La foresta degli animali, [7/01/10] La vostra prima fanfiction!

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Eylis
view post Posted on 26/1/2010, 12:18




Rating: Per tutti
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 927 parole con il titolo
Avvertimenti: -
Genere: Generale, Commedia, Sovrannaturale
Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.
Credits: -
Note dell'Autore: Ho scritto questa storia per un concorso indetto dalla mia scuola, era diviso in due parti (prima e seconda media, terza e quarta media), io sono arrivata seconda ed ero l'unica di prima media =P Quindi ne vado piuttosto fiera! Prima media vuol dire che l'ho scritta fra i 10 e gli 11 anni...
Introduzione alla Storia: Questa storia racconta di una foresta magica in cui tutti riescono a capire il linguaggio degli animali. Ma un grosso pericolo sta arrivando a turbare la sua quiete...




La foresta degli animali


-... Ed è con grande onore che, piantando nel suolo questa bandiera, chiamo questa nuova terra...uhmm ... vediamo ... Colomba, in onore di Colombia, mia terra natale!!!-

Così, dopo questo solenne discorso, Americo iniziò ad esplorare la "sua" nuova terra.
Dopo diverse esplorazioni, Americo arrivò alla grande foresta abitata da molti animali di diverse specie: c'erano volatili, terrestri, e, in un laghetto, alcuni animali acquatici.
Americo non lo sapeva, ma quella foresta era un po' magica, così, dal momento che vi entrò, fu capace di capire tutto quello che dicevano gli animali.
La prima voce che sentì fu quella di un uccello che, volando per il cielo, andava gridando:
- Assemblea generale al laghetto! Assemblea generale al laghetto! -
Americo riuscì a seguire uno scoiattolino e così sentì tutta la discussione fra gli animali.
- Amici - cominciò il gufo Gunone - sicuramente voi tutti vi sarete accorti dei nuovi arrivati, gli uomini! Purtroppo ho paura che abbiano intenzione di trasformare questa foresta in un mucchio di legna pronta da bruciare! -
- Ma è inaudito! - esclamò lo scoiattolino che era stato seguito da Americo.
A quel punto, Americo, che era stufo di sentire ingiurie sul suo equipaggio uscì dal suo nascondiglio e cominciò a parlare:
- Cari animali, io ed il mio equipaggio non intendiamo distruggere questa magnifica foresta. È vero che abbiamo abbattuto alcuni alberi, ma questo è stato fatto perché dovevamo costruire una casa. -
Gli animali, all'inizio alquanto spaventati, cominciarono ad ascoltarlo e capirono che diceva la verità.
Dopo essersi conosciuti bene con leccatine, annusatine e varie da parte degli animali, questi gli fecero visitare la foresta con le sue tane, case e addirittura un condominio per talpe.
Finita la visita, Americo andò a chiamare i suoi uomini per presentare loro gli animali appena conosciuti.
Questi arrivarono in fretta e furia e appena misero piede nella foresta anche loro furono in grado di capire gli animali.
Naturalmente anche loro fecero amicizia con gli animali, meno un serpente, Ramino, del quale avevano un po' paura a causa della sua velenosità.
Purtroppo un "pericolo" era appena sbarcato sull'isola: si trattava di Quaranquone, l'uomo più anti-ecologista del mondo!
Egli intendeva radere completamente al suolo la foresta magica per costruire esattamente 20 supermarket, 100 grattacieli, 5 megadiscoteche, e tante altre orribili costruzioni.
Gli animali, spaventati, scapparono a gambe levate e Americo si ritrovò solo con i suoi uomini e il serpente Ramino, l'unico animale rimasto per aiutarlo.
Poiché gli uomini avevano paura di Ramino, Americo disse:
- Paolo, Mario, Claudio, Francesco, Marco, Daniele, Davide, Andrea, Stefano e Nicola, voi appostatevi sulla destra della spiaggia. Carlo e gli altri vadano sulla sinistra della spiaggia. Io e Ramino attaccheremo dal centro! -
E ricordatevi, non voglio sangue, se non si dimostrano ragionevoli dovete soltanto intontirli e legarli, e quando si risveglieranno li porterete da me. Ora andate, e mi raccomando, siate molto prudenti, non ho voglia e nemmeno l'intenzione di perdere nessuno di voi.
Intanto Quaranquone, mentre gli uomini stavano allestendo l'accampamento, andava controllando gli attrezzi da lavoro, e cioè pale, picconi, scavatrici, un'enorme gru e molte altre cose.
Ad un certo punto sbucarono Americo e compagnia e fu un "fuggi fuggi" generale da parte degli uomini di Quaranquone il quale si era ritirato nella sua tenda sicuro di passare inosservato in mezzo a tutta quella confusione. Ma non aveva fatto i conti con Ramino, il quale, grazie alla sua acutissima vista l'aveva visto ed ora si stava avvicinando quatto quatto cercando di elaborare un piano:
- Allora, - pensava - se io cerco di stenderlo con una testata va a finire che o mi ammazzo e lui non si fa niente o mi ammazza lui, e questo proprio non mi va. Un'altra possibilità sarebbe di farlo ragionare, ma quello sono sicuro che imbraccia il fucile e mi stende. Ma allora cosa posso fare?!? -
Ad un tratto gli viene un'idea: entra nella tenda di soppiatto e si avvicina al tavolino a cui è seduto Quaranquone e, con un morso, gli inietta un poco di veleno in modo da farlo solamente addormentare e non ucciderlo.
Fatto questo si precipitò fino da Americo per comunicargli il fatto.
In quel momento Americo stava legando l'ultimo uomo che aveva appena intontito.
- Americo, vieni, presto, ho addormentato Quaranquone, ma non so quanto durerà l'effetto del veleno! -
- Davvero?! Quasi non ci credo! Comunque, adesso vengo con la corda più robusta che trovo.-
Così la foresta fu salva e Americo poté andare a chiamare gli animali che nel frattempo si erano rifugiati in un'altra foresta.
Quando arrivò lì, Americo gridò:
- Amici, potete venire, il pericolo è passato! -
Da quando era arrivato il pericolo, ad Americo frullava per il capo un'idea, ed ora aveva capito tutto: quella terra non era sua, non l'aveva scoperta lui, ma gli animali, e gli unici ad avere il diritto di dare un nome a quell'isola erano loro.
Così salutò tutti gli animali e abbracciò Ramino che, secondò lui e i suoi uomini, era stato un eroe e, prendendo un ricordino qua e uno là, s'incamminò verso la spiaggia col suo "seguito".
Arrivato là tolse la bandiera dalla sabbia, e dopo aver caricato gli uomini di Quaranquone, il quale pesava più di un quintale, salì sulla nave, ordinò di tirare su l'ancora e di ammainare le vele e salpò.
Ma prima che l'isola sparisse all'orizzonte mormorò:
- Addio piccoli grandi amici, vi prometto che ritornerò a vivere con voi quando sarò vecchio! -
Ed infatti ritornò, ma questa è un'altra storia.
 
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