assicuro che ne farei volentieri a meno. Ma il professore continua ad insistere, sai, mio padre è un Medimago del San Mungo, e di conseguenza io faccio parte della sua cerchia degli eletti. E siccome ho la possibilità di invitare qualcuno che mi accompagni... beh, oggi ti ho vista giocare ed ho pensato di chiedertelo. Naturalmente puoi rifiutare, ma mi farebbe molto piacere andarci insieme a te." disse il ragazzo abbassando lo sguardo verso il terreno.
Valentine rimase molto colpita; non si era mai accorta di piacere a qualcuno, addirittura ad uno studente di un'altra Casa!
Forse fu perchè doveva provare a se stessa che Sirius non era l'unico ragazzo al mondo, o forse perchè dopotutto sembrava ancora essere interessato alla Farrel, nonostante la pozione di Amortentia e le Cioccorane a sorpresa, ma per la prima volta Valentine prese seriamente in considerazione l'idea di frequentare qualcun altro.
Perchè mai avrebbe dovuto torturarsi nell'incertezza, mentre invece poteva uscire con un ragazzo carino e gentile come Alex?
In fondo non aveva alcun debito con Black, anzi, era stato lui a baciare un'altra ragazza quando stavano ancora insieme, ed era sempre lui che sembrava divertirsi a giocare con i suoi sentimenti.
Decise di accontentare Alex.
"Ti ringrazio per l'invito, accetto molto volentieri. Ma ci tengo a specificare che lo faccio per te, non perchè voglio entrare nella lista dei prediletti di Lumacorno!"
Alex diventò paonazzo, ma non riuscì a nascondere la propria felicità.
"Wow... avevo paura di essere mandato a quel paese!" disse, mentre il sollievo gli si dipingeva in faccia.
"Beh, allora, la festa si svolgerà nell'ufficio di Lumacorno, tra due settimane. Ora ti lascio andare, immagino che vorrai farti una doccia e dopo questa partita ne ho bisogno anch'io! Grazie ancora di tutto. Ci vediamo!" e se ne andò via sorridendo cordialmente.
Valentine ricambiò il saluto e rimase ferma per qualche secondo a riflettere su quanto le era appena accaduto. Una voce alle sue spalle la riscosse.
"Ehi, Valentine! Sei rimasta qui tutto il tempo a firmare autografi, per caso?" le domandò James Potter, che nel frattempo si era già cambiato.
"Eh? Oh, ciao James. No, stavo semplicemente facendo quattro chiacchere con Alex Dowern..." rispose la ragazza in modo indifferente.
"Cosa cavolo vuole, quello? Abbiamo vinto la partita lealmente, mi sembra."
"La partita non c'entra niente. Se proprio vuoi saperlo, mi ha invitata per accompagnarlo alla festa di Lumacorno e io ho accettato."
James rimase a bocca aperta, sorpreso.
"Uscirai con Dowern? Ma è un bamboccio, non lo vedi? Non so nemmeno come abbia fatto a diventare capitano di una squadra di Quidditch!"
"Beh, primo, anche se sei il mio capitano non hai il diritto di giudicare le persone con cui esco." disse Valentine, arrabbiandosi.
"Secondo, ormai dovrebbe essere chiaro che ho una particolare predilezione per i bambocci!"
Potter guardò la ragazza e con un sorriso compiaciuto le disse: "Il problema è che tu sei troppo orgogliosa, e il ragazzo di cui sei innamorata è un imbecille." concluse.
"Io non sono innamorata di nessuno in questo momento. Ma chissà, forse frequentando Alex potrebbe succedermi. In fondo è così carino..."
James scosse la testa, diede un ultimo sguardo esasperato alla sua compagna di squadra e poi se ne andò borbottando qualcosa di simile a: "le donne...".
Valentine lo guardò andar via , poi decise di farsi finalmente quella benedetta doccia. Quel pomeriggio in programma ci sarebbe stata un'uscita ad Hogsmeade e non poteva di certo andarci indossando una divisa da Quidditch tutta sporca e puzzolente.


