A very special boy, [20/05/11] Uno per tutti: un giorno per iniziare, un filmato per ricordare e un disegno per immaginare, Prima collaborazione tra Acciofanfiction e Writers Arena!

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Rowizyx
view post Posted on 10/7/2011, 17:00




Fandom: Harry Potter
Rating: Per tutti
Personaggi/Pairing: Teddy Lupin, Minerva McGranitt, Nuovi personaggi
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 2674 parole, 4 pagine di Word più qualche riga.
Avvertimenti: Original Character
Spoiler! nessuno!
Genere: Introspettivo, Commedia
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, disgraziatamente non mi appartengono ma sono di proprietà di J.K.Rowling e di chi altri ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Harry Potter appartengono solo a me.
Credits: nein...
Note dell'Autore: Ho inserito tutti gli elementi della mia traccia, spero vadano bene... Alla fine è uscita un po' una specie di fic "manifesto" sul mio pensiero riguardo al personaggio di Teddy, che mi piace pensare molto toccato dalla storia del padre, tema che ho già sviluppato in altre storie ma a cui ho voluto dare più spazio in questa occasione. Sto diventando brava a postare nei tempi, non è vero? XD
Introduzione alla Fan's Fiction: Dopo una brutta giornata Teddy Lupin torna - o per meglio dire inciampa – in dormitorio. Per fortuna c'è qualcuno a raccoglierlo...

Teddy Lupin era un ragazzino speciale.
Non perché era un Metamorphmagus, né per la sua tragica storia legata a filo doppio con la guerra, né tanto meno perché era il figlioccio di Harry Potter.
Teddy Lupin era un ragazzino speciale perché era se stesso.
Parlando di lui, chiunque avrebbe citato la sua proverbiale tendenza a vivere tra le nuvole, che spesso lo faceva capitombolare o sbattere contro gli oggetti più disparati.
Un pomeriggio si era perfino dimenticato di dover svoltare l’angolo mentre camminava in corridoio, scontrandosi con il ritratto di Sir Cadogan: il cavaliere l’aveva seguito per ore, passando di quadro in quadro, offeso a morte per il torto subito, e chiedendo soddisfazione, per non parlare dei suoi amici, che l’avevano preso in giro per giorni. Avevano perfino sostenuto che avesse pomiciato con quello strambo personaggio e che potesse considerarlo il suo primo bacio, storiella che aveva fatto il giro della scuola suscitando una certa ilarità. Ed era solo un esempio della sua sbadataggine!
Ted non sapeva perché fosse sempre così distratto: fantasticare non gli sembrava un difetto, salvo per i lividi e le ginocchia sbucciate che questa abitudine spesso gli procurava, era un suo modo di essere. Gli piaceva sognare, anche se spesso aveva un modo di pensare fin troppo concreto. In particolare, era fin troppo riflessivo su alcune questioni relative alle sue origini, che a suo parere avrebbe sempre dovuto tenere presente, anche nel momento in cui avrebbe deciso cosa fare della sua vita. A volte sembrava schiacciato dalla sua storia personale, come se si sentisse in dovere di dimostrarsi all’altezza dei suoi genitori, che avevano dato la vita pur di garantirgli un futuro migliore.
Ad esempio, il ragazzo si recava spesso a passeggiare nel parco alla luce della Luna Piena, oltre l’orario del coprifuoco. Sicuro di sé, avvolto nel Mantello dell’Invisibilità – gentile prestito del suo padrino – e con la Mappa del Malandrino alla mano, Ted cercava in quelle notti una sorta di confronto con il corpo celeste che aveva tanto tormentato suo padre, quand’era in vita. A Ted il Plenilunio non comportava alcun disturbo fisico, ma gli veniva un certo bisogno di isolarsi dagli altri abitanti della scuola, per riflettere con calma.
Per lui la luna era un vero mistero. Com’era possibile che il simbolo degli innamorati, così decantato dai poeti, portasse allo stesso tempo tanta sofferenza? Non lo avrebbe mai compreso. Era molto legato alla storia del padre: era quella che da bambino si faceva sempre raccontare da Harry, poiché sua nonna ancora sembrava non aver accettato il genero, nemmeno a quindici anni dalla sua morte.
