Risultati del concorso "Jane Doe"

« Older   Newer »
  Share  
Lely1441
view post Posted on 23/1/2011, 11:54




Inizio con il dire che tutte le storie sono state gradite e apprezzate; l'unica cosa che mi ha lasciata perplessa è che siano tutte Jane Doe: devo forse preoccuparmi? =P
Scherzi a parte, domando venia del ritardo, ma sono finalmente riuscita a postare i risultati ù_ù
I bannerini a breve, ragazze! E ora vi lascio ai risultati :3



Prima classificata:
“Prima di King’s Cross”, di Elos [Voto finale: 8.9]
Questa storia è meravigliosa, penso una delle migliori che abbia mai letto nel fandom e, probabilmente, quella che più si avvicina allo stile della Rowling: soprattutto nelle prime venti pagine e in tutta la sua stesura, persino nella sua forma. La storia inizia con Hermione, apprendista Auror, al cui capo viene affidato il caso di un cadavere ritrovato in condizioni indicibili, ma il ruolo della ragazza è solo un espediente per spostare la scena su Harry e sulla sua frustrazione. Per dire, a me ha ricordato gli incipit dei libri quattro, sei e sette (l’uccisione di Frank Bryce, il comunicato al primo ministro inglese, la riunione a Villa Malfoy), tutti finalizzati a far entrare meglio il lettore dentro il meccanismo delle vicende. È difficile stabilire cosa abbia trovato più IC, dato che tutti i personaggi sono assolutamente fedeli, e anche la ripresa del mondo magico dallo shock della guerra è sapientemente illustrata. Harry è un Harry sostanzialmente sconvolto. La guerra è finita, Voldemort è morto, e questa grande assenza della costante che ha segnato la sua vita sin dalla nascita provoca in lui un grande vuoto. L’obiettivo fondamentale della sua esistenza viene a mancare, e Harry ha bisogno di ritrovare sé stesso, perché ora come ora non riesce a venire a patti con l’enormità del gesto compiuto, delle conseguenze che ha comportato. Ciò che riuscirà a scuoterlo da questa sorta di inerzia che l’ha colpito è l’arrivo di Angie, fantasma del cadavere trovato qualche giorno prima. Per quanto questo intervento possa apparire ininfluente, ha al contrario il potere di risvegliare il ragazzo tramite la “assoluzione” che gli dà Angela, perché lui è tormentato dall’idea che, se si fosse arreso prima, se fosse riuscito a fare di più, non ci sarebbero stati tutti questi morti. È il solito complesso dell’eroe che tanto spesso Ron ed Hermione gli hanno imputato, e non ci stupiamo se lo ritroviamo anche qui. Trovo che parlare di Harry non sia facile, è un personaggio semplice e strano allo stesso tempo; eppure, mi sono quasi commossa a sentirlo così vero, perché un po’ mi mancava. Il personaggio di Angie è costruito con maestria, con un carattere a tutto tondo che mostra una ragazza intelligente che si è trovata troppo presto a farsi carico di responsabilità che avrebbe preferito non assumere su di sé. Anche i soggetti di contorno sono IC (basta pensare alla McGranitt!), ma quello che davvero colpisce è la capacità dell’autrice di inserire nuovi elementi del mondo magico, la naturalezza in cui interviene in una trama già costruita e che la maggior parte di noi si limita unicamente a sfruttare, mettendoci ben poco di nostro. Ci sono degli errori di battitura, più che altro, delle disattenzioni (tipo: “si guardava incontro”, o ancora che due cose fatte con Angie abbiano la stessa data e lo stesso orario) e qualche ripetizione, ma nulla di veramente grave. Per concludere, davvero, davvero un’ottima storia. I miei più sentiti complimenti!

