Go down, [15/01/11] Hey, teacher, leave them kids alone!

« Older   Newer »
  Share  
Despina
view post Posted on 22/3/2011, 12:48




Fandom: Harry Potter.
Rating: 16 anni.
Personaggi/Pairing: Lily Evans, Malandrini, Horace Lumacorno, Nuovo Personaggio.
Tipologia: Long Fiction.
Lunghezza: 4560 parole, 9 pagine, 4 capitoli.
Avvertimenti: Original Character.
Spoiler! //
Genere: Commedia, Comico, Erotico.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia non mi appartengono ma sono proprietà di J. K. Rowling, che ne detiene tutti i diritti.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Harry Potter, appartengono solo a me. Credits: I titoli della storia e dei capitoli sono stati tratti dalla canzone “Go down” (Bon Scott/Angus Young/Malcolm Young) degli AC/DC, che si trova nell'album “Let there be rock” del 1977.
Note dell'Autore:La trama della storia si ispira lievemente ad alcuni recenti avvenimenti della politica italiana, anche se in questo caso la realtà supera la mia fantasia. Più concretamente, il personaggio che ho inventato è ispirato alla mia professoressa di inglese delle superiori.
Introduzione alla Fan's Fiction: E' il sesto anno ad Hogwarts per Lily Evans e i Malandrini. Con i venti di guerra che spirano, i ragazzi avrebbero bisogno di un buon insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Invece, inspiegabilmente, si ritrovano come professoressa una giovane donna molto affascinate ma professionalmente piuttosto scadente. Lily ha subito dei sospetti sul come e il perché sia stata assunta, mentre quasi tutti gli altri cascano nel suo fascino con tutte le scarpe. Riuscirà la ragazza a scoprire la verità sui meriti dell'insegnante? E James saprà aiutarla?



“GO DOWN”

CAPITOLO PRIMO: “One, two, three...”



Il soffitto della Sala Grande sembrava un cielo terso e senza una nuvola quella mattina, esattamente come dovrebbe essere una tipica giornata di inizio settembre.
Gli alunni di Hogwarts si erano tutti lasciati contagiare dalle condizioni meteorologiche, nonostante quello fosse il primo giorno di un nuovo anno scolastico.
O meglio, quasi tutti, a dire la verità.
Al tavolo dei Grifondoro, una ragazza dai lunghi capelli rossi, legati per l'occasione in una coda di cavallo, con una spilla da Prefetto appuntata sul maglione della divisa e un gran bicchiere di succo di zucca davanti a sé, aveva l'aria di chi è sul punto di scoppiare.
Lily Evans era sempre stata un'alunna integerrima, ligia al dovere, e non aveva mai dato l'impressione di essere una di quelle ragazzine isteriche che se la prendono per un nonnulla.
Ma quella situazione per lei non era un nonnulla: era uno stress continuo, un tormento infinito, una tortura perpetua di nome James Potter.
Dal suo arrivo ad Hogwarts aveva incominciato a perseguitarla, e nonostante i suoi molteplici rifiuti e gli insulti nemmeno troppo velati, nei confronti del capitano della squadra di Quidditch, lui non faceva una piega.
E ovviamente anche quella mattina non si era smentito.
Lily in genere odiava essere fissata da chiunque, ma se era Potter a farlo, i nervi le saltavano del tutto.
“Alla prossima mossa falsa, lo faccio legare alle catene da Gazza, giuro!” pensò la ragazza, tormentando la ciocca di capelli che le ricadeva lungo la tempia destra.
Nel frattempo, dall'altra parte del tavolo, James Potter non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, mentre ascoltava distrattamente la conversazione tra il suo amico Sirius Black e un altro ragazzo del sesto anno, Stevie Marshall.
“Ehi, Sirius...” cominciò Stevie, sedendosi vicino a Black.
“Quest'anno ci sarà da divertirsi alle lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure! Hai visto che schianto, la nuova professoressa?”
Sirius ingoiò l'ultimo boccone di un muffin al cioccolato e poi rispose al compagno: “No, veramente non l'ho vista. Ci siamo persi lo smistamento e il discorso di Silente ieri sera, perché alcuni idioti dei Serpeverde ha scagliato un Petrificus Totalus contro un ragazzino imbranato del secondo anno, così abbiamo dovuto dargli una bella lezione e insegnargli le buone maniere.”
Stevie Marshall aggrottò le sopracciglia, perplesso.
“Ma non eravate voi una volta, quelli che lanciavano fatture ad inermi alunni di Hogwarts?”
“Innanzitutto, non erano poi così inermi... e poi, in fondo, noi colpiamo solo quelli che si meritano di essere colpiti.” esclamò Sirius, lanciando un'occhiata eloquente verso il tavolo dei Serpeverde dove era seduto Severus Piton, o come usavano chiamarlo i Malandrini, Mocciosus.
“Comunque sia, vi siete persi l'occasione per rifarvi gli occhi, sapete?” continuò Stevie. “Non si era mai vista una donna così a Hogwarts. A parte forse la Dama Grigia, qualche secolo fa. Magari tutte le professoresse fossero come lei!”
“Speriamo che sia anche una valida insegnante. Difesa Contro le Arti Oscure è una materia indispensabile, vista l'aria che tira di questi tempi.” disse Remus Lupin, alzando lo sguardo dall'orario delle lezioni che stava osservando fino a qualche istante prima.
“Mah. Non ne sono così sicuro. Durante la cerimonia non ha fatto altro che limarsi le unghie per tutto il tempo!”
“Beh, insomma, non facciamoci prendere dai pregiudizi. Non è sempre detto che una bella donna sia automaticamente stupida. In ogni modo, la conosceremo molto presto. La sua lezione è alla terza ora.” affermò Remus.
“Bene, sono curioso di conoscere le sue doti, in tutti i sensi. E forse questa nuova professoressa riuscirà a distrarre James e a fargli distogliere lo sguardo dalla Evans!” disse Felpato, tirando una gomitata a Ramoso, che per poco non cadde dalla panca.