Proprio in una di quelle sere di Luna Piena, quando orma il suo terzo anno era agli sgoccioli, che Ted rientrò all’una passata in dormitorio, infreddolito ed esausto. Fece molta attenzione per evitare i bauli dei suoi compagni per arrivare al suo letto e cascare finalmente nel mondo dei sogni, ma proprio quando credette di essere riuscito nel suo intento… S’inciampò nel manico di Reuel Hornbite, Battitore di Grifondoro non troppo ordinato.
«Ouch» bofonchiò massaggiandosi la natica su cui era atterrato. Per Merlino, che male!
Augurandosi di non aver svegliato nessuno, Teddy fece per tirarsi su, quando…
«A furia di camminare nell'oscurità ci si fa male» recitò una voce nel buio, prima che il suo proprietario illuminasse la stanza con la propria bacchetta. La faccia tonda di Andy gli sorrise, abituato com’era il ragazzo a vedere l’amico franare per terra in ogni occasione. «Contro cosa hai sbattuto?»
«Non ho sbattuto, sono inciampato nel solito marasma di Reuel» lo corresse Ted alzandosi dal pavimento e spostando il manico di scopa in un angolo della stanza. «Se mia nonna vedesse questo scempio, smetterebbe di lamentarsi perché ogni tanto mi dimentico di portare i panni sporchi in bagno».
In realtà, di certo Andromeda Black avrebbe commentato che lei aveva insegnato al proprio ragazzo cosa fossero ordine e rispetto e che non aveva intenzione di mettersi sullo stesso piano di genitori così incoscienti. Poi gli avrebbe dato uno scappellotto per averla chiamata nonna.
«Spero di non aver interrotto un bel sogno», disse per scusarsi con un sorriso.
Andy scosse il capo portando le ginocchia al petto. «No, a dire la verità, non riuscivo ad addormentarmi. Troppi pensieri per la testa».
Ancora scombussolato per la caduta, Ted lo raggiunse: erano vicini di letto e si erano abituati fin dal primo anno a confidarsi le rispettive preoccupazioni. Andy Sellers era figlio di Babbani e, anche se era già al suo terzo anno a Hogwarts, ancora faticava a rendersi conto dei propri poteri magici.
La sua insicurezza aveva effetto sui risultati scolastici scadenti, che contribuivano a loro volta a buttarlo giù, e le prese in giro dei ragazzi che erano ancora educati a disprezzare i nati Babbani non facevano altro che peggiorare ulteriormente la situazione.
Ted fece per ripetergli che non doveva torturarsi in quel modo, quando notò il volume che troneggiava sul suo comodino. «Stai ancora leggendo quella robaccia, Andy? Guarda che ti renderà soltanto più confuso, te l’ho già detto».
Il ragazzo si strinse al petto il libro – Poteri che Non Sapevate di Avere: Cosa Farvene ora che Avete Aperto gli Occhi – offeso come se l’amico avesse insultato il figlio che ancora non aveva.
Effettivamente, non era di certo il miglior titolo che fosse mai stato catalogato nella biblioteca di Hogwarts: era un manuale d’incantesimi abbastanza raffazzonato, che tentava anche di dare una specie di filosofia di vita ai maghi che, come Andy, si confrontavano con le proprie incertezze. Anche Teddy l’aveva sfogliato più volte, ma ai suoi occhi sembrava un libro dal tono paternalistico che dava consigli troppo generici e, di conseguenza, inutili.
Forse il suo era anche un pregiudizio per via dell’opinione di Hermione Granger, che una volta l’aveva indicato al Ghirigoro come testo dallo scarso spessore raccontando al ragazzo di come avesse cercato senza risultati nelle sue pagine un suggerimento per Harry, quando ancora era impegnato con le prove del Torneo Tremaghi… Per Andy, però, era come una specie di testo sacro cui porre tutte le domande che richiedevano una risposta, e quando l’amico lo criticava si offendeva profondamente.
Il commento di Ted anche in quel caso non fu molto felice, perché il ragazzo sembrò gonfiarsi come un rapace arrabbiato.