"Vuoi stare ferma, con quel tappo di Burrobirra? Sono già nervosa per conto mio, se continui così potrei anche mangiarti le mani!"
"Lily, non è mica colpa mia se guardando James Potter volare sopra ad una scopa ti sono venuti dei pensieri impuri e adesso sei più agitata del solito."
"Ma cosa stai dicendo? Piuttosto è lui che continuava ad ammiccare nella mia direzione facendo lo sbruffone su quella scopa, come se tutto questo potesse cambiare la mia opinione nei suoi riguardi!"
"Sì, certo. Ora cerca di tranquillizzarti, stanno arrivando Remus ed Erika."
All'ingresso dei Tre Manici di Scopa entrarono i due ragazzi, visibilmente felici e mano nella mano, mentre l'espressione dei loro visi lasciava intendere che niente al mondo poteva disturbare la loro gioia.
"Possiamo sederci qui? Fuori incomincia a fare un po' freddino." chiese Erika rivolta alle due amiche.
"Sedetevi pure, ma sappiate che questo tavolo oggi potrebbe emanare delle scariche elettriche." rispose Lily, mentre Remus la guardava come se le fossero appena spuntati un paio di baffoni.
"Ehm... non fateci caso, oggi è una giornata storta per la signorina Evans." replicò Valentine, tentando di calmare l'amica.
"E a quanto pare non è destinata a migliorare. Guardate chi sta arrivando! Non c'è un bagno in questo posto? Improvvisamente mi scappa la pipì." disse Lily cercando di allontanarsi dal tavolo.
"Non fare la furba, tanto ti ha già vista." affermò Valentine riferendosi a James che si stava avvicinando a grandi passi verso di loro.
"Non puoi sempre svincolare, perchè non provi ad affrontarlo, per una volta? Chi lo sa, magari potrebbe anche piacerti e... oh!" si interruppe la ragazza, che aveva appena visto Sirius sbucare alle spalle di James.
"Beh, Lily, direi che il bagno è proprio il posto che vorrei visitare in questo momento. Su, andiamo!"
"Eh, no!" s'intromise Lily. "Se io devo affrontare Potter, tu devi fare la stessa cosa con Black!"
"Non farci caso, queste due sono fuori di testa." si rivolse Erika a Remus, il quale in quel momento avrebbe preferito dare da mangiare a degli Schiopodi Sparacoda piuttosto che trovarsi in mezzo a quell'imbarazzante conversazione al femminile.
"Ehi, guarda guarda. Forse il pomeriggio non è del tutto destinato ad essere noioso. Ciao Evans, come ti va la vita?" chiese James con nonchalance avvicinandosi alla ragazza.
"Ecco, adesso ho davvero bisogno del bagno. Per vomitare."
"Hai avuto proprio una bella idea James, passare il pomeriggio in questa bettola. Con tutte le cose che avremmo potuto fare!" disse Sirius sedendosi vicino a Valentine che stava bevendo la sua burrobirra guardando in alto con aria indifferente.
"Beh, ormai siamo qui. Evans, posso parlarti un attimo?"
Lily guardò Valentine, preoccupata, la quale le fece un cenno per suggerirle di accettare.
"Dopo mi lascerai in pace, Potter?" chiese Lily al ragazzo, che annuì incrociando le dita dietro la schiena senza farsi vedere.
"E va bene. Andiamo." e si alzò, seguita da James.
"Manca solo Peter qui dentro. Qualcuno sa dove è finito? L'ho lasciato nel dormitorio mentre si spruzzava addosso litri di profumo, con in mano un enorme mazzo di fiori." disse Remus spezzando l'atmosfera carica di tensione che si era creata intorno al tavolo.
"E' uscito con la sua ragazza." rispose Sirius giocherellando con il tappo di burrobirra di Valentine. "Sai, quella biondina di Tassorosso del quarto anno."
"Oh. Questo spiega tutto, allora." concluse Remus.
"Già. E a quanto pare non è l'unico che frequenta i Tassorosso in questo periodo. C'è chi addirittura esce con il capitano della squadra di Quidditch!" disse Sirius in tono polemico.