CAPITOLO SECONDO: “ Where you been so long”



Le risate degli studenti del sesto anno si sentivano fin sulle scale sottostanti, e anche se Lily non aveva affatto voglia di ridere quel giorno, quando mise piede nell'aula di Difesa Contro le Arti Oscure e vide come era stata addobbata, quasi non riuscì a trattenere una risata neanche lei.
Una cascata di stelle filanti argentate scendeva giù dal soffitto, e tutto intorno minuscole stelline fluttuavano nell'aria, leggere e impalpabili.
Al centro della stanza era stata messa una di quelle palle che andavano tanto di moda all'epoca, in quei posti dove i babbani si trovavano per ballare, le discoteche.
Tutti continuavano a ridere, ed in effetti sarebbe stata una situazione molto comica, se quella non fosse stata un'aula scolastica.
“Che buffonata! Le arti oscure sono una cosa seria... sono certo che la professoressa è di origini babbane. Nessuna strega purosangue metterebbe quella... cosa in un'aula di Hogwarts!” esclamò Piton con tono seccato, indicando la palla, mentre si sedeva in uno degli ultimi banchi.
“Hai ragione, Severus. Ecco perché non si dovrebbero ammettere i babbani di nascita in questa scuola. Probabilmente Silente si è rincitrullito del tutto decidendo di assumere questa nuova insegnante. Davvero una scelta degna del più grande mago del mondo!” rispose Avery, suscitando l'ilarità generale fra i Serpeverde nelle vicinanze.
“Adesso basta, andiamo a cambiargli i connotati!” sbottò James Potter, che entrando aveva assistito a tutta la scena.
“Già, trasfiguriamoli in gargoyle. Così la smetteranno con la loro stupida ideologia sulla razza pura e non insulteranno più Silente.” esclamò Sirius Black, che aveva già sguainato la bacchetta, pronto ad attaccare.
Ma Remus li fermò, come al solito, cercando di farli ragionare.
“Volete inaugurare il nuovo anno con una punizione esemplare? E poi non hanno tutti i torti, in fondo: guardate questo posto! E' peggio di Madama Piediburro a San Valentino!”
Sirius si calmò, ma guardò Remus con supponenza.
“Tzè. Beh, io lo trovo divertente. Perlomeno quest'anno le lezioni saranno meno pesanti, ecco.”
“Esattamente.” gli fece eco James, seguito da Peter. “Probabilmente questa nuova professoressa ci insegnerà a difenderci dalle forze oscure in modo più...piacevole.”
Lily scosse la testa sentendo quell'ultima frase. Era già seduta al suo solito banco, e stava aspettando l'arrivo della sua amica Mary.
“Sono rimasti gli idioti di sempre. Come si può anche solo pensare di studiare Difesa Contro le Arti Oscure in modo piacevole, in un periodo come questo?”