SPOILER (click to view)
Grammatica e sintassi: 8
Capacità espressiva: 8.5
Rispetto parametri e traccia: 9
Originalità e creatività: 10



Seconda classificata:
“Indovina chi”, di Rowixyz [Voto finale: 8.25]
Chi, come regalo del proprio compleanno, adorerebbe ricevere i resti di una sconosciuta? Sicuramente non io, e penso sia così per la maggior parte di noi. Certo è che, in effetti, qualcuno che lo trova un ottimo presente da dare ad un’amica esiste; c’è da dire anche che, quando l’amica è l’antropologa forense Temperance Brennan, allora lo si trova perfettamente plausibile. La Jane Doe è una vecchia conoscenza di Bones, legata ad una vecchia “umiliazione”, un caso irrisolto che le ha lasciato l’amaro in bocca. C’è sicuramente qualcosa di sospetto nella fretta con cui il suo professore di università, all’epoca, ha concluso le analisi. Perché? È questo ciò che cercheranno di scoprire Bones e Booth.
La storia della Jane Doe è ricostruita tramite piccoli indizi che vengono scoperti via via, eppure c’è qualcosa che non mi porta, che forse avrebbe avuto il bisogno di essere spiegato meglio. Possibile che la visione di un cadavere con un una “gamba” più corta dell’altra, a distanza di circa un anno (la decomposizione impiega dai pochi mesi a qualche anno, facendo affidamento su quel tipo di clima), quando l’immagine della compagna è ancora fresca nella sua memoria, non le abbia fatto fare nessun tipo di collegamento, all’epoca? Almeno, presumendo che lo scheletro sia stato esposto all’attenzione dell’intera classe. Questo è l’unico dubbio che mi è venuto leggendo la storia, per quanto riguarda la parte grammaticale non ci sono errori se non di distrazione (qualche verbo mancante, per intenderci) o di battitura, ma sostanzialmente nulla che una rilettura non riesca ad eliminare. I personaggi sono IC (e l’immagine di quei poveretti sfruttati nel Limbo mi fa ancora sghignazzare di gusto!) e perfettamente plausibili nella serie; anche il caso non si allontana molto da una delle puntate tipiche della serie. Un’ottima storia anche questa, anche se spero che nessuno ne prenda spunto per il prossimo regalo di compleanno… Non si sa mai, ma preferisco un cucciolo (e di questo Booth sarebbe felice!) ad uno scheletro!

SPOILER (click to view)
Grammatica e sintassi: 8
Capacità espressiva: 8.5
Rispetto parametri e traccia: 8.5
Originalità e creatività: 8



Terza classificata:
“La sottile logica dei ricordi”, di Prisca Turazzi [Voto finale: 8.1]
Di questa storia, ho trovato ottima l’idea di ripercorrere la vita della Jane Doe proprio tramite una sorta di autopsia (con il suo valore etimologico originario, ovvero quello di osservare con i propri occhi) da parte della protagonista stessa, che rimane senza nome fino alla fine. Sono quindici lunghe pagine di introspezione della donna, la quale, riemersa letteralmente dal mondo dei morti, si è trovata senza identità, senza nient’altro che un istinto predatore irrefrenabile, che quasi la sopraffà e che le fa commettere alcune aggressioni a degli umani. Inizia quindi un percorso verso le origini guidato non solo da un vago ricordo, ma anche dalla sua curiosità congenita, dote umana che non ha perduto. Scopriamo quindi insieme a lei l’attacco del vampiro, il momento doloroso della sua morte e di quella della sua famiglia, e riusciamo a comprendere appieno la scelta della vendetta contro colui che le ha distrutto l’esistenza, condannandola ad una penosa condizione di non-vita e non-morte, e anche contro tutti coloro che fanno parte della sua stessa disumana razza. La neo-vampira conserva le qualità della specie - e, grazie a Dio, non brilla al sole -, da questo punto di vista non vi sono particolari elementi originali. La trama è stata sviluppata con sapienza e maestria, elaborata senza fretta; questo da una parte è una grande qualità, ma a volte le insistite riflessioni appesantiscono la lettura. Non sono presenti errori di eccessiva valenza, ma faccio notare che “eco” è un sostantivo femminile, e io ho trovato sia l’uso di “un eco” (quindi scorretto) che di “un’eco”, l’inserimento di virgole fra soggetto e verbo, qualche verbo dimenticato, alcune ripetizioni. Un’altra cosa è che la consecutio ogni tanto è un po’ traballante (ad esempio, qui: “Soltanto sta al suo posto, donando un tocco di romantica e nobile antichità ed aspettando che l’ispirazione della padrona venisse meno.” Ora, messa così dovrebbe essere “venga”, se invece ti riferisci all’epoca in cui la donna è scrittrice, avresti dovuto aggiungere un “ed aspettando, all’epoca, che l’ispirazione […] venisse meno”), come se a volte si fosse pensato al passato e scritto al presente.
La storia ha risposto molto bene alla traccia del contest, l’autrice è stata in grado di creare una buona storia, e trovo che sarebbe un ottimo incipit per una saga.