"Hai qualche problema in proposito, Black?" ribattè Valentine alzando la voce.
"No, figurati." le rispose Sirius voltandosi verso di lei. "E' solo che non credevo ti piacessero i palloni gonfiati."
"Davvero? Sai, è molto strano visto che stavo insieme ad uno di loro solo pochi mesi fa!"
"Ehm... Remus, cosa ne diresti se ce ne andassimo un po' in giro, magari da Madama Piediburro?" chiese frettolosamente Erika al suo ragazzo.
"Certo, mi sembra un'ottima idea, Erika. Ci vediamo, ragazzi!"
E così i due si dileguarono, seguiti dallo sguardo sbalordito di Valentine, che intanto incominciava a sentire i crampi allo stomaco per il nervosismo.
Dopo qualche secondo di imbarazzo, Sirius iniziò a parlare.
"Perchè hai accettato di uscire con Dowern? Puoi venire con me a quella festa, anch'io sono stato invitato."
"Mi ha invitata prima Alex." rispose la ragazza, indispettita. "E poi a te non sono mai piaciute le feste di Lumacorno, non ci hai mai messo piede in vita tua. E comunque, perchè non ci vai con la tua ragazza? A proposito, come mai non sei con lei?"
"Perchè preferisco stare con te, per parlare un po', accidenti!" affermò Sirius, quasi urlando. "Ormai sono settimane che mi ignori, mi hai lasciato senza che potessi darti una spiegazione! Perchè non hai voluto ascoltarmi, posso saperlo?"
"Quello che ho visto mi basta e mi avanza, grazie mille." rispose Valentine, acida, gli occhi puntati sul tavolo. "C'era la tua lingua nella sua bocca, Sirius, non ho bisogno di ulteriori spiegazioni. Ed inoltre tu continui a frequentarla, mi pare."
Sirius sbuffò, spazientito. Scosse lievemente il capo e poi le disse:
"Non hai ancora capito che la frequento solo per farti ingelosire?"
Valentine per la prima volta in quel pomeriggio alzò lo sguardo sul suo ex ragazzo.
"E tu credi sul serio di riuscire ad impressionarmi con simili mezzucci da quattro soldi?"
"Beh..." rispose Sirius, alquanto in imbarazzo. "Io speravo di farti ritornare da me. Insomma, cosa devo fare per entrare di nuovo nella tua vita? Cosa cavolo hai in quella testa?" urlò infine, spazientito, mentre alcune persone intorno a loro lo guardarono sbigottiti.
La ragazza non poteva credere alle proprie orecchie; nonostante tutto Sirius aveva avuto il coraggio di insultarla. Si alzò, prese la sua borsa a tracolla e senza dire una parola girò sui tacchi per uscire dal locale.
Sirius si rese subito conto di ciò che aveva fatto.
"Valentine... aspetta! Scusami, sono stato un idiota... cazzo!"
Anche il ragazzo si alzò, seguì Valentine passando davanti a Lily e James senza degnarli di uno sguardo, mentre loro discutevano animatamente in un angolo del locale.
La ritrovò dietro ad un vicolo lì vicino, stava singhiozzando con la schiena appoggiata al muro. Sirius rimase immobile ad osservarla un po' a distanza; si sentiva tremendamente in colpa: ancora una volta era riuscito a rovinare tutto.
"Ciao, amore! Cosa fai qui tutto solo?" disse all'improvviso una voce femminile che gli si era avvicinata.
Sirius si girò e vide Sarah Farrel.
"Ah, sei tu." le disse.
"Chi credevi che fossi? Dai, andiamo a fare un giro a Mielandia. Voglio comprare due Cuori Zuccherosi." e così dicendo lo trascinò via senza troppi complimenti.
Valentine intanto rimase in quell'angolo e smise di piangere.
Si asciugò in fretta le lacrime e giurò a se stessa di non lasciarsi più abbattere dagli atteggiamenti sgarbati di Sirius.
Ora doveva solo pensare a passare qualche ora divertente insieme ad Alex Dowern.