Ma i suoi pensieri furono interrotti dopo qualche minuto.
Mentre tutti si sistemavano ai loro posti e il chiacchiericcio diventava più forte, alcune fotografie apparvero sul muro dietro alla cattedra. Raffiguravano una donna sui venticinque anni, bellissima, con lunghissimi capelli color castano-ramato e gli occhi di un blu intenso.
Sorrideva radiosamente nelle foto e si muoveva come una modella. In alcune di esse era addirittura in compagnia di diversi personaggi famosi, del mondo babbano e non.
Lily provava già una profonda antipatia verso l'insegnante; era quello il modo giusto di presentarsi agli studenti? Non le sembrava proprio.
Si guardò intorno e vide che la maggior parte delle sue compagne aveva la sua stessa espressione di disgusto, mentre invece quasi tutti i ragazzi erano estasiati.
Non James Potter, però. Il suo entusiasmo iniziale sembrava svanito nel nulla, ed era rimasto stranamente scettico di fronte all'immagine di quella dea incarnata.
“Che strano.” pensò Lily. “Credevo che fosse uno di quei tizi che si mettono a fischiare e a fare apprezzamenti di dubbio gusto ad ogni bella donna che incontrano. E invece no. Chissà, forse è meno stupido di quanto sembra.”

“Buongiorno, studenti del sesto anno!” disse all'improvviso una voce molto femminile, quasi stridula.
“Sono la vostra nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, Miss Sheila Noodish!”
In quell'istante, il suo nome comparve dal nulla, formato da una miriade di farfalle bianche e arancioni, che poi svolazzarono nell'aula, fino a quando non si frantumarono in aria, dopo qualche secondo.
Dopodiché, finalmente la donna fece il suo ingresso trionfale.
Era davvero bella, niente da obbiettare su questo. I suoi capelli erano molto più lucenti dal vivo che nelle fotografie, indossava un abito color magenta molto attillato, scarpe nere con tacchi vertiginosi, ed era tutta un sorriso per i suoi nuovi alunni.
Remus Lupin dovette chiudere a forza la bocca di Peter Minus, che aveva incominciato a sbavare come una lumaca.
“Sono molto felice di essere qui ad Hogwarts, e naturalmente spero che diventeremo tutti grandi amici!”
Sorrise ancora di più, mostrando due file di denti bianchissimi.
“La mia missione è quella di prepararvi ad affrontare i pericoli del mondo al di fuori di queste mura. Questa scuola è un luogo sicuro e protetto, ma ovviamente voi siete ancora troppo giovani ed inesperti per poter anche solo immaginare di cosa sto parlando.”
A James scappò un sorrisetto beffardo. Era pronto a scommettere il suo boccino d'oro che lui e i suoi amici se la sarebbero cavata benissimo in uno scontro con un vampiro o un troll di montagna, almeno in confronto a quella specie di bambola a grandezza naturale.
“ E qual è la prima caratteristica che un mago e una strega devono avere, quando si tratta di opporsi a coloro che vogliono il male? Vediamo chi di voi è in grado di darmi una risposta soddisfacente... ecco! Tu, ragazzo, come ti chiami?”
“P-P-P-eter Minus, signora!”
“Quanto sei tenero! Stai tranquillo, caro, non ti mangio mica, sai.” e così dicendo Sheila Noodish si appoggiò al banco di Peter, facendolo arrossire ancora più di prima.
“Allora, Peter. Dimmi, sai rispondere alla mia domanda?”
“Ehm... penso c-che s-s-sia u-un'ad-deguata conoscenza degli incantesimi di d-d-d-difesa?”