«Secondo te è stato semplice per me accettare di essere un mago?» gli ripeté per l’ennesima volta, sibilando per non svegliare gli altri compagni. «Nessuno nella mia famiglia è dotato di questi poteri, è stato uno shock per tutti noi. Non per tutti è facile…»
«Parli con me? Secondo te la mia vita è facile?» rispose Ted, un po’ offeso. Prima che potesse continuare, Reuel borbottò nel sonno, per cui decisero che fosse meglio spostarsi nella sala comune prima di svegliarlo. Una volta scesa la scala a chiocciola, i due amici sprofondarono nelle comode poltroncine di fronte al camino acceso.
Ted sembrava particolarmente stanco. «La conosci la mia storia, Andy. Sono figlio di un Licantropo e ho ereditato i poteri di Metamorphmagus di mia madre, vivo con mia nonna – che finge di non essere affettuosa perché deve dare al mondo l’idea di una donna forte – e ho lo stesso complesso d’inferiorità nei confronti del mio padrino che svilupperanno i suoi figli tra qualche anno… Cosa c’è di facile in tutto questo?»
A volte sentiva l’insofferenza e la negatività di Andy come un affronto personale. Almeno lui aveva dei genitori con cui parlare dei suoi poteri, per Merlino!
«Questo sei tu, Ted, ma altri figli di maghi… Quanti ce ne sono che si credono meglio di me perché anche i loro genitori hanno i poteri?» domandò il Nato Babbano, sconsolato.
Sembrava un pulcino bagnato, sperduto e intimidito dal mondo magico, e questo fece calmare l’amico almeno un poco.
«Secondo me stai solo permettendo che gli altri comandino la tua vita, lo sai. In questo modo ti fai condizionare al punto da avere problemi anche con le magie semplici… Non vorrei che sviluppassi una specie di allergia ai tuoi poteri, sarebbe un vero peccato» gli spiegò con un tono più affettuoso Ted, anche se aveva una voce stanca e un po’ astiosa. Aveva sonno e la Luna lo aveva innervosito.
«Lo so che dici così per il mio bene» riconobbe Andy, sapendo quanto poteva essere pesante intavolare una discussione su quell’argomento con il suo migliore amico. «Piuttosto, cosa ti ha fatto McGranitt? Sei sparito, non ti ho nemmeno visto a cena!»
Un altro pensiero fastidioso. «Oh, a parte cercare di staccarmi la testa a morsi? Si è solo lagnata per il modo in cui ho risposto al prof di Difesa».
Brutto argomento quello affrontato in classe qualche ora prima. Non il tema della lezione in sé, in realtà, bensì il modo in cui il professor Rabnott, il docente che deteneva ormai il record sulla permanenza in cattedra con i suoi dieci anni di anzianità, aveva scelto di esporlo agli studenti.
Lupi Mannari.
Forse l’insegnante non aveva pensato a Ted Lupin, probabilmente l’unico figlio di un Licantropo mai entrato a Hogwarts, mentre preparava quella lezione, ma per il ragazzo era stato impossibile rimanere in silenzio sentendo definire tutte le persone colpite da quella maledizione come “esseri malvagi e perversi”, un modo di generalizzare che trovava inconcepibile.
Avrebbe dovuto almeno moderarsi nelle risposte, il Grifondoro lo sapeva, ma aveva avvertito la rabbia crescere incontrollabile e aveva apostrofato a male parole il docente, ribattendo con sarcasmo a ogni sua affermazione. In particolare, aveva continuato a ripetere “i conti non tornano”, citando quasi a memoria testimonianze di Harry Potter e di alcuni suoi amici, che avevano conosciuto e apprezzato Remus Lupin come insegnante e come essere umano, depositate quando avevano proposto il nome di Remus Lupin per un Ordine di Merlino postumo. Un piccolo riconoscimento per la sua famiglia ormai a pezzi, ma che aveva un significato profondo per molti. Ted trovava interessante come tutti loro avessero definito la Licantropia di suo padre come un piccolo problema peloso, del tutto trascurabile ai loro occhi, e aveva interrogato Rabnott su cosa pensasse di quella faccenda.