CAPITOLO SETTIMO

SPOILER (click to view)
I giorni passarono lenti, mentre Valentine cercava di non pensare a ciò che le aveva detto Sirius e soprattutto cercava di evitarlo, ma non fu facile; sembrava che lui comparisse in ogni istante davanti ai suoi occhi, ovunque.

Di certo non poteva impedirgli di entrare in Sala Comune o di sedersi al tavolo dei Grifondoro, così Valentine sgattaiolava ogni sera in biblioteca per poter studiare e svolgere i compiti insieme a Lily, che mal sopportava le insistenti avances di James e seguite malvolentieri da Erika, che stava con loro solamente per solidarietà, mentre avrebbe preferito di gran lunga studiare con Remus.

Ben presto però, giunse la fine di Ottobre e il giorno di Halloween, giorno in cui era stata fissata la festa del Lumaclub.

Sembrava che nessuno fosse particolarmente entusiasta di partecipare al party di Lumacorno, ma nonostante ciò, quella sera le ragazze tornarono dal banchetto in Sala Grande in preda ad una forte agitazione. Valentine, soprattutto, era particolarmente nervosa a causa del suo primo appuntamento con Alex Dowern.

“Sapete una cosa?” disse la ragazza, mentre si sistemava i capelli davanti allo specchio. “Credo che Alex mi piaccia davvero.”

“Oh, no! Questo vuol dire… adesso… smetterai di essere infelice?” esclamò Erika, facendo finta di essere inorridita.

Lily scoppiò a ridere, mentre Valentine scoccò ad entrambe un’occhiata di rimprovero.

“Dai, Erika, sto parlando sul serio. Io e lui non abbiamo niente in comune, a parte il Quidditch. E sinceramente non mi piacerebbe parlare in continuazione di Pluffe, boccini d’oro e campionato scolastico.”

Lily alzò gli occhi al cielo.

“Guarda che non lo devi sposare!” disse. “Hai solo sedici anni, hai conosciuto un ragazzo carino e simpatico, perché continui a lambiccarti il cervello? Goditi la vita!”

Valentine ed Erika la guardarono, stupefatte. Lily non aveva mai espresso un pensiero del genere, al contrario, era sempre stata una persona piuttosto rigida in fatto di sentimenti.

“Hai preso una botta in testa, Lily?” sbottò Valentine.

“Ho capito! E’ stato James Potter! Cosa vi siete detti ai Tre Manici di Scopa?” chiese Erika, avvicinandosi all’amica con modi inquisitori.

La ragazza arrossì istantaneamente, ma si rifiutò di proferire parola. Le altre due insistettero per un po’, ma poi dovettero desistere: si stava facendo tardi e tutte e tre dovevano andare alla festa.

Non erano le uniche in verità; Remus, James e Sirius erano stati invitati, mentre il povero Peter brontolava perché a lui non era toccata la stessa sorte.

“Perché io vengo sempre escluso, a queste feste? Eppure me la cavo abbastanza bene in Pozioni!”

“Dai, Codaliscia, smettila di frignare.” gli suggerì James, dandogli delle piccole pacche sulla spalla. “Ti assicuro che non sono poi un granché queste feste. Io, per esempio, ci vado solo perché la Evans è stata invitata, Remus è un Prefetto e deve accompagnare la sua bella, ed infine Sirius… beh, diciamo che anche lui ha le sue buone ragioni.”

Nel sentire le ultime parole dell’amico, Sirius emise un verso di soddisfazione.

“A proposito, Felpato. A quanto pare sei riuscito a mollare la Farrel!” affermò Remus.

“L’ennesimo cuore infranto dal nostro Don Giovanni!” scherzò James. “Ora però deve riuscire a riconquistare Valentine Hammond e non sarà facile: Alex Dowern è già qui fuori che la aspetta.”

Sirius sgranò gli occhi per lo stupore.

“E’ già qui? Non vuole proprio perdere tempo, quell’idiota!” affermò il ragazzo, che, però smise subito di parlare non appena vide Lily, Erika e Valentine uscire dal dormitorio femminile.

Con una punta di risentimento nella voce, Sirius si rivolse immediatamente alla sua ex ragazza.