“No.”
“Il r-riconoscimento e-e-e la classificazione delle creature più pe-pe-pericolose?”
“Nemmeno. Pensaci bene, su. Ti do un'ultima possibilità.”
Minus si concentrò moltissimo, cercando di fare una bella figura davanti allo sguardo penetrante di Miss Noodish. Ma l'unica cosa che gli riusciva bene in quel momento era sudare.
Deglutì, e dopo qualche secondo di esitazione rispose:
“Il coraggio e il s-sa- sangue freddo?”
Sheila alzò un sopracciglio, mostrando un'espressione esterrefatta.
“Possibile che tu non lo sappia? E nemmeno voi?” domandò, guardando il resto della classe.
Nessuno le rispose, tra quei molti visi imbarazzati. D'altro canto nessuno degli alunni aveva la minima idea di cosa avesse in mente la nuova insegnante, che li guardò con estrema aria di superiorità, prima di svelare l'arcano.
“L'abbigliamento, benedetti figlioli! E' fondamentale per un cacciatore di forze oscure, essere vestito in modo consono! Per non sfigurare agli occhi degli altri e mantenere una buona reputazione intatta, capite? E a tal proposito, ora vi mostrerò alcuni dei miei completi preferiti...” esclamò Sheila mentre prendeva la sua bacchetta e faceva apparire una serie di manichini vestiti in modo alquanto discutibile.
“Dunque, per cominciare, parliamo dei copricapi; abbiamo questo delizioso cappellino a tesa larga, che è provvisto di una utilissima veletta bianca. Naturalmente è molto comodo per coloro che cercano creature malvagie in paesi esotici nei quali vivono insetti terribili, che possono sfigurare il viso...”
Lily Evans era scioccata, non sapeva se ridere o piangere.
Aveva sempre pensato che Hogwarts fosse un posto magnifico, nel quale ci si divertiva, certo, ma la serietà dei professori non era mai stata messa in discussione.
E adesso invece, ecco che spuntava fuori questa svampita col cervello bruciato da troppe sedute dal parrucchiere e si metteva a sproloquiare.
“Pazzesco. A questo punto può insegnare ad Hogwarts anche... mia sorella Petunia, ecco!” pensò la ragazza, con rabbia.
Guardò Mary che era seduta accanto a lei e che stava mordendosi le labbra, sforzandosi di non ridere troppo.
Poi si girò verso il resto dei suoi compagni di classe: i Serpeverde ridacchiavano quasi tutti sommessamente, e anche molti altri facevano altrettanto.
Stranamente invece, c'erano molte ragazze che prendevano appunti freneticamente, e tra queste spiccava un indaffaratissimo Peter Minus, che evidentemente non aveva più intenzione di fare brutte figure con la professoressa.
Sirius Black era rimasto abbastanza indifferente di fronte alle deliranti spiegazioni di Sheila Noodish e scriveva sul suo foglio di pergamena qualche frase, con aria svogliata.
Remus non aveva la minima voglia di seguire quella lezione squinternata, e scuoteva la testa con un'espressione di sconforto.
James si sentiva esattamente come Lily, in quel momento.
I loro sguardi si incrociarono per qualche attimo e subito i due si resero conto di pensarla allo stesso modo, per la prima volta nelle loro vite.
Quando finalmente suonò la fine dell'ora e le esternazioni della Noodish cessarono, James Potter promise a se stesso che sarebbe andato a fondo e avrebbe scoperto la vera ragione dell'assunzione come professoressa di quell'incompetente entro la fine dell'anno.