SPOILER (click to view)
Grammatica e sintassi: 8
Capacità espressiva: 8
Rispetto parametri e traccia: 9
Originalità e creatività: 7.5



Quarta classificata:
“Jane Doe”, di BS. [Voto finale: 6.6]
La prima cosa che ti viene in mente, al termine della lettura, è “inquietante”. In senso positivo, perché forse la parte che più mi è piaciuta della storia è stata proprio il finale: quel vago senso di sovrannaturale che finalmente si concretizza in un’epifania proprio dell’elemento che ha turbato la giovane protagonista.
Se posso pronunciarmi sulla grammatica, ho notato delle difficoltà sparse nell’inserire un congiuntivo quando necessario (quindi, non sto parlando delle famose frasi ambivalenti sia per l’indicativo che per il congiuntivo, ma casi in cui esso è obbligatorio), la mancanza di inserimento dell’apostrofo più volte, qualche intralcio con la consecutio e la punteggiatura molto spesso errata (tendi a non inserire le virgole quando questo sarebbe opportuno, costringendo il lettore a non riprendere fiato per troppo tempo). Da questo punto di vista, la storia cala un po’ nella valutazione finale.
La trama è buona, ma a mio parere avrebbe potuto essere sviluppata meglio, magari facendo forza propria sulla componente taumaturgica di cui sopra. Non vi è molta forza espressiva, molti agganci ad una possibile espansione del testo sono stati gettati e poi trascurati; per fare un esempio: Jasmine incontra Jason il giorno dopo che si sono lasciati, lo vede e… e niente. Questo non suscita in lei la minima emozione, se ne vuole andare e dopo una riga è già a casa. Quello che intendo dire è che è stata data poca attenzione all’introspezione dei personaggi (sarebbe bastata quella della protagonista, a dire il vero), e questo sarebbe anche stato scusabile in una storia dalla trama decisa, ben delineata, ma qui risulta un po’ affrettata, come un dipinto dai contorni troppo sfocati. Anche la piccola Jane: c’è, esiste, ma effettivamente non sappiamo praticamente nulla della sua vita passata; mi è comunque piaciuta, così come il suo ruolo nella vicenda (un sogno? O piuttosto un incubo?), e, come dicevo prima, la parte finale è di grande impatto. Una storia gradevole, e che sicuramente lascia aperti molti scenari e possibili interpretazioni.

SPOILER (click to view)
Grammatica e sintassi: 5.5
Capacità espressiva: 6.5
Rispetto parametri e traccia: 7.5
Originalità e creatività: 7

 
Top
Lely1441
view post Posted on 27/1/2011, 21:06




Bannerini! ^_______^

image

image

image

image

Come sempre, un grazie alla nostra kaos3003 :3

Edited by Lely1441 - 28/1/2011, 17:12
 
Top
1 replies since 23/1/2011, 11:54   40 views
  Share