“Hammond, al di là del ritratto della Signora Grassa c’è il tuo principe azzurro che ti attende. Purtroppo però, sembra che abbia dimenticato il cavallo bianco nel dormitorio dei Tassorosso.”

Valentine stava per ribattere, ma Lily la fermò.

“Andiamo, lascialo stare.”

“Sì, lascialo stare, Valentine… Evans, ci vediamo tra poco!” le disse James, ammiccando.

Lily non lo degnò di uno sguardo e lo oltrepassò trascinando Valentine con sé, mentre Erika usciva dalla Sala Comune insieme a Remus, il quale salutò velocemente i suoi amici.

Come avevano detto James e Sirius, al di là del ritratto Alex era fermo ad aspettare Valentine e sobbalzò quando la vide arrivare.

“Scusami se ti ho fatto attendere tanto, Alex.” disse la ragazza giustificandosi con un sorrisino.

“Nessun problema. In realtà sono arrivato con molto anticipo.” rispose il giovane Tassorosso, inciampando per colpa di una stringa slacciata.

Lily ed Erika riuscirono a reprimere le risa, mentre Remus sbuffò leggermente.

Dopo qualche minuto, senza che nessuno dei presenti dicesse una parola, il quintetto di studenti si arrestò davanti all’ufficio di Lumacorno, luogo nel quale si svolgeva la festa.

Dall’interno provenivano già delle voci di persone che evidentemente si sentivano onorate di far parte di quel raduno esclusivo.

“Sì, naturalmente mio padre conosce Horace Lumacorno da una vita” stava dicendo una ragazza Serpeverde del settimo anno, con il naso all’insù e l’aria altezzosa.

“E d’altro canto io ho sempre preso parte a queste feste, fin dal mio primo anno. Peccato che non siano poi così esclusive, in realtà. Ultimamente vi partecipa certa gente… babbani di nascita!” continuò la Serpeverde, squadrando con uno sguardo sprezzante i cinque ragazzi che erano appena entrati.

Loro non ci fecero caso; erano al corrente delle assurde teorie discriminatorie che circolavano in quel periodo, ma nessuno aveva voglia di iniziare una lite.

Lily però sentì la rabbia salirle dalla punta dei piedi alla cima della testa e mormorò a denti stretti un insulto alla Serpeverde.

Lumacorno intanto vide la sua pupilla e abbandonò in fretta le persone con le quali aveva parlato fino ad un istante prima.

“Signorina Evans! Che gioia vederla! E a quanto pare ha portato degli amici.” squittì il professore, che si era dimenticato di aver invitato anche Remus.

“Signor Dowern! Sono felice che abbia accettato il mio invito.” continuò rivolgendosi ad Alex. “E c’è anche la signorina Hammond con lei, bene, bene. E lei, signorina Evans? Come mai non si è fatta accompagnare da qualche baldo giovanotto?”

“Beh, io non…” balbettò Lily, cercando di trovare una giustificazione plausibile per nascondere il fatto che James si era offerto per accompagnarla, ma lei si era rifiutata, come al solito.

Il professore non l’ascoltò nemmeno; rivolse invece lo sguardo verso la porta d’ingresso ed alzando la voce esclamò:

“Buonasera signor Black! Signor Potter…”

“Ecco, appunto.” replicò Lily, avvilita.

Valentine da parte sua fece finta di niente e guardando Alex gli disse:

“Non capisco perché Lumacorno inviti tanta gente alle sue feste ridicole, visto che poi non le degna di uno sguardo, se non per pochi miseri secondi.”

“Hai ragione. Per questo motivo provo sempre un certo nervosismo, quando mi trovo in queste situazioni. Ma d’altronde adesso non possiamo andarcene. Vuoi qualcosa da bere?” chiese Alex alla ragazza.

“Volentieri, grazie. Preferisco allontanarmi da qui.” rispose lei, volgendo lo sguardo verso Sirius che stava parlando con Lumacorno, anche se aveva tutta l’aria di esser lì più per combinare qualche malandrinata, piuttosto che per dimostrare la sua devozione al professore di Pozioni.