Il professore non aveva gradito l’essere ridicolizzato davanti agli altri alunni e aveva tolto una spaventosa quantità di punti a Grifondoro, prima di spedirlo di corsa dalla professoressa McGranitt per ricevere una bella strigliata.
«Chissà di che colore ti saranno diventati i capelli», provò a scherzare Andy, che ammirava i poteri di Metamorphmagus del suo amico. Quando la McGranitt lo sgridava, Teddy perdeva il controllo sulla sua abilità di cambiare aspetto, così da scatenare un arcobaleno sulla sua chioma ribelle.
«Era veramente furibonda, credimi, era… Il suo era un volto trasfigurato dalla rabbia, così diverso dal solito! Ho perfino creduto che si fosse fatta un incantesimo dei suoi per sembrare ancora più spaventosa», ammise il ragazzo con ancora i brividi al ricordo della sfuriata della sua Capocasa.
Quasi aveva temuto che l’insegnante avrebbe sputato fuoco come un drago, tanto era furibonda, e dire che era ormai abituato alle sgridate della donna… Nemmeno nonna Andromeda sapeva mettergli tanta agitazione!
Minerva McGranitt era andata avanti quasi mezzora a rimproverarlo per il suo comportamento infantile e irrispettoso, ricordandogli che, se aveva così a cuore il ricordo dei genitori mai conosciuti, avrebbe fatto meglio ad agire in modo da renderli fieri di lui, piuttosto che usare la loro memoria per mettere in difficoltà i professori.
Ted sospirò, fissando le fiamme che scoppiettavano nel caminetto: la cosa peggiore, in fondo, era sapere che la professoressa aveva ragione.
Dopo essersi sfogata, la McGranitt si era addolcita, raccontandogli alcuni episodi relativi al periodo scolastico dei suoi genitori che Teddy non aveva mai sentito prima. Aveva insegnato a entrambi, li aveva visti crescere, e li aveva perfino incoraggiati a stare insieme malgrado tutte le difficoltà che la vita aveva posto davanti a loro, quella drammatica notte in cui era morto Albus Silente.
«So che ti disturba molto sentire i pregiudizi che molte persone hanno ancora nei confronti dei Licantropi, Ted, ma litigare con i tuoi insegnanti non migliorerà la situazione. Inoltre, tuo padre era un’eccezione sotto molti punti di vista: ha potuto frequentare Hogwarts, ha potuto sentirsi trattare come un essere umano normale e ha scelto di comportarsi come tale, malgrado la maledizione», gli aveva detto alla fine la professoressa. «Non sono molti ad aver avuto questa possibilità e compiere una scelta simile… Se si è trattati come mostri, si finisce per convincersi di esserlo davvero, lo capisci?»
Il ragazzo ripensò alla conversazione avuta nel pomeriggio e si sentì uno sciocco, sebbene la McGranitt gli avesse dato degli ottimi spunti di riflessione. Non serviva polemizzare contro chi aveva pregiudizi, bensì fare in modo che i nuovi Mannari comprendessero le tante possibilità che avevano di fronte, nonostante il cambiamento subito dal loro corpo. Come, non sapeva ancora dirlo: era un ragazzo di tredici anni appena, ma si vedeva bene come attivista per la causa dei Licantropi, in futuro. Suo padre sarebbe stato orgoglioso di lui.
Inoltre, la McGranitt aveva promesso che avrebbe fatto presente al collega di moderare i termini sull’argomento, anche allo scopo di offrire una visione della materia più aperta e moderna del classico terrore che veniva seminato tra gli studenti parlando di certe creature.
Era già un passo avanti.
Tornò a guardare Andy, che aveva ascoltato il suo resoconto sul colloquio privato con la prof senza commentare. «A parte questo, dovrò eccellere in ogni materia fino ai M.A.G.O. per riguadagnarmi i punti che ho fatto perdere a Grifondoro… Sarà un arduo compito» si ritrovò a scherzare. Se avesse fatto parte della squadra di Quidditch, avrebbe potuto riscattarsi così agli occhi dei suoi compagni di Casa, vincendo il Torneo o almeno provandoci, ma Madama Bumb aveva decretato che era un vero pericolo pubblico sulla scopa, ai tempi del primo anno…
Ad ogni modo, parlare con Andy gli aveva fatto bene: aveva saltato la cena ed era rimasto in giro tutta la sera evitando il contatto con i compagni, ma era bastata quella chiacchierata per rasserenarlo.
