Everything Ends, [01/12/09]

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ciuiciui
view post Posted on 6/2/2010, 01:46




Fandom: Bleach
Rating: 16 anni
Personaggi/Pairing: Ichimaru Gin, Rangiku Matsumoto, Sosuke Aizen
Tipologia: One-Shot, , Song Fiction,
Lunghezza: 2380
Avvertimenti: Original Character, , Character Death, Dark, Angst, , "What if...?",
Spoiler! Bleach volume 20 , (velati spoiler dell'ultima saga capitolo 380 andando avanti)
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico Guerra(marginale),
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di ... che ne detiene/detengono tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in ..., appartengono solo a me.
Credits: Bleach, Tite Kubo. Song by Death Cab for Cutie - Meet Me On the Equinox
Note dell'Autore: I giapponesi negli equinozi di primavera e autunno hanno l'usanza di commemorare la loro famiglia e di commemorare e ricordare i loro defunti. In Bleach è palesato in maniera evidente il tema della morte e della vita, ed è profondamente legato alla tradizione buddhista. (si pensi al ciclo dei balancers, della continua reincarnazione tra mondo degli shinigami e umani. ) Quindi è quello il senso della storia. Avrei voluto scrivere qualcosa di più sentito, o forse qualcosa di più crudo. Il rating e il mio masochismo inesistente me l'hanno impedito. Ringrazio Lely, perché ha letto Bleach per me, per permettermi di partecipare a questo concorso. GRAZIE. Era un anno e mezzo che non scrivevo qualcosa di serio, che vedesse una fine di senso vagamente compiuto. E c'è voluto lo sprono del concorso per uscire dal vortice della non-ispirazione. Grazie.
Introduzione alla Fan's Fiction: Gin Ichimaru ha davanti un bivio. Una scelta. L'amore. O la gloria.






Everything ends



Mi ritrovai disteso, con il respiro irregolare, e sporcato da un rantolo di sangue che vivo scorreva via dal mio konpaku, privandomi di prezioso reiatsu.
Quella, era la mia personalissima battaglia finale.
Quella guerra inevitabile, che avevo procrastinato, finché non c'era stata scelta definitiva.

Era successo per caso, in realtà. Non avevo programmato che il gotei13 avesse trovato il modo di sigillare i nuovi vasto lorde e di invadere proprio in territorio di Aizen.
Avevano sfondato le linee difensive, e per la prima volta in vita mia avevo visto il Capitano quasi in difficoltà.
Non l'aveva previsto. Il gotei era diventato furbo dall'ultimo attacco massiccio su Karakura.
Il Capitano aveva bisogno di tempo, e di Ichigo Kurosaki, un figlio ibrido di una umana e di uno shinigami, uno shinketsu, o cuore puro.
E quindi l'Oken ancora era incompleto.

- Capitano - fremetti, nel sentire le pareti di Las Noches vibrare così.
-Hanno coinvolto la squadra zero e il Re. Non sarà una battaglia facile, lo sai.

E avevo combattuto.
A lungo.
Avevo tirato fuori il mio pezzo migliore, il mio bankai.
E anche il Capitano lo aveva fatto.
E alla fine, chissà perché, per chissà quale scherzo bastardo del destino, mi ero ritrovato ferito e stanco, ad essere minacciato dalla donna che un tempo avevo salvato dall'inedia.
- Ichimaru ... Gin-
Rangiku Matsumoto si era sollevata, dal polveroso pavimento, assieme a Izuru Kira, e Byakuya Kuchiki. Gli altri erano riversi svenuti o morti, dopo avere utilizzato l'hollowificazione.
-I-Ichima...ru Gin...- aveva ansimato, a fatica.

Kira aveva lampeggiato nella mia direzione, come ad aspettare qualche segnale.
- Izuru, non posso combattere con te, abbi pazienza. - E Shinso l'aveva trafitto, mettendo fuori gioco un soldato che già di suo non riusciva a reggersi in piedi.

Sei un mostro. Mi era stato detto.
Mi avevano detto di non compatire mai il nemico, per nessun motivo.
Eppure vedevo la mia esistenza come shinigami passarmi davanti, tutti quegli anni, di battaglie, di sangue, di tradimenti, e di libido sanguini, per poi ritrovarsi così. Feriti e stanchi, su un campo di battaglia, con la spada come unica amica.
Per cosa, poi.

- Gin.
Rimasi zitto.
Rimasi zitto, mentre il Capitano Aizen sconfiggeva anche Kuchiki Byakuya.
Un petalo rosa mi si era appoggiato sopra la spalla, per poi affievolirsi e sciuparsi, piano piano.