Ma ben presto, Valentine scoprì che purtroppo Alex era monotematico da morire; era pur vero che il Quidditch la appassionava moltissimo, ma non era certo quello il modo in cui si era immaginata il suo primo appuntamento con Dowern.

Indubbiamente il ragazzo era molto impacciato e questo suscitava tenerezza, anche se la giovane Grifondoro non potè fare a meno di pensare a quanto si sarebbe divertita se al suo posto ci fosse stato Sirius.

Mentre fingeva di ascoltare Alex, la ragazza si guardò intorno cercando Black, ma con sua grande sorpresa non lo vide da nessuna parte. Nemmeno James sembrava essere presente nella stanza, e stranamente non stava cercando di strappare un appuntamento a Lily, la quale invece chiacchierava amabilmente con una studentessa Corvonero.

Delusa, Valentine tornò a rivolgere la sua attenzione ad Alex, che continuava a sproloquiare dello straordinario risultato della Scozia alla Coppa del mondo di Quidditch.

Non potè fare altro che sforzarsi di non sbadigliare e cercare di assumere uno sguardo interessato, mentre il ragazzo parlava e beveva del succo di zucca.

Ad un certo punto però, Valentine strabuzzò gli occhi.

Il volto di Alex si stava velocemente riempiendo di piccoli brufoli violacei, ma il giovane, impegnato com’era nel suo discorso, non si accorse di nulla.

“Ehm… Alex?” lo interruppe Valentine. “Per caso sei allergico al succo di zucca?”

Dowern scoppiò in una risata.

“Oh, no, lo bevo ogni mattina! Come ti viene in mente una cosa del genere?”

“Beh, allora credo che tu abbia un piccolo problema di acne.”

Il ragazzo si tastò la faccia. Allibito, chiese scusa a Valentine e tentando di nascondersi il viso si dileguò, alla ricerca di un bagno.

La ragazza, suo malgrado, non potè fare a meno di sorridere, anche se provò un po’ di pena per il capitano dei Tassorosso.

Contemporaneamente, senza essere visti, in un angolo nelle vicinanze Sirius e James discutevano a bassa voce sotto il mantello dell’invisibilità.

“Amico, hai un debito con me. Mi hai fatto perdere minuti preziosi in cui sarei potuto stare in compagnia di Lily, invece di fare questo stupido scherzo a Dowern!”

“Ne terrò conto, Ramoso. Adesso però usciamo da qui, così tu potrai farti mandare a quel paese dalla Evans ancora una volta e io potrò sfoderare tutto il mio fascino e finalmente ritornare tra le braccia di Valentine.”

“Scommetto che questa volta succederà il contrario.” affermò James togliendosi il mantello di dosso e nascondendolo in una tasca.

“La speranza è l’ultima a morire, eh?” gli rispose Sirius, dirigendosi verso la sua ex ragazza.

Quando la vide, Valentine stava per allontanarsi dal tavolo delle bevande, evitando accuratamente il succo di zucca.

Sirius decise che era venuto il momento di agire.

“E’ stato divertente, vero?” esclamò.

Valentine si voltò velocemente verso di lui.

“Tu! Come ho fatto a non pensarci? Dovevo immaginarlo. Cosa hai messo nel suo succo? E come diavolo hai fatto, senza farti vedere?”

Black sorrise, trionfante.

“Non posso rispondere alle tue domande, sono trucchi del mestiere. Ancora una volta ho messo a segno uno scherzetto con i fiocchi. D’altra parte è abbastanza facile con i babbei come quello…”

Valentine rispose al ragazzo in tono stizzito.

“Certo, invece tu sei un genio, un vero campione! Un po’ di modestia ti farebbe più che bene, sai?”

“E’ un dato di fatto, Hammond. E poi persino tu ti sei messa a ridere.”

“Beh, cosa c’entra…” arrossì la ragazza. “Ammetto che è stata una situazione piuttosto buffa, ma comunque dovresti dimostrare un po’ più di maturità!”