CAPITOLO TERZO: “Ain't no one I know do it good as you”

Quella domenica di fine maggio, tutti quanti gli studenti di Hogwarts si erano dati appuntamento nei cortili e nel parco della scuola, approfittando del fatto che quella era di fatto la prima giornata veramente primaverile, dopo settimane di cattivo tempo.
Quattro ragazzi stavano oziando serenamente, seduti sotto il loro faggio preferito, sulla riva del lago.
Lily Evans li intercettò subito con lo sguardo, ed in particolare non si lasciò sfuggire uno di loro.
Si trovava sola in quel momento, e quindi era quello giusto per parlare con James Potter, che nell'ultimo periodo aveva attenuato le sue attenzioni ossessionanti verso di lei, sostituendole con una buona idea.
Un miracolo, del quale Lily non riusciva ancora a capacitarsi.
In ogni modo, la ragazza ci aveva rimuginato molto sopra, valutando i pro, i contro, e i rischi dell'impresa.
Certo, era solo un sospetto, e se si fosse rivelato errato, la ragazza sarebbe rimasta mortificata per aver dubitato di una delle sue professoresse.
Ma Lily ne era quasi del tutto convinta. Aveva ben scolpita nella memoria l'immagine della particolare intimità fra il suo professore di Pozioni, Horace Lumacorno, e Sheila Noodish, anche se lui si era mosso con discrezione quella sera di dicembre, durante la festa natalizia del Lumaclub.
Alla giovane Grifondoro però, non era sfuggito nulla e intendeva smascherarli, anche se Lumacorno era indubbiamente uno dei suoi insegnanti preferiti.
Innanzitutto perché riteneva che le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure fossero del tutto inutili allo stato attuale; la professoressa sembrava più una di quelle esperte modaiole che dispensavano consigli sui giornali babbani, piuttosto che un'insegnante della scuola di magia.
E più il tempo passava, peggiore diventava la situazione.
Ultimamente la Noodish si era fissata con le creme per il corpo, come prepararle e quando utilizzarle. Secondo lei, avevano il potere di respingere le creature più orripilanti, che inorridivano automaticamente di fronte a tanta beltà derivante dalle creme magiche miracolose.
Oppure, al contrario, grazie all'utilizzo dei suoi cosmetici stupefacenti, si potevano addirittura migliorare i rapporti fra popoli e culture diverse, visto che, secondo la professoressa, avere un bell'aspetto era la condizione fondamentale per guadagnarsi una perfetta vita sociale in tutti gli ambienti.
Insomma, in quelle circostanze era evidente la degenerazione delle lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure, ma la cosa che più faceva infuriare Lily era il fatto che fossero in pochi a rendersene conto.
La maggior parte delle sue compagne di classe erano in quella fase adolescenziale in cui ci si interessava solo di futilità, mentre per molti altri, quella materia era diventata talmente semplice che chiunque poteva ottenere un voto alto, e perciò non protestavano.
“E poi, non è giusto che sia stata assunta un'inetta del genere, solo perché è una bella donna dai modi seducenti. Chissà quante persone meno vistose di lei ma molto più idonee all'insegnamento ci sono nel mondo magico... e non hanno avuto la possibilità di insegnare ad Hogwarts per lasciare spazio a quella là!”