Quella, era la mia battaglia.

-Ichimaru, facciamola finita. - aveva camminato verso il suo trono, uno dei tanti disseminati per la residenza di Barragan, e si era seduto.
- Non sarà difficile.- aveva detto, quando aveva commentato sulla sua risoluzione nell'eliminare Hinamori.

In quella situazione mi ero trovato scomodo ad accettare anche solamente quella freddezza e quella lucidità di pensiero, e l'avevo persino invidiato. Pazzia.
Eppure lo difendevo.
Era il mio corpo che si parava dinnanzi a lui, quando un attacco lo minacciava.
Era il mio capitano.
Non potevo tradirlo, non era proprio nei miei piani.
Poi mi girai. Quello stesso capitano che mi stava mettendo contro la cosa più importante.
Mi girai, e puntai da lontano la spada contro di lui.
- Vorresti tradirmi, Gin?

Sosuke Aizen increspò le labbra beffardamente, tirando fuori la lama fulgente fuori da fodero nero.

- Sapevo sarebbe arrivato questo momento, Gin - continuò, sorridendo e aggiustandosi il vestito. Prese a camminare verso di me, piano, senza fretta.

- Sai, speravo tanto che tutto questo non fosse mai successo...intendo qui, in questo luogo.

Lo guardai stranito, e poi compresi. Risi, leggermente, senza fare rumore.

- Che cosa ridi, Gin... non sono così sciocco da sottovalutarti. Lo so che se tu sfoderi il tuo massimo il mio incantesimo che sostiene Las Noches si disperderà e noi cadremo nelle tenebre.

Sentii l’ennesimo rantolo che mi fece accapponare la pelle.

Un colpo di tosse.

La coda dell’occhio che si gira e che inquadra con fibrillazione quel colore vermiglio uscire dalla bocca.

La sua bocca.

La bocca che ho bramato per ben un lustro, prima che io diventassi abbastanza forte da potere tradire ancora.

Di nuovo.

- Me lo spieghi perché hai finto?

La domanda del capitano mi giunse inaspettata.

- Non ho mai tradito lei, Capitano.

- Non ho mai capito le ragioni elitarie del gotei 13.

Cercavo una scusa, una patetica scusa.

In realtà non c’era bisogno di dire nulla... le frasi sconnesse che la mia bocca emetteva a mezza voce, risultavano ridicole, idiote. Semplici per una mente come la sua.
- Sei innamorato. - sospirò, inarcando le labbra in un sorriso sghembo, come di chi aveva sempre saputo.

- Sì.

Non fui capace di dire altro.
- Non sono sciocco, Gin - riprese a parlare Aizen. - Lo sapevo che tu un giorno mi avresti tradito. Ma io ti ho tenuto lo stesso. Perché ne sarebbe comunque valsa la pena per tutto l’aiuto che mi hai dato

Risi, ancora.

- Grazie Capitano. Ora, se permette...

Mi scagliai addosso al Capitano Aizen.

Il tempo di mostrarsi indulgenti era finito.

Cercai di svuotare la mia mente , mentre i ricordi si affollavano.

- Gin, che sciocco...

Sentii la lama fredda che entrava nel petto. Poi riconobbi l'elsa, verde sul davanti.

- Come diavolo...
- Sai, questo è il mio bankai. Ha il potere di leggere il pensiero, di controllare la mente e di creare un universo trappola come conseguenza dei suoi pensieri.

Rise, ancora.

- E' stato facile... Rangiku, quella che giace a terra è solo un'illusione.

E io vidi che era dietro di lui.
A che scopo, tutto quello?
- Non capisco, non capisco!

Ero intrappolato.

-Guarda bene. Se sopravvivi a me, non ti aspetta altro che la forca. Cosa preferisci, morire per mano mia, o per mano del Generale?

Kyoka Suigetsu in quel momento mi aveva in pugno, e la mia mente riproponeva solamente la sete di sangue di Shinso.

Quando avevo ucciso la sorella adottiva di Byakuya Kuchiki, in un attacco alla terra alla clinica di Kurosaki.

- Sei sporco, Ichimaru Gin.

- Ma se vuoi ti posso pulire e perdonare.

Agitò per le mani la spada con un movimento circolare neutralizzando il bankai, giacché ritornai al mio flusso normale di pensieri, come risvegliato da un ipnosi.

- E' viva. Per ora

Mi accasciai per terra sulle ginocchia, cercando di tenere compressa la ferita sul basso addome.

- Gin!- gridò Rangiku, cercando di divincolarsi dalla presa di Aizen.