“Era l’unico modo per riuscire a parlarti, visto che mi eviti come la peste.” affermò Sirius avvicinandosi a Valentine.

“So benissimo di essermi comportato male ancora una volta con te, e per questo ti chiedo scusa.”

La ragazza sentì la testa girarle vorticosamente. Il momento dei chiarimenti era arrivato e questa volta non era per niente sicura di riuscire a resistere.

“Sei stato davvero molto sgarbato, Sirius. Te l’ho già detto: prima baci un’altra ragazza e neghi tutto, poi fai finta che non sia successo nulla e alla fine mi insulti e rovini il mio primo appuntamento con il capitano della squadra di Quidditch dei Tassorosso. Questo è decisamente troppo!”

Sirius abbassò lo sguardo mordendosi nervosamente il labbro inferiore. Sembrava sinceramente dispiaciuto e Valentine, vedendolo in quello stato, non se la sentì di infierire nuovamente.

“Ascolta.” disse lei, sospirando. “Anche a me dispiace, mi sono comportata come una bambina testarda, ho dato ascolto ai pregiudizi nei tuoi riguardi e mi sono lasciata prendere dall’ansia. In fondo è una mia prerogativa, no, lo sai come sono fatta.”

Sirius le prese il viso tra le mani.

“Quello che so è che vorrei farla finita con tutte queste finzioni e tornare ad essere il tuo ragazzo, Valentine.”

Improvvisamente, le voci delle persone circostanti si allontanarono sempre più, fino a sparire, mentre le orecchie della ragazza iniziarono a ronzare furiosamente. Non le importava più niente del suo orgoglio, di Lily che le suggeriva di non fidarsi di quel Malandrino, del fatto che negli ultimi tempi il comportamento della persona che le stava davanti l'aveva fatta star male.

Dopo mesi di distacco, le labbra di Sirius Black e di Valentine Hammond si unirono di nuovo grazie ad uno scherzo da Malandrini, sotto gli sguardi sbigottiti e ridacchianti dei loro amici.


CAPITOLO OTTAVO

SPOILER (click to view)
Quella mattina Valentine aprì gli occhi e si rese conto della triste realtà; l’anno scolastico era finito e da lì a poche ore sarebbe ritornata a casa, ma con una differenza rispetto all’anno precedente: il suo rapporto con Sirius proseguiva a gonfie vele da quella fatidica sera di Halloween e lei non era mai stata più felice.

Stranamente fu la prima a svegliarsi, perciò si alzò subito dal letto ma sfortunatamente anche in quel momento aveva la testa fra le nuvole come al solito e andò a sbattere dritta dritta contro la gabbia in cui Lily aveva rinchiuso il suo gufo la sera prima, causando gli strilli acutissimi dell’animale e svegliando tutte le studentesse presenti nel dormitorio.

“Guarda che di solito si usa il gallo come sveglia, non il gufo!” la rimproverò Erika, intontita per il brusco risveglio.

“Accidenti, Valentine! Vuoi farmi morire d’infarto, o cosa?” urlò Lily, appoggiando una mano contro il petto.

“Scusatemi. Ero soprapensiero.”

“Ma che novità!” ribatté Lily, sarcasticamente.

“Beh, in ogni caso è un bene esserci svegliate. Guardate che ore sono, faremmo meglio a sbrigarci.” disse Erika balzando giù dal suo letto.

“Da quando frequenti Remus sei diventata pignola, lo sai?” affermò Valentine.

In poco più di mezz’ora i preparativi per la partenza furono ultimati e le ragazze Grifondoro del sesto anno uscirono dalla Sala Comune.

Né Valentine e neppure Erika videro i rispettivi ragazzi ed oltretutto nei dintorni non vi era alcuna traccia dei Malandrini.

“Mi dispiace per voi, ma personalmente non mi interessa granché sapere dov’è finito Potter. Anzi, se perderà il treno ne sarò felice, così non potrà stressarmi durante il viaggio di ritorno!”

Le sue due amiche si lanciarono a vicenda uno sguardo eloquente; Lily non aveva ancora spiegato loro il perchè, ma negli ultimi tempi il suo atteggiamento nei confronti di James si era alquanto ammorbidito.