Su tutto questo rifletteva Lily, avvicinandosi al quartetto di ragazzi.
Si assicurò un'ultima volta di avere con sé l'oggetto che le serviva per la missione, tastando la sua borsa a tracolla dall'esterno.
James la vide subito ed iniziò a sorriderle, ma Lily lo bloccò immediatamente.
“Potter, allora, andiamo?” esclamò in fretta la ragazza, come se volesse liberarsi di un peso.
I quattro si scambiarono degli sguardi perplessi, soprattutto James rimase alquanto sorpreso.
“Dove dovremmo andare, Evans? Vuoi che ti offra una Burrobirra alla Testa di Porco, per caso?”
“Neanche morta, Potter. Soffri di demenza senile precoce, o cosa?” si irritò Lily.
Emise un lungo sospiro, e poi continuò.
“Il fatto è che ho... ho pensato molto alla tua proposta e sono giunta alla conclusione che la tua è stata proprio una grande idea.”
James Potter scattò in piedi all'istante. Gli altri tre invece, avevano capito tutt'altro e ridacchiavano maliziosamente.
“Davvero? Ce ne è voluto di tempo per convincerti, Evans! Vengo subito con te allora, ma prima devo fare un salto al dormitorio per prendere quella cosa che ci serve per non correre rischi!”
“Ehi, James, se vuoi posso suggerirti un paio di posti dove potete nascondervi a fare le cosacce... strano però, credevo che avreste aspettato fino alla prima notte di nozze!” gridò sguaiatamente Sirius, ridendo come un pazzo, imitato naturalmente da Remus e Peter.
James non gli rispose, ma in compenso gli fece un brutto gesto con due dita della mano destra.
Lily aveva già girato i tacchi, ignorando i commenti di quei tre.
Lei e il suo nuovo compagno d'avventura non si parlarono nemmeno per tutto il tragitto fino al dormitorio, anche se James provava ogni tanto ad intavolare una conversazione.
“Non sei curiosa di vedere il posto in cui dorme lo studente più attraente di tutta la scuola?” la incalzò infine James, mentre si accingeva a salire le scale del dormitorio maschile.
“Sai, sono sempre stata una persona che si fa i fatti suoi... sinceramente, non mi interessa affatto, grazie.” sibilò Lily, per paura che qualcuno potesse arrivare all'improvviso e sorprenderli.
James decise di non replicare, e scomparve dentro al dormitorio.
“Vedi di sbrigarti, Potter! Non so quale sia questa tua arma segreta, ma non voglio stare qui fino a Natale, intesi?” gli urlò la ragazza, che era già piuttosto nervosa. Batteva il piede sinistro, spazientita, mentre aspettava.
Poi, improvvisamente, sentì le mani di qualcuno che le coprivano gli occhi. Iniziò ad urlare dallo spavento, ma si riprese quasi subito, quando capì che quel qualcuno era Potter.
“Ma che diavolo hai intenzione di fare, eh? Le mie coronarie non saranno mai più le stesse, per colpa tua!” lo rimproverò. “E come caspita hai fatto ad arrivarmi alle spalle senza che me ne accorgessi?”
“E' questa l'arma segreta, Evans.” sorrise James, mostrandole un oggetto molto curioso: un mantello leggerissimo, quasi impercettibile.
“E' un mantello dell'invisibilità.” continuò lui, orgoglioso.
Lily rimase a bocca aperta.
“Mi spieghi come fai ad averne uno? Costano un occhio della testa!”
“Ehm... è un'antica eredità di famiglia. Ora, vogliamo andare o preferisci restare qui ad ascoltare la storia della mia vita?”
E così, i due si decisero a lasciare la sala comune dei Grifondoro.
“Io mi metto dietro di te, Potter. Almeno eviterai di palpeggiarmi.” esclamò Lily, infilandosi sotto al mantello.
Dopo pochi minuti i due ragazzi erano di fronte all'ufficio del professor Horace Lumacorno.
Dall'esterno non si sentiva alcun rumore.
“Probabilmente non c'è nessuno. Chi rimarrebbe chiuso in una stanza, in una giornata come questa?” disse James a Lily, fermandosi a pochi passi dall'uscio.
Lily non si perse d'animo e spinse James in avanti, toccandolo sulla schiena.
“Alohomora!”
Il ragazzo aprì la porta con cautela, cercando di non far incastrare il mantello nella maniglia; come aveva intuito, non c'era anima viva all'interno dell'ufficio. Le uniche cose che si muovevano erano le fotografie degli ex alunni di Hogwarts diventati poi celebri, dei quali Lumacorno amava tanto vantarsi durante le sue festicciole private.
“Hai visto? Niente di niente. Forse è meglio se torniamo un'altra volta, Evans.” disse lui, togliendo il mantello.
“Eppure, il mio intuito femminile mi dice che è meglio aspettare.”
James si lasciò scappare una leggera risata.
Lily se la prese un pochino per quella presa in giro. Doveva assolutamente scoprire la verità su tutta quella faccenda, e non sarebbe stato certo un ragazzino arrogante come Potter ad impedirglielo.
Le piangeva il cuore, ma doveva scendere a patti con lui.