- Sta' brava, bambolina... incantesimo di vincolo 61, Rikojoukoro!- un fiore dorato di sei petali bloccò Rangiku in una stretta, mentre cercavo di rialzarmi, a stento.

- Bankai - sussurrai, mentre Shinso succhiava dal mio corpo tutto il reiatsu disponibile.

Vidi l'elsa di Shinso cambiare, e prendere la forma di un serpente.

- Il serpente, la famosa spada che colpisce anche ciò che non si vede, basta solo pensare. Peccato Gin, bella mossa davvero. Ma KyokaSuigetsu...

Diedi l'ordine di rompere il bakudo di Rangiku, che subito si frantumò, lasciandola libera.

-Unare, Haineko!
Presi dalla tasca una benda, e la strappai, mentre cercavo di fermare la ferita attorcigliandola attorno al torso.

- Aizen...-
Rangiku prese la parola, parandosi davanti a me, per proteggermi.

- Lo sapevo, lo sapevo. Che lo avevi plagiato. Sei un lurido bastardo, sei solamente un infame...-

In quei minuti interminabili Aizen stette solo a guardare mentre la cenere di Haineko ruotava attorno alla mano di Rangiku.

- Cosa speri di fare, davvero, con quel misero Shikai, bella Rangiku Matsumoto?- biascicò quasi contrito, di dovere combattere contro una donna.

- Non mi piace combattere contro le donne, specialmente contro quelle belle come te...ti prego fatti da parte, è una faccenda tra me e Gin.

Rangiku si girò verso di me, e mi mise sugli occhi una benda bianca, mentre prendeva la mia lacera, e faceva la stessa cosa.

- Che fai, Ran...

-Zitto, Gin. Hai capito, lo sai, che questo è l’unico modo.

Aizen si mise a ridere.

- E voi credete davvero di potermi sconfiggere senza vedermi?
Era vero e io lo sapevo. Eravamo degli illusi.

- Sai Aizen, probabilmente lo so come la pensi riguardo a tutto ciò. Probabilmente non hai abbastanza fegato per innamorarti, perché ti indeboliresti.
- Che discorso idiota!-rispose, ridendo.

Mi alzai in piedi, accanto al reiatsu di Rangiku.

- Gin, sei davvero un povero stolto. Credevo che ti saresti liberato, ma chi ti deve la vita probabilmente resta legato a te per sempre.

- Ancora non me lo spiego, ma per tutti questi anni ho sentito la mancanza di Gin. Immagino che le persone e gli shinigami non diversamente abbiano la forza entro di sé di fare tabula rasa sui ricordi tristi e di andare avanti. Eppure... non c’era volta, che io andassi e uscissi con altri che le labbra di Gin mi perseguitassero. Mi sono sentita molto...Hachiko Monogatari – rise Rangiku, la stessa risata un po’ cavernosa che potevi sentire quando era piena di sakè.

- Poi ho capito. Le nostre spade erano legate. Lo stesso legame che si viene creare tra animali, che non hanno certo il cervello per capire che i loro padroni hanno troncato.

- Il funerale shintoista...- cominciò ad elucubrare il Capitano, collezionando frammenti di memoria.

- Esatto. I kanji di Shinso sono di funerale Shintoista, e Haineko è una spada che si trasforma in cenere.

-Causa ed effetto... - Aizen aveva già capito tutto. Le implicazioni che quella mossa comportava.

-Come Aria e Fuoco -

- Come il pianeta e il suo satellite che, in un moto perpetuo, non finiscono mai di attrarsi, anche se non si toccano mai. Il suo modo è la causa dell’altro in un continuo scambio di forze.

- Non c’è spiegazione. - risi, mentre sentivo il sangue caldo che mi impregnava la pelle circostante alla ferita. Sentii il vomito che mi saliva, come la carogna, sentii brividi di freddo e di panico, e mi ridestai.

- Stai accanto a me, Gin. Ce la faremo.


***
-Sveglia, SVEGLIA!

Aprii gli occhi, e l’orologio della parete lignea dinnanzi a me segnava le 11.

- Ichimaru, sveglia!

Isane, Isane Kotetsu?

Ero sopravvissuto? Ero nella quarta divisione?

- Capitano! Capitano?

La voce di Kira?
Mi svegliai completamente, mentre sentii la manetta che mi teneva legato al letto.
- Kira? Rang...
- Ran...

Il mio primo pensiero.

Il mio ultimo pensiero.
Forse avevo sognato?

Le immagini di Kuchiki ucciso, di Kira stordito da me, di Hinamori al suo fianco che faceva da spia staffetta, in quella battaglia senza senso.