Gli studenti uscirono in massa dal castello e si diressero verso le carrozze che li avrebbero portati alla stazione.

Arrivate al binario, le tre ragazze ebbero un bel da fare salutando gli amici che incontrarono durante il percorso e soprattutto cercando uno scompartimento libero in mezzo a quel marasma.

Finalmente lo trovarono e dopo aver sistemato le valigie, Valentine si sporse dal finestrino, guardandosi intorno. Mancavano ormai cinque minuti alla partenza dell’espresso e ancora i Malandrini non si erano fatti vivi.

“Dove sono? Non sarà mica successo qualcosa?” disse.

“Eccoli, stanno arrivando adesso!” esclamò Erika, indicando quattro figure che correvano trafelati cercando di raggiungere il treno in tempo.

“Ehi, da dove arrivate voi? Credevo che non ci fosse più nessuno in giro!” si rivolse Hagrid ai ragazzi in tono burbero.

“Ci siamo svegliati tardi, sai com’è…” gli rispose Sirius con il fiatone.

“Ad ogni modo adesso siamo qui e dobbiamo proprio salire sul treno. Buone vacanze, Hagrid!” disse James salutando il guardacaccia.

“See... non me la raccontate giusta, voi quattro. Buone vacanze!” sorrise lui, compiacente.

I Malandrini raggiunsero Lily, Erika e Valentine nel loro scompartimento, anche se, vista la quantità di bagagli, lì dentro tutti quanti stavano decisamente stretti.

“Sirius, ma dove ti eri cacciato? Mi hai fatto prendere uno spavento!”

“Mi dispiace, Valentine. Ma dovevamo assolutamente fare un’ultima cosa prima di andare via.” affermò Sirius schioccando un bacio sulle labbra della sua ragazza.

“Avete bruciato la scuola, per caso?” s’intromise Lily.

“No. Però abbiamo lasciato un piccolo regalo a Gazza, giusto per ricordargli che ritorneremo a Hogwarts l’anno prossimo.” le rispose James con una punta d’orgoglio.

Dopo qualche istante il treno incominciò a muoversi, e più velocemente di quanto Valentine ricordasse, raggiunse la stazione di King’s Cross a Londra.

Con un tonfo al cuore, la ragazza si lasciò stringere dalle braccia di Sirius, l’ultimo abbraccio prima che l’estate li separasse.

“Mi scriverai, ogni tanto?” gli chiese, guardandolo negli occhi.

“Ti scriverò ogni giorno… e cercherò anche di imparare ad usare quel coso… quello che usano i babbani per comunicare.”

“Intendi dire il telefono?”

“Esatto. Così potrò sentire la tua voce.”

“Allora devo lasciarti il mio numero.” disse Valentine cercando nella borsa un pezzo di pergamena sulla quale poter scrivere.

Sirius la guardò intensamente e continuò a parlare.

“Lo so che quest’anno è stato piuttosto difficile per noi due, Valentine. Ma ti assicuro che penserò solo a te durante le vacanze e conterò i giorni che ci dividono.”

“Stai pur certo che lo farò anch’io, Sirius.” rispose lei, facendosi coinvolgere in un bacio appassionato.

Poco lontano, un ragazzo con i capelli spettinati e gli occhiali si stava avvicinando ad una figura dai lunghi capelli rossi, che se ne stava ferma ad aspettare i propri genitori.

“E’ finita bene tra quei due, vero Evans?”

Lily sobbalzò, tuttavia non usò il suo solito tono acido per rispondere a James.

“Già, sono felice per Valentine. Sembra un’altra persona, adesso.”

“Anche tu avresti bisogno di sentirti amata, sai? A questo proposito, quand’è che uscirai di uscire con me?” le chiese lui, incrociando le dita.

La giovane strega, per la prima volta da quando lo conosceva, sorrise apertamente a James Potter.

“Chissà, magari potrebbe succedere l’anno prossimo. Ma se ne fai parola con qualcuno, giuro che ti trasformo in un Ippogrifo, d’accordo?”





THE END.
 
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