“Senti, Potter. Aspettiamo ancora per dieci minuti. Ci nascondiamo lì, in quell'armadio... se non arriva nessuno... beh, hai vinto tu.” sospirò. “E uscirò con te, ok? Ma solo una volta!” si sbrigò a dire Lily, visto che James stava già esultando.
“Se invece ho ragione io, beh, promettimi che non ti comporterai più come un cerebroleso con gli ormoni impazziti!”
James la guardò, per la prima volta con un'espressione seria.
“Te lo prometto.”
Lily Evans rispose annuendo. Era strano, visti i suoi precedenti con Potter, ma sentiva che era sincero.
Si nascosero quindi all'interno di un grande armadio posto di fronte al grazioso divano che arredava il rifugio del professore di Pozioni.
Attesero, nel buio di quel nascondiglio angusto. I minuti passavano molto lentamente, e Lily iniziava a credere che avrebbe dovuto prepararsi psicologicamente per il suo primo appuntamento con James.
Improvvisamente però, i due aguzzarono l'udito e sentirono delle voci che provenivano dall'esterno, voci di un uomo e di una donna.
Lily cercò di aprire la sua borsa il più velocemente possibile, e ne tirò fuori una macchina fotografica polaroid, di quelle che usavano i babbani.
“Oh, cicci! Ho un mucchio di compiti da correggere in questo periodo, ma se dovessi dedicare tutto il mio tempo libero ai ciò che scrivono gli studenti, non mi rimarrebbe nemmeno un minuto per pensare alla cura del mio corpo, e neppure per lo shopping! Mi faresti un favore, tesoruccio? Lo faresti tu al posto mio? Tanto, chi mai potrebbe accorgersene?” esclamò Sheila Noodish appena mise piede dentro alla stanza.
Lumacorno la guardò con uno sguardo eccitato.
“D'accordo, dolcezza, sai che non riesco a dirti di no.” disse, baciandola sul collo. “Ma prima devo scaricarmi... non so se mi spiego.”
“Sei un porco, professore!” lo sgridò ironicamente Sheila.
James vide che la mano della professoressa si era posata sul cavallo dei pantaloni di Lumacorno.
“Un porco ben dotato, aggiungerei!”
Lily si sentì avvampare dalla vergogna. Non si era mai considerata una bacchettona, ma era comunque molto imbarazzante per lei, assistere ad una scena del genere, e perdipiù con James Potter al suo fianco.
Intanto la Noodish stava slacciando la camicia di Lumacorno, iniziando a baciargli il petto e scendendo sempre più in basso.
“Mi rendo conto che è una situazione piuttosto imbarazzante, ma dobbiamo darci una mossa, non credi?” sussurrò James all'orecchio di Lily.
Lei gli rispose di sì sussurrando allo stesso modo, e dopo essersi coperti con il mantello dell'invisibilità, i due uscirono allo scoperto, senza essere visti dai professori, che comunque erano troppo impegnati per accorgersi di quello che stava accadendo intorno a loro.
La Noodish adesso era mezza nuda sul corpo completamente svestito di Horace.
Questa volta era Lily che guidava James, sotto al mantello. Stando ben attenta che i due adulti non volgessero lo sguardo dalla loro parte, tirò su il mantello e scattò furtivamente una fotografia, per poi abbassarlo all'istante.
“Cosa è stato, pasticcino mio?” chiese Sheila, che si era allarmata sentendo il rumore della polaroid.
“Sarà qualche gufo di passaggio, tesoro. Continua, ti prego, non fermarti!” la pregò Lumacorno, ansimando ed abbassandole la testa sul proprio inguine.
Lily trovava quella scena disgustosa, non tanto per il gesto in sé, quanto per il fatto che non aveva mai provato il desiderio di vedere il professore di Pozioni nudo come un verme in compagnia di una donna che si occupava del suo organo riproduttivo.
“Mio dio. Come può una donna con un po' di dignità fare queste cose con un uomo molto più anziano di lei, solo per fare carriera?” pensò la giovane studentessa, lasciando passare qualche minuto prima di scattare un'altra foto.
Anche questa volta il rumore non passò inosservato.
“Hory, credo che il gufo sia passato di nuovo...”
“Mmmm... “ mugugnò Lumacorno. “Che te ne importa, cara. Continua a lavorare così, manca poco, sai. Sento che sto per scoppiare.”
Sheila continuò, anche se ogni tanto lanciava un'occhiata verso la direzione dalla quale era venuto il rumore.
Lo stesso rumore si sentì ancora dopo qualche attimo, questa volta però, dall'altra parte dell'ufficio.
“Ancora! Horace, non credo che sia un gufo o un volatile simile! Penso che qualcuno ci stia spiando...”
“Sheila! Non dire stupidaggini!” alzò la voce Lumacorno, guardandola in faccia con aria severa.
“Qui non c'è nessuno, perdio! Hai le allucinazioni? Hai frequentato troppe rockstar e fricchettoni, secondo me! Finisci quello che stai facendo e fallo bene, altrimenti non ci metterò molto a farti licenziare, chiaro?”
Arrivati a quel punto, Lily e James decisero che il loro compito era finito. Si avvicinarono alla porta, la ragazza scattò l'ultima foto ed uscirono, cercando di fare meno rumore possibile.