Non ricordavo più. Non distinguevo la verità dall’illusione nei miei ricordi.
I miei ricordi erano stati manomessi, per quanto cercassi di ricordare, avevo fitte di mal di testa implacabili.
- La guerra è finita, Ichimaru.

La guerra era finita, cosa significava?

- Capitano Soi Fon può entrare se vuole. - vidi Sasakibe all’esterno della paratia che mi divideva.

- Shaoling Fong, Capitano della seconda divisione e ufficiale delle forze di Polizia del Gotei 13. Il qui presente Ichimaru Gin, è, per espressa volontà della camera dei 46 appena costituita accusato di tradimento, complotto, crimini di guerra, crimini contro l’umanità, di rapimento, di tortura, di omicidio. E’ pertanto deciso e sancito, per volere del Re della Soul Society che lei venga giustiziato in data da destinarsi, appena si sarà rimesso in forze.

Mi misi a ridere, tanto la trafila la sapevo.

- Rangiku...dov’è.

- Dov’è...ditemi dov’è!

Hisagi Shuuhei era entrato mentre cercavano di trattenerlo fuori.

- Sei un bastardo, l’hai uccisa tu!
- Lei ha sconfitto Aizen!
- Aizen? E' ancora vivo, è riuscito a fuggire!
E poi capii. Era stata sconfitta. Io mi ero liberato dell'incantesimo di Kyoka Suigetsu. E si era liberato di me, perché non gli servivo. Si era messo in salvo solo lui.
- H-ho sognato...tutto quanto?- mi guardai le mani, incredulo.
- Sei stato sconfitto dal generale Yamamoto e arrestato da me medesima. Sei stato stordito e hai dormito per sei giorni esatti, secondo il veleno che io stessa ho iniettato, per farti stare buono.
- Hai facoltà di appello al tribunale dei crimini guerra speciale, allestito per l’occasione...- continuò come una marziana Shaoling Fon.

- Rangiku...è...- non capivo.
Ma non aveva importanza.
Era morta.

Non c'era niente, oltre alla desolazione. Niente.
Non c'era Rangiku.
Il capitano, come niente e nessuno mi aveva tradito. Mi aveva lasciato il dolce ricordo di Rangiku di Kyokasuigetsu.
Mi aveva lasciato così, in quella stupida guerra.
Nessuno mi credeva.





Meet me on the Equinox 
Meet me half way 
When the sun is perched at it’s highest peek 
In the middle of the day

Let me give to you 
Let me take your hand 
As we walk in the dimming light 
Or darling understand

That everything, everything ends 
That everything, everything ends 

Incontrami all’equinozio 
Incontrami a metà strada 
quando il sole arriva nel suo punto più alto 
Nel bel mezzo della giornata

Lascia che ti dia il mio amore 
Lasciami prendere la tua mano 
mentre camminiamo in una luce fioca 
oppure tesoro capisci

che tutto finisce...

che tutto finisce...


Era tutto finito, come polvere al sole, secca e irritante.
- Ichimaru Gin-
- Vuoi esprimere un desiderio, prima di morire, o dire qualcosa, prima di essere giustiziato?- disse il capitano Yamamoto, mentre la fenice del Sokyoku, riforgiata con l'aiuto del Re della Soul Society veniva liberata.
- No, non c'è nulla...-
E dopotutto, non c'era motivo di procrastinare oltre.

Sentii il calore della fenice avvicinarsi, a mezzogiorno, in quell'odoroso equinozio primaverile. Di lì a poco avrei compiuto centocinquanta anni. Troppi, anche per uno shinigami. Troppi.
Non era poi così triste.
Ripensai ai fiori, e alle farfalle, che in quel periodo sarebbero risbocciate, con l'avvento della primavera.
- Gin, andiamo, dai.
E non ebbi dubbi.
Era la voce di Rangiku.
Lo shubun no hi, quando il sole è perfettamente allineato e si dice che tramonti perfettamente ad ovest e rinasca nello stesso istante perfettamente ad est. Lo si studiava nei libri di scuola, all'accademia per shinigami. Che anche le anime più dannate, avrebbero trovato la pace, in quel giorno. Alla fine, avevo ancora una vita, davanti a me.
L'anima, che si dissolveva lentamente, e lo sguardo flebile e solitario che vagava piano, nell'assoluta immobilità, mentre il dolore mi corrodeva via.
Sarei rinato, come anima giusta, umana.
Avrei di nuovo avuto una vita, per cercare Rangiku, per amarla, e per proteggerla, come invece non avevo fatto in quella vita.

-Arriveder... .
Gli occhi si chiusero, piano.
E sentii una lacrima.



FINE

 
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