«Che ne dici, andiamo a dormire?» gli propose il compagno di stanza, giusto prima di sbadigliare sonoramente. Era molto tardi ormai, e sulla mattina seguente incombevano due ore di Pozioni…
Ted annuì e si alzò dalla sua poltrona, seguendo l’amico al piano di sopra. Per sentirsi più tranquillo, avrebbe scritto a Harry per avere anche un suo parere sull’accaduto. In genere i suoi consigli erano davvero ottimi, sapeva davvero dargli le dritte giuste. Avrebbe fatto meglio a mandare qualche riga anche a sua nonna, perché il fatto era abbastanza grave e con tutta probabilità la McGranitt le avrebbe fatto avere un gufo sull’accaduto.
Ci avrebbe pensato il giorno successivo, però, in quel momento era davvero troppo stanco per preoccuparsi delle conseguenze delle sue azioni, perfino per temere una Strillettera ad aspettarlo in Sala Grande per colazione. Teddy si mise a letto e dopo qualche minuto dal suo baldacchino si udì il respiro regolare e leggero di chi era già nel mondo dei sogni.
Sorridendo nel buio, Andy sospirò: chissà cosa avrebbe pensato il suo amico sapendo che rappresentava per lui un modello da seguire. Ted era davvero speciale.
Non per la sua storia, ma per come la viveva, la respirava quasi, e la teneva sempre presente per ispirarsi e agire al proprio meglio… Aveva un brillante futuro davanti a sé. Era davvero un esempio per una persona confusa e incerta com’era Andy, che conosceva ancora poco del mondo magico in cui era stato catapultato.
Probabilmente avrebbe accettato l’invito di Ted a passare una parte dell’estate a casa sua, questa volta, per vedere meglio le tante possibilità che gli si erano aperte davanti con la lettera per Hogwarts. Era anche curioso di conoscere sua nonna… Con tutte le storie che aveva sentito su di lei, ci sarebbe stato da ridere.
Gli ci sarebbe voluto ancora parecchio tempo per comprendere cosa voleva fare del suo futuro, probabilmente fino al settimo anno di scuola non avrebbe deciso quale strada prendere, ma Andy era già più fiducioso di prima.
In confronto all’esempio di Teddy, quell’amico così speciale, quel libro che consultava quasi come un testo religioso sembrava davvero spazzatura come si sentiva dire spesso.


 
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fri rapace
view post Posted on 1/8/2011, 18:00




Uh, spero di non fare casino!
Come ti avevo già detto, la tua ff mi è piaciuta molto. Tra i milioni di ff che usano Teddy solo per fini shippeschi, è bello trovarne qualcuna in qui è semplicemente lui, un ragazzino che frequenta Hogwarts e che è ancora troppo giovane per preoccuparsi dell'amore, con una storia personale molto difficile alle spalle. Anche il suo amico, Andy, è ben caratterizzato, e in alcuni punti Ted e lui mi hanno ricordato Ron e Harry, col primo che non riesce a capire quanto più grave sia la situazione dell'amico. Anche se la McGranitt l'ha ripreso, un applauso a Teddy che ribatte alla lezione del professor Rabnott, dimostrandogli con i fatti che si sbaglia. Anche se Minerva ha ragione quando dice che Remus era un caso un po' particolare, i pregiudizi vanno combattuti a scuola, con i ragazzi. Combattuti, non alimentati.
Andromeda non c'è, ma:
"Poi gli avrebbe dato uno scappellotto per averla chiamata nonna."

ahhaha XD! Merlino! In effetti era un po' (tanto) giovane come nonna :-)
Insomma, una bella ff, complimenti ^^
 
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1 replies since 10/7/2011, 17:00   72 views
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