CAPITOLO QUARTO: “Ooh, baby, rub it on”

Silente visionò le fotografie incriminate il giorno seguente, grazie ad un gufo che gliele aveva recapitate, anche se non sapeva da parte di chi.
Quasi gli andò di traverso la colazione; non era certo sua abitudine cominciare la giornata con delle immagini pornografiche, e oltretutto uno dei due soggetti era il suo grande amico, Horace Lumacorno, stimato professore di Hogwarts, che sicuramente era sempre stato un po' troppo attratto dalla fama, ma nessuno mai avrebbe sospettato che andasse a letto con una collega.
Che aveva raccomandato lui al preside di Hogwarts, fra l'altro.
Albus aveva sempre un po' troppa fiducia nelle persone. Molti, a partire dalla professoressa McGranitt, avevano espresso ben più di una perplessità sulle competenze professionali della signorina Noodish, ma Silente aveva deciso di lasciar correre le malignità.
Si fidava del suo amico.
Davanti a quelle prove schiaccianti però, non poteva non prendere provvedimenti in merito.
Decise quindi di convocare Horace all'istante.




“Ragazzi! La sapete l'ultima? La professoressa Noodish l'anno prossimo non insegnerà più ad Hogwarts!” esclamò Peter Minus ai suoi amici, con un velo di tristezza nella voce.
“Beh, non mi sembra una grande perdita.” gli rispose Sirius Black. “Ultimamente poi, era diversa... non parlava più di trucchi e lozioni per capelli, era quasi diventata una vera insegnante. Che ironia!”
“Già, ed era molto triste ed abbattuta. E sicuramente anche meno bella. Quasi mi dispiace, poverina.” affermò Lupin, che poi però scoppiò a ridere, imitato dagli altri.
James era molto soddisfatto di ciò che lui e Lily avevano combinato. Non ne aveva parlato agli altri, perché sapeva che lo avrebbero preso in giro a morte, e avrebbero fatto lo stesso con la ragazza, soprattutto Sirius.
Era il suo piccolo segreto con la Evans.
Pensava talmente tanto a lei nell'ultimo periodo, che la vedeva davanti a sé dappertutto, anche in quel momento.
“Il gatto ti ha mangiato la lingua, Potter?” disse una voce che conosceva tanto bene.
“Evans! Ero sovrappensiero... hai saputo che Sheila Noodish non ci insegnerà più Difesa Contro le Arti Oscure, l'anno prossimo?”
“Sì. Ma non mi stupisce affatto questa notizia. E a te, Potter?” gli fece l'occhiolino Lily.
Stava per andarsene per la sua strada, ma inaspettatamente Lily Evans si girò verso James Potter, lo prese per mano e lo condusse in un angolo appartato.
“Ehm... ho pensato molto alla nostra scommessa.” gli disse, intrecciando le mani dall'emozione. “Sai, anche se ho vinto io, beh, devo dire che non sei tanto male come immaginavo, la pensiamo allo stesso modo su molte cose e insomma... non mi dispiacerebbe uscire con te... solo una volta!”
Detto questo, se ne andò.
James Potter rimase immobilizzato dalla felicità. Dopotutto la Noodish era servita a qualcosa, alla fine.


THE END.
 
Top
0 replies since 22/3/2011, 12:48   30 views
  Share